La geopolitica delle cripovalute

L'andamento delle criptovalute negli ultimi anni è stato una montagna russa: dalla nascita di Bitcoin nel 2009 ai giorni nostri, le monete digitali hanno catt

L’andamento delle criptovalute negli ultimi anni è stato una montagna russa: dalla nascita di Bitcoin nel 2009 ai giorni nostri, le monete digitali hanno catturato l’attenzione di moltissimi Paesi. In alcuni casi sono state utilizzate per migliorare l’accessibilità e il libero scambio diretto, in altri per finanziare le armi di un conflitto.

In particolare negli ultimi due anni, con l’esplosione di Bitcoin ci sono stati apportati importanti cambiamenti nel panorama economico globale ma non solo. Una rivoluzione come questa implica che ci siano degli effetti diretti sulla società e sull’ambiente che tutt’ora destano molte preoccupazioni.

Le reazioni alla crescita di Bitcoin per esempio sono state molto diverse. Alcune nazioni europee hanno cercato di regolamentarla con nuove leggi specifiche, altre come la Svezia hanno espresso un grande rifiuto. La Cina ha emanato un divieto assoluto che ha generato una Grande Migrazione ed El Salvador ha adottato Bitcoin come moneta a corso legale.

Con il collasso di Terra, Luna e bitcoin cosa succederà adesso? Le monete virtuali sono più fisiche di quanto ci possiamo immaginare e nonostante propongano un sistema finanziario innovativo dipendono dalle dinamiche del mercato: ecco come cambierà l’assetto geopolitico nei prossimi mesi!

La geopolitica delle criptovalute: la globalizzazione

La globalizzazione ha cambiato il mondo molto velocemente creando connessioni e nuove opportunità. In questo scenario il settore economico è stato forse il protagonista: il libero mercato e il commercio sono stati presi con le pinze dalle nazioni e le tensioni non sono mai state risolte del tutto.

Come scrive Maria Claudia Nunes su TGP the geopolitcs “Crypto’s Geopolitical Stress Test”:

“Con un ordine mondiale economico liberale, ci si aspetterebbe che gli stati diventino più vicini l’uno all’altro; eppure non era necessariamente così.

Per quanto possa sembrare ironico, la globalizzazione ha portato alla centralizzazione del potere all’interno di istituzioni globali come il Fondo Monetario Internazionale (FMI), la Banca Mondiale e persino il sistema bancario SWIFT, che spesso sono state create da Paesi come gli Stati Uniti contro le geopolitiche rivali.”

È stato in questo contesto di turbolenta crescita geoeconomica, le criptovalute sono emerse come una nuova alternativa al classico mercato e sono cresciute esponenzialmente. Lo sviluppo non è stato lineare nè ben regolamentato e per questo sta generando molta confusione sia tra gli investitori che tra gli Stati stessi.

La geopolitica delle criptovalute: di cosa sono fatte le monete digitali

Per capire meglio come funziona la geopolitica delle criptovalute occorre avere chiaro il concetto pratico di moneta digitale, e dico pratico perchè la teoria è un altro paio di maniche. Le criptovalute non sono fatte d’aria ma di metalli pesanti, plastiche, gomme e altri materiali che vediamo attorno a noi ogni giorno.

Per esistere hanno bisogno di energia elettrica e apparecchiature tecnologiche, o in altre parole di processi di estrazione mineraria, aziende di assemblaggio, di smaltimento, imprese di estrazione di combustibili fossili o di fonti di energia rinnovabile.

Principalmente la geopolitica delle criptovalute è determinata da due fattori: la normativa vigente e il costo delle materie prime necessarie per la produzione di nuove monete digitali e la validazione delle transazioni.

Con questa premessa le criptovalute presenti nel mercato internazionale si muoveranno verso i porti sicuri, ovvero dove possono puntare per un alto guadagno senza grandi spese nè grandi rischi. 

La geopolitica delle criptovalute: gli impatti generati

Quando parliamo di impatti dobbiamo stare attenti a non chiuderci in una visione locale del problema ma affrontare il tema su larga scala. Dal momento che la globalizzazione ha generato connessioni e un’apertura del commercio, la sostenibilità della crescita economica di un singolo Paese sarà il risultato della somma dei processi (sostenibili) intermedi.

In altre parole non è sufficiente che l’Europa stia facendo dei passi avanti regolamentando le criptovalute affinchè siano sostenibili dal punto di vista economico, sociale e ambientale se negli altri continenti i processi non procedono nello stesso modo.

Gli impatti ambientali, sociali ed economici generati da molte criptovalute come bitcoin o Chia stanno preoccupando molte istituzioni e organizzazioni umanitarie. Le conseguenze di un’innovazione non controllata e disordinata implicano spesso pessime conseguenze che si ripercuotono sulla popolazione civile.

Basti vedere il caso di El Salvador, probabilmente usato come esperimento: un enorme fracasso che ha peggiorato le condizioni di vita della maggior parte delle persone e contribuito ad aumentare il disordine pubblico.

La geopolitica delle criptovalute: l’estrazione delle risorse

In altre occasioni gli impatti sono stati ancora più diretti: le criptovalute che utilizzano il protocollo Proof of Work (PoW) per esempio hanno bisogno di ingenti quantità di energia elettrica, super-computer e processi di raffreddamento ad alto consumo.

Le fonti di energia utilizzata dipendono ovviamente dal costo e dalla normativa del Paese. In questo caso parlando di miniere di criptovalute, facciamo riferimento a gigantesche strutture piene di apparecchiature elettroniche che usano le fonti più convenienti.

Inizialmente con la nascita di Bitcoin non c’erano grandi problemi perchè la criptovaluta era ancora molto limitata e utilizzava per la maggior parte dei casi energia idroelettrica cinese per produrre energia elettrica. La Cina era appunto il primo Paese a livello mondiale che ospitava le miniere di bitcoin.

Dallo scorso anno quando il prezzo dei bitcoin è salito alle stelle la Cina ha cambiato la sua politica – segno che l’uso di energia idroelettrica non fosse al 100% “pulito. Il risultato non è stato un adeguamento e un cambio di politica interna ma una Grande Migrazione verso terre più fertili.

La geopolitica delle criptovalute: la Grande Migrazione

Il fenomeno della Grande Migrazione ci dice molto riguardo alla geopolitica delle monete digitali. Essendo una tecnologia ancora non ben regolamentata nel mercato internazionale, si muove astutamente per cercare di crescere e ottenere più potere.

Ci sono pochi esperti che criticano il sistema delle criptovalute di per sè, generalmente ciò che preoccupa è il loro impatto e il poco controllo degli Stati. Questo implica truffe, speculazioni, lavaggio di denaro e poca tutela nei confronti degli investitori.

Quando la Cina ha adottato un’altra posizione nei confronti delle monete digitali, le miniere di bitcoin si sono spostate principalmente negli Stati Uniti. Le fonti di energia sono cambiate dall’idroelettrica ai combustibili fossili facendo esplodere nel web le critiche di ambientalisti e organizzazioni umanitarie.

La geopolitica delle criptovalute: il conflitto Russia-Ucraina

Ancora prima che iniziasse il conflitto tra Russia e Ucraina, quest’ultima aveva adottato una posizione aperta nei confronti delle criptovalute basata sulla sua industria tecnologica in espansione. Sempre secondo Maria Claudia Nunes:

“L’Ucraina aveva registrato il 4° volume più alto di utilizzo di criptovalute al mondo, contrassegnandola come uno dei principali hub emergenti a livello globale secondo l’analisi on-chain.

Non sorprende quindi vedere che nei mesi precedenti il conflitto l’Ucraina ha legalizzato le criptovalute come risorse digitali legittime. Ciò significava che gli ucraini avevano molta più libertà all’interno della legge di esplorare le criptovalute attraverso mezzi legali anziché un’area grigia.”

Le criptovalute sono quindi un mezzo per scampare a diversi problemi: per la Russia potrebbe essere l’occasione per evitare le sanzioni e per l’Ucraina è stato il mezzo con cui rifornirsi di armi e poter rispondere all’attacco russo.

È molto importante specificare anche che per entrambi i Paesi avere un wallet online significa non dipendere dalle fluttuazioni della propria moneta fisica.

La geopolitica delle criptovalute: le risorse prime

La fabbricazioni di apparecchiature elettroniche così come l’estrazione delle risorse prime necessarie pesano molto sul piatto della bilancia. Il commercio con alcuni Paesi tra cui l’Australia e la Repubblica Democratica del Congo saranno indispensabili per poter ottenere grandi quantità di metalli pesanti come il litio e il piombo.

La Cina ha già occupato gran parte del territorio congolese per appropriarsi delle loro materie prime sfruttando la povertà e il disordine sociale del Paese. Gli Stati Uniti posseggono nel loro territorio molte miniere utili e per questo sarà difficile che si muovano verso una politica sostenibile.

La corsa alle risorse e i nuovi assetti geopolitici si muoveranno verso le innovazioni tecnologiche con grandi effetti a catena sulle popolazioni e sui territori.

La geopolitica delle criptovalute: le conclusioni

È difficile prevedere lo scenario dei prossimi anni ma la finanza decentralizzata ha dimostrato più di una volta di essere un’alternativa allettante per non dipendere troppo dalla fluttuazione di alcune monete locali ed evitare le sanzioni salendo dal sistema SWIFT senza compromettere troppo il commercio internazionale.

In alcuni casi c’è il rischio che il meccanismo di consenso scelto faciliti la centralizzazione del capitale come nel caso del Proof of Stake (PoS) ma in generale se i processi fossero ben regolamentati e le truffe più limitate, ci sarebbero sempre più investitori pronti a buttarsi in questo mondo.

Anche se gli scettici sostengono che la regolamentazione potrebbe limitare il potenziale delle monete digitali, la realtà è molto semplice: finchè non ci sarà un controllo più severo, le persone non prenderanno sul serio questa alternativa.

Le criptovalute sono esplose ma restano ancora oggi uno scenario di nicchia per diverse ragioni, soprattutto per la paura di buttarsi in un mondo ancora ignoto senza grandi tutele. Gli assetti economici dei prossimi mesi determineranno sicuramente cambiamenti imminenti.

Redazione Trend-online.com
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