Apple unica delle Faang ancora in piedi. Giovedì i risultati

Apple unica delle Faang ancora in piedi a Wall Street. Peggiore Netflix. In settimana per tutte arrivano i risultati trimestrali. Giovedì quelli di Cupertino.

Nonostante i timori per una frenata della produzione Apple aveva messo a segno un mese di marzo decisamente positivo, tra la vittoria agli Oscar (Coda, prodotto per Apple Tv+, è stato premiato come Best Picture 2022) e la più lunga striscia di guadagni in dodici anni. E anche il mese di aprile va in archivio con Cupertino protagonista. Anzi, come scrive Barron’s, Apple è l’unica delle Faang a restare ancora in piedi e giovedì 28 aprile la società sarà chiamata al cruciale appuntamento con i risultati del secondo trimestre dell’esercizio 2022.

Apple è unica tra le Faang ancora in piedi a Wall Street nel 2022

Il 2022 è partito decisamente male per Wall Street e ancora peggio per il settore tecnologico: Nasdaq 100 e Nasdaq Composite hanno perso circa il 19% contro la flessione di poco superiore al 10% dell’S&P 500. E a farne le spese sono state soprattutto quelle stesse Faang, ovvero Facebook, Apple, Amazon.co, Netflix e Google (Alphabet), protagoniste dei listini negli ultimi anni. Alphabet rimane la terza società Usa per capitalizzazione, Amazon la quinta e Facebook l’ottava ma l’andamento non è stato certo esaltante e per diversi motivi.

Peggiore delle Faang Netflix con un crollo del 64% da inizio anno

La peggiore di tutti, e questa è notizia recente, è Netflix, che mercoledì scorso ha registrato un tracollo del del 35,12% al Nasdaq, dopo avere comunicato il primo calo degli abbonati dall’ottobre 2011 e averne anticipato uno decisamente peggiore (2 milioni contro i 200.000 persi nel primo trimestre) per il periodo in corso. La tendenza negativa per il pioniere dello streaming era per altro già iniziata a fine 2021 con chiari segnali di un rallentamento della crescita. E il risultato oggi è che Netflix ha perso il 64% del suo valore da inizio anno.

Apple unica Faang in piedi. Alphabet e Amazon allineate al Nasdaq

Anche Facebook, oggi Meta Platforms, ha i suoi problemi. Tra la stretta regolatoria e la strategia, la cui sostenibilità è tutta da dimostrare, votata al metaverso, il titolo si è deprezzato di oltre il 45% nel 2022. Meglio, ma comunque non in positivo, Alphabet e Amazon, in declino di più del 17% e del 15% rispettivamente. Performance che in questo caso le vedono sostanzialmente allineate e anche un poco meglio rispetto all’andamento del Nasdaq. Apple, invece, dall’alto di una capitalizzazione di 2.650 miliardi di dollari ha comunque perso circa l’11% ma il suo riferimento è più che l’S&5 500 che il Nasdaq.

Per anni le Faang hanno sostenuto Wall Street. Ora sono un peso

Secondo i dati di Bespoke Investment Group, citati da Barron’s, ogni anno a partire dal 2014 le Faang avevano dato all’S&P 500 più di quanto il loro peso avrebbe suggerito. E avevano anche contribuito maggiormente ai guadagni di Wall Street rispetto al resto del mercato azionario messo insieme in tre di quegli otto anni. Nel 2022, invece, Meta, Amazon, Netflix, Apple, Alphabet, e Microsoft, pesano per circa la metà del declino dell’S&P 500. “Per anni un gruppo selezionato di megacap ha sostenuto il mercato in generale con un’enorme sovraperformance e ponderazioni in aumento. Nel 2022 invece quegli stessi titoli sono diventati un significativo freno“, ha sottolineato George Pearkes di Bespoke.

Tutte le Faang (e Microsoft) alle prese con i risultati. Apple giovedì

In settimana cinque di queste sei aziende saranno chiamate alla resa dei conti. Alphabet e Microsoft comunicheranno i risultati martedì, Meta mercoledì, Apple e Amazon giovedì. Netflix l’ha già fatto e si è visto con quali frutti. E tutte le speranze sono su Cupertino, con gli analisti generalmente favorevoli all’azienda fondata da Steve Jobs. “Riteniamo che le azioni Apple siano un buon nascondiglio in questo mercato volatile“, ha sottolineato Sidney Ho, analista di Deutsche Bank, secondo cui una solida crescita nel business più profittevole di Apple, quello dei servizi, dovrebbe alleviare le preoccupazioni legate a inflazione, supply chain, pandemia, guerra in Ucraina, aumento dei tassi d’interesse Usa. (Raffaele Rovati)

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