Spunta (di nuovo) la proposta di un bonus 10.000 euro per i giovani: cos’è e come funziona

Spunta (di nuovo) la proposta del bonus da 10.000 euro per i giovani facenti parte di nuclei familiari con basso reddito. Aumenti per le tasse di successione.

Spunta (di nuovo) la proposta di un bonus da 10.000 euro per i giovani facenti parte di nuclei familiari con basso reddito. Soldi che andrebbero impiegati per la formazione, per avviare un’impresa o per l’alloggio. 

La proposta, già portata avanti nel 2021 (ma scartata dal governo Draghi), rispunta fuori, in vista delle elezioni che aspettano gli italiani il 25 settembre, durante un’intervista al Tg2 Post al segretario del Pd Enrico Letta. 

L’intenzione è di portare avanti la proposta che ha l’obiettivo di abbattere le disuguaglianze e contrastare la precarietà con la quale si trovano a dover fare i conti i più giovani, mettendo a loro disposizione una dote, al compimento dei 18 anni, in base al valore dell’ISEE familiare. 

Così come nel 2021, anche quest’anno l’idea di una dote ai 18enni fa discutere. Molti sono gli esponenti dei partiti a criticare la proposta: secondo Letta, la misura dovrebbe essere finanziata con la tassa di successione per i patrimoni plurimilionari. 

Insomma, si tratterebbe di un bonus che prende ai ricchi per dare ai giovani. Ma come dovrebbe funzionare esattamente e perché l’ipotesi di introdurre un bonus simile scatena tante polemiche? Vediamo i dettagli. 

Come funziona la proposta e il bonus da 10.000 euro per i giovani 

Non è la prima volta che si parla di un bonus in favore dei 18enni in famiglie a medio-basso reddito. Non a caso, la proposta è rispuntata in seguito alla domanda posta al segretario del Pd sull’intenzione o meno di perseguire la strada tracciata già lo scorso anno. Domanda la cui risposta è stata affermativa. 

Stavolta non ci sono stati riferimenti ai 10.000 euro, ma di fatto la proposta è la stessa avanzata già lo scorso anno: una dote, per i 18enni, soggetta ad alcuni limiti, ma il cui finanziamento deriverebbe da un incremento delle tasse sulle successioni. 

Già nel 2021, tale proposta non aveva conquistato il consenso del Premier Draghi. Il pensiero comune era, in quel particolare periodo, di non poter pretendere dai cittadini più di quello che già si era ricevuto. 

Ora, con l’avvicinarsi del 25 settembre, Letta conferma la volontà di offrire ai giovani un bonus contro la precarietà e le disuguaglianze. E perché l’ipotesi si concretizzi, prendere i soldi da un eventuale aumento dell’imposta di successione per i patrimoni che superano 1 milione di euro. 

A chi è rivolto il bonus giovani e quali sono gli obiettivi

D’altra parte, la proposta di Letta non si rivolge indiscriminatamente a tutti i giovani che compiono i 18 anni, ma solo a coloro che possano dimostrare di far parte di nuclei familiari a basso reddito. Inoltre, i soldi concessi non potrebbero essere utilizzati per qualsiasi tipo di investimento o acquisto. 

Gli obiettivi della misura, infatti, andrebbero ricercati nella speranza di investire sui cittadini del futuro, abolendo le disuguaglianze grazie a una dote di 10.000 euro da utilizzare con precisi limiti. Benché, a differenza dello scorso anno, stavolta non si sia fatta menzione del valore di tale dote, il modo in cui utilizzare questi soldi rimarrebbe vincolato al finanziamento di precise spese: 

per la formazione e l’istruzione; 

per il lavoro o l’avvio di un’impresa; 

per casa e alloggio. 

Il bonus che prende ai ricchi per dare ai giovani: da cosa verrebbe finanziato

La proposta di Letta porta avanti valori più che condivisibili, eppure sono in molti ad aver criticato aspramente la linea d’azione confermata. 

Perché la misura diventi realtà, infatti, non sarebbe possibile finanziarla a debito, dal momento che in questo modo sarebbero gli stessi giovani a doverla ripagare in futuro. È per questo motivo che, come già affermato lo scorso anno, i soldi per portarla avanti dovrebbero provenire dall’1% più ricco in Italia. 

In sostanza, perché il bonus possa essere messo in campo, si dovrebbe prevedere un incremento delle tasse di successioni. Come proposto lo scorso anno, “portare al 20% l’aliquota per i trasferimenti in favore del coniuge o di parenti in linea retta di ammontare superiore a 5 milioni di euro”.

Secondo la proposta dei dem, dunque, il bonus dovrebbe ottenere il finanziamento dai grandi patrimoni che dovrebbero farsi carico delle nuove generazioni, offrendo il loro apporto per permettere ai più giovani di realizzare i propri progetti personali e professionali. 

Pioggia di critiche per il bonus giovani 

La proposta di Letta, così come era successo lo scorso anno, non attira a sé buone considerazioni. 

Da Salvini alla Meloni, passando per Conte a Calenda, la possibilità di un aumento sulla tassa sull’eredità incontra il disaccordo di diverse forze politiche. Pochi sono coloro che, invece, appoggiano la proposta, tra i quali Graziano Delrio il quale, come si legge in un post sulla sua pagina Facebook, considera la dote 18enni un investimento sul futuro e la tassazione dei patrimoni multimilionari legittima, così come avviene oggi in molti altri Paesi. 

In effetti, l’imposta di successione, in Italia, rispetto a quella che viene pagata negli altri Paesi europei, rimarrebbe la più bassa anche qualora fosse soggetta a modifiche. 

 

Federica Antignano
Federica Antignano
Aspirante copywriter, classe 1993. Curiosa di SEO, trascorro la maggior parte del mio tempo a scrivere, in ogni sua declinazione. Mi sono diplomata in lingue presso il liceo statale Pasquale Villari di Napoli. Ho inizialmente lavorato in una start up, cominciando a scrivere per vendere e ora continuo ad affinare le mie capacità attraverso corsi e tanti tanti libri sulla pubblicità e sul digital marketing. Con il tempo ho scoperto anche l'interesse verso lo scrivere per informare e questo è il motivo per cui oggi sono felice di far parte del team di redattori di Trend-online.
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