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Crowdfunding nella SRL: come funziona?

Il crowdfunding è un termine della lingua inglese composto da due parole: da crowd, «folla» e da funding «finanziamento»). Si tratta di un finanziamento collettivo, ovvero di un processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il denaro per investire su un progetto imprenditoriale e supportarlo finanziariamente. La vera novità del crowdfunding è che le aziende non si rivolgono alle banche o al mercato finanziario per ricevere finanziamenti, ma si rivolgono ai piccoli privati e risparmiatori, che sono disposti a prestare ciascuno una somma di denaro per sostenere economicamente lo sviluppo del progetto imprenditoriale. Il crowdfunding si rivela vincente per entrambe le parti (win-win). Da un lato le aziende riescono a ottenere del capitale più facilmente senza doversi rivolgere al sistema bancario, dall’altro i risparmiatori/investitori ricevono una ricompensa per il prestito concesso. Una vera novità per le Piccole e Medie Imprese italiane costituite in SRL (Società a Responsabilità Limitata) è quella di reperire risorse attraverso il crowdfunding.

Crowdfunding: le tipologie

Le principali tipologie di crowdfunding sono le seguenti:

  • lending crowdfunding, questa tipologia di crowdfunding consente la raccolta di denaro tramite una piattaforma online, che procede con l’erogazione dei fondi sotto forma di prestito, ad una platea di soggetti. Dato che si tratta di una forma di intermediazione creditizia, l’attività è sottoposta alla vigilanza della Banca d’Italia.
  • Rewards Crowdfunding: questa tipologia di crowdfunding prevede una ricompensa/premio per l’investitore/risparmiatore che effettua una donazione. In buona sostanza, le imprese chiedono un finanziamento offrendo un prodotto innovativo e gli investitori offrono denaro ricevendo per primi quel prodotto, testandolo e ottenendo una ricompensa, sotto forma di una somma di denaro o nel c.d. “pre-selling” del prodotto.
  • Donation Crowdfunding: in questa tipologia di crowdfunding l’investitore/finanziatore dell’idea o del progetto fa una donazione in denaro senza ricevere alcun ricompenso. Si tratta di uno schema particolarmente adatto al finanziamento di iniziative no profit.
  • Equity Crowdfunding: si tratta di una tipologia di crowdfunding che consente agli investitori, a fronte del finanziamento, di ottenere la partecipazione alla compagine della società finanziata. Il risparmiatore/investitore ottiene strumenti partecipativi al capitale di rischio del progetto finanziato (ad esempio quote di SRL o azioni di SPA).

Crowdfunding nelle SRL: normativa e piattaforme

In Italia l’equity crowdfunding rappresenta l’unica forma di crowdfunding disciplinata in Italia: la Consob con un regolamento ad hoc ha disciplinato alcuni specifici aspetti con la finalità di creare fiducia negli investitori. Negli ultimi anni sono sempre più società costituite in forma di SRL a ricorrere al metodo di finanziamento dell’equity crowdfunding. La Manovra correttiva (D.L. n. 50/2017) ha introdotto alcune novità per le piccole e medie imprese, estendendo alle stesse PMI costituite come società a responsabilità limitata (SRL) il crowdfunding, in particolare l’equity crowdfunding. Il crowdfunding per le SRL avviene tramite piattaforme online, che fungono da intermediario creditizio. Online si possono reperire sia portali generalisti che portali specializzati in un singolo settore e/o tipologia di prodotto offerto. Tra le piattaforme più rinomate ed utilizzate dagli investitori c’è StarsUp Equity crowdfunding per PMI e startup. È un portale autorizzato dalla Consob in Italia per la raccolta online di capitale di rischio da parte di aziende innovative. Il portale permette sia di pubblicare il progetto imprenditoriale e consentire ai risparmiatori di investire. Molti soggetti dispongono di liquidità finanziaria che investono volentieri in iniziative imprenditoriali o sociali di loro gradimento, per diversificare il proprio portafoglio di attività, per ottenere un ritorno economico per spirito imprenditoriale. Il portale StarsUp può supportare le aziende che richiedono capitale e che hanno raccolto il capitale nell’avvio e nello sviluppo delle attività imprenditoriali.

Obbligo vaccinale? Legittimo. Ma il governo comunica male!

Il Consiglio dei ministri del 5 gennaio scorso ha varato nuove misure per affrontare l’epidemia di Coronavirus imponendo una stretta sulle vaccinazioni.

È l’ennesimo decreto-legge che introduce “Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza Covid-19 in particolare nei luoghi di lavoro e nelle scuole”. 

L’adozione di norme di questo tipo sono diventate la regola dal giorno in cui l’Italia ha dichiarato lo Stato d’emergenza, per la prima volta, il 30 gennaio 2020. Stato d’emergenza che è stato poi prorogato più volte, per ora, fino al 31 marzo 2022. 

Nulla da obiettare al governo. Anche l’obbligo vaccinale agli over 50 per la Costituzione resta un provvedimento legittimo. Semmai, l’anomalia è un’altra e riguarda la comunicazione. 

Influenzata dalla imprevedibilità del virus, anche l’assetto politico-istituzionale della riforma del titolo V della Costituzione non ha aiutato la comprensione di determinate misure anti-Covid alimentando invece un eccessivo protagonismo di alcuni governatori.  

Ma Palazzo Chigi deve fare i conti anche con l’ondata di informazioni spesso non verificate, manipolate o false fatte circolare sui social e talvolta anche sui media. 

L’effetto è devastante.

L’Italia è passata dalle convulse conferenze stampa del governo Conte due – trasmesse a tarda ora sui social e sui media – a una comunicazione minimalista. A tratti, trascurata. 

Obbligo vaccinale, comunicazione politica e istituzionale   

Sono note le abilità anche comunicative del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ben prima che approdasse a Palazzo Chigi. Iconica la sua affermazione “A qualunque costo” pur di salvare l’Euro e l’Unione europea dalla crisi economico-finanziaria del 2008 quando era Presidente della Banca Centrale Europea. 

Il fatto è che ogni ruolo necessita di una appropriata strategia comunicativa. Una carica politica deve sempre puntare alla massima chiarezza, trasparenza e coerenza. E non lasciar mai trasparire il minimo segno di insofferenza nei confronti dell’opinione pubblica, anche e soprattutto quando polarizzata, “testarda”, impaurita e divisa. 

Ed è ancor più vero per il Presidente del Consiglio dei ministri che ha il compito di rappresentare il governo del Paese e di guidarlo. A sancirlo è la Costituzione italiana

“Il presidente del Consiglio dei ministri dirige la politica generale del governo e ne è responsabile. Mantiene l’unità di indirizzo politico ed amministrativo coordinando l’attività dei ministri”.

Nei mesi scorsi, il Presidente del Consiglio ha commesso diversi errori comunicativi. Alcuni di questi errori possono essere letti anche come la conseguenza di una eccessiva sicurezza.  

Mentre la Costituzione dà ragione a Mario Draghi sull’obbligo vaccinale agli over 50 e sui luoghi di lavoro, misure tardive rispetto all’andamento della curva epidemica, il governo ha sottovalutato l’importanza di comunicare subito le ragioni di simili provvedimenti. 

Obbligo vaccinale, un capo del governo insofferente ai media

Draghi non parla più dinanzi alle Istituzioni e ai mercati come accadeva dodici anni fa. Il ruolo di Capo del governo gli impone di rivolgersi all’opinione pubblica: eterogenea, sempre più complessa e sempre più polarizzata. 

Palazzo Chigi avrebbe bisogno di una comunicazione sobria ma che non dia mai nulla per scontato. Draghi infatti non rappresenta nessun partito ma lavora con la politica e i suoi leader. 

Ha disorientato il silenzio di Draghi a conclusione dell’ultimo Consiglio dei ministri quando a concedersi rapidamente ai microfoni dei giornalisti fuori Palazzo Chigi c’erano solo tre ministri Bianchi, Speranza e Brunetta. 

Anche la conferenza stampa del 10 gennaio scorso, che lo stesso Draghi ha definito “riparatoria”, è finita sollevando una marea di polemiche

“Una ultima postilla – ha esordito il Presidente – non risponderò ad alcuna domanda che riguarda immediati, futuri sviluppi sul Quirinale”. 

Nonostante l’incontro con i giornalisti era stato organizzato per spiegare gli ultimi provvedimenti – obbligo della vaccinazione agli over 50, stretta sul Green Pass per i luoghi di lavoro e apertura regolare delle scuole – l’affermazione ha spostato l’attenzione dalle ragioni delle misure anti-Covid conquistando le pagine dei giornali. 

Anche se molti cronisti erano tentati dal fare domande non attinenti alla conferenza stampa, Draghi avrebbe potuto più semplicemente ricordare che non era lì per parlare del Quirinale, lasciando la libertà alle persone presenti di fare il loro mestiere. 

Ed evitando così anche di mostrare una certa insofferenza nei confronti della stampa. 

Obbligo vaccinale, la “colpa” dei non vaccinati. La polarizzazione del linguaggio  

La strategia comunicativa minimalista di Palazzo Chigi lascia molto spazio ai sostenitori della cosiddetta “dittatura sanitaria”, agli irriducibili anti-vaccino e Green Pass e a tutti quei personaggi pubblici e politicizzati che alimentano una nutrita ignoranza collettiva, figlia anche della cosiddetta infodemia.  

Il caos, tra giuristi, costituzionalisti, talk show, virologi, immunologi persino accademici “No Vax”. L’ultimo caso ha visto come protagonista il Premio Nobel per la medicina, Luc Montagnier che, durante una manifestazione a Milano il 15 gennaio scorso organizzata contro vaccini e Green Pass, ha dichiarato

“È un crimine assoluto dare questi vaccini ai bambini”. Contrario al siero mRna “pericoloso per la salute umana”, Montagnier si è poi rivolto ai “No Vax” arringandoli come “salvatori dell’umanità”. 

In un contesto sociale così frammentato e a tratti paradossale – in cui ci sono persone che rifiutano di curarsi negli ospedali convinte di salvarsi senza ricorrere alla medicina e alla scienza – Draghi ha commesso un altro errore puntando il dito contro i non vaccinati: 

“Gran parte dei problemi dipende dal fatto che ci sono non vaccinati”

Draghi ha accresciuto la convinzione tra i “No Vax” che lo Stato voglia sottrarre pezzi di libertà individuale, in nome di una collettività in cui la maggior parte delle persone ostili ai vaccini non si riconosce più. 

Aumenta la rabbia degli italiani che ritengono di “aver fatto un sacrificio per la collettività” vaccinandosi e rispettando regole e restrizioni anti-Covid. Mentre c’è un processo di vittimizzazione dei “No Vax”: esclusi, incompresi, e disprezzati. 

I detrattori non ci hanno pensato due volte e sono passati all’attacco, rinfacciando a Draghi di avere mentito per mesi sostenendo che il Green Pass avrebbe permesso alle persone di stare più tranquille, trovandosi tra non contagiati e contagiosi. 

Timorosi, rancorosi, complottisti: questo impietoso giro di giostra ha soltanto alimentato i dubbi sulla efficacia del vaccino nonostante gli scienziati nel mare magnum di interviste, contro interviste e apparizioni televisive abbiano ricordato in diverse occasioni che il siero anti-Covid come accade per altri vaccini non protegge al cento per cento dal contagio ma dalla malattia severa e dalla morte.   

Obbligo vaccinale, legittimo. La narrazione del primato

L’obbligo vaccinale è legittimo. La Costituzione infatti consente di introdurlo per legge. Ciò comporta però una responsabilità dello Stato di tipo politico e giuridico. 

Si tratta della responsabilità di risarcimento del danno nei confronti dei cittadini in caso di reazioni avverse al vaccino. Lo ha spiegato il costituzionalista Sabino Cassese

“Le responsabilità di eventuali effetti avversi sono a carico dello Stato”

Il motivo per il quale non viene introdotto un obbligo vaccinale generalizzato dipende da almeno una ragione. Aumentando la platea delle persone da vaccinare, il rischio per lo Stato di incorrere in controversie con i cittadini è più alto. 

Nonostante i vaccini Pfizer, Moderna e AstraZeneca siano stati testati e la immunizzazione di massa non ha provocato una grave incidenza di effetti collaterali gravi o mortali. In base alla logica costi-benefici, infatti, i vaccini contro il Covid-19 sono considerati oramai più sicuri del virus, che uccide e allunga le fila dei malati cronici. Il bilancio dei morti a livello mondiale ha superato i 5 milioni. Maglie nere: UE e USA. 

Sull’obbligo vaccinale, a commettere l’ultima gaffe comunicativa è stato il ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, dichiarando che l’Italia era la prima in Europa ad avere imposto l’obbligo vaccinale. Falso.  

Brunetta ha omesso che negli altri Stati europei, Austria, Olanda e Germania, la discussione sull’obbligo vaccinale era iniziata mesi prima. Ad esempio, la Grecia è stato il primo Paese UE a introdurlo a partire dal 16 gennaio 2022 e comminando sanzioni contro chi rifiuta il vaccino.   

Non solo, perché oramai in quasi tutti i Paesi UE, il vaccino è obbligatorio per il personale sanitario – dove ci sono il maggior numero di contagiati – e alla fine anche l’Austria ha ceduto. Dopo un lungo lockdown per i non vaccinati, Vienna ha deciso di introdurre l’obbligo per i più giovani a partire dal 1° febbraio 2022. 

Così l’ultimo decreto-legge del governo giunge tardi. Il picco dei contagi, come dichiarato anche dall’Oms, è previsto tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio. Le restrizioni introdotte il 5 gennaio scorso, in particolare quelle per i lavoratori, che entreranno in vigore dal 15 febbraio 2022, alla fine è difficile che incideranno.    

Obbligo vaccinale, ci salverà?

Meglio il bastone o la carota? L’obbligo vaccinale per gli over 50 è stato imposto non solo perché incorrono in una malattia più severa rischiando di intasare i reparti ordinari e le terapie intensive ma anche perché sono lavoratori e lavoratrici. Per questa ragione più esposti al contagio.  

Scende l’età media di chi contrae il virus, mentre quella dei decessi resta circa 80 anni. Comunicando male dati e informazioni, la persuasione si è limitata agli spot pubblicitari in TV mentre il linguaggio è diventato sempre più polarizzato e iper-polarizzato con l’avanzare della pandemia. 

L’obbligo vaccinale è un ulteriore fattore divisivo. Con esso si esaltano i buoni e si marchiano i cattivi contro i quali il bastone viene utilizzato dal governo perché è stato costretto a farlo. Un pò tutti pretendono di sapere un pò tutto, grazie a Internet.  

Aumenta la diffidenza nei confronti dei media, troppo spesso non a torto “di parte”, perdendo in tutto o in parte credibilità mentre improbabili personaggi pubblici cavalcano le onde emotive collettive o strizzano l’occhio al “Sì Vax” o al “No Vax” di turno. 

Partiti e sindacati sono sempre più deboli. Confusa è l’opinione pubblica. Tutto questo fagocita la comunicazione, compresa quella affidata a Palazzo Chigi. Un giorno, infatti, il Presidente del Consiglio è primo attore. Il giorno dopo è solo una comparsa. 

L’obbligo vaccinale ci salverà? Oggi, la vera sfida del cittadino e delle Istituzioni sembra essere piuttosto riuscire a comprendere perché ci siamo arrivati. Peraltro, con tanto trambusto. 

L’auto è un costo! Ecco perché scegliere quelle usate!

Nel 2022, quando ormai il mondo sembra orientato sempre più all’ultimo modello di ogni cosa, dal computer al telefono, alla bicicletta, la possibilità di scegliere per i propri spostamenti non un top di gamma ma un’auto usata, sembra quasi inverosimile.

In realtà, proprio perché siamo nel 2022 e stiamo affrontando ogni giorno quelle che sono le conseguenze della crisi climatica e delle difficoltà economiche legate alla pandemia, dovremmo forse rivolgere la nostra attenzione verso cose che ci sono già e prolungare il più possibile la loro vita.

Si sta sempre più normalizzando il concetto, ad esempio, di “telefono ricondizionato“. Molte persone che desiderano un iPhone ma non possono permetterselo a causa delle cifre che per molti sono proibitive si rivolgono infatti al mercato dell’usato, facendo degli ottimi affari.

Funzionerà allo stesso modo anche per le automobili?

In quest’articolo cerchiamo di scoprire quali sono i motivi principali che dovrebbero motivare ed orientare il consumatore verso l’acquisto di un’auto usata e, di contro, vedremo anche per quali ragioni sarebbe meglio rivolgere la propria attenzione verso un’auto nuova.

Quali sono i vantaggi di scegliere auto usate?

Naturalmente il primo vantaggio di cui andremo a parlare è certamente quello di natura economica.

Con un budget più contenuto, infatti, la gamma di auto a disposizione per la propria scelta sarà certamente più varia qualora ci si rivolga alle auto usate, rispetto a quelle appena uscita dalla concessionaria.

Il motivo è semplice. Innanzitutto un’auto nuova, anche appena uscita dal concessionario, subisce immediatamente una svalutazione del prezzo di listino. Ci sono delle variabili da considerare nel calcolo della svalutazione, ma all’incirca si possono prendere come riferimento questi parametri, presentati da automobile.it.

Il 25% dopo un anno dall’immatricolazione, il 63% dopo quattro anni e il 71% dopo cinque anni.

La svalutazione, però, purtroppo non si ferma qui: bisogna infatti calcolare un’altra percentuale dettata dai chilometri percorsi.

Oltre alla svalutazione, ci sono altri vantaggi che hanno le auto usate che è buona cosa tenere in considerazione.

Meno costi di avviamento se si compra l’auto da un privato; garanzie per alcuni anni se la si compra da un concessionario.

Anche coloro che preferiscono le auto a chilometro zero, in realtà, stanno scegliendo auto usate.

Infatti esse non sono altro che auto nuove che però sono già state immatricolate dal concessionario. Sono state usate per fare prove su strada o dimostrazioni. Il vantaggio, però, è che sono sostanzialmente nuove, pur avendo fatto qualche chilometro. Il prezzo? Naturalmente più economico.

In ultima istanza, e cosa di cui tenere conto, i costi dell’assicurazione sono più bassi quando si ha a che fare con un’auto usata.

Un’ultima cosa? Avere un’auto usata, magari con qualche graffio, farà sentire il suo proprietario decisamente più tranquillo alla guida!

Quali sono i rischi di comprare macchine usate?

Ora veniamo ai rischi ed ai problemi in cui si può incorrere acquistando auto usate. Sono sostanzialmente due.

Del primo, abbiamo già parzialmente parlato nel precedente paragrafo: quando si sceglie auto usate la gamma di auto a disposizione può essere più vasta per un determinato prezzo ma, essendo le auto usate in vendita più scarse più scarsa sarà anche la possibilità di scelta. Ci si dovrà dunque accontentare di ciò che è stato scelto da qualcun altro, come colori, modelli e accessori.

L’altra problematica è riscontrabile nell’usura di un’automobile, specialmente quando si sceglie di acquistarla da un privato, anziché da un concessionario. Si può avere la fortuna di acquistare un mezzo che per tutta la durata del suo utilizzo non avrà alcun problema, oppure no, e dover andare dal meccanico già nel primo mese dall’acquisto.

Questo secondo problema è parzialmente risolto qualora si decida di acquistare il proprio mezzo usato da un rivenditore autorizzato, quindi da un concessionario.

Molto spesso le case automobilistiche mettono delle garanzie a copertura dei propri mezzi usati. Non si parla di periodi di tempo lunghissimi o chilometraggi infiniti.

La legge prevede infatti che il venditore debba obbligatoriamente offrire al compratore una garanzia di 24 mesi. Tale periodo può scendere a 12 mesi qualora vi sia un previo accordo tra le due parti. Ci sono però anche case automobilistiche che offrono garanzie per periodi più lunghi.

Il Centro Consumatori, comunque, segnala che nonostante le garanzie spesso siano estese per periodi più lunghi talvolta non danno luogo a quanto promesso.

Si evidenziano infatti problemi “legati soprattutto alla difficoltà di far valere la garanzia nel caso di difetti dopo l’acquisto” dell’auto.

Consuetudine pare anche quella dei concessionari di proporre, e rivolgersi in caso di necessità, ad una garanzia supplementare, nonostante la garanzia di 24 mesi sia obbligatoria per legge.

Per coloro che desiderano acquistare auto usate per un discorso ambientale, c’è infine un’ulteriore considerazione da fare.

C’è infatti da fare un’attenta valutazione tra l’inquinamento prodotto dalla costruzione di una macchina nuova che sarà però più sostenibile nel lungo periodo (in quest’articolo parliamo dei pro delle auto elettriche) e un’auto usata che seppure non necessita di essere ricostruita, verosimilmente ha bisogno di più assistenza e sicuramente ha un motore meno performante e meno sostenibile per l’ambiente sul lungo periodo.

Come comprare le auto usate?

Valutati i pro contro sull’acquisto di auto usate, la decisione è ormai presa. Come procedere a quel punto?

In quest’articolo abbiamo già capito che è possibile procedere in due modi differenti.

Infatti, è possibile scegliere di rivolgersi ad un privato oppure ad un concessionario. Normalmente si sceglie di rivolgersi al primo per motivi di prezzo. Un privato infatti proporrà un prezzo più basso rispetto alla quotazione di listino e solitamente ci sarà anche un po’ di margine nella trattativa.

Chi sceglie di acquistare una macchina usata in concessionaria, invece, solitamente lo fa per motivi di sicurezza. Per quanto abbiamo detto prima, chi acquista da un rivenditore, infatti, è tutelato da una garanzia della durata di almeno 2 anni.

Una volta stabilito il da farsi, sarà possibile procedere con i normali controlli in merito allo stato di salute dell’auto.

Ciò che infatti è necessario fare prima di decidere se l’acquisto valga o meno la pena è verificare che:

  • visivamente sia tutto in ordine;
  • a livello meccanico non ci sia niente che non vada (dunque è bene far fare i controlli da un professionista);
  • non ci siano pendenze tramite un controllo della visura (basta una verifica nel sito dell’ACI);
  • i documenti della macchina siano tutti presenti e tutti in regola).

Eventualmente, è possibile chiedere di fare una prova su strada per verificare che sia tutto come promesso.

Come procedere a quel punto?

La guida alla procedura per l’acquisto di auto usate

L’atto con cui si acquista un’auto usata è detto tecnicamente passaggio di proprietà. Come dice l’espressione stessa, serve ad attestare il cambio di proprietario del veicolo ed aggiornare tutti i documenti.

Ci si può rivolgere ad un centro della Motorizzazione Civile del territorio, al PRA (Pubblico Registro Automobilistico) oppure ad un’agenzia specializzata nel disbrigo delle pratiche auto.

Sarà necessario portare con sé: carta d’identità, codice fiscale ed una marca da bollo del valore di 16 euro.

Si compileranno alcuni moduli che verranno firmati da entrambi, il venditore ed il compratore, ed in pochi giorni la pratica sarà conclusa.

Fino a pochi mesi, a quel punto, una volta formalizzato anche il pagamento, il compratore riceveva il certificato di proprietà ed il libretto di circolazione. Ad oggi, però, non è più così.

Dal 1 Ottobre 2021, infatti, è entrato in vigore il DUC (Documento Unico di Circolazione e Proprietà). In un’ottica di maggiore trasparenza, specialmente nel mondo delle auto usate, il DUC è quel documento all’interno del quale sono riportati tutti i dati specifici del mezzo che si è acquistato.

Esso infatti contiene tutti i dati tecnici, i dati personali del proprietario, ed eventuali pendenze amministrative.

Il DUC, comunque, non è necessario per tutti quei veicoli che sono stati acquistati prima del 1 Ottobre 2021. Per essi continuerà ad essere valido il possesso di libretto di circolazione e certificato di proprietà.

Ci sono bonus per acquisto di auto nuove?

Un’ultima cosa che forse vale la pena valutare nel caso si sia in procinto di acquistare un’auto, che sia nuova oppure usata, è quella di valutare la convenienza di eventuali bonus presenti.

Fino all’anno scorso, infatti, in un’ottica di sensibilizzazione nei confronti dell’ambiente, era attivo un bonus che dava un sostanzioso contributo a coloro che decidevano di acquistare un’auto nuova, soprattutto se elettrica.

Questi incentivi, però, non sono stati purtroppo rinnovati anche per il 2022.

Prima della decisione finale, era stato Matteo Salvini a proporre l’istituzione di un fondo dal valore di 150 milioni di euro utilizzabile per favorire l’acquisto di auto nuove o usate e di ogni tipo di alimentazione. In realtà, come sappiamo, la proposta non ha avuto alcun seguito e nessun tipo di incentivo, nemmeno il sospirato Ecobonus, è stato prorogato o aggiunto in merito all’acquisto di auto, nuove o usate che fossero.

Per l’anno in corso è ormai chiaro che non vi sono incentivi disponibili che siano stati inclusi nella Legge di Bilancio. L’unica possibilità è quella di attendere un nuovo provvediamento nel corso del 2022.

Una scelta che peraltro ha destato lo stupore di molti. In un periodo in cui si vuole favorire il più possibile la transizione energetica e metodi di sviluppo più sostenibili, è assai curioso che l’Italia abbia negato il suo interesse a incentivare l’acquisto di auto meno impattanti a livello ambientale. Si tratta di uno dei pochi Stati in Europa ad aver deciso in tal mondo. Non resta che sperare che qualcosa cambi nel corso dell’anno.

PostePay evolution problemi: cosa fare se ti blocca il conto

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Stai utilizzando il servizio di Poste Italiane della carta postepay evolution? Il coto è fantastico vero? La carta prepagata ti permette di non toccare e portare con te i contatti. Ancor più strepitoso! Utilizzarla per pagare un semplice caffè è un’operazione stupenda!

Praticamente, con il conto postepay evolution puoi acquistare qualsiasi cosa in maniera veloce e sicura nei negozi fisici ed online. In modo semplicissimo, permette anche di pagare multe, fare bonifici o ricariche alla propria carta o al conto di un’altra persona.

Contiene una grande somma di contanti e nonostante la porti sempre con te non li usi tutti. La differenza con i soldi fisici è che puoi perdere la carta ma non il saldo che contiene. Metaforicamente parlando, puoi uscire di casa con una marea di soldi e non vederli. Bene!

Dopo queste analogie, parliamo dei vantaggi di tale conto postepay evolution. Ma prima, dobbiamo fare una precisazione importante: è possibile risolvere la situazione legata ai problemi riferiti alla postepay evolution? Cosa fare in caso di blocco del conto?

Nel caso in cui malauguratamente ti dovessi trovare in questa situazione: ho io la soluzione per te! Differentemente dalla carta PostePay standard, essa offre operazioni che nessun’altra carta prepagata dispone. Approfondiremo il tema del problema del blocco del conto PostePay e come risolvere!

In caso di blocco, furto o smarrimento, con l’applicazione postepay evolution è possibile risolvere subito tramite pochissimi click. Il blocco o la disattivazione della carta avviene dopo una serie di fattori. Per questo motivo oggi vediamo come sbloccare secondo i vari casi. 

Cosa dice Posteitaliane.it in proposito? Ecco:

Con l’IBAN accrediti stipendio o pensione direttamente sulla carta, disponi e ricevi bonifici. Domicilia le utenze e paghi bollettini. Paga contactless o online utilizzando il tuo dispositivo iOS o Android con Apple Pay o Google Pay.

Approfondisce benissimo il tema facile.it:

Il blocco PostePay si fa per tutelare l’utente per le eventuali spese sostenute da terzi con la carta dopo quel momento. In pratica, questa procedura fa in modo che il malintenzionato non possa più utilizzare la carta. Infatti, non appena informato dello smarrimento o del furto, l’istituto provvederà all’immediata disattivazione della prepagata per evitare ulteriori disagi.

Come fare in caso di problemi con postepay evolution? Cosa fare se ti blocca il conto? Ecco tutte le risposte che cerchi in questo articolo, insieme a che cos’è postepay evolution, come funziona, a cosa serve. Insieme a questi, alla fine scoprirai cosa fare nel caso in cui il conto postepay evolution è bloccato e per finire vedrai come sbloccare la carta postepay evolution.

Sei pronto? Tramite questa lettura potrai immergerti in nozioni importanti e alla fine saprai i passaggi e le operazioni da fare alla perfezione. Ti auguro una buona lettura!

postepay evolution

Cos’è postepay evolution

Lo strumento di moneta elettronica prepagato e ricaricabile per eccellenza esistente sul mercato è la postepay evolution. Munita di Iban, è messa a disposizione da PostePay, nonché da Poste Italiane: il comune e conosciuto ufficio postale.

Cos’è PostePay evolution? Una carta prepagata che si differenzia notevolmente dalle altre ricaricabili tradizionali. Perché? Essa presenta caratteristiche minime di un conto corrente bancario. Vantaggiosa? Assolutamente sì e per tanti aspetti!

La tale carta è evoluta e grazie a degli elementi è possibile fare una miriade di operazioni che con una classica carta prepagata è impossibile fare. Parliamo di accredito di stipendi o la pensione. Solo? C’è ben altro! Con la postepay evolution tutte le operazioni sono più semplici!

Grazie ad una semplice applicazione postepay è possibile controllare il saldo e la lista movimento direttamente da un dispositivo mobile. Inoltre, si possono pagare i bollettini con una foto, scambiare denaro con il servizio p2p, comprare biglietti di trasporto, pagare le soste sulle strisce blu, fare rifornimento di benzina e gestire gli addebiti diretti Sepa.

Non solo, più nello specifico: puoi anche fare le ricariche in specifici luoghi come il tabacchino. Librettodirisparmio.com la definisce in maniera semplice e chiara, in questo modo:

La Postepay Evolution è, come dice il nome stesso, l’evoluzione della carta di Poste Italiane. È stata pensata per chi avesse la necessità di avere qualcosa di più che una semplice carta prepagata. Infatti, la Evolution ha diverse caratteristiche in più rispetto alla carta Standard; infatti, associa in una sola prepagata le caratteristiche di un conto corrente oltre a quelle di una normale carta.

Tale carta postepay evolution può addirittura far ricevere domiciliazioni delle utenze. Inoltre, è possibile pagare con Apple pay o Google pay e pagare con il contactless ma anche online con il dispositivo Android o Apple. Semplicemente avvicinando il dispositivo vicino al pos oppure nei siti o nelle app che accettano il tasto app o Google pay.

Basta così? Puoi ancora prelevare in tutti gli atm postamat in maniera gratuita. Oltre a ciò, è possibile pagare online in tutto il mondo: si tratta di acquisti in sicurezza. L’affidabilità è una caratteristica predominante della carta postepay evolution. Infatti, si può operare in assoluta sicurezza sui canali digitali.

Come funziona postepay evolution

Di principale importanza il funzionamento della postepay evolution poiché si differenzia su tutti i fronti dalle altre carte prepagate. Come funziona? Acquisti in negozi fisici e virtuali, in Italia, all’estero, sono possibili, insieme al fatto che prelevare denaro si fa tramite una semplice operazioni agli sportelli atm postamat oppure quelli legati agli istituti finanziari come le altre banche.

La modalità contactless e il pagamento online sono disponibili. Inoltre, è possibile pagare senza inserire il pin nel caso in cui si sta effettuando una spesa minore o uguale a 25 euro. Con la carta postepay evolution puoi ricaricare un’altra postepay in un click.

In più, si possono fare ricariche al cellulare, postagiro, pagare bollettini, multe, il modulo f24, il bollo auto e tante altre operazioni. Come è possibile farlo? Nell’ufficio postale o navigando online.

A cosa serve la postepay evolution?

Chi utilizza la postepay evolution conosce tutti i vantaggi legati a questa semplice ma funzionale carta prepagata molto simile ai conti bancari poiché possiede, come abbiamo detto, il codice Iban. Essa funziona come una normale carta ed è accreditata presso il circuito MasterCard: molto comune.

La carta postepay evolution permette di pagare tranquillamente e completamente in maniera sicura gli acquisti. Fare bonifici è un attimo e pagare qualsiasi cosa in tutto il mondo non sarà mai un problema! Notevole è l’app associata che permette di avere un’area personale e una dashboard panoramica chiara.

In ugual modo è il sito internet riferito a postepay evolution. A cosa serve? Pagare qualsiasi tipo di cose, da acquisti alle multe. Serve a contenere il tuo saldo reale, ossia, i tuoi soldi in una carta accreditata da Poste Italiane: la più sicura.

Il conto postepay evolution è bloccato? Ecco cosa fare!

La soluzione da fare quando ti bloccato il conto poste pay evolution è sicuramente chiamare il servizio clienti. In casi di furto o smarrimento, o di blocco, il servizio clienti è attivo 24 ore su 24. Dopo aver chiamato tale assistenza e aver spiegato tutto, la carta sarò bloccata immediatamente grazie alla procedura telefonica in cui sono stati forniti i codici richiesti dagli operatori dell’assistenza clienti.

La seconda cosa da fare subito è quello di controllare se sono state effettuate delle operazioni illecite. In questo contesto si deve accedere all’account personale online e visualizzare la lista movimento e quindi procedere con la verifica dettagliata. Nel caso in cui si notano pagamenti non autorizzati da voi stessi ma fatto da terzi, è necessario stampare, salvare o fare lo screen de dettagli della lista.

A questo punto, è bene andare a fare la denuncia in caserma dalle autorità competenti. In questo caso è bene ricordare di fornire e comunicare il numero della carta postepay evolution e il codice di blocco con la lista non effettuata dal possessore o titolare. È il caso di dare un consiglio: non tenere mai la postepay evolution in luoghi incustoditi e nemmeno i dati relativi ad essa nello stesso luogo.

Altrimenti i dati e i codici di sicurezza possono essere utilizzati in maniera facile da utenti terzi. Non dimenticare nemmeno di riporle online: è lo sbaglio di tutti! Successivamente all’avvenuta denuncia è il momento di fare un altro passo. Con la copia della denuncia si deve passare dall’ufficio postale per confermare la richiesta relativa alla carta postepay evolution.

Con i dati appositi e la carta d’identità, insieme alla tessera sanitaria del titolare della postepay evolution è possibile procedere con la conferma. C’è da preoccuparsi per il saldo? Non bisogna temere perché con questo procedimento nessuno può accedere alla somma di denaro che si possiede nella propria carta postepay evolution.

Come sbloccare il conto Postepay evolution

In successione all’avvenimento ed evento del blocco del conto postepay evolution, alcuni procedimenti permettono di sbloccare la carta postepay evolution e ricevere indietro la situazione come prima, in maniera ripristinata. Non è un evento raro, infatti succede ad un sacco di persone: blocco, smarrimento o furto. Il credito si recupera e la carta viene sostituita da una nuova fornita in modalità diretta da Poste Italiane.

Prima di fare tutte le operazioni, è meglio controllare se la situazione si risolve da sola o se riesci a ritrovare la carta magari persa a casa. A volte succede che dopo un po’ di tempo viene ritrovata nonostante aver risolto prima. Come richiedere una nuova carta postepay evolution con gli stessi dati?

Con documento di riconoscimento, dopo aver fatto la denuncia si va incontro all’ufficio postale che con un tempo prestabilito farà arrivare direttamente alla residenza della persona interessata la nuova carta postepay evolution con gli stessi dati.

Stipendi PA: tutte le novità della legge di bilancio 2022!

Negli ultimi mesi uno degli argomenti più discussi è stata sicuramente la nuova legge di bilancio 2022, all’interno delle innumerevoli proposte presentate dal governo troviamo anche delle modifiche che riguardano i dipendenti della pubblica amministrazione

Infatti, all’interno della nuova legge di bilancio si parla proprio degli stipendi di una particolare categoria di dipendenti della pubblica amministrazione, i dirigenti.

Questa particolare misura presente all’interno della legge di bilancio 2022 riguarda proprio gli stipendi dei dirigenti della pubblica amministrazione, e la notizia non ha causato poco dibattito; la manovra è stata prima proposta e poi cancellata e poi riproposta nuovamente dal Senato

Ormai i tempi stringono ed è praticamente certo che nel corso del prossimo anno ci saranno degli aumenti agli stipendi per tutti i dirigenti che lavorano nella pubblica amministrazione, vediamo insieme nel corso dell’articolo quali sono i nuovi tetti limiti e cosa cambierà realmente nel 2022. 

Stipendi PA: cosa cambierà con la nuova legge di Bilancio?   

Dopo che ne abbiamo parlato per innumerevoli mesi e se n’è discusso su tantissimi canali differenti la legge di bilancio 2022 è stata ufficialmente approvata, il 23 dicembre dal Senato e successivamente il 31 dicembre è stata approvata dalla camera.

Le novità presentate all’interno della legge di bilancio 2022 sono veramente innumerevoli, in primis si è parlato molto dell’introduzione dell’assegno unico universale, di diverse agevolazioni per tutte le persone disabili ed anche dell’argomento principale dell’articolo di oggi: laumento di stipendio per i dirigenti della pubblica amministrazione.

Non è la prima volta che si decide di introdurre un aumento per le buste paga dei dirigenti della pubblica amministrazione; infatti, è un testo già presente nella bozza della legge di Bilancio, nello specifico l’articolo 153 comma 4, che è stato successivamente eliminato a seguito delle innumerevoli polemiche che l’hanno accompagnato. 

Per poterlo però introdurre ugualmente all’interno della legge di bilancio 2022 poco prima della data dell’approvazione da parte del Senato, è stato reintrodotto all’interno del documento con la dicitura di comma 68. 

Stipendi PA: per chi aumenteranno gli stipendi?  

Come primo punto vogliamo specificare che sono stati stanziati tre miliardi di euro fino al 2024 per finanziare tutta la manovra, questo fondo non servirà solo per gli aumenti di stipendi ma anche per incentivare nuove assunzioni a tempo indeterminato all’interno della pubblica amministrazione.

Sappiamo anche che con la riforma Irpef ci saranno tantissime persone che vedranno dei benefici all’interno della loro busta paga, in quanto riceveranno sia aumenti che arretrati degli anni precedenti.

Vi è una categoria che beneficerà di aumenti ancora più cospicui, stiamo parlando proprio dei dirigenti ai vertici della pubblica amministrazione, persone che operano all’interno dei vari ministeri magistrature o autorità indipendenti. 

Questi aumenti sono stati accolti con molto entusiasmo soprattutto dal presidente della pubblica amministrazione, il ministro Renato Brunetta, il quale ha dichiarato:

“Questa manovra economica ci fa guardare al futuro con fiducia anche grazie al fattore PA, la vera spinta del piano nazionale di ripresa e resilienza.”  

Per quanto riguarda il settore scolastico sono state stanziate delle risorse specifiche; infatti, la manovra che comprende i tre miliardi di euro investiti all’interno della pubblica amministrazione suddivide questi fondi in diversi ambiti i settori economici. 

Stiamo parlando come abbiamo già accennato precedentemente di nuove assunzioni con contratto a tempo indeterminato, delle cosiddette “vacanze contrattuali”, fino al finanziamento per nuovi ordinamenti professionali.

Assieme a tutte queste novità troviamo appunto gli aumenti agli stipendi dei dirigenti, vedremo nel corso del prossimo paragrafo a quanto ammontano gli aumenti e a quanto è stato alzato il tetto limite per poterli ottenere.   

Stipendi PA: quanto si alzerà il tetto?  

La vera novità di questa manovra sta proprio nel cambio del tetto e limite degli stipendi dei dirigenti ai vertici della pubblica amministrazione.

Infatti, prima dell’introduzione di queste modifiche all’interno della legge di bilancio 2022 il tetto limite per gli stipendi dei dirigenti era pari a 240.000 €, dopo queste modifiche non vi sarà più un tetto limite infatti tutti gli stipendi dei dirigenti potranno ricevere dei rialzi annuali se previsti, senza alcun tipo di limite.

Sarà un compito di Istat quello di calcolare a quanto ammonteranno gli stipendi finali di tutti i dirigenti e a quanto sarà realmente lo spostamento del tetto massimo.

Quello che possiamo supporre ad oggi è che coloro che riceveranno sicuramente un aumento saranno tutti dirigenti ai vertici della pubblica amministrazione che già oggi percepiscono uno stipendio che si aggira attorno alla cifra limite. 

Saranno invece esclusi dagli adeguamenti previsti tutti i dirigenti di prima fascia quindi coloro che hanno uno stipendio inferiore allo scorso tetto limite.

Non sappiamo ancora di preciso a quanto ammonteranno gli aumenti degli stipendi dei dirigenti agli alti livelli, quello che è certo è che non avendo più un tetto limite massimo per il proprio stipendio, potranno ricevere bonus ed agevolazioni esattamente come tutti gli altri dipendenti pubblici.        

Come abbiamo visto gli aumenti percentuali saranno decisi da Istat secondo i vari adeguamenti annuali, sappiamo che è stato già rinnovato il contratto nella pubblica amministrazione per gli anni 2019, 2020 e 2021, sappiamo anche che in questo triennio è stato previsto un aumento del 3,78% su tutti gli stipendi nella pubblica amministrazione, portando così il nuovo tetto limite a 249.000 €.                                      

Stipendi PA: previste anche nuove assunzioni!                     

All’interno di questa manovra presente nella legge di bilancio 2022 sono stati stanziati all’incirca 935 milioni di euro per creare un fondo che serva ad incentivare l’assunzione di nuovo personale con contratto a tempo indeterminato.

Questo fondo è stato strutturato per essere speso nel periodo che va dal 2022 al 2026, e servirà appunto per assumere nuovo personale; sempre nella stessa sezione troviamo anche 470 milioni di euro che sono stati stanziati per fornire un aumento a tutte le buste paga dei sindaci e gli amministratori locali. 

Per entrare nello specifico analizziamo il documento della legge di bilancio 2022, dove all’interno del comma 607 viene regolamentato il fondo per le nuove assunzioni, ricordiamo che questo fondo non è l’unico che è stato stanziato per poter assumere nuovo personale, si va ad aggiungere agli altri incentivi già presenti, e si struttura dal 2022 al 2026 con un budget sempre crescente.

Parlando invece degli aumenti all’indennità gli amministratori locali e sindaci, dobbiamo consultare i commi 583 a 587, dove vengono descritti questi aumenti che verranno incrementati nel corso dell’anno 2024 fino a raggiungere una soglia dell’indennità per sindaci e amministratori locali pari a quella che viene fornita ai presidenti delle regioni.

Questa decisione è stata presa in quanto nel corso degli ultimi anni le responsabilità e le mansioni che sono state date a queste due categorie di dipendenti nella pubblica amministrazione sono aumentate notevolmente.

Abbiamo anche un’altra parte interessante di questa manovra, descritta all’interno dei commi che vanno dal 609 al 611, stiamo parlando proprio della cosiddetta “vacanza contrattuale”, che consiste nel periodo che intercorre tra una scadenza di un CCNL e di successivo rinnovo, copre appunto dei vuoti contrattuali.

Per la “vacanza contrattuale” all’interno della manovra sono stati stanziati un complessivo di 810 milioni di euro, per l’arco temporale che va dal 2022 al 2024.

Sono previsti anche degli investimenti per tutto quello che riguarda il reparto previdenziale dei dipendenti appartenenti all’esercito ai vigili del fuoco e alle forze dell’ordine per gli anni 2022,2023 e 2024; è stato creato anche un fondo apposito per tutto il personale dei vigili del fuoco, dove è stata ricalcolata la quota retributiva. 

Per finire sono stati istituiti anche dei fondi per la formazione di tutti i dipendenti della pubblica amministrazione, ed una parte del bilancio verrà indirizzata anche al Coni per creare nuovi posti di lavoro nel settore dello sport, che come sappiamo è stato gravemente colpito dalla crisi dovuta alla pandemia.         

Stipendi PA: quando potremo vedere i cambiamenti?

Gli effetti di questa manovra non saranno ovviamente immediati, dal punto di vista economico per il paese, ci potranno essere però degli effetti sulle buste paga già nel 2022 per tutti i dipendenti che stanno aspettando un rinnovo, e sicuramente vedremo già nel corso di quest’anno gli effetti rispetto alle nuove assunzioni.

Per quanto riguarda invece gli incrementi degli stipendi dei dirigenti alle alte sfere della pubblica amministrazione, ci vorrà sicuramente più tempo, e prevedibile che potranno vedere i primi aumenti nel corso dell’anno 2023.

Le decisioni prese nel corso di questa manovra non sono state però assenti da innumerevoli critiche; infatti, se si vanno ad analizzare tutte le decisioni prese ci si rende conto che ci sono dei fattori piuttosto negativi all’interno delle novità proposte.

Basta pensare, per esempio, a tutti gli anni di stipendi arretrati che dovranno essere rimborsati a tutti i dipendenti nella pubblica amministrazione che rientrano nelle indennità da vacanza contrattuale, e calcolando che In Italia sono 3,2 milioni lavoratori nella pubblica amministrazione, bisognerà effettuare innumerevoli calcoli che porteranno via altrettanto tempo e lavoro.

Non è l’unica critica che è stata fatta, si è parlato molto anche delle nuove assunzioni a tempo indeterminato, in quanto a causa dell’emergenza sanitaria e dei vari blocchi che sono stati posti nei confronti dei contratti di lavoro, le uniche offerte che vengono fatte ai vari dipendenti sono di contratti precari e comunque con una durata determinata; a questo problema si aggiunge anche il blocco dei licenziamenti e quindi l’impossibilità di iniziare un vero e proprio cambio generazionale.

Speriamo ovviamente che questi piccoli intoppi non rallenti no le innovazioni che vogliono essere attuate nel corso dei prossimi anni, soprattutto per fornire a tutti gli italiani un sistema di amministrazione pubblica efficiente e che punti sulla digitalizzazione del lavoro.

Carta acquisti INPS: ricarica, nuovi importi e domanda 2022

Carta acquisti INPS da 40 euro al mese: anche per tutto il 2022 sarà possibile richiedere il bonus in carta di credito prepagata, destinato a determinate categorie di cittadini a basso reddito.

Cambiano però i requisiti per farne richiesta, in particolare, come ogni anno a gennaio aumentano i limiti ISEE, adeguati al nuovo tasso aggiornato di inflazione ISTAT.

Ecco quindi tutte le informazioni necessarie per poter procedere con un nuova domanda, e le novità per i vecchi titolari che attendono la ricarica delle prossime due mensilità.

INPS Carta Acquisti: come funziona

La social card o carta acquisti è erogata dall’INPS, e consiste in un bonus di 40 euro mensili accreditati direttamente su una carta di credito ricaricabile emessa da poste italiane, con pagamento ogni due mesi.

In pratica ad ogni ricarica l’INPS erogherà 80 euro, che potranno essere utilizzati fino al successivo pagamento.

Per quanto riguarda le spese ammesse, esiste un regolamento, come da legge, che permette agli utilizzatori di pagare con la card gli acquisti per i beni di prima necessità. Importante da ricordare che a differenza ad esempio di altri bonus come il reddito di cittadinanza, il cui limite di spesa è molto più ampio per quanto riguarda i beni che è possibile acquistare, per la social card si applicano limiti molto più ristretti.

L’importo erogato disponibile può infatti essere utilizzato solo ed esclusivamente per effettuare spese in determinate categorie di negozi come supermercati, sanitarie e farmacie, ma limitatamente per alcuni prodotti quali: beni alimentari di prima necessità, articoli ed alimenti per la prima infanzia, prodotti per l’igiene della casa e della persona.

Inoltre, si può utilizzare per pagare le bollette e le fatture di fornitura energia elettrica, del gas e del servizio idrico intestati ad uno dei componenti del nucleo familiare al quale è stata assegnata la social card.

La lista di tutti gli articoli acquistabili è consultabile sul sito del ministero. In molti dei negozi abilitati, che abbiano aderito alla convenzione ministeriale è possibile ricevere anche un un ulteriore sconto pagando con la card. Per conoscere l’elenco degli esercizi commerciali e gli enti convenzionati che accettano il pagamento con la carta acquisti si consiglia di leggere la lista ufficiale.

Come per la carta reddito di cittadinanza, la carta acquisti INPS è emessa e gestita da poste italiane, consiste in una carta di credito simile alla postepay ricaricabile solo da parte dell’INPS che ad ogni pagamento autorizza la transazione e dà disposizione all’ente postale di accreditare i soldi. Anche per questa carta di credito è vietato l’utilizzo online e per le transazioni diverse da quelle previste nelle finalità elencate per legge.

Inoltre, a differenza della card RdC, non può mai essere utilizzata per il prelievo presso gli sportelli automatici bancomat o postamat, e non può in alcun caso dare diritto a ricevere denaro contante.

Possono fare richiesta della carta acquisti le famiglie ed i soggetti a basso reddito, non solo con limiti ISEE, ma con altri determinati requisiti anagrafici. In particolare le famiglie nelle quali è presente almeno un minore di 3 anni a carico, e i cittadini che hanno già compiuto 65 anni. Vediamo nel dettaglio tutti i requisiti e limiti ISEE 2022.

Carta acquisti INPS: a chi spetta? I requisiti 2022

Per il 2022, la conferma o la prima richiesta per la carta acquisti, come accade per il rinnovo di tutti gli altri bonus INPS, è subordinata alla presentazione dell’ISEE aggiornato, che sia ordinario o corrente. I requisiti per fare domanda della carta acquisti sono: avere un componente nel nucleo familiare di età minore di tre anni, in questo caso la domanda può essere fatta già alla nascita del bambino e per i successivi 3 anni. Per quanto riguarda invece quella destinata ai cittadini con più di 65 anni di età, basterà presentare l’ISEE aggiornato.

Cambiano per il 2022 i limiti di reddito ed il massimo previsto di entrate economiche per la domanda della social card. In base alla rivalutazione istat degli indici dell’inflazione e del costo della vita.

Quindi: per i nuclei familiari che abbiano almeno un figlio da 0 a tre anni a carico il limite massimo dell’indicatore ISEE è di 7.120,39 euro. Per i cittadini di età superiore ai 65 anni, il requisito è indicatore ISEE minore o pari al massimo a 7.120,39 euro e la stessa cifra dovrà essere considerata per il limite del reddito complessivamente percepito annualmente.

Per chi ha invece già compiuto i 70 anni resta il massimo ISEE a 7.120,39 euro ma si alza la soglia del reddito familiare e delle entrate percepite complessive che può invece essere minore o uguale al massimo a 9.493,86 euro.

Per tutti, come stabilito dal regolamento è necessario non essere proprietari di più di un immobile, di più di un autoveicolo e di non superare un valore del patrimonio mobiliare di 15.000 euro.

Per quanto riguarda i requisiti di cittadinanza e residenza, possono fare domanda tutti i cittadini italiani e non solo. Ricordiamo che dal 2014, è possibile avere la social card INPS anche per i soggetti extracomunitari o stranieri ed i loro familiari, che abbiano la residenza in uno tra gli stati membri dell’Unione Europea o il permesso di soggiorno comunitario. Ecco cosa fare per inoltrare correttamente la richiesta della carta acquisti INPS.

Come fare domanda per la carta acquisti INPS

Per fare domanda della carta acquisti social card INPS occorre assicurarsi di essere in possesso di tutti i requisiti elencati, poi si potrà procedere con la compilazione del modulo che ricordiamo è sempre disponibile presso gli sportelli postali ma può essere scaricato anche online tramite INPS in formato Pdf editabile e stampabile a questo link per gli over 65 anni e a questo indirizzo per i genitori o affidatari dei minori da 0 a 3 anni.

Una volta presentato il modulo compilato con tutte le autodichiarazioni nelle quali si attesta di possedere i requisiti per l’ottenimento della carta, sarà direttamente l’ufficio postale ad inoltrare la domanda all’ente previdenziale INPS.

Le tempistiche per l’istruttoria e le risposte sono in media di 30 giorni, ma possono anche prolungarsi per lo svolgimento di tutti i controlli sui dati.

Una volta fatta la domanda correttamente e ricevuto il numero di protocollo inps si può andare a controllare, come per tutte le altre pratiche, lavorazione ed esito direttamente nel fascicolo previdenziale, per chi abbia accesso al portale INPS con le credenziali SPID.

In alternativa si dovrà attendere una comunicazione scritta inviata con posta ordinaria. Quando la card sarà disponibile per il ritiro ci si deve recare in posta con un documento di riconoscimento ed il numero o la lettera che indica l’accettazione della richiesta.

La card verrà consegnata al titolare già con la disponibilità accreditata per un importo di 80 euro.

Poi verrà successivamente ricaricata ogni due mesi della stessa cifra cioè 40 euro mensili. L’importo eventualmente rimasto nella carta acquisti è cumulabile con il saldo residuo precedente ed utilizzabile per le operazioni e gli acquisti dei beni previsti dalla legge.

A differenza del reddito di cittadinanza infatti, la legge non impone ai titolari di social card di spendere tutti i soldi disponibili entro un mese.

Carta acquisti INPS : quando arriva la ricarica di gennaio?

Per coloro che sono già in possesso della carta acquisti, ed attendono il pagamento del bimestre gennaio febbraio, ricordiamo che è necessario l’aggiornamento ISEE 2022.

Per questo motivo a gennaio i pagamenti e le ricariche stanno tardando ad arrivare. Quindi una volta che si è ricevuta l’attestazione aggiornata ordinaria o corrente, se ancora sussistono i requisiti per il diritto alla social card, INPS procederà con i pagamenti e le disposizioni a poste per la ricarica.

Questo perchè i mesi di riferimento per l’erogazione della somma riguardano non solo gennaio ma anche febbraio. INPS quindi attende l’isee aggiornato prima di processare il pagamento delle prime due mensilità 2022.

Per le date di pagamento dunque, presumibilmente chi aggiorna entro il 31 gennaio potrà vedere l’accredito già a partire dal giorno 5 febbraio, o attendere di più in base ai tempi di controllo dei nuovi redditi familiari ISEE. Mentre chi ha già rinnovato i redditi potrebbe anche ricevere l’accredito della ricarica prima della fine di gennaio, entro il 31.

In ogni caso per controllare il saldo, i movimenti aggiornati e per altre informazioni o risoluzione di problemi relativi alla carta acquisti, i titolari possono continuare ad utilizzare i servizi online e offline ufficiali. E cioè il call center INPS al numero 803 164, il numero verde poste italiane con voce registrata per saldo e movimenti al numero 800130640

Chi sceglie la modalità telefonica potrà registrare e memorizzare il proprio numero di cellulare, per ricevere tutte le comunicazioni relative alla ricarica.

Attivando questa funzionalità infatti, ad ogni accredito arriverà un messaggio sms che conferma il pagamento dei due mesi di social card, e nella comunicazione verrà indicato anche il saldo residuo della carta.

In alternativa si possono tenere sotto controllo tutti i movimenti in tempo reale, previa registrazione sul sito di poste.it o inserendo la carta in un ATM postamat e digitando il pin.

Carta acquisti INPS e reddito di cittadinanza: sono compatibili?

Molti tra i beneficiari del reddito di cittadinanza con ISEE basso e presenza di minori di tre anni o titolari della pensione di cittadinanza con età superiore ai 65 anni, possiedono i requisiti per fare anche la domanda per avere la carta acquisti INPS.

Per chi si chiede se è possibile contemporaneamente fare richiesta anche per avere la social card la risposta è affermativa. I due sussidi sono perfettamente compatibili, anche perchè vengono erogati sostanzialmente con le stesse finalità ma in modalità e con regolamenti differenti.

Certamente è possibile ricevere ed utilizzare contemporaneamente le due carte e le rispettive ricariche mensili. Tuttavia bisogna ricordare, che per effetto della legge sul reddito di cittadinanza, l’importo aggiuntivo della carta acquisti verrà scalato mensilmente o decurtato a conguaglio finale dal totale delle ricariche RDC. Dunque i due sussidi sono compatibili ma non completamente cumulabili tra loro.

Reddito di Cittadinanza cancellato hai tempo fino al 31!

Reddito di Cittadinanza, il sussidio è stato confermato anche per il 2022.

Ma attenzione, se non presenti l’ISEE 2022 il sussidio verrà sospeso, hai tempo fino al 31 gennaio!

Molte le novità, le nuove regole, cambiano il RdC rispetto a come lo abbiamo imparato a conoscere nell’anno appena trascorso.

Regole più stringenti, sia per quanto riguarda i controlli rivolti ai “furbetti del reddito” ovvero quelle centinaia di persone che per mesi ed in diversi casi anni hanno percepito l’assegno senza averne il diritto, sia per quanto riguarda le politiche sul lavoro.

E’ stato confermato il dècalage che vede la riduzione di 5 euro al mese per coloro che rifiuteranno al prima proposta di lavoro ritenuta congrua, mentre con il secondo rifiuto scatterà la sospensione del sussidio.

Tra i “furbetti del reddito” oltre che a persone in possesso di ville o auto di lusso e residenti in paesi esteri compaiono anche condannati con sentenza risalente ad un periodo inferiore ai dieci anni.

Proprio al fine di evitare questo “fenomeno” aumentano i controlli anche attraverso l’incrocio di dati a disposizione di Inps, Ministero del Lavoro e Ministero di Giustizia.

Per quanto riguarda i pagamenti invece, quello di gennaio sarà l’ultimo relativo alla DSU del 2021.

Attenzione quindi a presentare in tempo l’ISEE 2022 entro il 31 gennaio se non vorrete incorrere in spiacevoli sorprese e vedere la vostra scheda destinata al Reddito di Cittadinanza vuota, senza accredito!

Facciamo un quadro dunque sulle date e su come avverranno i pagamenti del RdC calcolando che il calendario è pressochè simile a quello del 2021 con la differenziazione tra chi si troverà a riceverlo per la prima volta e chi invece ha già percepito la prima mensilità.

Per chi fosse interessato al tema di seguito un video pubblicato dalla redazione RDC Channel in cui vengono spiegate le principali novità che caratterizzano il RdC nel 2022.

Reddito di Cittadinanza gennaio 2022: le date dei pagamenti

Il pagamento del Reddito di Cittadinanza viaggia su un doppio binario, due le date da segnare in calendario per chi sta aspettando l’accredito.

Alcuni beneficiari potranno ricevere la ricarica proprio nella giornata di oggi, lunedì 17 gennaio appartengono a questa categoria tutti coloro che avranno inoltrato la domanda all’INPS nel mese di dicembre 2021 e destinati a ricevere la prima mensilità.

Di solito la data è sempre quella del 15 che però nel caso di gennaio si è trattato di un sabato ecco spiegato il ritardo di due giorni. 

Per tutti gli altri che invece il pagamento del Reddito di Cittadinanza avverrà a partire dal 27 del mese di gennaio.

Tutti coloro che avranno già presentato la domanda entro gennaio, tendendo presenta che si potrà fare solo presentando il nuovo ISEE 2022, la data da segnare è quella del 15 febbraio prossimo.

Stesse regole e date anche per la Pensione di Cittadinanza o PdC che non è nient’altro che il medesimo sussidio destinato al beneficiario che ne soddisfa i requisiti con età superiore a 67 anni. 

Quando si rischia di perdere l’assegno

Come riportato nel paragrafo introduttivo tutti coloro che vorranno continuare a ricevere il Reddito di Cittadinanza a partire dal prossimo febbraio dovranno presentare entro la fine del mese di gennaio un nuovo DSU con l’ISEE 2022. 

Questo ovviamente vale anche per coloro che si trovano a richiedere il sussidio per la prima volta.

In caso della mancata presentazione dell’ISSE, il Reddito di Cittadinanza smetterà di essere erogato.

Non si perderà il diritto, ma i pagamenti rimarranno in sospeso fino a quando non verrà presentato il DSU.

I pagamenti dunque riprenderanno a partire dal mese solare successivo alla presentazione della Dichiarazione sostitutiva unica. 

Da segnalare quindi che non sarà previsto il pagamento delle mensilità arretrate

Come fare per verificare se la card è stata ricaricata

Per verificare l’avvenuto accredito del reddito di Cittadinanza sulla carta di credito apposita rilasciata da Poste Italiane, il beneficiario ha tre possibilità:

  • contattare telefonicamente Il Numero Verde per l’assistenza 800 666 888;
  • controllare tramite gli sportelli Postamat abilitati, dai quali è possibile anche ritirare una parte in contanti del RdC accreditato (100 euro al mese. 250 euro mensili per chi ha una famiglia di almeno quattro persone); 
  • entrare sul sito redditodicittadinanza.gov.it dopo essersi autenticato con lo Spid o con la Carta di Identità elettronica 3.0.

Reddito di cittadinanza: un sussidio per il reinserimento in società 

Il Reddito di Cittadinanza è un sussidio introdotto dal Decreto del 2019, cavallo di battaglia del Movimento 5 stelle.

La misura è stata approvata per contrastare la povertà attraverso una doppia azione:

  • l’erogazione di un sussidio mensile fino a 780 euro al mese nel caso di una singola persona e poi fino a 1.330 euro al mese per una famiglia;
  • ed attraverso la condivisione di proposte congrue di lavoro con l’obbiettivo di reinserire il beneficiario dell’assegno nel mondo del lavoro.

Obiettivi che sono stati raggiunti a metà, se è stato utile per tenere molti cittadini al di fuori dalla soglia di povertà sul fronte reinserimento nel mondo del lavoro è stato un vero e proprio fallimento.

Reddito di cittadinanza gennaio 2022: i requisiti per poterlo ottenere

Passiamo ora a riepilogar tutti requisiti affinchè si possa continuare a riceve o per richiedere il Reddito di Cittadinanza anche nel 2022.

Partiamo dai requisiti previsti per quanto riguarda l’identità del beneficiario che dovrà necessariamente essere residente in Italia da almeno 10 anni di cui 2 in modo continuativo, inoltre potrà essere richiesto anche da:

  • cittadino italiano o europeo, o un suo familiare che sia titolare del diritto di soggiorno anche permanente, o che provenga da un Paese che abbia sottoscritto convenzioni bilaterali di sicurezza sociale o cittadino di altri Paesi che sia in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo.

Ci sono inoltre anche requisiti di tipo economico e patrimoniale che dovranno essere soddisfatti al fine di ottenere il Reddito di Cittadinanza ovvero:

  • una soglia ISEE di massimo 9.360 euro, oltre il quale non si avrà diritto al RdC;
  • un patrimonio immobiliare ad eccezione della prima casa, inferiore ai 30.000 (compresi immobili di proprietà all’estero);
  • un patrimonio mobiliare non superiore a 6.000 euro (nucleo con un singolo componente) che sale ad 8.000 euro nel caso di due componenti ed a 10.000 per nuclei da 3 componenti in su, la soglia subirà un ulteriore innalzamento nel caso in cui ci siano componenti disabili; 
  • reddito familiare che non dovrà superare la soglia annua secondo il calcolo specifico che tiene conto della scala di equivalenza;
  • non si dovrà essere in possesso di automobili e motocicli nuovi o di alta cilidrata.

Chi non ha diritto al Reddito di Cittadinanza?

Passiamo ora a vedere quali sono quei valori e soglie rispetto a quanto elencato nel paragrafo precedente che se superati non daranno diritto a ricevere il Reddito di Cittadinanza.

Cominciamo dai beni durevoli.

  • Non è consentito il possesso di alcun tipo di imbarcazioni.

Per quanto riguarda i veicoli l’RdC non verrà erogato a chi avrà acquistato nei sei mesi precedenti alla domanda autoveicoli con cilindrata superiore a 1.600 cc o motoveicoli con cilindrata superiore a 250 cc immatricolati nei due anni antecedenti, esclusi i veicoli per persone disabili.

Il sussidio infine non verrà assegnato nel caso di :

  • persone condannate o detenute in carcere oltre che a soggetti ricoverati in istituti di cura di lunga degenza o altre strutture residenziali a carico dello Stato o altra PA;
  • disoccupati che hanno deciso di rompere volontariamente il proprio contratto di lavoro.

Prysmian risale dopo ultime novità. La view dei broker

Avvio di settimana positivo per Prysmian che, dopo il calo di venerdì scorso, quando aveva ceduto circa due punti percentuali, ha ripreso la via dei guadagni ieri.

Pysmian recupera dopo due sedute in calo

Il titolo ha archiviato la giornata a 33,52 euro, con un rialo dello 0,69% e oltre 450mila azioni trattate, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 650mila.   

Prysmian: acquisito nuovo progetto in cavo sottomarino

Pr’ysmian ha sottoscritto una “Limited Notice to Proceed (LNTP)” per la fornitura di cavi energia nel contesto di un importante progetto in cavo sottomarino ad alta tensione in corrente continua (HVDC) in Medio Oriente, del valore di circa 220 milioni di euro.

La LNTP è stata assegnata a Prysmian da Samsung C&T nell’ambito del suo consorzio EPC con Jan De Nul Group.

Il nuovo collegamento, parte del sistema di trasmissione HVDC strategico per il ‘Lightning Project’ di ADNOC (Abu Dhabi National Oil Company) e TAQA (Abu Dhabi National Energy Company PJSC), permetterà la trasmissione di grandi quantità di energia tra la stazione di conversione di Al Mirfa, nell’entroterra di Abu Dhabi, e quella sull’isola offshore di Al Ghallan.

Il progetto comprende sia un percorso sottomarino di 124 km di cavi sottomarini HVDC e una tratta sulla terraferma di 3,5 km di cavi terrestri HVDC.

Il collaudo del progetto è previsto nel 2025: nell’ambito della LNTP, Prysmian eseguirà i lavori ingegneristici, si assicurerà la capacità produttiva e procederà con la realizzazione di una parte dei cavi HVDC prima dell’assegnazione completa della commessa, il ‘Full Contract Award’ e della ‘Notice to Proceed (NTP)’, previsti per il terzo trimestre 2022 e che rimarranno condizionati alla ricezione da parte di Samsung C&T della relativa NTP nell’ambito del Contratto EPC principale.

Prysmian: Equita SIM commenta le ultime novità

Gli analisti di Equita SIM parlano di una notizia positiva, in primo luogo perchè si tratta del maggior progetto in cavo sottomarino HVDC del Medio Oriente.

In secondo luogo, il progetto va ad arricchire ulteriormente il crescente portafoglio ordini, che gli analisti stimano abbia raggiunto su base pro-forma circa 7,5 miliardi di euro, aumentando la visibilità del business Projects.

Da evidenziare che il portafoglio ordini di Prysmian nelle stime di Equita SIM punta a ricavi 2023 di 2 miliardi di euro, rispetto agli 1,57 miliardi del 2021, ed EBITDA di 296 milioni, da confrontare con i 207 milioni del 2021.

Confermata la view cauta su Prysman che per la SIM milanese merita una raccomandazione “hold”, con un prezzo obiettivo a 35 euro.

Prysmian sotto la lente di Bestinver e di Banca Akros

Bullish invece la view di Bestinver che ieri ha reiterato il rating “buy”, dopo che Prysmian ha acquisito un nuovo progetto in cavo sottomarino.

Gli analisti parlano di una notizia positiva per il gruppo, visto che il nuovo ordine, per il quale stimano prudentemente una redditività intorno al 15%, non diluisce i margini.

Infine, a puntare sul titolo è anche Banca Akros che ieri ha confermato la raccomandazione “accumulate”, con un fair value a 37 euro.

Commentando le ultime novità, gli analisti ritengono che la notizia sia stata già scontata da Prysmian.

Bonus 2022: quali ha previsto Draghi? Ecco aiuti e novità

Il Governo Draghi ha dovuto fronteggiare diverse sfide, se così vogliamo chiamarle, da quando si è insediato ad oggi. Sfide di cui avrebbe fatto volentieri a meno, come le ondate di contagi da Coronavirus e tutte le conseguenze negative che ha generato. Proviamo a capire in questo scenario quali sono gli aiuti previsti per il 2022.

Il “Governo dei migliori”, come da tanti è stato chiamato in fase di insediamento, ha fronteggiato tanti problemi dal momento del suo insediamento e la maggior parte di essi sono imputabili alla pandemia in corso e, purtroppo, ancora in una fase critica proprio ora.

Ciò ha tolto tempo e risorse ad alcune manovre strutturali su cui il Governo avrebbe potuto mettere mano, motivo per cui ad oggi sono più i provvedimenti emergenziali presi che le riforme fatte, si tratta purtroppo di una constatazione inevitabile.

Nonostante questo, nel 2022 sono state approvate diverse misure di aiuto alle famiglie italiane e proprio in questo articolo proviamo a fare un punto della situazione, in modo da mettere ordine tra le tantissime informazioni (più o meno vere) che si possono leggere online in questo periodo.

Naturalmente verranno prese in considerazione solo le misure ritenute più importanti e rilevanti per famiglie e cittadini in generale, perché una guida completa è pressoché impossibile da fare (almeno per ora in relazione al 2022) e genererebbe ancor più confusione.

Ecco dunque la situazione attuale, per approfondimenti suggeriamo come sempre di fare riferimento alle fonti ufficiali attraverso i portali degli enti governativi.

Se fossi interessato o interessata ad approfondire questo genere di tematiche, ti suggeriamo il canale YouTube “Redazione The Wam” che pubblica ogni giorno un nuovo video in cui approfondisce tutto ciò che riguarda bonus, sussidi e lavoro. In questo video in particolare si parla di pagamenti imminenti, tra cui anche alcune misure oggetto dell’articolo:

Bonus 2022: arriva l’Assegno Unico universale!

Il primo aiuto di cui andiamo a fornire qualche dettaglio è l’Assegno Unico universale, vale a dire la misura pensata per aiutare le famiglie in questi mesi in un modo nuovo, alternativo rispetto alle misure di aiuto presenti fino ad oggi per i nuclei familiari che ne hanno più necessità.

Parliamo infatti di un bonus pensato per “assorbire” tutti i precedenti bonus per la famiglia come bonus bebè, bonus mamma domani e assegni familiari, in modo da semplificare l’iter di domanda e anche la gestione da parte di INPS.

Riuscirà in questo intento? Lo vedremo a partire dal mese di marzo, perché per ora la misura non è ancora operativa. O meglio, si può già fare domanda ma non si può ancora ricevere quanto spetta, perché i pagamenti partiranno proprio da marzo.

L’aiuto spetta a tutte le famiglie con figli a carico con età inferiore ai 21 anni e cambia al variare di alcune condizioni, tra cui anche la Dichiarazione ISEE. Per farsi un’idea più completa, suggeriamo di visitare direttamente la pagina che riporta in tabella gli importi spettanti ad ogni nucleo familiare.

L’Assegno Unico universale era nella mente del Governo da mesi, ma la sua effettiva attivazione ha richiesto molto tempo e ci ha fatto arrivare fino al 2022. L’idea è quella di sostenere le famiglie in maniera più semplice, veloce e generosa, dato che in molti riceveranno di più di quanto ricevevano in passato. 

Non resta che scoprire se hai tutti i requisiti per fare domanda!

Bonus 2022: attenzione ai bonus edilizi, quante novità!

Un altro tema molto importante riguarda i bonus edilizi, purtroppo modificati spesso e praticamente sempre al centro dell’attenzione di Governo e cittadini, per una infinita serie di motivi.

Ma questi bonus sono ancora attivi? La risposta è sì, perché nessun bonus è stato eliminato, nonostante le voci che correvano da diverse settimane o mesi che li vedevano sparire nel 2022.

Nessuna cancellazione, anche se bonus mobili ed elettrodomestici ed il bonus facciate diventano meno generosi nel 2022, dove il primo ha cambiato il tetto massimo di spesa (da 16.000 euro a 10.000 euro) mentre il secondo ha modificato la percentuale di detrazione (dal 90% al 60%).

Il Superbonus resta per tutti, invece, ma andrà a calare nei prossimi anni, escludendo i titolari di villette unifamiliari. Restano attivi il bonus verde, il bonus idrico, il sismabonus ed altre misure di natura simile che permettono una detrazione comunque consistente.

Insomma, i bonus edilizi ci sono nonostante tutto e per molti il 2022 sarà fondamentale, in quanto andranno ulteriormente a diminuire nei prossimi anni. Per questo motivo, conviene usufruirne quanto prima!

Bonus 2022: in arrivo un nuovo Decreto Sostegni?

Abbiamo citato il principale aiuto per le famiglie e i famosi e chiacchierati bonus edilizi che, per altro, non richiedono la Dichiarazione ISEE e sono accessibili a tutti. Ma quali aiuti arriveranno in relazione alla situazione pandemica che stiamo vivendo, purtroppo tutt’altro che sotto controllo?

A tal proposito potrebbe arrivare un nuovo Decreto Sostegni da parte del Governo guidato da Mario Draghi, un nuovo decreto di aiuti per i soggetti più colpiti, secondo alcuni già entro fine gennaio.

Si tratta solo di indiscrezioni, per ora, ma esso potrebbe prevedere i seguenti aiuti: contributi per la cassa integrazione, contributi a fondo perduto per le imprese, nuovi aiuti per le famiglie rispetto all’aumento del costo della vita (su tutti il caro bollette) e molto altro.

Non previsto, invece, un nuovo ritorno del Reddito di Emergenza, almeno per ora. L’impressione è che vedremo un decreto ancor più selettivo di quelli visti in passato, con aiuti mirati a chi è stato direttamente colpito dalle ultime chiusure e non indistintamente per tutti.

Bonus 2022: altri aiuti per le famiglie?

Al momento abbiamo citato solo l’Assegno Unico come nuova modalità di aiuto legata alle famiglie più in difficoltà, ma non si tratta dell’unica tipologia di sostegno.

Ci sono infatti anche altri modi per ottenere un aiuto da parte dei Comuni, come per esempio la carta acquisti ed i bonus spesa, ma anche esenzioni legati ad ISEE particolarmente basso e non solo.

Insomma gli aiuti ci sono, ma quelli nuovi per il 2022 non sono particolarmente numerosi, anzi è di fatto il solo Assegno Unico. Un aiuto importante e concreto su cui il Governo punta molto, tanto da aver fatto un sostanziale “all in” su questa misura che, anche per la credibilità del Governo stesso, deve assolutamente funzionare.

Rimane ancora attivo il Reddito di Cittadinanza, non considerato tra gli aiuti in quanto improntato nella sua nuova versione del 2022 al rientro nel mondo del lavoro, più che ad un semplice sussidio rivolto alle famiglie.

Bonus 2022: quali aiuti sono andati persi?

In ultimo, ecco un piccolo focus su alcuni bonus che potevano arrivare in questo 2022 e che invece sono svaniti nel nulla, mai citati nella Legge di Bilancio 2022. Parliamo del bonus psicologo e del bonus matrimoni.

Solo due aiuti come tanti, in teoria, ma molto importanti in pratica. Il primo avrebbe permesso a chiunque l’accesso all’aiuto psicologico, oggi ancora costoso e soprattutto demonizzato in Italia. Una bella opportunità per fare un passo avanti in questo senso, purtroppo persa.

L’altro può invece sembrare meno rilevante ma non lo è: un bonus matrimoni avrebbe permesso di dare finalmente un aiuto concreto ai giovani che, lo sappiamo, hanno sempre più difficoltà nel fare scelte di vita a causa della situazione economica e soprattutto dell’incertezza.

Anche in questo caso un’occasione persa per incentivare i giovani all’indipendenza, anche se sono previsti degli aiuti sotto forma di contributi a fondo perduto per le imprese che operano in questo settore, purtroppo fortemente danneggiate dalla pandemia.

Autoveicolo usato, che valore ha? Scoprilo con questo metodo

Chiunque sia in possesso di un autoveicolo usato, spesso e volentieri non ha la percezione reale di come ci si debba comportare in simili situazioni. Tuttavia, tramite un metodo piuttosto semplice ed intuitivo, si potrà risolvere qualsiasi tipo di problematica. Ovviamente, col giusto tipo di approccio.

Tutto ciò che c’è da sapere per la propria automobile di seconda mano, o per altre questioni estranee al possesso in prima persona, non riguardano solamente delle caratteristiche tecniche ben precise.

Infatti, vengono incluse anche delle conoscenze di natura legale, di cui per forza di cose bisogna essere al corrente. Non si può prescindere da ciò per via di tutta una serie di motivazioni ben precise, come si potrà facilmente immaginare. Bisognerà infatti prestare la dovuta attenzione a dei fattori particolarmente importanti, dalla garanzia in essere passando per le condizioni del veicolo.

Solitamente, le automobili usate vengono selezionate accuratamente dalle persone con uno o più figli maggiorenni a carico. Questo, in quanto solitamente il rapporto in termini di qualità e prezzo è effettivamente piuttosto vantaggioso.

Tuttavia, va anche detto che determinate automobili hanno un coefficiente di difficoltà di guida piuttosto abbordabile, il che le rende fruibili relativamente a qualsiasi tipo di esigenza. Dunque, è una tematica che tende ad esulare anche i neopatentati di per sé. Quello dei neo-maggiorenni, è comunque uno dei campi di appartenenza principali, stando a quanto rivela il sito chiamato La Legge Per Tutti:

Ti resta sempre la scelta – almeno all’inizio – di una più modesta auto usata, meno costosa e meno impegnativa. Se stai valutando di regalargli un autoveicolo usato, ecco cosa c’è da sapere.  

Come detto prima, dunque, bisogna essere a conoscenza di varie informazioni di rilievo, per potersi districare al meglio in un argomento così complicato. Ed è proprio per questo motivo, che si consiglia la visione di un video appositamente pubblicato sul canale Youtube di MotorBox TV.

Autoveicolo usato in vendita: cosa c’è da sapere?

Per poter immettere sul mercato il proprio autoveicolo usato, come detto nel corso dello scorso paragrafo, bisogna essere al corrente di numerosi dettagli particolarmente rilevanti. Le informazioni a cui si fa riferimento, infatti, sono di natura prevalentemente legale.

Naturalmente, con dei cenni che fanno riferimento anche a delle particolari caratteristiche tecniche, senza le quali non si può affrontare un discorso del genere. Gli ambiti presi in esame, sono entrambi accomunati da un unico macro-settore: la vendita della suddetta auto. Vendere la propria auto, infatti, è un passaggio che richiede informazione e meticolosità.

Uno dei primi passaggi a cui bisogna provvedere quanto prima, secondo il sito di Autoscout24, è quello del prezzo. Stabilire fin dalle prime battute un prezzo di vendita, anche trattabile eventualmente, è un tipo di azione che può agevolare entrambe le parti coinvolte nella trattativa. Fare una valutazione più ampia, non limitandosi dunque al prezzo, comporta per forza una conoscenza maggiormente approfondita rispetto al mezzo in questione.

Vien da sé tenere conto del fatto che, nel caso in cui si volessero conoscere dettagli maggiori, sarebbe meglio consultare le carte burocratiche relative al mezzo di movimento a cui si fa riferimento per il percorso di vendita. Altri tipi di documentazione eventuali, come passaggi di proprietà ed eventuali pratiche, rappresentano quelli che sono i passaggi successivi per poter instaurare un processo di vendita con un eventuale o più acquirenti.

Lo stesso articolo, infatti, evidenzia come la questione relativa ai pagamenti sia spesso e volentieri un vero e proprio tasto dolente. Infatti, in caso di bonifico bancario si dovrà fornire il proprio codice Iban a colui che ricopre il ruolo di acquirente. Inoltre, come causale sarà necessario – se non consigliato – inserire quello che è il modello del veicolo con il suo numero di targa, in modo tale che chi di dovere al momento delle eventuali e dovute analisi avrà una traccia di destinazione di questo pagamento effettuato.

Autoveicolo usato, ecco come acquistarlo su internet

Acquistare un autoveicolo usato su internet, è una pratica tendenzialmente piuttosto simile alla parte di vendita citata in precedenza. Naturalmente, dal lato di colui che si accinge all’acquisto di un veicolo, ci sono di per sé molte meno cose alle quali pensare.

Ma nonostante questo, esistono dei fattori a cui prestare molta attenzione. Fortunatamente, trovarsi nel pieno dell’epoca digitale presenta molteplici vantaggi per numerose persone. Il sito di Garanziaonline, infatti, presenta numerosi siti web all’interno dei quali si possono trovare delle auto usate ad un prezzo piuttosto conveniente.

Tuttavia, bisogna anche tenere conto di alcune cose. Nello scorso paragrafo, abbiamo avuto modo di citare la parte discorsiva del prezzo, che per il venditore è lo step più importante da cui partire per un buon processo di vendita.

Fondamentalmente, dal lato dell’acquirente, il prezzo ha effettivamente la stessa e medesima importanza. Questo, in quanto, conoscendo già la cifra che si dovrebbe andare a spendere per quel determinato veicolo, si possono poi fare dei paragoni in termini di qualità.

Qualità o tanti altri fattori che si possono prendere in considerazione. Di per se si può dire come giri tutto quanto intorno al prezzo di vendita che risulta essere il metro di paragone ideale per capire se l’acquisto di un’auto usata possa effettivamente convenire o meno.

Le parti burocratiche riguardanti i passaggi di proprietà o le eventuali assicurazioni che sono in essere in ogni contratto, sono una parte che si può anche delegare a dei professionisti disponibili ad hoc. Per esempio, ad un’autoscuola. O per meglio dire ad un istituto di scuola guida.

Le suddette agenzie, infatti, spesso e volentieri risolvono anche delle pratiche burocratiche che per una persona non competente in materia si possono rivelare particolarmente ostiche. La maggior parte dei passaggi di proprietà, non a caso, sono delle procedure che vengono commissionate proprio a queste agenzie, le quali si occuperanno della pratica seguendo la metodologia corretta.

Autoveicolo usato, scopri il metodo con cui stabilirne il valore!

Nei prossimi paragrafi, abbiamo potuto constatare come il processo di vendita o di acquisto di un autoveicolo usato possa rivelarsi particolarmente ostico. Tuttavia, bisogna anche considerare il fatto che le parti burocratiche di queste procedure si possono delegare con una certa facilità.

Un’altra questione piuttosto spinosa, consultando la maggior parte delle community tematiche presenti online, è quella del valore dei propri possedimenti. A tal proposito, esistono due categorie di persone differenti tra loro:

  • Coloro che delegano
  • Coloro che si rivolgono a internet

Entrambe le categorie citate, per puro scopo di cronaca, differiscono solamente per via della loro azione pratica. Ma di per sé, soprattutto a livello teorico, non sbagliano minimamente ad agire come detto. Questo, in quanto il parere di una figura esperta sarà sempre più affidabile di qualsiasi conoscenza personale.

Inoltre, riferendosi alla seconda categoria citata, i vari portali online a disposizione di ogni utente possono fornire una traccia precisa e allo stesso tempo dettagliata riguardo qualsiasi tipo di vettura. A tal proposito, uno dei portali maggiormente in voga è quello di Noicompriamoauto.it.

Il sito citato, richiede infatti varie informazioni dettagliate riguardo alla nostra autovettura. Per esempio, viene richiesta la marca dell’auto, il suo modello ben preciso e l’anno in cui è stata effettuata la sua prima e storica immatricolazione.

Una volta inseriti i dati basilari, vengono richieste delle informazioni ancora più specifiche, come per esempio il chilometraggio percorso e soprattutto il tipo di carrozzeria. Appurato ciò, viene fornita all’utente richiedente una stima piuttosto approssimativa, benché non lontana dalla realtà dei fatti, che ci suggerisce appunto il prezzo di vendita che si può fissare. Naturalmente la cifra riportata serve solamente a farsi un’idea riguardo al tipo di mercato disponibile della nostra auto.

Autoveicolo usato su Subito: guida all’acquisto

In caso di vendita o acquisto di un autoveicolo usato, Subito può rappresentare una vera e propria ancora di salvezza. Questo, in quanto presenta un vasto assortimento di prodotti particolarmente accattivante. Le sezioni apposite, inoltre, sono piuttosto esasutive in quanto a dettagli forniti all’utente.

Dunque, a livello di concretezza e di status delle informazioni non ci si può proprio lamentare. La cosa certa è che naturalmente, bisognerà fare le dovute valutazioni da sé. Questo, in quanto le parti di compravendita vengono gestite in maniera autonoma tra le due parti. Dunque tra venditore e acquirente, Subito entrerebbe in gioco solamente nel caso in cui venissero riscontrati dei comportamenti illeciti da parte di una o entrambe le parti coinvolte nella trattativa.

Autoveicolo usato, come ci si deve comportare con l’IVA?

La questione relativa all’IVA applicata su un autoveicolo usato, trova la sua risoluzione in un contesto legale particolarmente diffuso. A livello legale, infatti, ciò che viene stabilito dalla legge riguarda il fatto che la detrazione del 40% dell’IVA avviene solamente nel caso in cui il mezzo in questione venga usato anche per altri scopi.

Oltre a quelli relativi all’esercizio di impresa o della propria professione. Un’altra casistica di cui bisogna tenere conto per forza di cose è quella della vendita dell’auto, che nel caso in cui venga scelta come opzione principale, comprende la riduzione della base imponibile dell’imposta.

Questo ovviamente riguarda l’IVA che viene già detratta in automatico. Di conseguenza, si prende in considerazione il fatto che l’IVA venga di per sé detratta. Non è un argomento semplice da affrontare, considerando anche il fatto che è ancora oggi un dibattito particolarmente in voga in giro per tutto il web. Dibattito che non sembra aver trovato risposta, malgrado la sua anzianità.