L’anno 2023 si è rivelato un periodo di sfide significative per l’Italia, con l’aumento dell’inflazione che ha inciso notevolmente sul potere d’acquisto dei cittadini, in particolare dei pensionati. In risposta a questa sfida economica, il Governo italiano sta prendendo in considerazione misure per affrontare la questione e garantire un adeguamento delle pensioni all’inflazione effettiva.
Una di queste misure è rappresentata dal “decreto anticipi”, che prevede uno stanziamento di 3,2 miliardi di euro per finanziare un conguaglio anticipato delle pensioni, garantendo così un aumento delle prestazioni pensionistiche per tenere il passo con l’aumento dei costi di vita. Questo provvedimento è stato inserito all’interno del quadro di spostamenti di bilancio necessari per far fronte alle sfide economiche attuali.
Il conguaglio delle pensioni
Il conguaglio delle pensioni è un processo attraverso il quale le pensioni vengono rivalutate per tener conto dell’inflazione che si è verificata nell’anno precedente. Questo significa che le pensioni vengono adeguate in base all’aumento dei prezzi dei beni e dei servizi, in modo che i pensionati possano mantenere il loro potere d’acquisto. Nel caso dell’Italia, l’aumento dell’inflazione è stato significativo, raggiungendo l’8,1% rispetto al 7,3% calcolato in precedenza per la rivalutazione delle pensioni.
Grazie al “decreto anticipi” il Governo intende garantire che i pensionati ricevano il conguaglio dovuto prima della fine dell’anno in corso. Questo significa che verrà effettuato un pagamento aggiuntivo per coprire la differenza tra l’adeguamento precedentemente calcolato e l’inflazione effettiva. In pratica, ciò si traduce in un aumento delle pensioni, con un incremento previsto dello 0,8% rispetto alle cifre precedentemente stabilite.
Le implicazioni nel bilancio
Il finanziamento di questo conguaglio anticipato delle pensioni richiede uno stanziamento di 3,2 miliardi di euro. Questa somma sarà coperta attraverso uno scostamento di bilancio che il Governo chiederà alle Camere. Questo extradeficit è destinato a finanziare non solo il conguaglio pensionistico ma anche altre iniziative, tra cui i rinnovi contrattuali nella Pubblica Amministrazione e i fondi per l’emergenza migranti.
In particolare, il bilancio previsto per il prossimo anno beneficerà di un extradeficit di 15,7 miliardi di euro, destinato a coprire più della metà della manovra finanziaria. Nel 2025, questo disavanzo raggiungerà 4,6 miliardi di euro, portando il totale del nuovo deficit a 23,5 miliardi di euro. Questa scelta di anticipare il conguaglio pensionistico rappresenta una mossa interessata da parte del Governo, in quanto permette di alleggerire il bilancio del 2024, che altrimenti sarebbe stato estremamente complicato da gestire.
Le implicazioni a lungo termine
Mentre l’anticipo del conguaglio pensionistico rappresenta un sollievo per i pensionati in questo momento, solleva anche questioni sulle implicazioni a lungo termine per il sistema pensionistico italiano. Il persistente aumento dei costi delle pensioni, dovuto all’inflazione e ad altri fattori, mette a dura prova le finanze pubbliche e solleva interrogativi sulla sostenibilità del sistema pensionistico.
Il Ministero dell’Economia è costretto a rivedere al rialzo le previsioni di spesa previdenziale, con un aumento del 7,3% rispetto al +7,1% calcolato in precedenza. Questo trend si prevede continuerà nei prossimi anni, con un aumento medio annuo del 3% nel 2025 e nel 2026, portando la spesa previdenziale totale a 361,24 miliardi di euro.
Le altre misure contemplate nel decreto anticipi
Oltre al conguaglio anticipato delle pensioni, il “decreto anticipi” prevede anche misure per il pubblico impiego. In particolare, si sta valutando la possibilità di stanziare fondi per avviare i rinnovi dei contratti nel settore pubblico, con un focus iniziale sulla sanità. Questa misura è destinata a gestire un’urgente necessità contabile, poiché permette di spostare una parte delle spese previste per il prossimo anno verso il bilancio corrente, che è già gravato dagli effetti del Superbonus.
Le trattative con i sindacati per stabilire i dettagli dei nuovi contratti nel pubblico impiego sono ancora in corso, e il finanziamento previsto nel “decreto anticipi” dovrebbe coprire solo una piccola parte delle spese totali necessarie per coprire l’inflazione prevista per il periodo 2022-2024.
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