Uefa e FIGC, idea tetto agli stipendi per risollevare il calcio

Il calcio sta vivendo un periodo di crisi senza precedenti e ora FIGC e Uefa pensano a un tetto sugli stipendi. Sarà la soluzione giusta?

Uefa e FIGC si uniscono per salvare il calcio moderno, l’idea è quella d’inserire un tetto stipendi che permetta a tutte le squadre di essere competitive senza cadere in debiti insanabili. Il progetto è ambizioso ma anche necessario, per attuarlo ci sarà bisogno di un periodo di osservazione che partirà proprio dalla prossima stagione, anche se i primi veri controlli partiranno nella stagione 2023/2024.

La situazione delle società

Accade sempre più spesso che per rimanere competitive le società effettuino spese folli, le cifre raggiunte dal calcio sono senza precedenti e la sostenibilità ormai è diventata un miraggio.

A causare questa situazione ci sono diversi fattori, dagli agenti alla visibilità che ha raggiunto questo sport, passando dalle pretese dei calciatori e arrivando a un giro maggiore di soldi che le società devono mantenere.

La situazione che si è creata è unica nella storia di questo sport, fondamentalmente chi ha il potere economico può ambire a raggiungere determinati obiettivi, mentre tutti gli altri non sono più in grado di competere.

Dunque le società per rimanere al passo si indebitano, anche perché le big devono vincere per avere sponsor migliori, diritti TV e via dicendo.

La situazione fino a qualche tempo fa preoccupava ma non era così complicata, ora pero la Uefa si è resa conto che deve necessariamente mettere mano alla situazione.

In accordo con la FIGC dunque ha pensato di mettere un tetto agli stipendi, e la manovra dovrebbe partire a breve.

Uefa e FIGC unite, introducono un tetto agli stipendi

Alla luce della situazione descritta nel paragrafo precedente la Uefa e la FIGC hanno discusso a lungo a Coverciano, alla ricerca della giusta soluzione per rimediare alla situazione.

Questa è stata trovata nell’inserimento di alcune nuove regole e normative che hanno il fine di determinare il limite di spese che le società possono sostenere, con controlli più serrati in confronto a quelli che ci sono in questo momento.

Uefa e FIGC hanno deciso d’inserire un tetto stipendi che avrà un impatto graduale sulle società calcistiche, a partire dalla stagione 2023/2024.

La salvaguardia della sostenibilità, evitare che i debiti si accumulino e ritornare ad avere un calcio più equo e popolare sono gli obiettivi dei due enti, la via da loro presa basterà per raggiungerli?

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Le nuove regole introdotte

In buona sostanza il dibattito si è basato su due diversi fronti: le licenze per giocare le coppe europee e l’introduzione di nuove regole del monitoraggio costante.

Nell’incontro di Coverciano erano presenti i club di Serie A, il presidente Gravina e il direttore del Financial Sustainability and Research Andrea Traverso, e assieme hanno raggiunto un accordo condiviso da tutte le parti.

Ci sarà una minor tolleranza nei confronti dei morosi e un controllo trimestrale delle spese e delle entrate dei club, in questo modo la situazione sarà più stabile e le società non andranno incontro a debiti da capogiro.

Oltre a questo, Uefa e FIGC hanno trovato un accorso sul tetto degli stipendi che dovrà garantire una spesa sostenibile da parte della società.

Si introdurrà dunque il Salary Cap, sulla falsariga di quello che già accade in altri contesti come l’NBA ad esempio.

Nonostante si possa pensare che tali limitazioni possano gravare sul calciomercato, è questa l’unica via trovata per tornare ad avere società stabili che rimangano al timone dei club per diversi anni.

Cos’è il Salary Cap

Problemi economici che hanno bisogno di un rimedio veloce e sicuro, la soluzione si chiama Salary Cap e il modello è già utilizzato in altri contesti di caratura internazionale.

Il Salary Cap, tradotto in tetto salariale, viene già utilizzato negli Stati Uniti dove le leghe professionistiche sportive lo usano per mantenere un regime economico sostenibile.

Nell’NBA, ad esempio, dove le cifre potrebbero tranquillamente innalzarsi fino al punto di diventare esagerate, viene utilizzato per limitare gli stipendi degli atleti, in modo che siano sempre all’interno di un regime economico accettabile.

Così facendo le società possono mantenere una maggior stabilità economica e tutte sono in grado di competere ad alti livelli senza cadere in situazioni di debito.

Per il calcio sarà una svolta epocale che avrà l’obiettivo di salvaguardare sia le finanze che lo spettacolo, il quale sta venendo meno a causa di cifre che stanno inesorabilmente diventando inaccessibile ai più.

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Le percentuali di spesa concesse dal Salary Cap

Il tetto salariale non sarà introdotto in maniera drastica ma entrerà nel mondo del calcio in maniera graduale, nella fattispecie entrerà con la percentuale del 90 per cento nella stagione 2023/2024, con la percentuale dell’80 per cento nella stagione 2024/2025 e con la percentuale del 70 per cento nella stagione 2025/2026.

I controlli avranno cadenza annuale tra dicembre e gennaio e le sanzioni saranno graduali in base a quanto le società sforeranno il limite.

Queste avranno natura sia economica che sportiva, partendo dalle restrizioni sul calciomercato arrivando anche, nel peggiore dei casi, all’esclusione dalle competizioni.

Il Salary Cap interverrà sulla spesa per gli stipendi, per i trasferimenti e per le commissioni degli agenti in forma percentuale.

La decisione è stata presa e ora non rimane che attendere e osservare gli sviluppi della situazione.

Manuel Saccon
Manuel Saccon
Copywriter freelance, classe 1996. Diplomato al liceo delle scienze umane Galileo Galilei di Dolo, coltivo da sempre la passione per la scrittura in tutte le sue forme. Ho seguito un corso di formazione per potenziare le mie conoscenze in ambito social media e copywriting. Collaboro con due redazioni online, seguo la comunicazione di un brand in fase di lancio e gestisco la scrittura creativa di alcuni locali. Sono appassionato di sport, di musica, di serie tv e del mondo del sociale.
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