Indennità in busta paga: quando arriva e quanto spetta di più sullo stipendio

Che cosa sono le indennità in busta paga? Quali tipi di indennita possono far parte della retribuzione?Quali sono le voci fisse che compongono la busta paga?

Indennità e busta paga, perché è importante conoscere cosa e quanto spetta di più sullo stipendio? Non tutti i lavoratori sanno che il diritto alla retribuzione è regolamentato dall’articolo 36 della Costituzione italiana e dall’articolo 2099 del Codice Civile. 

Il datore di lavoro è tenuto a rispettare gli obblighi contrattuali presenti negli articoli di legge, per cui deve indicare la data di pagamento della remunerazione prevista dalla normativa vigente e dal CCNL.

Ecco, perché conoscere l’indennità spettante e il periodo di accredito può aiutare a capire quando e quanto spetta un importo maggiore in busta paga. 

La busta paga si compone di elementi che compongono le voci fisse, che non subiscono alcuna variazione dovuta dal numero delle ore lavorative o da altri fattori mutevoli. Spesso, gli elementi che tendono a variare sono legati alle ore di lavoro straordinario, notturno e festive. 

Gli elementi che composti il quadro di riferimento del contratto collettivo sono subordinati dalla presenza del livello d’inquadramento del lavoratore, per cui nelle voci fisse vengono considerati gli scatti di anzianità, il terzo elemento e la paga base. 

Ciò che va detto, riguarda la diversità che compongono le voci aggiuntive erogate dal datore di lavoro, come ad esempio, la presenza di specifiche abilitazioni e, ancora, una determinata categoria di patente e così via. Voci che il datore di lavoro decide d’inserire o meno in busta paga. In questo caso, il riferimento cade sugli elementi variabili che devono essere comunicati al lavoratore. 

Vediamo insieme alcune delle voci che compongono la busta paga e quando l’indennità incide nell’importo netto mensile dello stipendio e come si calcola. 

Indennità in busta paga: quando arriva e quanto spetta di più sullo stipendio

 Prima di capire quali indennità contribuiscono a far lievitare lo stipendio, è bene sapere che la remunerazione viene definita in base al contratto di riferimento annuale, composto da 12 mesi nella medesima misura, da accreditare il mese successivo a quello di rifermento. 

Quando si considerano anche i valori legati alla 13esima e 14esima (se spettante), in questo caso il rifermento cade sulla RAL, ovvero retribuzione annuale lorda. 

Il livello d’inquadramento è subordinato alla competenza del lavoratore associata a una specifica indennità. Gli stipendi vengono stabiliti in sede contrattuale CCNL.  

Nella busta paga deve essere chiaro il nome riconducibile all’impresa, quello del lavoratore, le mansioni svolte (qualifica) e il livello d’inquadramento. E, ancora, la presenza delle ferie, il valore del TFR accantonato e il periodo di riferimento. 

Busta paga: ecco come si calcolano le indennità di tredicesima e quattordicesima

Il mese di dicembre è il periodo più atteso dai lavoratori dopo il periodo estivo. Alla base dell’entusiasmo c’è la possibilità di ricevere la doppia retribuzione. L’azienda a dicembre deve accreditare la tredicesima al lavoratore. 

Se, nel corso dell’anno è sopraggiunta la cessazione o l’inizio della carriera lavorativa, la tredicesima viene calcolata per dodicesimi di mesi in cui il lavoratore ha svolto l’attività lavorativa. Le stesse condizioni vengono applicate anche per l’erogazione della quattordicesima. 

Al questa voce si aggiungono gli scatti di anzianità e le indennità riconosciute dal datore di lavoro. 

In linea generale, il Ccnl Commercio prevede 10 scatti perfezionati su base triennale. Il valore dell’aumento è condizionato dal livello d’inquadramento e variabile da un limite dai 19,47 euro agganciato al VII livello ai 25,46 euro applicato ai quadri.

A titolo di esempio, un lavoratore con una paga lorda da 1.300 euro e uno scatto di anzianità di 20 euro. Nel mese di dicembre riceverà come mensilità aggiuntiva un importo complessivo di 1.320 euro lordi. 

A cui vanno aggiunti eventuali indennità se riconosciute dall’azienda, tipo specifiche abilitazioni o una determinata categoria di patente e così via. 

Busta paga: ecco come si calcola il TFR del lavoratore dipendente

Il trattamento di fine rapporto comprende tutte le voci attribuite al lavoratore, a cui vengono applicati specifici criteri di calcolo. 

Il TFR, più conosciuto come trattamento di fine rapporto, non è altro che una prestazione economica riconosciuta al lavoratore nel momento in cui chiude il rapporto di lavoro. Un trattamento economico calcolato disciplinato dall’articolo 2120 del codice civile.

Per calcolare la quota lorda del trattamento di fine rapporto occorre prendere in riferimento una quota della retribuzione per ogni anno di servizio, a cui si applica la seguente formula, ovvero paga utile TFR/13,5. 

Al valore ricavato dalla formale va applicato un tasso in misura fissa dell’1,5% e dal 75% in base alla variazione dei prezzi al consumo dell’indice ISTAT.

Per maggiori informazioni su tutti gli aumenti previsti in busta paga fino al 31 dicembre 2022, ti consiglio di leggere questo articolo. “Nuovo aumento in busta paga e bonus ai lavoratori dipendenti. Gli importi fino al 31/12″.

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