Chef Rubio, chi è il popolare chef televisivo e perché è finito a processo

Chef Rubio, chi è l'ex rugbista e oggi noto presentatore TV e opinionista social. E perché è stato mandato a processo.

Molti lo conoscono per i suoi programmi televisivi di cucina, o per la sua (breve) carriera nel mondo del rubgy. O per il suo supporto attivo per le organizzazioni umanitarie.

Di recente però Chef Rubio è salito alla ribalta per il processo a suo carico per via di un tweet “di troppo”.

In realtà non è la prima volta che per via di un tweet di troppo finisce nel centro della baraonda mediatica, ma prima di concentrarci sul perché è finito a processo facciamo il punto della situazione sulla sua carriera e sulla sua biografia.

Chi è Chef Rubio, dal rugby alla TV

Classe 1983, Gabriele Rubini, prima di diventare chef Rubio, è stato un noto rugbista, con una grossa esperienza nella Celtic League, registrando addirittura 12 presenze in Serie A e gareggiando anche con i Poneke RFC, nella contea del Wellington (Nuova Zelanda).

Purtroppo, una lesione al legamento crociato lo ha costretto ad abbandonare la sua promettente carriera.

Per fortuna, un po’ alla stregua di Gordon Ramsey, trova una nuova opportunità nel mondo della cucina, prima con un corso internazionale di cucina italiana all’ALMA, e poi, dopo aver conseguito il diploma, trasferendosi in Canada, per arricchire le sue esperienze culinarie e gastronomiche.

Rientrato a Roma, comincia a collaborare col canale DMAX, conducendo il primo di una serie di programmi TV incentrati sulla cucina “anticonformista”, quali Unti e Bisunti, I re della griglia, Il ricco e il povero, e Camionisti in trattoria.

Oltre alla cucina, Chef Rubio si è impegnato notevolmente sul fronte umanitario, collaborando nel 2014 con l’associazione Never Give UP, incentrata sui disturbi del comportamento alimentare, e al programma educativo Segni di gusto.

Ha poi supportato nel 2018 Amnesty International contro le discriminazioni, ma perde la collaborazione a causa di alcune dichiarazioni di troppo, una delle tante espresse negli ultimi anni. E che, in questo caso, lo hanno portato in tribunale.

Leggi anche: Denuncia e querela: entro quanto tempo si può denunciare un illecito alle autorità

Perché è finito a processo

Molto seguito sui social, Chef Rubio ha sempre mantenuto il suo stile schietto e provocatore anche per post e tweet, suscitanto in non pochi casi vere e proprie polemiche con altri personaggi pubblici.

Famosa è la sua polemica con Vittorio Brumotti, inviato di Striscia la Notizia, in merito all’aggressione subìta dall’inviato nel quartiere di Quarticciolo, o alla partecipazione di Francesco Totti come sponsor per la finale di Champions League a Tel Aviv.

O le varie dichiarazioni a Selvaggia Lucarelli, giudicate misogine e offensive al punto da fargli sospendere la collaborazione che avva con Amnesty International. Fino ad arrivare al tweet di settembre 2020, quando chiese al Comune di Ferrara:

“[…] anche se avete messo l’installazione “la Monnezza” proprio a denunciare che chi uccise un ragazzino inerme furono 4 maiali della @Poliziadistato di Ferrara (@sindacato-Sap ancora in servizio) potreste far spostare i cassonetti? Grazie #Aldrovive#Ovunque”

Si fa riferimento all’omicidio dell’allora diciottenne Federico Aldrovandi, ucciso il 25 settembre 2015 dai quattro agenti Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri, condannati nel 2009 per eccesso colposo per omicidio colposo, con sentenza confermata in Cassazione nel 2012.

E al fatto che il Comune ha posizionato dei portarifiuti in via Ippodromo, dove una lapide ricorda la morte di Aldrovandi. Immediata la querela da parte del segretario del SAP, Stefano Paoloni, e l’apertura del fascicolo.

Se all’inizio ad accogliere la querela è stata la Procura di Ferrara, l’avvocato di Chef Rubio, Fabio Anselmo, ha richiesto la trasmissione degli atti al tribunale di Velletri.

Non sarebbe nemmeno il primo procedimento contro Chef Rubio. Il 27 settembre del 2020 Rubio ha commentato un articolo di giornale nel quale si parlava di una iniziativa dell’assessore regionale del Piemonte e segretario torinese della Lega Fabrizio Ricca, finalizzata a combattere a scuola l’antisemitismo.

“Sei un patetico burattino sionista. A scuola va studiato tutto: l’olocausto dei nativi americani, degli armeni, degli ebrei, dei rom, la Nakba palestinese, i 72 anni di occupazione illegale israeliana sfociata nel regime attuale di apartheid. Tutto va studiato!!”

Dopo un botta e risposta infuocato, l’assessore torinese ha incaricato l’avvocato Mauro Anetrini di sporgere querela.

Leggi anche: Come ritirare una denuncia, entro quando farlo e costi

Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
780FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate