Legge Elettorale: Pd fa il primo passo per il proporzionale

Legge elettorale in vista delle Politiche 2023: si cambia! O quanto meno c'è chi vorrebbe provare a cambiare. Il Pd vira sul proporzionale.

Legge elettorale in vista delle Politiche 2023: si cambia! O quanto meno c’è chi vorrebbe provare a cambiare. La legge elettorale è quello strumento che governa le regole del gioco, quel sistema che traduce i voti delle persone in seggi in Parlamento.

Ora si sta parlando a più riprese di accantonare la legge elettorale Rosato o Rosatellum a favore di un sistema totalmente proporzionale in cui sarà stabilita una soglia di sbarramento.

A fare il primo passo deciso in questa fase verso questo cambiamento della Legge Elettorale è il Partito Democratico. Vediamo di capire il motivo, le ragioni in campo e perchè si vuole cambiare. E soprattutto chi vuole cambiare.

Legge Elettorale: il sistema attuale e il passaggio possibile verso il proporzionale

Senza entrare in troppe tecnicalità da addetti ai lavori, il sistema elettorale che c’è oggi in vigore in Italia per le elezioni Politiche è un sistema misto tra maggioritario e proporzionale.

Un sistema basato sulla Legge Rosato, o Rosatellum che abbiamo già approfondito in questo articolo per Trend-Online.

Questa legge elettorale è messa in discussione soprattutto per due motivi. Nella parte proporzionale ha liste bloccate e quindi viene meno il rapporto diretto tra elettore e eletto e per quel che riguarda la parte maggioritaria obbliga di fatto a dare vita a coalizioni che poi non reggono dopo il voto.

Da più parti si desidera, ovviamente, non senza la convenienza politica di chi fa questa proposta, cambiare la legge elettorale.

Legge Elettorale, la scelta del proporzionale. Il Partito Democratico fa il primo passo

Nei giorni scorsi si è tenuto un seminario di tutti i leader del Partito Democratico per iniziativa di Matteo Orfini e della sua associazione Left Wing.

L’incontro che ha visto partecipare esponenti del Partito Democratico di diversa estrazione, ha fatto emergere una sostanziale unità d’intenti tra le diverse anime per provare a dare una svolta al sistema politico e approvare entro la fine della legislatura una legge elettorale di stampo puramente proporzionale.

Ma perchè un partito come il Partito Democratico che ha fatto del  sistema maggioritario quasi una delle sue bandiere ora approverebbe questa svolta in maniera proporzionale?

Il motivo è presto detto: è più facile presentarsi da soli davanti agli elettori con la propria visione del mondo che alleati al Movimento 5 Stelle. Col quale poi nel caso si potranno fare accordi dopo il voto.

Poi c’è anche la difficoltà di dare vita al cosiddetto campo largo del centrosinistra viste le incompatibilità di mettere in una alleanza comune ad esempio il partito Azione di Carlo Calenda e il Movimento 5 Stelle oppure la stessa Italia Viva di Matteo Renzi e i pentastellati.

Allora cosa ci può essere di meglio che non essere legati a nessuno, potere fare la propria corsa solitaria senza obbligo di coalizioni? 

Legge Elettorale proporzionale: il dibattito nel Partito Democratico

Come spiega il quotidiano La Repubblica dall’incontro sarebbe emersa una comunità di intenti nel Partito Democratico su questa proposta in chiave proporzionale da Lorenzo Guerini a Nicola Zingaretti fino ad arrivare ad Andrea Orlando e anche a un dem di lungo corso come Dario Franceschini.

Ci sarebbe il via libera anche del segretario nazionale del Partito Democratico Enrico Letta che a più riprese ha definito l’attuale legge elettorale Rosato come la “peggiore legge elettorale possibile”.

Questo sistema porterebbe di fatto tutte le trattative per la formazione di un nuovo Governo a dopo le elezioni ma ogni partito sarebbe anche libero di correre con le proprie proposte, la propria visione del mondo alle elezioni.

D’altra parte si è anche visto che le forze politiche che si sono presentate alleate alle elezioni del 2018 poi hanno assunto in questa legislatura posizioni spesso molto diverse.

Basti pensare anche alla nascita del primo Governo di questa legislatura il Conte 1 sostenuto da Lega e Movimento 5 Stelle che nella campagna elettorale del 2018 non erano nella stessa alleanza.

In questa maniera comunque il progetto Dem di possibile alleanza con il Movimento 5 stelle o il cosiddetto campo largo del centrosinistra non andrebbero del tutto cestinati.

Ci sarebbe solo la differenza che anziché presentare una coalizione e candidati comuni prima delle elezioni, le trattative sarebbero dopo le elezioni per formare il nuovo governo.

Legge Elettorale proporzionale: non c’è opposizione da parte di Conte e del Movimento 5 Stelle

La situazione è in divenire. Le elezioni politiche con ogni probabilità a meno di cambiamenti repentini del quadro politico si terranno nella primavera del 2023. Dopo le elezioni amministrative del giugno prossimo, c’è chi tenterà di avviare questo progetto di riforma della legge elettorale.

Da parte del Movimento 5 Stelle non ci sono certamente preclusioni al ritorno del sistema proporzionale.

Anzi il Movimento 5 stelle nato come forza di rottura e antisistema con la chiara intenzione di arrivare al Governo in solitudine non sarebbe di certo dispiaciuto di potere fare una campagna elettorale in solitaria senza vincoli con nessun’altra forza politica.

E valutare a voto avvenuto la propria forza parlamentare e le dinamiche che potranno nascere. Il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha sottolineato nei giorni scorsi che

“con Letta ogni tanto ci si sente e anche sulla legge elettorale si può trovare un’intesa”.

Per Conte il punto di incontro potrebbe essere una “legge proporzionale che con il taglio dei parlamentari diventa quasi una necessità”.

Quindi il Partito Democratico ci sarebbe, il Movimento 5 Stelle ci sarebbe pure, altre forze a sinistra come Leu sarebbero di certo disponibili a ragionare. E non c’è opposizione nemmeno di Italia Viva e Azione. Ma per approvare nei pochi mesi che restano di questa legislatura una riforma di stampo proporzionale serve altro consenso.

Legge Elettorale proporzionale: centrodestra per il maggioritario ma…

Per arrivare all’approvazione di una legge elettorale di questo genere serve anche l’appoggio di parti importanti del centrodestra.

Il ragionamento che si è fatto all’interno del Partito Democratico è quello di avviare questa pratica in maniera unitaria. Quindi la proposta verrà rivolta a tutto il centrodestra con la consapevolezza che la decisione e la posizione più difficile l’avrà ancora una volta la Lega.

Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia ufficialmente sulla carta sono per il maggioritario. E se si presentassero uniti con l’attuale legge elettorale Rosatellum avrebbero ampie possibilità di vittoria sulla base dei sondaggi attuali.

L’orizzonte di Salvini e Berlusconi sarà quello di confermare fedeltà ad un centrodestra a fortissima trazione Meloni con Meloni stessa che potrebbe essere la prossima presidente del consiglio, oppure questa è una prospettiva non ideale a cui sbarrare la strada? Respingere al mittente questa proposta di proporzionale o parlarne e approvarla? Questa sarà la scelta.

Berlusconi e Salvini devono fare i conti anche con “amori” per il proporzionale interni ai lori partiti e potrebbero essere interessati ad un ritorno al “proporzionale” che consente di correre ognuno per conto proprio eventualmente anche avere le mani libere post elezioni. Anche per un eventuale nuovo Governo Draghi.

A Fratelli d’Italia di certo conviene l’attuale sistema elettorale e il partito di Giorgia Meloni promette battaglia nel caso in cui in Parlamento si provi a forzare la mano per virare sul proporzionale.

Dopo le Elezioni amministrative di giugno questo diventerà un tema caldo di dibattito politico. E naturalmente si parlerà di eventuali sbarramenti e di dimensioni delle circoscrizioni. Dettagli che possono fare la differenza.

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