Bonus benzina per tutti: arriva la proroga al 17 ottobre contro il caro carburanti

Novità sul fronte carburanti, con questo nuovo bonus benzina per tutti, ora prorogato fino al 17 ottobre. Ecco cosa paghiamo e quanto sconto ci spetta adesso.

Ancora novità sul fronte carburanti e il Governo mette in campo una nuova proroga che resterà valida fino al prossimo 17 ottobre. Un bonus benzina per tutti e disponibile direttamente alla pompa di rifornimento.

Una notizia che si accoglie con piacere, dal momento che ormai, oltre al caro carburanti evidente, sembra che non siano poche neppure le speculazioni che, negli ultimi mesi, hanno fatto sì che il prezzo di benzina e diesel sfiorasse i due euro a litro (e oltre, a periodi).

Le iniziative governative e non hanno cercato di arginare alla meno peggio l’impennata dei prezzi, seppur a stenti. Basti pensare, ad esempio, al bonus trasporti che, nelle migliori intenzioni, avrebbe dovuto incentivare i cittadini all’utilizzo dei mezzi pubblici, non tenendo conto però che non tutti vivono in grandi città, ben servite da questo punto di vista.

I più tecnologici hanno invece installato le varie App a disposizione che segnalano, in tempo reale, quale sia il distributore di benzina con il prezzo più basso in zona.

Intanto, il Governo ha prorogato il bonus benzina che ci ha accompagnato nel corso dell’estate. Ecco di cosa si tratta.

Il bonus benzina appena prorogato conferma il taglio alle accise di 30 centesimi

Proprio in vista del periodo estivo e dell’’intensificarsi di viaggi e spostamenti su quattro ruote, il Governo Draghi confermava il taglio delle accise su benzina e diesel, perpetrato fino a oggi con proroghe che tempestivamente si sono avvicendate, portandoci dal 31 agosto al 5 ottobre ed ora direttamente al 17 del mese entrante.

Una voce di spesa gravosa, dal momento che, come ormai è noto, accise e Iva incidono in maniera determinante sulla formazione del prezzo del carburante. Basti pensare che si tratta di uno di quei costi che rientrano tra le tasse più assurde che ancora si pagano in Italia, di cui abbiamo approfondito l’argomento nell’articolo che suggeriamo di leggere.

Dunque, ciò che l’attuale Governo ancora in carica conferma è il taglio di 30 centesimi al litro, proprio in riferimento a tale voce di costo, reso noto grazie a un comunicato stampa del MEF.

Per quanto riguarda l’IVA, questa si applica al gas naturale, nella misura del 5%.

Bonus benzina e prezzo del carburante: ecco cosa paghiamo in realtà

Ma com’è realmente composto il prezzo dei carburanti? Certamente una parte di ciò che paghiamo serve per l’acquisto concreto della materia prima ma l’impennata alle stelle, che il costo di benzina, diesel e gas hanno registrato, non è legata unicamente alla guerra tra Russia e Ucraina.

Va da sé che, se il costo della risorsa sale, anche il prezzo finale va ritoccato al rialzo. 

Ma sono anche altre le voci di spesa che hanno condotto, in questi ultimi mesi, al caro carburante. Nella fattispecie, bisogna fare riferimento ai costi del trasporto, il guadagno dei rivenditori, le oscillazioni del mercato (legate anche alla quantità di prodotto che i Paesi produttori decidono di estrarre) e non per ultime, le accise.

Cade in errore infatti chi crede che sia il guadagno finale dei rivenditori a incidere in maniera preponderante. La parte del leone la giocano proprio accise e tasse, tra l’altro non solo assurde ma anche ormai obsolete.

Basti pensare, ad esempio, che

Paghiamo ancora le accise sui carburanti per finanziare la guerra in Abissinia del 1935. Guerra finita ma tassa mai abolita. E poi per la guerra di Etiopia, la crisi di Suez del ‘56, il Vajont del ‘63, l’alluvione a Firenze del ‘66. 

E poi ancora per il terremoto del Belice del 1968, per il terremoto del Friuli del 1976 e per il terremoto dell’Irpinia del 1980.

Ma non è tutto. Oltre al prezzo industriale e alle accise, c’è anche l’Iva a dare il colpo di grazia. Come se non bastasse, il calcolo Iva non avviene solo sul prezzo base bensì su quello complessivo, dato dalla somma di prezzo della materia prima e accise.

Leggi anche: Tari, arriva una tregua per questi fortunati cittadini. Basta un requisito

Bonus benzina prorogato al 17 ottobre: cosa succede se perdiamo il gas russo

L’aspetto positivo, per usare un eufemismo, in merito al pagamento delle accise incluse nel prezzo dei carburanti è che queste restano uguali nel tempo. Il taglio, confermato dal Governo, riguarda proprio questa voce di spesa, ora abbassata di 30 centesimi.

Dunque, l’impennata dei prezzi registrata nei primi due mesi del 2022 -e ancor più a seguito del conflitto tra Russia e Ucraina, di fine febbraio- è dovuta all’aumento del prezzo del petrolio.

Il cosiddetto prezzo del Brent ovvero il petrolio del Mare del Nord che spesso si prende come riferimento, è giunto a 140 dollari al barile, mentre in precedenza si assestava intorno agli 86 dollari.

In realtà, stando agli ultimi dati disponibili del 2021, l’Italia ha importato dalla Russia solo il 13% del petrolio importato complessivamente, di cui necessitiamo.

Quindi lo stop definitivo di fornitura di gas, da parte della Russia verso il nostro Paese, si potrebbe compensare con altri accordi tra i vari Paesi in questione, magari spingendo per un aumento della produzione in ambito Opec, così da provare ad abbassare il prezzo, in conseguenza dell’aumento di disponibilità del prodotto.

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Natalia Piemontese
Natalia Piemontese
Consulente lavoro online e professioni digitali, classe 1977. Sono Natalia, Piemontese di cognome, pugliese di nascita e calabrese d'adozione. Laureata in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Bari, ho conseguito un Master in Selezione e Gestione delle risorse umane. Mamma bis, scrivo sul web dal 2008. Sono specializzata in tematiche del lavoro, business nel digitale e finanza personale. Responsabile del blog #mammachebrand, ho scritto un e-book "Mamme Online, come gestire casa, lavoro e figli".
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