La Banca Centrale Europea è in procinto di aumentare ulteriormente i propri tassi di interesse per poter finanziare la lotta all’inflazione attraverso l’acquisizione di titoli di stato e buoni del tesoro dei paesi dell’eurozona. L’imminente rialzo dei tassi di interesse sembra non preoccupare i mercati e i principali listini europei partono in positivo, con lievi guadagni. Registrata anche una lieve flessione nei rendimenti dei BTP decennali italiani che tornano sotto il 4%.
Le due vie sul tavolo
Oggi, 8 settembre si terrà la riunione del consiglio direttivo, in cui i vari rappresentanti delle banche centrali europee discuteranno le due possibili linee d’azione che prevedono da un lato la riduzione dei tassi di interesse per favorire l’economia reale riducendo il costo del denaro e alimentando la già forte inflazione che in Europa ha raggiunto il 9$ e dall’altro la lotta dura all’inflazione, aumentando il costo del denaro attraverso l’incremento dei tassi di interesse, per contenere l’inflazione e ricondurre la stessa a livelli prossimi al 2%, con il rischio però, di limitare l’erogazione di prestiti e la circolazione del denaro.
Su questi due punti sono divisi i vari membri del consiglio direttivo, anche se, nelle scorse settimane, la linea dura dei falchi, sembrava essere quella maggiormente condivisa, soprattutto tra i paesi dell’Europa settentrionale, mentre la linea morbida era sostenuta principalmente da paesi come l’Italia che hanno sulle spalle un enorme debito pubblico.
L’aumento imminente dei tassi di interesse
Dopo l’incremento dei tassi di 50 punti deciso lo scorso luglio, a seguito dell’attivazione del TPI, ora la BCE si prepara ad un nuovo aumento di circa 75 punti, per un incremento complessivo dei tassi di che sfiora l’1,5%.
Sebbene non vi siano ancora notizie ufficiali sull’effettivo aumento dei tassi, la maggior parte degli analisti è concorde nel concludere che la BCE opterà alla fine per questo nuovo incremento, poiché nelle scorse settimane, la maggior parte dei membri del consiglio si è espresso a favore della linea dura portata avanti dai “falchi”.
L’effetto sui mercati
Tra 8 e 9 settembre l’Unione Europea vedrà due importanti vertici che saranno determinanti per il futuro della propria economia, da un lato il vertice della BCE per discutere e attuare l’aumento dei tassi di interesse previsto per giovedì 8 settembre e dall’altro il vertice della Commissione Europea in cui si discuterà un Price Cap al gas russo previsto per venerdì 9 settembre.
In attesa di questi due importanti vertici, i mercati e le borse del vecchio continente sono partite lievemente in positivo.
Tra tutte la migliore è Francoforte che registra un guadagno in apertura dello 0,61%, seguita da Piazza Affari con un guadagno dello 0,59% e Parigi che invece guadagna lo 0,43%. Più fiacca la partenza di Londra dove si è registrato un guadagno dello 0,34%.
Per quanto riguarda l’Italia lo scenario è stato sufficientemente positivo, oltre ai risultati positivi registrati a piazza affari, anche i titoli di stato hanno registrato risultati positivi, con rendimenti in calo che tornano sotto il 4% attestandosi a 3,8% e lo spread tra BTP e Bund tedeschi a dieci anni che torna a 227 punti base.