Quali debiti non vanno in prescrizione? Brutta sorpresa, 2 alternative ti salvano subito 

Quali debiti non vanno in prescrizione? Quando riparte la prescrizione di un debito? Quali sono le alternative legali per liberarsi dai problemi debitori?

Non sono pochi i problemi che affliggono le famiglie italiane, pesa l’incidenza del caro bolletta, dei prezzi selvaggi dei beni di prima necessità e non solo. Lo stipendio non è più sufficiente a garantire un minimo di benessere e di tranquillità.

 A questo si aggiungono debiti su debiti accumulati nel corso dell’ultimo biennio per contrastare i periodi di stallo della pandemia, per poi arrivare ad oggi con la stretta dell’inflazione. Purtroppo, i problemi finanziari non si nascondono “sotto il tappeto” e il debitore ha l’obbligo di restituire le somme di denaro concesse dai creditori e sanare i debiti fiscali. 

La presenza di regole impone un periodo temporale entro cui il debitore deve restituire il debito contratto, norme legate alla prescrizione dei debiti. Tuttavia, non tutti i debiti vanno in prescrizione e quali sono le alternative legali per liberarsi dai problemi debitori? 

Quali debiti non vanno in prescrizione? Quando riparte la prescrizione di un debito  

Prima di capire quali sono i debiti che non vanno in prescrizione è importante capire il concetto legato a tale termine. 

In linea generale, la prescrizione non è altro che l’innesco di quelle condizioni che portano all’estinzione naturale del debito, senza la presenza del soddisfacimento del credito.

Infatti, i debiti che cadono in prescrizione non sono più riscuotibili dai creditori e il debitore viene sciolto dall’obbligo di sanare la posizione debitoria.

La prescrizione varia dalla natura dei debiti, per cui non esiste un unico termine di prescrizione, ma spesso i debiti legati ad affitti, spese condominiali, multe, bollette telefoniche ecc. hanno una prescrizione quinquennale.

Mentre, le parcelle di notai, architetti e avvocati ecc. si prescrivono dopo tre anni.

Cadono in prescrizione dopo due anni per le bollette di luce e gas e, ancora un anno per le rette scolastiche e gli abbonamenti e così via. Esiste, poi la prescrizione decennale per tutti gli altri debiti. 

Ciò che va detto è che si tratta di termini che possono essere interrotti attraverso una richiesta di pagamento promossa con una lettera ingiuntiva o diffida. 

L’atto interruttivo della prescrizione sospende i termini di prescrizione, per cui il conteggio riparte nuovamente dalla data dell’interruzione.

In sostanza, si azzera l’intero conteggio e riparte nuovamente dall’inizio. Il periodo antecedente all’atto interruttivo non viene considerato nel calcolo per determinare i termini della prescrizione del debito. 

Quali debiti non vanno in prescrizione? La risposta che (forse) non sai 

Esistono dei diritti soggettivi che per natura non possono passare dall’intestatario o titolare verso un’altra persona. In particolare, l’estinzione avviene in concomitanza alla morte dell’intestatario

Per la loro natura i debiti che scaturiscono dai diritti indisponibili non cadono in prescrizione.

In sostanza, il valore del debito non permette la liberazione dello stesso a danno delle negoziazioni che recherebbero un danno all’intestatario o non rispettano le condizioni previste dalla normativa vigente. 

In linea generale, i diritti indisponibili non riguardano un aspetto patrimoniale. Nel merito, il titolare non può procedere ad atto o negozi giuridici. Né tantomeno, rappresentano il diritto alla vita. Nello stesso modo, rientrano nei diritti indisponibili quelli che provengono da un’unione matrimoniale. 

I debiti che non vanno in prescrizione contenuti nei diritti indisponibili, riguardano: 

  • l’assegno di mantenimento dei figli;
  • l’assegno di mantenimento dei genitori;
  • il riconoscimento di un figlio;
  • la contestazione della paternità;
  • azione di riconoscimento;
  • divisione dell’eredità.

Quali debiti non vanno in prescrizione? Brutta sorpresa, 2 alternative ti salvano subito 

Il vero problema a volte non è il debito in sé, ma sono le sanzioni e interessi che accrescono sproporzionatamente il valore del debito stesso, tanto da generare una situazione di sovraindebitamento

 Il punto, in realtà, è trovare la giusta soluzione per liberarsi dai debiti. Il più delle volte la salvezza è contenuta nella Legge n. 3/2012, ovvero sul sovraindebitamento che permette a coloro che possiedono un ingente valore debitorio di appianare le divergenze riformulando la propria posizione debitoria.

Si tratta della scelta di rateizzare il debito avvalendosi di varie procedure a seconda la propria situazione. 

Non tutti i debitori vogliono filarsela senza pagare nulla, in molti cercano disperatamente di onorare gli impegni assunti, ma non possiedono le giuste risorse economiche o beni. 

A questo punto, diventa fondamentale capire come rientrare nella posizione debitoria senza soldi. La vera novità è stata introdotta dalla Legge n. 3/2012 che permette alle persone nullatenenti di soddisfare il credito. 

Attraverso il meccanismo di esdebitazione il nullatenente o incapiente può procedere all’annullamento dei debiti.

Si tratta di una norma presente nel decreto Ristori convertito nella Legge n. 176/2020. Utilizzando l’esdebitazione le persone fisiche prive di redditi e stipendi, quindi senza soldi possono vedersi eliminare i debiti  con un piano fallimentare. Uno strumento utilizzabile anche in presenza di un reddito, se soddisfacente a coprire i soli bisogni familiari. 

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