Alla morte di un pensionato, c’è la possibilità per i familiari superstiti di ereditarne la pensione, la pensione di reversibilità, per garantire il sostentamento della famiglia.
Si tratta di un diritto limitato esclusivamente ai familiari legati al pensionato o all’assicurato. Possono, dunque, beneficiarne il coniuge, i fratelli o le sorelle, i nipoti e, naturalmente, i figli.
In merito a quest’ultimo punto, diversi sono i requisiti che si devono possedere per poter ereditare la pensione del padre o della madre. In particolare, la pensione di reversibilità può andare ai figli minori, così come ai maggiorenni, ma rispettando alcune condizioni.
La pensione di reversibilità, inoltre, non viene mai erogata in maniera automatica. È indispensabile, quindi, presentare domanda all’INPS per ottenerla, ma nei tempi previsti per non perdere il beneficio.
Come funziona la pensione di reversibilità o la pensione indiretta: quali sono le differenze
Come già accennato, la pensione di reversibilità è una prestazione che viene erogata ai cosiddetti familiari superstiti alla morte del pensionato, così da garantire la continuità di sostentamento per coniuge, figli o altri familiari (anche in questo caso, valgono alcuni importanti requisiti).
Tale prestazione non riguarda solo i pensionati, ma anche gli assicurati. Nel dettaglio, dunque, si parlerà di:
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pensione di reversibilità qualora il defunto percepisse la pensione di vecchiaia, la pensione anticipata o la pensione di inabilità o invalidità;
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pensione indiretta se il defunto non aveva maturato il diritto alla pensione, ma aveva maturato 15 anni di contributi oppure 5 anni dei quali 3 maturati nei 5 anni precedenti la morte.
In entrambi i casi, la reversibilità riguarda i familiari più prossimi. Per esempio, la pensione può andare al coniuge o ai figli.
Pensione di reversibilità ai figli, quando viene riconosciuta e i requisiti
Per quanto riguarda i figli, siano essi naturali, adottivi, legittimi, legalmente riconosciuti ecc., la pensione di reversibilità può essere riconosciuta tanto ai figli minori di 18 anni, tanto ai maggiorenni.
In entrambi i casi, però, ci sono delle condizioni da rispettare.
Per i figli con età inferiore a 18 anni, la pensione di reversibilità spetta. Questa può essere ereditata anche dai figli maggiorenni, ma i requisiti variano a seconda che si tratti di:
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figli con un’età compresa tra i 18 e i 21 anni che non lavorano e che frequentano la scuola superiore o corsi professionalizzanti;
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figli studenti universitari con oltre 26 anni che non lavorano;
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figli di qualsiasi età inabili al lavoro.
In sostanza, la pensione di reversibilità o indiretta spetta ai figli che convivono con il defunto, ma che risultino anche a carico di quest’ultimo e che non godono dell’indipendenza economica per provvedere da sé al proprio mantenimento.
Per questo motivo, la pensione può essere ereditata anche dai figli di qualsiasi età dichiarati inabili al lavoro, che erano a carico del genitore defunto e per i quali quest’ultimo provvedeva in via continuativa.
Pensione di reversibilità ai figli, quando e quanto spetta
Abbiamo visto che, per poter beneficiare della pensione di reversibilità (o anche indiretta) è necessario che sussistano alcune condizioni specifiche. Ma quanto spetta ai figli?
La pensione di reversibilità viene calcolata in base a una percentuale della pensione già liquidata al defunto (o che gli sarebbe spettata) in relazione al rapporto di parentela tra quest’ultimo e chi andrà a percepire la pensione.
Nel caso dei figli che ereditano la pensione del genitore defunto, la percentuale cambia al variare del numero di figli. Per questo motivo, il 70% spetta nel caso di un solo figlio. Percentuale che sale all’80% nel caso di due figli ed è pari al 100% se sono presenti tre o più figli.
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Come richiedere la pensione di reversibilità per i figli
Come accennato all’inizio, la pensione di reversibilità non è una prestazione che viene erogata in via automatica.
Perché, alla morte del lavoratore o pensionato, i figli possano ereditare la pensione di reversibilità o indiretta è necessario presentare apposita domanda all’INPS.
Questa può essere inviata tramite il sito dell’Istituto e, in questo caso, sarà necessario essere in possesso, a scelta, di SPID, di CIE oppure di CNS per effettuare l’accesso.
Per chi non ha particolare dimestichezza con la tecnologia è sempre possibile richiedere assistenza a un CAF o a un patronato oppure chiamare il Contact Center INPS.
È importante ricordare che è possibile beneficiare della pensione di reversibilità a partire dal mese successivo a quello della morte del familiare, ma che, anche qualora la domanda venga presentata dopo, il figlio (o altro familiare che ha diritto a ereditare la pensione) può ottenere anche gli arretrati.
Non bisogna, però, aspettare troppo tempo per farne richiesta. Trascorsi 10 anni dalla morte del familiare, infatti, non si ha più diritto a richiedere la pensione di reversibilità.
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