Detrazione Iva con fattura generica: è possibile, in questi casi

La detrazione Iva è possibile anche con fattura generica: ecco in quali casi e cosa sapere

La detrazione Iva è possibile anche con fattura generica: a chiarire questo principio ci ha pensato la Corte di Cassazione con l’Ordinanza numero 32369 del 2022.

Solitamente se una fattura viene compilata in modo generico, può essere soggetta a qualche contestazione, ovvero risulta difficile ottenere, per esempio, vantaggi di tipo fiscale, come la detrazione dell’Iva.

In particolare, il fisco potrebbe contestare una fattura generica perché le indicazioni presenti su di essa non sono chiare da poter ottenere le detrazioni fiscali. Tuttavia la recente Ordinanza ha introdotto una svolta su queste possibilità, vediamo di cosa si tratta nell’articolo.

Detrazione Iva con fattura generica: i rischi

Recentemente la regola generale è stata ribaltata dalla Corte di Cassazione, che il 3 novembre 2022 ha dichiarato che anche in caso di fattura generica, è possibile portare in detrazione l’Iva se ci sono altri documenti o informazioni aggiuntive che possono comprovare quali sono i dati mancanti nelle fatture.

Quando si chiede infatti a livello fiscale una detrazione Iva, la fattura è il documento principale che riporta le spese sostenute dal cliente, le cifre di riferimento, e tutte le specifiche. Tuttavia in caso di fattura generica, è possibile, come spiegato dalla Corte di Cassazione, individuare questi dati al di fuori della fattura stessa.

Quali sono le documentazioni che si potrebbero utilizzare in questi casi? Si può trattare di documenti, messaggi, o anche informazioni complementari aggiuntive ricavate da altre attestazioni, che riportano con esattezza ciò che manca nelle fatture generiche.

Per arrivare a questa conclusione, la Corte è intervenuta partendo da un fatto reale, per cui il fisco ha contestato le detrazioni Iva a causa di una fattura generica. Vediamo tra poco qual è il caso specifico preso in considerazione.

Detrazione Iva con fattura generica: l’avviso di accertamento

Il caso in questione riguarda un avviso di accertamento di diversi anni addietro, relativo al periodo 2012-2013, per cui il fisco ha contestato l’accesso alle detrazioni Iva dichiarando anche la non deducibilità delle imposte dirette.

La causa è da collegare proprio alla fattura generica: la detrazione Iva non poteva essere erogata perché il contribuente aveva presentato una serie di fatture con alcune informazioni mancanti, e estremamente generiche.

Tuttavia, la ditta interessata in questo avviso di accertamento ha dichiarato di essere in possesso di ulteriore documentazione relativa proprio alle informazioni mancanti, a completezza delle fatture presentate.

Questo vuol dire che, anche se le fatture non erano del tutto in linea con le condizioni di legge, ulteriore documentazione sarebbe stata valida per accertarle. Il giudice quindi ha chiarito questo aspetto, rilevando che la ditta era in possesso di tutti i documenti, confermati anche dall’esistenza di un contratto di collaborazione con una società incaricata di emettere le fatture.

La Corte di cassazione quindi ha evidenziato che per accedere alla detrazione Iva, i documenti correlati alle fatture erano sufficienti a stabilire la veridicità delle fatture, anche se generiche.

Ok alla detrazione Iva con fattura generica

Questa vicenda porta alla conclusione che, anche con una fattura generica, è possibile accedere alle detrazioni Iva spettanti, se altra documentazione ne attesta la correttezza delle informazioni. O per lo meno, il fisco non può contestare queste agevolazioni se sono presenti documenti aggiuntivi validi.

Va ricordato che nel caso di assenza di tali documenti, è impossibile per il fisco verificare che le informazioni sulle fatture generiche siano corrette, pertanto gli avvisi di accertamento difficilmente possono essere contestati.

Tuttavia, è possibile procedere preventivamente, per essere certi di poter ricevere correttamente tutte le agevolazioni fiscali, tra cui le detrazioni Iva, limitando le fatture generiche.

Andiamo a vedere nello specifico quali informazioni indicare per evitare che la fattura sia considerata generica, e possa dare origine a contestazioni di diverso tipo.

La più importante riguarda la descrizione dell’attività svolta: nella fattura deve essere scritta nel modo più specifico possibile, per evitare di incorrere in parole generiche che non vanno a rappresentare con esattezza il lavoro svolto e per cui il cliente sta pagando.

Questo ovviamente deve avvenire anche se si utilizza la fatturazione elettronica, per cui tramite il software per la trasmissione telematica, è possibile inserire una dicitura precisa sul lavoro svolto. Anche la data, sia nel caso di fatturazione elettronica che cartacea, è importantissima.

Altre informazioni rilevanti sono quelle che riguardano il committente e il cliente, come la Partita Iva e il codice fiscale, residenza o domicilio, ragione sociale. Fare attenzione a tutte queste informazioni rende la fattura precisa e difficilmente contestabile.

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