Tasse sugli extraprofitti: con la Manovra salgono al 35 percento. Ma cambia il calcolo

Le tasse sugli extraprofitti cambiano in tutto: oltre ad una nuova aliquota al 35%, dal 2023 si calcolerà su una nuova base imponibile.

La Manovra di Bilancio 2023 presenta moltissime novità, e una delle tante è l’aumento delle tasse sugli extraprofitti.

Tassa introdotta col Governo Draghi, nella Finanziaria si discute del possibile aumento di questa super-tassa, al momento al 25%.

Si vorrebbe puntare al 35%, come consentito dal Regolamento Europeo, ma in molti temono che possa risultare l’ennesimo buco nell’acqua, dal momento che da questa tassa lo Stato ha incassato un decimo di quanto stimato.

Infatti si punta ad un nuovo calcolo di questa tassa, su una base imponibile diversa.

Tasse sugli extraprofitti: con la Manovra salgono al 35 percento

La disposizione di nuove tasse sugli extraprofitti difficilmente troverà il bene placet delle aziende energetiche. Al momento nella Manovra di Bilancio 2023 si punta ad aumentarla di 10 punti percentuali, e tenerla al 35% fino al 31 luglio 2023.

Ma già nel 2022 le tasse sugli extraprofitti hanno conosciuto un aumento.

Partendo col Decreto Aiuti di maggio 2022, con una semplice percentuale del 10 percento, il Governo Draghi ha provveduto a portarla al 25%, in modo da finanziare il decreto Aiuti bis di agosto 2022.

Si tratta pertanto del terzo aumento in quasi un anno. E non sarebbe improbabile un quarto aumento, se la crisi energetica dovesse perdurarsi ben oltre la primavera.

Anche se sono stati stanziati ben 21 sui 35 miliardi nella Finanziaria, la copertura per le bollette di famiglie e imprese durerà fino al 20 marzo 2023.

Se la situazione non dovesse migliorare, potrebbe venire disposto un ulteriore Decreto Aiuti. Ma questo dipenderà dalle finanze del paese.

E anche dal risultato delle stesse tasse sugli extraprofitti, visto che, con la Manovra, il Governo Meloni ha voluto cambiare il calcolo dell’imposta.

Leggi anche: La Manovra in Consiglio dei Ministri: stretta sul Reddito di Cittadinanza. Ecco le misure

Come si calcolano le tasse sugli extraprofitti dal 2023

Fino ad oggi il calcolo delle tasse sugli extraprofitti si basa sul fatturato delle aziende energetiche, o meglio tramite confronto dei bilanci delle operazioni attive e passive, tra il 1° ottobre 2021 e il 30 aprile 2022, con quelli dello stesso periodo tra il 2020 e il 2021.

Nel caso della nuova aliquota al 35%, la base sarà disposta solo sugli utili dell’azienda, non più sul fatturato. O per essere più precisi, al valore della produzione determinante il calcolo dell’IRAP, come riportato dal Corriere.

In questo caso il calcolo cambia completamente, perché:

  • il fatturato è la somma di tutti i ricavi ottenuti.

  • l’utile è la differenza tra il fatturato e i costi d’impresa.

E’ una disposizione forse più “clemente” nei confronti delle aziende energetiche, che dovranno sborsare meno soldi rispetto alla disposizione precedente.

Anche se ad oggi le entrate di queste tasse sugli extraprofitti sono abbastanza scoraggianti.

Chi deve pagare la tassa sugli extraprofitti paga di meno

L’introduzione delle tasse sugli extraprofitti aveva come obiettivo quello di redistribuire al meglio i vari flussi finanziari.

Famiglie e imprese hanno pagato un prezzo salatissimo a causa dell’iper-inflazione e dello scoppio della guerra russo-ucraina, mentre molte imprese energetiche si sono arricchite grazie ai nuovi prezzi di gas e petrolio, aumentati fino all’inverosimile.

Non a caso diversi Stati europei hanno introdotto queste tasse sugli extraprofitti, anche se con obiettivi diversi:

  • la Spagna ha limitato i profitti su rinnovabili, carbone e nucleare;

  • la Gran Bretagna ha tassato i profitti da estrazioni di gas;

  • la Germania punta a tassare tutti gli impianti con bassi costi marginali.

In Italia invece si punta solo a cambiare la base, e ad aggiancarsi agli utili. Una situazione che, come segnala il Corriere stesso, potrebbe richiedere più tempo per il calcolo, e dover aspettare la chiusura dell’esercizio fiscale.

La scelta del Governo Meloni è stata dettata per ridurre le tempistiche dell’incasso. E anche per sperare in maggiori entrate tributarie.

Con le stime delle precedenti aliquote si sperava in un’entrata attorno ai 10 miliardi di euro. Stima che non ha trovato riscontro nella realtà: dai 10 miliardi stimati, ad oggi sono stati incamerati poco più di un miliardo.

Molte infatti hanno provveduto a fare ricorso al TAR del Lazio, perché giudicavano le tasse sugli extraprofitti “incostituzionali“. Di recente il TAR ha dichiarato inammissibile tale ricorso, per “difetto assoluto di giurisdizione“, pertanto dovranno pagarle, assieme a quanto devono già corrispondere in riferiemnto al fatturato IVA.

Altro punto cruciale nei prossimi mesi sarà l’eventuale allargamento dell’aliquota ad altre attività inerenti il settore energetico. Attualmente sono tassate solo le attività concernenti la generazione, importazione e vendita elettricità, produzione, importazione e vendita idrocarburi e raffinazione.

Leggi anche: Tassa sugli extraprofitti: ecco chi pagherà il conto salato!

Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
780FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate