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Titoli, ecco le 5 società in Italia e in Europa con stacco più alto di dividendi

Che il 2024 sia un anno favorevole per investire in Borsa pochi lo sanno: gli investimenti in titoli azionari in questo anno promettono remunerazioni ben più alte degli anni passati.

Soprattutto nella zona Euro e in Italia la situazione anche per maggio 2024 promette bene.

Secondo i dati forniti da  Allianz Global Investors Dividend Study che ha analizzato le potenzialità delle società quotate racchiuse nell’indice MSCI Europe c’è un trend in rialzo dei dividendi ed in particolare di determinate società con cedole con aumento medio del 6.5%.

Salgono anche i dividend yield, che arriva a sfiorare il 3,67%.

Ma in concreto quali sono le società che offrono più dividendi in Europa e in Italia?

Scopriamolo insieme.

Titoli, ecco le 5 società in Italia e in Europa con dividendi più alti

Continua la scia positiva degli investimenti azionari soprattutto in Europa e Italia. Il trend positivo si confermerà secondo recenti analisi anche nel 2025, quando si prevede un stacco di dividendi che dovrebbe arrivare ad aumentare fino a 460 miliardi di euro, che tradotto in termini percentuali arriva ad un +13% rispetto al 2023.

A salire come abbiamo detto anche i dividend yield, che offre la misura di quando una società sia in gradi di rispettare il pagamento della cedola.

Aumentata anche l’importo delle cedole con un +6,5% nel 2024 con un aumento dei dividenti in Europa per il  2024 che potrebbe arrivare fino 433 miliardi di euro.

Al momento buoni segnali arrivano dall’Italia, dove i titoli quotati sono ancora più remunerativi,  secondo gli analisti i dividend yield delle società quotate a Milano dovrebbe salire al 5,63%.

Ma concretamente quali sono le società che ad oggi offrono più dividendi?

Considerando l’intera Europa, le società che hanno premiano di più i propri azionisti ci sono l’olandese Oci, l’italiana Bpm, Banco Santander, Vodafone e Frontline.

 Mentre in Italia i titoli con maggiori rendimenti e dunque pagano maggiori dividendi ci sono Banca Ifis, Mfe, Igd e Conafi.

Ma la più redditizia in assoluto è Saes Getters.

La maggioranza delle società italiane inoltre va detto che procede con lo stacco il 20 maggio definito anche dividend day 2024.

Tenendo in considerazione il dividend yield tra le società più remunerative ci sono Intesa Sanpaolo, Banca Mediolanum, A2A , Generali, Fineco Bank, Gruppo Unipol.

Poi sarà il momento di Poste italiane ed Enel che staccheranno i dividendi  rispettivamente il 24 giugno ed Enel il 22 luglio.

Titoli, in crescita anche i dividendi del settore Tech

Non solo tabacco, banche e alimentare ma in questo 2024 dunque a staccare i maggiori dividendi ci sono anche grandi colossi tecnologici come Meta.

Sicuramente tra le caratteristiche più apprezzate di queste nuove società emergenti c’è la capacità di preservare gli investitori da possibili turbolenze e non solo: le elevate qualità di tali società le fanno considerare un giusto compromesso.

L’esempio palese è Meta che ha staccato a partire dal 26 marzo un dividendo trimestrale di 50 centesimi.

La società colosso tech, è tra sicuramente quella che ha di più premiato  i propri azionisti.

Meta e più in generale il settore Tech al momento rappresenta un giusto compromesso tra rendimenti intriganti e buoni dividendi, posizionandosi subito dopo banche, utilities, tabacco e prodotti alimentari.

Investire in società con dividendi alti, conviene?

Investire in società con alti dividendi è una buona strategia in un’ottica di lungo termine?

In realtà, va detto che se i dividendi sono reinvestiti offrono una buona soluzione di rendimento a lungo termine perché garantiscono un rendimento regolare nel tempo e sicuramente sono un ottimo ammortizzatore in caso di volatilità del mercato.

Scegliere inoltre società con buon dividend yield significa avere un rendimento costante nel tempo e poche fluttuazioni del mercato.

Ma il consiglio è sempre diversificare e evitare di puntare sempre su un singolo titolo: meglio dunque investire su fondi azionari che puntano su azioni ad alto dividendo.

Ftse Mib: il trend si conferma rialzista. Eur/Usd e Oro buy?

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Di seguito riportiamo l’intervista realizzata ad Antonello Marceddu, trader indipendente, al quale abbiamo rivolto alcune domande sui principali indici azionari, con una particolare attenzione rivolta a Piazza Affari.

Il Ftse Mib continua a gravitare da alcune sedute intorno ad area 34.000. Quali le attese nel breve?

Anche andando a osservare il Ftse Mib con una dinamica settimanale, non c’è molto da commentare in merito a quello che il grafico disegna.

La fase di lateralità costringe il nostro indice a stazionare tra un minimo a 33.310 punti e un massimo di periodo in area 34.500.

Ftse Mib: le attese nel breve

La cosa più interessante è che se i corsi dovesse scendere ancora, andrebbero a chiudere il gap aperto tra lunedì e martedì scorsi.

Siamo di fatto in una situazione in cui c’è qualcuno che aspetta qualcosa e manca quella iniezione di motivazione che possa suggerire comunque una direzionalità che in questo momento manca.

Non c’è una grande enfasi di movimento, fermo restando che il Ftse Mib rimane per ora in un trend che è ancora definibile rialzista.

Fino a quando non ci sarà un movimento che vada ad annullare tutto ciò, credo che la cosa migliore da fare ora sia rimanere alla finestra.

Il rapporto di volatilità è verso le posizioni minime e questo al momento offre tranquillità.

Neanche il grafico settimanale suggerisce molto, perché abbiamo ottave positive e negative che si alternano, ma non ci sono segnali che indichino un cambio di direzione.

Focus sull’euro-dollaro

Cosa può dirci in merito al recente andamento dell’euro-dollaro e quali le sue attese nel breve?

Guardando l’euro-dollaro sul grafico settimanale, si nota che i volumi della scorsa ottava hanno supportato l’intero movimento e questo è un dato senza dubbio positivo.

A livello di indicatori, il CCI con l’ultima parte del movimento delle ultime tre settimane, ha disegnato, e lo sta facendo ancora, una divergenza rialzista.

Nell’intraday, forse il cross sta costruendo una sorta di pull-back, e al momento come movimento di questa settimana siamo all’interno dell’intera seduta del 3 maggio scorso.

In sintesi, abbiamo un pull-back con supporto in area 1,071/1,0716, la cui tenuta potrebbe favorire un ritorno verso i massimi della scorsa settimana, corrispondenti ai top di venerdì scorso in area 1,081.

Teoricamente la posizione dell’euro-dollaro è rialzista, con primo approdo potenziale in area 1,081 e target successivo a 1,088/1,09.

L’analisi dell’oro

L’oro si muove poco al di sopra di area 2.300 dollari l’oncia. Cosa può dirci di questo asset?

L’area dei 2.300 dollari sta svolgendo la sua funzione di supporto e a mio avviso difficilmente si dovrebbe scendere al di sotto.

Possibile che il gold dia vita a un movimento lateral-rialzista, segnalando che i volumi in chiave daily sono bassi, quindi il calo delle ultime due sedute non induce a ipotizzare ulteriori vendite nel breve.

A livello settimanale potrebbe essere un’idea la costruzione di un pull-back capace di riportare in alto le quotazioni.

Ftse Mib: Enel, Azimut e altri al test dei conti

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Petrolio: chiusura in rialzo anche ieri per le quotazioni dell’oro nero che si sono fermate a 79,02 dollari, con un progresso dello 0,79%.

Wall Street: chiusura contrastata ieri per la piazza azionaria americana, dove il Dow Jones è salito dello 0,44% e l’S&P500 si è fermato sulla parità, mentre il Nasdaq Composite si è fermato a 16.302,76 punti, in calo dello 0,18%.

I dati macro e societari negli Stati Uniti

Dati Macro ed Eventi Usa: si segnalano le nuove richieste di sussidi di disoccupazione che dovrebbero salire da 208mila a 211mila unità.

Risultati trimestrali USA: da seguire prima dell’avvio degli scambi a Wall Stret i conti del primo trimestre di Warner Bros Discovery, per i quali ci si attende una perdita per azione di 0,24 dollari.

Gli aggiornamenti macro e gli eventi in Europa

Dati Macro ed Eventi Europa: non si segnalano aggiornamenti macro di rilievo e l’evento clou sarà l’annuncio della Bank of England sui tassi di interesse, destinati a rimanere fermi al 5,25%.

I titoli e i temi da seguire a Piazza Affari

Risultati societari a Piazza Affari: diversi titoli presenteranno i conti del primo trimestre e si tratta di Azimut Holding, Banca Mediolanum, Enel, Nexi, Pirelli, Recordati, Unipol, Acea, Banca Generali, BFF Bank, Brembo, Buzzi, Piaggio, Salvatore Ferragamo, Technogym, UnipolSAI, Ascopiave, Banca Ifis, Carel Industries, Cementir Holding, Elica, Gefran, illimityBank, Neodecortech, Revo Insurance, WIIT, Banca Profilo, Banco di Desio e Brianza, Civitanavi Systems, SIT Group; Toscana Aeroporti, Svas Biosana e Valtecne.

Assemblee a Piazza Affari: in agenda le riunioni assembleari di Buzzi, Trevi Group e Prismi per l’approvazione dei dati di bilancio dell’esercizio 2023.

Asta titoli di Stato: in mattinata da seguire l’asta dei BOT con scadenza a 12 mesi per un ammontare offerto pari a 7,5 miliardi di euro.

Domani proseguirà il collocamento della quarta tranche del BTP Valore con scadenza maggiore 2030, la cui offerta al pubblico si concluderà il 10 maggio.

Iren male: che succede ora dopo l’arresto del CEO?

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Anche la seduta odierna non ha riservato nulla di buono per Iren che ha perso terreno per la quarta giornata consecutiva.

Iren in rosso per la quarta seduta di fila

Il titolo, dopo aver ceduto oltre due punti e mezzo percentuali ieri, ha proposto un copione simile oggi.

A fine seduta, Iren si è fermato a 1,791 euro, con una flessione del 2,4% e volumi di scambio elevati, visto che sono transitate sul mercato oltre 10,5 milioni di azioni, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 2,5 milioni.

Iren: arrestato l’AD Signorini

Iren ha continuato a perdere terreno dopo che nell’ambito dell’inchiesta sugli scandali della regione Liguria, il CEO, Paolo Emilio Signorini è stato arrestato ieri con l’accusa di presunta corruzione.

I fatti contestati all’AD Signorini si riferiscono alle attività dello stesso, precedenti alla nomina in Iren.

Il board straordinario della società ha revocato ieri tutte le deleghe del CEO, riassegnandole principalmente al presidente Dal Fabbro.

Iren: il commento di Equita SIM

Gli analisti di Equita SIM ritengono che la notizia sia negativa per Iren, principalmente in termini di Governance societaria, che dovrà quindi essere ridefinita presumibilmente nelle prossime settimane.

Il CEO Signorini, di nomina prevalentemente politica, non ha mai ricoperto nei mesi scorsi un ruolo rilevante nella strategia Iren, attualmente coordinata ed elaborata dal presidente esecutivo Dal Fabbro.

Da un punto di vista societario, la SIM milanese non ritiene che la revoca delle deleghe di Signorini abbia impatti finanziari per Iren.

Le indagini avviate su Signorini erano inoltre già note, ed emerse nuovamente nei mesi scorsi con il prosieguo delle indagini della magistratura.

Secondo Equita SIM è da verificare se la necessità di rivedere la governance porterà invece ritardi nella comunicazione del nuovo piano industriale atteso nelle prossime settimane.

Da un punto di vista strategico, gli analisti ritengono invece che non ci siano modifiche rilevanti, con la gestione del gruppo e l’implementazione della strategia già in mano al presidente Dal Fabbro prima della nomina di Signorini nei mesi scorsi.

Non cambia la strategia di Equita SIM che su Iren ribadisce la sua view bullish, con una raccomandazione “buy” e un prezzo obiettivo a 2,5 euro.

Ftse Mib: lo scenario resta costruttivo

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Nuova chiusura in luce verde per le Borse europee che anche oggi hanno guadagnato terreno, salendo per la terza giornata di fila.

Il Dax e il Ftse100 sono saliti rispettivamente dello 0,37% e dello 0,49%, mentre il Cac40 si è apprezzato dello 0,69%.

Diverso lo scenario se ci si sposta a Piazza Affari, dove il Ftse Mib ha terminato le contrattazioni a 34.151 punti, con un calo dello 0,27%, dopo aver segnato nell’intraday un massimo a 34.299 e un minimo a 33.976 punti.

Ftse Mib: lo scenario resta costruttivo

Il Ftse Mib è sceso a testare l’area dei 34.000, violata solo frazionalmente nell’intraday e la tenuta della stessa ha favorito un recupero verso quota 34.150 punti.

Se l’indice riuscirà a mantenersi sopra area 34.000 potrà tentare nuovi allunghi verso i 34.200/34.300 punti prima e in seguito in direzione dei 34.500 punti.

Oltre questo livello ci sarà spazio per un’estensione rialzista verso i recenti top di periodo in area 34.900/35.000.

Discese sotto i 34.000 punti apriranno nuovamente le porte a correzioni verso i 33.800 e i 33.500 punti, oltre cui la discesa proseguirà in direzione dei 33.300 punti.

La violazione anche di questi minimi di periodo esporrà il Ftse Mib al rischio di ulteriori ribassi verso 33.000 punti in prima battuta e successivamente in direzione dei 32.500 punti.

I market movers negli Stati Uniti

Per la prossima seduta, sul fronte macro USA si segnalano le nuove richieste di sussidi di disoccupazione che dovrebbero salire da 208mila a 211mila unità.

Sul versante societario, da seguire prima dell’avvio degli scambi a Wall Stret i conti del primo trimestre di Warner Bros Discovery, per i quali ci si attende una perdita per azione di 0,24 dollari.

I dati macro e gli eventi in Europa

In Europa non si segnalano aggiornamenti macro di rilievo e l’evento clou sarà l’annuncio della Bank of England sui tassi di interesse, destinati a rimanere fermi al 5,25%,.

I titoli e i temi da seguire a Piazza Affari

A Piazza Affari diversi titoli presenteranno i conti del primo trimestre e si tratta di Azimut Holding, Banca Mediolanum, Enel, Nexi, Pirelli, Recordati, Unipol, Acea, Banca Generali, BFF Bank, Brembo, Buzzi, Piaggio, Salvatore Ferragamo, Technogym, UnipolSAI, Ascopiave, Banca Ifis, Carel Industries, Cementir Holding, Elica, Gefran, illimityBank, Neodecortech, Revo Insurance, WIIT, Banca Profilo, Banco di Desio e Brianza, Civitanavi Systems, SIT Group; Toscana Aeroporti, Svas Biosana e Valtecne.

In agenda le assemblee di Buzzi, Trevi Group e Prismi per l’approvazione dei dati di bilancio dell’esercizio 2023.

In mattinata da seguire l’asta dei BOT con scadenza a 12 mesi per un ammontare offerto pari a 7,5 miliardi di euro.

Domani proseguirà il collocamento della quarta tranche del BTP Valore con scadenza maggiore 2030, la cui offerta al pubblico si concluderà il 10 maggio.

Crisi politica e indagini in Liguria: cosa sta succedendo veramente?


Un’ondata di scandali ha colpito il panorama politico ligure, coinvolgendo figure di spicco come il governatore Giovanni Toti e vari altri imprenditori e funzionari pubblici. L’indagine, focalizzata sulla corruzione e il finanziamento illecito ai partiti, ha scosso le fondamenta politiche e imprenditoriali della regione, sollevando questioni serie su trasparenza e integrità.

La Liguria al centro della polemica

Il cuore dello scandalo è l’operazione condotta dalla Guardia di Finanza, che ha portato alla luce una rete complessa di relazioni e scambi illeciti. Aldo Spinelli, imprenditore di spicco, e il governatore della Regione, Giovanni Toti, sono tra i principali indagati. Le accuse sono gravi: corruzione, abuso d’ufficio e finanziamento illecito ai partiti.

Il sequestro e le perquisizioni

Recentemente, la Guardia di Finanza ha sequestrato 220 mila euro in contanti presso l’abitazione di Aldo Spinelli, parte di un sequestro preventivo totale di 570 mila euro ordinato dalla gip Paola Faggioni. Questo rappresenta solo la punta dell’iceberg in una serie di azioni legali che includono perquisizioni e controlli a tappeto sugli asset finanziari dei coinvolti.

Gli arresti e le conseguenze

Il governatore Toti ha trascorso la sua prima notte agli arresti domiciliari, riflettendo sulla sua situazione legale e preparandosi all’interrogatorio di garanzia. La tensione è palpabile anche tra i suoi collaboratori e sostenitori, molti dei quali cercano di distanziarsi dalle accuse o minimizzare le loro implicazioni.

La rete di finanziamenti

Uno degli aspetti più inquietanti dell’indagine è la scoperta di una vasta rete di finanziamenti illeciti, che coinvolge non solo politici ma anche imprenditori del settore portuale e della gestione dei rifiuti. Pietro Colucci, ad esempio, è accusato di aver finanziato Toti con circa 195 mila euro, mentre la sua azienda riceveva favori in termini di autorizzazioni regionali per la gestione delle discariche.

Le reazioni politiche

La crisi politica attuale ha suscitato una vasta gamma di reazioni, riflettendo la profonda divisione all’interno della società e tra i vari attori politici. Mentre alcuni politici e membri della società civile chiedono dimissioni immediate e riforme radicali per affrontare ciò che percepiscono come fallimenti gravi da parte del Governo e non solo della Regione Liguria, altri difendono le azioni dei loro leader, sostenendo che siano state legittime e mal interpretate dalla critica e dai media.

L’avvocato di Toti, per esempio, sostiene fermamente che le azioni del governatore fossero entro i limiti della legalità e che le accuse mosse contro di lui siano il risultato di una cattiva interpretazione o di una rappresentazione mediatica distorta. Questo punto di vista mira a difendere l’integrità del governatore e a mantenere la sua posizione di leadership, suggerendo che le critiche sono infondate o politicamente motivate.

D’altra parte, la reazione della società civile e di una parte dell’opinione pubblica mostra un quadro molto diverso. Molti cittadini esprimono un profondo senso di sfiducia e indignazione verso il sistema politico della Liguria, sentendosi delusi e spesso traditi da coloro che dovrebbero rappresentarli. Questo sentimento di disillusione è alimentato da scandali continui, accuse di corruzione o incompetenza, e da una percezione di disconnessione tra le promesse elettorali e le azioni concrete dei loro leader.

In questo clima di tensione e incertezza, la richiesta di riforme concrete sembra essere un richiamo comune tra i critici del governo attuale. Essi ritengono che senza cambiamenti significativi nel modo in cui il paese è governato, sarà difficile recuperare la fiducia pubblica e garantire una gestione efficace delle sfide future.

Il dibattito sull’adeguatezza delle risposte politiche alla crisi attuale è quindi un riflesso delle più ampie questioni politiche, legali e etiche che affliggono il paese. Come questa situazione si svilupperà dipenderà molto dalla capacità dei vari attori politici di dialogare e di trovare soluzioni condivise che possano riconciliare le diverse visioni e aspettative della popolazione.

Che ne sarà della Liguria?

L’interrogatorio di garanzia per Toti è fissato per il prossimo venerdì, un appuntamento che potrebbe fornire ulteriori dettagli sulle accuse e sulle difese. La situazione rimane fluida, con possibili nuove rivelazioni e sviluppi che potrebbero emergere nei giorni a venire.
Il caso di corruzione in Liguria è un duro colpo per la fiducia pubblica nelle istituzioni italiane. Mentre l’inchiesta procede, resta da vedere quale sarà l’impatto a lungo termine di questo scandalo sulla carriera politica di Toti e sulla gestione della politica e dell’economia in Liguria e oltre. La comunità aspetta risposte chiare e azioni concrete per ripristinare la trasparenza e l’integrità che dovrebbero caratterizzare la vita pubblica.

L’addio a Steve Albini: icona del noise rock e produttore leggendario


Il mondo della musica è in lutto per la scomparsa di Steve Albini, rinomato chitarrista del gruppo noise rock Shellac e produttore influente di numerosi album iconici. Albini è morto all’età di 61 anni a causa di un infarto, come confermato dallo staff del suo studio di registrazione, Electrical Audio. La notizia è stata resa nota attraverso Pitchfork.com, un punto di riferimento per gli appassionati di musica.

Una carriera rivoluzionaria nel rock

Steve Albini è stato una figura di spicco nel panorama del rock alternativo americano, noto per il suo approccio unico e spesso spartano alla produzione musicale. Oltre a essere il chitarrista di Shellac, Albini ha lasciato un’impronta indelebile nella musica producendo album che hanno definito generi e epoche, tra cui Surfer Rosa dei Pixies, Pod delle Breeders, e Things We Lost in the Fire dei Low.

Le circostanze della morte

Il tragico evento si è verificato martedì 7 aprile, proprio nel suo studio a Chicago, dove Albini stava presumibilmente lavorando a nuovi progetti. Questo avvenimento ha scosso profondamente la comunità musicale, soprattutto in vista della prossima uscita dell’album degli Shellac, To All Trains, prevista per il 17 maggio. Questo album, ora destinato a diventare parte del suo testamento artistico, aggiunge un tocco di malinconia alla sua già ricca eredità.

L’eredità di Steve Albini

Steve Albini è un nome rispettato nel mondo della musica, non solo per il suo lavoro come musicista ma anche come produttore. La sua approccio unico alla produzione musicale ha lasciato un’impronta indelebile nell’industria, influenzando profondamente come artisti e produttori pensano alla registrazione e alla produzione di musica.

Albini è celebre per il suo stile di produzione minimalista e non intrusivo, un approccio che privilegia l’essenzialità e la trasparenza sonora. Egli crede fermamente nel catturare la performance più autentica e grezza possibile, evitando sovrapposizioni eccessive o manipolazioni sonore che potrebbero alterare il suono originale di una band. Questa filosofia si riflette nel suo modo di lavorare, spesso descritto come quello di un “ingegnere audio” piuttosto che di un tradizionale “produttore”, poiché si concentra più sul garantire che la tecnologia catturi fedelmente la performance piuttosto che su modifiche e aggiustamenti creativi.

L’approccio di Albini ha trovato riscontro soprattutto tra le band indie e alternative, molti dei quali cercano di preservare la loro identità musicale e l’integrità artistica senza compromessi commerciali. Attraverso la sua collaborazione con gruppi come Pixies, Nirvana e PJ Harvey, Albini ha dimostrato che è possibile realizzare registrazioni di impatto e di successo commerciale rimanendo fedeli a un ethos di produzione “pura” e diretta.

L’impegno di Albini per l’indipendenza artistica va oltre il suo lavoro in studio. Egli è stato anche un critico vocale dell’industria musicale tradizionale, spesso discutendo apertamente sulle pratiche che percepisce come dannose per gli artisti e la loro creatività. La sua posizione ha rafforzato il suo status come icona dell’indipendenza musicale, facendo di lui un modello per molti nell’ambiente della musica indipendente.

Reazioni e tributi

La notizia della morte di Albini ha provocato una valanga di tributi da parte di artisti, colleghi e fan, molti dei quali hanno espresso il loro dolore e la loro gratitudine sui social media. Le testimonianze sottolineano non solo il suo genio musicale ma anche il suo carattere autentico e la sua integrità morale, elementi che lo hanno reso una figura tanto rispettata quanto amata nel mondo della musica.

La morte di Steve Albini rappresenta una perdita significativa per il mondo della musica, privando l’industria del grunge e del rock di uno dei suoi talenti più originali e influenti. Mentre il suo spirito vivrà attraverso le opere che ha creato e le vite che ha toccato, la sua assenza sarà sentita profondamente. Ora, mentre il mondo aspetta l’uscita postuma dell’ultimo album degli Shellac, si riflette su come il suo approccio rivoluzionario continuerà a ispirare chi cerca di portare avanti il suo lascito di autenticità e innovazione.

Leggi anche: Tina Turner, patrimonio ed eredità della Regina indiscussa del rock

Leonardo supera la prova dei conti. Broker bullish

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A dispetto della conclusione negativa del Ftse Mib, la seduta odierna si è conclusa in modo pimpante per Leonardo, salito in netta controtendenza rispetto all’indice di riferimento.

Leonardo pimpante dopo i conti trimestrali

Il titolo ieri ha lasciato sul parterre circa il 4,5% del suo valore dopo due sedute in rialzo e oggi ha ripreso la via dei guadagni.

A fine giornata, Leonardo è stato fotografato a 22,05 euro, con un vantaggio del 2,75% e volumi di scambio vivaci, visto che sono transitate sul mercato oltre 5,5 milioni di azioni, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 4,1 milioni.

Leonardo: i numeri del primo trimestre

Leonardo ha conquistato la vetta del Ftse Mib, dopo aver presentato i risultati del primo trimestre, stagionalmente il meno importante dell’anno.

I primi tre mesi del 2024 sono stati archiviati con un utile netto balzato del 121% a 93 milioni di euro, mentre il fatturato è salito del 15% a 3,66 miliardi di euro.

Anche per gli ordini si evidenzia un incremento del 15% a 5,75 miliardi di euro, mentre l’Ebita è cresciuto del 67% a 182 milioni di euro e il debito netto si è attestato a 2,93 miliardi di euro, contro i 2,98 miliardi di fine 2023.

Leonardo: la guidance per il 2024

Come previsto, le guidance per il 2024, che includono per la prima volta il consolidamento linea per linea di Telespazio fino allo scorso anno consolidata ad equity, sono state confermate.

Nel dettaglio è atteso un fatturato in rialzo del 5% a 16,8 miliardi di euro, un Ebita in salita del 9% a 1,44 miliardi, ordini in crescita del 4% a 19,5 miliardi e un debito netto pari a 2 miliardi di euro.

Leonardo: il commento di Equita SIM

Equita SIM evidenzia che il newsflow positivo dei risultati del primo trimestre migliori delle attese e della conferma delle guidance 2024 viene offuscato dal ritorno dell’incertezza sulla divisione Aerostrutture per la mancanza di visibilità sugli ordini da parte di Boeing a causa dei problemi del 787.

Sebbene in call il management abbia ipotizzato in “soli” 50 milioni di euro le perdite potenziali nel biennio 2024-2025 derivanti dalla revisione dei programmi di produzione di Boeing, gli analisti di Equita SIM ritengono che questo elemento possa pesare nelle prossime settimane.

Le Aerostrutture negli ultimi 4 anni hanno perso oltre 600 milioni di euro a livello di EBITA e l’obiettivo di break-even nel 2025 verrebbe centrato con l’aumento di prezzi concordato al raggiungimento di determinati volumi di produzione che a questo punto sono a rischio.

L’attività di M&A potrebbe aiutare a compensare: gli analisti ritengono che a breve verrà ceduta WASS e altri deal sono in due diligence,

Equita SIM non cambia idea su Leonardo e ribadisce la raccomandazione “buy”, con un prezzo obiettivo a 23 euro.

Lenoardo: la view di Intesa Sanpaolo

A scommettere sul titolo è anche Intesa Sanpaolo che oggi ha reiterato il rating “buy”, con un target price a 23,3 euro.

Per gli analisti i conti del primo trimestre sono stati sostanzialmente in linea con le loro stime a livello di Ebita e free operating cash flow, mentre gli ordini sono stati un po’ sopra le attese.

Leonardo: il giudizio di Bank of America

Infine, è bullish la view di Bank of America che consiglia di acquistare Leonardo, con un fair value a 27 euro, dopo la forte trimestrale che ha battuto il consensus.

Piazza Affari: brutto sell-off su questo titolo. I motivi

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Cala il sipario su una seduta da incubo per Maire Tecnimont che ha dovuto fare i conti con un brutto sell-off.

Maire Tecnimont crolla con volumi boom

Il titolo, reduce da tre sessioni consecutive in rialzo, dopo aver chiuso quella di ieri con un progresso dello 0,26%, oggi è stato travolto dalle vendite.

A fine giornata, infatti, Maire si è fermato a 7,19 euro, con un affondo del 6,14% e volumi di scambio esplosivi, visto che sono passate di mano oltre 4,8 milioni di azioni contro la media degli ultimi 30 giorni pari a 1,3 milioni.

Maire: collocato lo 0,7% delle azioni

Maire è crollato a Piazza Affari dopo che ha comunicato di aver collocato tramite una procedura di accelerated book building, 2,3 milioni di azioni azioni ordinarie, corrispondenti allo 0,7% circa del numero complessivo di azioni, ad un prezzo pari a 7,28 euro ciascuna e a uno sconto del 5% rispetto alla chiusura di ieri.

Il collocamento è effettuato dai beneficiari del piano di incentivazione di lungo termine nella misura necessaria per la liquidazione degli oneri fiscali, il cosiddetto sell-to-cover.

I beneficiari del piano di incentivazione di lungo termine hanno assunto un impegno di lock-up sulle azioni residuate dal collocamento, circa 2,6 milioni, per un periodo di 90 giorni.

La scelta della procedura di accelerated book building è legata alla liquidità del titolo e alle dimensioni del collocamento.

Maire Tecnimont: il commento di Equita SIM

Equita SIM ricorda che lo scorso 12 aprile, Maire aveva comunicato di aver completato il buyback da 6,35 milioni di azioni a supporto del piano di incentivazione a lungo termine e del primo ciclo del piano di azionariato diffuso.

Il buyback e l’accelerated book building non implicano un cambio rilevante (diluzione) del numero di azioni post completamento di tutte le operazioni di incentivazione del personale.

Confermata la view positiva su Maire che secondo Equita SIM merita una raccomandazione “buy”, con un prezzo obiettivo a 8,2 euro.

Maire Tecnimont bocciato da Mediobanca Research

A pesare sull’andamento odierno del titolo è stata intanto anche la decisione di Mediobanca Research, che ha riservato una bocciatura a Maire.

La strategia è stata rivista da “outperform” a “neutral”, a fronte di un target price alzato di circa il 10% a 8 euro.

Quest’ultima mossa riflette una rivisitazione verso l’alto delle stime sulla scia di un primo trimestre migliore delle aspettative.

Gli analisti di Mediobanca Research vedono in ogni caso un potenziale di upside contenuto, dal momento che il titolo Maire ha visto raddoppiare le quotazioni dall’annuncio a ottobre scorso del contratto Hail&Ghasha, il più grande nella storia della società.

Secondo gli esperti, il prezzo del titolo attualmente implica un tasso di crescita annuo a una singola cifra media nei prossimi 10 anni, che ritengono rappresenti una valutazione equa, motivo per cui il rating è stato ridotto a “neutral”.

Face boarding: come funziona il servizio per salire in aereo mostrando il volto

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L’aeroporto Linate di Milano è la prima struttura europea ad attivare il face boarding, il servizio che consente di salire in aereo mostrando solo il volto. Vediamo come funziona, in che modo si deve ‘attivare’ e per quali compagnie è disponibile.

Face boarding: ecco come funziona il nuovo servizio

Dopo più di tre anni di sperimentazione, il face boarding è attivo presso l’aeroporto Linate di Milano. Si tratta di uno scanner che utilizza un sistema biometrico (realizzato da Sea con Thales e Dormakaba) per riconoscere il volto dei passeggeri, evitando così le lunghe file che si creano per mostrare passaporti o carte d’identità ai controlli. In questo modo, specialmente nei periodi di maggiore affluenza, si andrà ad agevolare sia i viaggiatori che i dipendenti delle compagnie aeree.

Quanti desiderano utilizzare il face boarding non devono fare altro che registrarsi nei punti dedicati sparsi nello scalo aeroportuale, oppure tramite un’applicazione che sarà disponibile dal mese di giugno 2024. Gli esperti hanno spiegato:

Affinché il procedimento vada a buon fine, è possibile effettuare la registrazione non appena si è in possesso della propria carta di imbarco a partire da una settimana prima del volo e fino a 30 minuti prima della partenza schedulata del volo stesso.

Il face boarding funziona ovunque, dai tornelli di accesso all’area controlli al gate per l’imbarco. Non solo, i passeggeri potranno scegliere se utilizzarlo per un singolo volo o fare una registrazione annuale, oppure continuare ad usare i metodi tradizionali. E’ bene sottolineare che il servizio è stato sviluppato con il sostegno della Polizia di Stato e l’Enac e garantisce la totale privacy dei dati dei viaggiatori. A poterlo utilizzare sono tutte le compagnie aeree, Ita Airways e SAS le prime ad aderire al progetto. Giuseppe Sala, sindaco di Milano, ha dichiarato:

Il face boarding è un’ottima innovazione che permetterà ai viaggiatori e ai cittadini milanesi di risparmiare tempo, evitare code e file. Come è stato spiegato anche rispetto alla privacy si fa tutto per bene, e anche le immagini che lasciamo vengono distrutte e trasformate in codici cifrati che ci permettono di accedere in aeroporto.

Cosa serve per fare il check-in in aeroporto?

Per fare il check-in aeroporto servono la carta d’imbarco, la carta d’identità o il passaporto e, se richiesto dal Paese destinazione, il visto d’ingresso.

Quando si fa il check-in online si va direttamente al gate?

Quando si fa il check-in online, dopo essere passati per i controlli di sicurezza che sono obbligatori per tutti, si va direttamente al gate.

Cosa fare in aeroporto se ho già fatto il check-in online?

Se avete fatto il check-in online, appena arrivate in aeroporto potete andare direttamente ai controlli di sicurezza e poi dirigervi verso il gate a voi riservato.