Ecco come potrebbe cambiare il reddito di cittadinanza con la legge di bilancio 2023

Grossi cambiamenti in vista per il reddito di cittadinanza. Con la legge di bilancio si deciderà se utilizzare l'approccio duro o quello morbido.

Giorgia Meloni, prima ancora di formare il governo, aveva già intenzione di modificare (se non proprio eliminare) il reddito di cittadinanza. Questo sarà uno dei primi provvedimenti del nuovo esecutivo e il tutto rientrerà nella legge di bilancio 2023.

La legge di bilancio 2023 modificherà il reddito di cittadinanza: ecco quanto si risparmia

Già Calderone e Durigon si erano pubblicamente espressi in merito al reddito di cittadinanza, ma le loro conclusioni sono sempre state: “Ci stiamo lavorando“. Il tempo stringe ed entro la fine dell’anno la manovra va approvata. Dopo tanti forse, è arrivata l’ufficialità: cambierà la platea dei percettori del reddito di cittadinanza. I partiti alla guida del governo, dopo i continui attacchi in campagna elettorale, ora passano ai fatti. L’intenzione è quella di sottrarre fondi al sussidio figlio del Movimento 5 Stelle per spostare le risorse in altri settori come quello energetico o sulle pensioni. Attualmente sono a rischio circa 800mila persone che comprendono che lavora e percepisce il sussidio e chi invece è iscritto ai centri per l’impiego ma non trova occupazione o la rifiuta. Con questo taglio il governo risparmierebbe fino a 1,8 miliardi su circa 8 miliardi che costa ogni anno il reddito di cittadinanza.

Come cambia il reddito di cittadinanza: approccio duro e approccio morbido

Ovviamente il taglio non sarà immediato. Scaduti i 18 mesi in cui i percettori del sussidio ricevono soldi, potranno ricevere per altri 6 mesi un sostegno economico per la formazione finanziato con i fondi europei. Dopo questo periodo di formazione non si potrà più fare richiesta per ricevere il reddito di cittadinanza. Allo stato dei fatti, scaduti i 18 mesi, i percettori possono fare nuovamente richiesta per il sussidio che si rinnoverà per altri 18 mesi. Tutto questo a tempo indeterminato. Insieme a questo approccio c’è anche quello di Claudio Durigon, sottosegretario al ministero del Lavoro. Il leghista sembra essere un po’ più tollerante. Dopo i 6 mesi di formazione, secondo Durigon, si potrebbe concedere il sussidio tagliato del 25% per altri 12 mesi qualora non si dovesse trovare un lavoro. Allo scadere di 12 mesi si accederà nuovamente ad un corso di formazione al termine del quale in caso di disoccupazione si potrà chiedere per l’ultima volta il sussidio, tagliato ulteriormente del 25%.

Chi continuerà a percepire il reddito di cittadinanza e quali saranno i controlli più severi

Le restrizioni al reddito di cittadinanza non si applicheranno a tutti. Saranno presi di mira dal governo, come dichiarò Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, “Chi ha tra i 18 e i 59 anni, senza minori a carico, ed è in grado di lavorare“. Continueranno invece a percepire il reddito di cittadinanza “gli invalidi, chi è in difficoltà, chi ha minori a carico senza avere adeguati mezzi di sostentamento“. Oltre ai tagli al sussidio, il governo ha in mente anche dei controlli più severi, tra questi il dover dimostrare periodicamente di risiedere in Italia

Felice Emmanuele Paolo de Chiara
Felice Emmanuele Paolo de Chiara
Redattore, classe 1994. Sono nato a Napoli ma ho vissuto un po’ in Toscana dove mi sono laureato in Scienze politiche e relazioni internazionali presso l’Università degli Studi di Siena e un po’ a Milano dove mi sono specializzato in Cooperazione Internazionale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Sono appassionato di politica, attualità, sport (grande tifoso del Napoli), cinema e libri. Nel tempo libero mi dedico alla scrittura di racconti e quando ho tempo viaggio.
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