Come passare dal regime semplificato al forfettario: ecco le istruzioni

Come si può passare dal regime semplificato al forfettario? Ecco tutti i passaggi da compiere.

L’inizio dell’anno è un momento di valutazioni, al fine di comprendere se il regime adottato per la propria contabilità sia consono al proprio volume d’affari.

In particolare, in questo articolo vogliamo spiegare come passare dal regime semplificato al forfettario, al fine di non incorrere in sanzioni e rispettare le normative vigenti.

Ecco dunque una guida completa per comprendere i fattori da tenere in considerazione prima di richiedere qualsiasi cambio.

Cos’è il regime forfettario?

Il regime forfettario è una particolare regime fiscale di imprenditori e liberi professionisti con una tassazione sostitutiva. Si tratta della soluzione ideale per coloro che avviano una nuova attività imprenditoriale, avendo così la possibilità di usufruire di alcune agevolazioni.

Il regime forfettario può essere applicato sia a coloro che avviano una nuova attività, sia nel caso di quelle già esistenti.

Questo particolare regime prevede la tassazione al 15%, ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività, sul fatturato annuale. Inoltre sono state introdotte delle novità con la Legge di Bilancio, sia per quanto riguarda il passaggio a questo regime fiscale, sia per la soglia fatturabile.

Passare dal regime semplificato al forfettario: è possibile?

Con la nuova Legge di Bilancio 2023 sono state apportate delle modifiche sostanziali al regime forfettario, inclusi anche i requisiti per poterne fare parte.

In primo luogo è stata innalzata la soglia di accesso prevista a 65.000 euro di fatturato annuale, oggi è a 85.000 euro.

Superato questo importo si perdono i benefici del regime forfettario, non avendo più i requisiti indispensabili per farne parte.

Inoltre bisogna precisare che l’Agenzia delle Entrate non prevede nessuna tipologia di vincolo particolare, potendo dunque passare dal regime forfettario al semplificato o viceversa, come stabilito con la risoluzione n. 64/E/2018 della medesima agenzia.

Infatti il contribuente ha la possibilità di passare al regime che preferisce che possiede i requisiti richiesti, senza dover attendere il vincolo triennale.

In quali casi bisogna rispettare il vincolo di permanenza triennale?

Bisogna precisare che talvolta il vincolo di permanenza triennale è obbligatorio, ovvero quando si vuole passare al regime ordinario di contabilità. Inoltre questo genera i suoi effetti a partire dall’inizio dell’esercizio di competenza, e deve essere fatta la comunicazione apposita all’Agenzia delle Entrate.

Una volta che sono trascorsi i tre anni seguendo il regime ordinario di contabilità, questo viene rinnovato se si mantengono i requisiti previsti.

Come effettuare il passaggio

Talvolta è possibile eseguire un passaggio dal regime ordinario a quello forfettario, e in tal caso è indispensabile risolvere degli aspetti contabili non indifferenti, come le plusvalenze e l’IVA inerente i beni ammortizzabili non ancora venduti.

Per questo è sempre bene affidarsi al proprio commercialista di fiducia, al fine di procedere in modo regolare rispettando le norme di riferimento.

Virginia Manca
Virginia Manca
Copywriter, classe 1994. Laureata in Economia e Gestione Aziendale e laureanda in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Cagliari. Oggi mi occupo di scrittura per il web, collaborando in diversi progetti dagli argomenti più disparati. Ma la mia passione per l'economia e il diritto mi hanno portata a specializzarmi in questi ambiti, perfezionando dunque un linguaggio più tecnico e giuridico. Dal 2013 porto avanti anche il mio secondo lavoro, seguendo l'amministrazione e la contabilità dell'impresa di famiglia nel settore degli impianti e delle ristrutturazioni. Motto: Facendo s'impara!
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