Quanti soldi servono per aprire un ristorante: costi fissi, variabili e iter burocratico

Una delle attività imprenditoriali più gettonate in Italia, insieme ad affini come pizzerie e bar. Ma quanti soldi servono per aprire un ristorante?

Si tratta di una delle attività imprenditoriali più gettonate, nel nostro Paese. Basti pensare a tutti i personaggi famosi (attori e calciatori in primis) che decidono di cimentarsi nell’impresa.

Ma quanti soldi servono per aprire un ristorante?

Nell’immaginario collettivo, è un business redditizio, che permette di andare avanti anche in tempi di crisi economica e che, in fondo, non richiede grandi requisiti ma solo tanta passione.

In realtà non sono tutte rose e fiori. Ecco una mini guida sull’argomento.

Quanto costa aprire un ristorante da zero

Soprattutto i più giovani, in preda a facili entusiasmi, sono coloro che più di tutti si lasciano trasportare dall’euforia dell’impresa, oltre che dai guadagni spesso considerevoli.

A onore del vero però, c’è da precisare che, innanzitutto, il successo di un’attività di questo genere è legato a molteplici fattori. Non è sufficiente “alzare la saracinesca” per veder entrare orde di clienti affamati da soddisfare.

Oggigiorno la concorrenza è elevata e i costi da sostenere sono numerosi, anche in termini di sacrifici e ore lavorate, da parte del personale.

E perfino trovare camerieri, aiuto cuochi e lavapiatti disposti a lavorare fino a tardi la sera o nei weekend è diventata un’ardua impresa.

Insomma, a meno di non avere già un’attività già avviata da rilevare e portare avanti, aprire un ristorante partendo da zero è davvero difficile oggigiorno.

Ecco a quanto ammonta l’investimento iniziale.

Quanto capitale serve per aprire un ristorante

Molto dipende innanzitutto dal fatto di essere il proprietario delle mura oppure no. In pochi hanno questa opportunità, quindi stimiamo di dover anche pagare un affitto che oscilli tra i 12-15 mila euro all’anno.

L’iter burocratico è alquanto articolato, così come il procedimento per ottenere i permessi, a livello regionale e comunale.

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Mettiamo in conto che, onorario del commercialista incluso, la somma necessaria si aggiri intorno ai 4-6 mila euro.

Una volta messa in moto la macchina burocratica e scelta la location, bisogna pensare a coprire altre importanti voci di spesa. Nella fattispecie:

  • gli arredi

  • le attrezzature per la cucina

  • l’intera fornitura di stoviglie, bicchieri, batterie di pentole

  • l’abbigliamento e le calzature da lavoro del personale

  • l’assunzione dei dipendenti

  • pubblicità e attività di promozione, con realizzazione di un eventuale sito web e gestione dei social.

Ovviamente a questo va aggiunta tutta la fornitura alimentare, dai vini alle bevande, dalla dispensa da rifornire ai prodotti freschi e così via.

Insomma, tenendo conto di tutte queste esigenze, possiamo affermare senza dubbio che per aprire un ristorante di circa 30-35 coperti occorrono in media 70-80 mila euro. Per arrivare a 50 coperti, la cifra necessaria sfiora agevolmente i 110 mila euro.

Cosa devo fare per aprire un ristorante

Gli adempimenti a cui far fronte sono diversi. Si inizia da quelli di tipo burocratico. Per aprire un ristorante, non si può prescindere dal possedere un attestato SAB e uno HACCP.

La legge italiana impone inoltre il rispetto di numerosi altri requisiti, sia per quanto riguarda il proprietario/gestore che per il locale.

Quest’ultimo, ad esempio, deve rispettare la normativa in vigore in fatto di sicurezza, agibilità, urbanistica, impatto acustico e igiene. Il locale deve inoltre prevedere bagni a norma sia per i dipendenti che per la clientela.

I requisiti per aprire un ristorante non si esauriscono qui.

Da un punto di vista meramente burocratico, occorrono:

  • Partiva IVA

  • Iscrizione al Registro delle Imprese della Camera di Commercio

  • Comunicazione di inizio attività al Comune (almeno 30 giorni prima dell’avvio)

  • Comunicazione Unica da inviare presso la Camera di Commercio in forma telematica

  • Apertura di una posizione presso INPS e INAIL

  • Comunicazione all’Agenzia delle Dogane

  • vendita e somministrazione di alcolici

  • autorizzazione comunale per esporre l’insegna all’esterno

  • autorizzazione per l’occupazione di suolo pubblico se ci sono tavoli o sedie al di fuori del locale

  • Iscrizione al CONAI (consorzio nazionale imballaggi) diritti SIAE da pagare per la diffusione di musica.

A livello strettamente personale, per aprire ma soprattutto gestire e mantenere nel tempo un’attività di ristorazione, è indispensabile:

  • avere le basi formative per la gestione d’impresa

  • spirito imprenditoriale

  • qualità organizzative

  • abilità contabili e finanziarie

  • passione per questo mestiere, per la cucina e la ristorazione in generale

  • predisposizione al lavoro in tarda serata, nei weekend e durante le festività, in estate

  • grande capacità di gestione e resistenza allo stress.

Infine, prima di lanciarsi a capofitto nel progetto, il consiglio è di avere ben chiaro in mente il tipo di locale che si intende inaugurare. Dalla pizzeria alla steak house, dalla piadineria al fasto food, per arrivare al ristorante di classe, è di vitale importanza per il business studiare bene il territorio in cui si sta per fare impresa e distinguersi con un menù accattivante e differenziato dalla concorrenza.

Lo sai che esiste perfino un ristorante degli ordini sbagliati? Ecco cos’è.

Natalia Piemontese
Natalia Piemontese
Consulente lavoro online e professioni digitali, classe 1977. Sono Natalia, Piemontese di cognome, pugliese di nascita e calabrese d'adozione. Laureata in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Bari, ho conseguito un Master in Selezione e Gestione delle risorse umane. Mamma bis, scrivo sul web dal 2008. Sono specializzata in tematiche del lavoro, business nel digitale e finanza personale. Responsabile del blog #mammachebrand, ho scritto un e-book "Mamme Online, come gestire casa, lavoro e figli".
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