Pensione: chi può andarci prima con lo scivolo?

Chi può andare in pensione prima grazie allo scivolo aziendale? Quali dipendenti ne hanno diritto, a che età e con quanti anni di contributi? Ecco le novità.

Se non fai altro che domandarti quando andrai in pensione e se hai diritto alla pensione anticipata ti sarà certamente utile sapere che esiste lo “scivolo”.

Si tratta di un modo di dire, utilizzato ormai da molti anni, che indica la possibilità di lasciare il lavoro e andare in pensione prima del tempo. 

In genere lo scivolo pensionistico permette di anticipare il pensionamento di 5 o 7 anni ed è previsto sia per i dipendenti pubblici e, soprattutto, per i dipendenti privati.

Infatti ci sono diverse grandi aziende disposte a compensare i contributi dei dipendenti più anziani per agevolare il pensionamento e favorire l’ingresso di impiegati più giovani.

Le regole sul pensionamento e sullo scivolo sono cambiate con la Legge di Bilancio 2022 che ha segnato di fatto l’addio a Quota 100. La spesa pubblica aumenta e tale misura è ormai insostenibile per le casse dello Stato. 

Esistono però altre possibilità per andare in pensione prima con lo scivolo:

  • l’isopensione;
  • il patto di espansione;
  • Quota 102.

Ecco un video di Tutto e di Più  che spiega come e quando andare in pensione prima del tempo con lo scivolo.

Scivolo pensione 2022 cosa cambia

Lo scivolo per andare in pensione prima, quali sono i requisiti richiesti dalla legge e chi può beneficiarne? Per il 2022 ci sono diverse novità riguardo l’età del pensionamento, infatti è stato rinnovato il contratto di espansione.

Questo è un piano concordato tra azienda e dipendenti che consente ai lavori che vicini alla pensione (a cui mancano precisamente 5 anni) di pianificare uno scivolo che consente di rinnovare l’organico in attività.

L’uscita dei dipendenti prossimi alla pensione deve essere controbilanciata da nuove assunzioni a tempo indeterminato. Quindi serve ad incentivare il ricambio generazionale

Per il 2022 sono state apportate alcune novità rispetto all’anno passato: il contratto di espansione ora è operativo anche per le aziende con 50 dipendenti, mentre in passato il limite numerico era 100.

Questo scivolo verso la pensione anticipata resterà in vigore, salvo proroghe, fino al 30 novembre 2023. 

Come funziona, a chi si rivolge e come fare domanda nella nostra guida sulle Nuove opportunità con il contratto di espansione.

Chi può andare in pensione con lo scivolo e quando

Quando si parla di scivolo pensionistico non si può non menzionare la isopensione. Detto con parole semplici è una forma di prepensionamento siglata con l’azienda datrice, la quale si impegna a versare i contributi previdenziali fino al raggiungimento del requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia (quindi 67 anni).

Non tutte le aziende possono prevedere l’isopensione ma solo quelle con almeno 50 dipendenti, anche perché è uno strumento che comporta una spesa non indifferente! 

L’isopensione è un accompagnamento verso il pensionamento a cui possono accedere soltanto i dipendenti assunti a cui mancano 7 anni o meno all’età che fa scattare la pensione di vecchiaia. Un requisito indispensabile è aver versato i contributi per almeno 20 anni.

Normalmente chi accetta l’isopensione, e quindi lo scivolo pensionistico, non subisce nessuna penalizzazione ai fini del calcolo della pensione finale.  

Fino a pochi anni fa era in vigore anche un’altra via per andare in pensione prima: l’Ape volontaria. Questa misura è stata abolita il 31 dicembre 2019 per effetto della Legge di Bilancio per il 2018.

Era misura sperimentale e consisteva in un prestito commisurato e garantito dalla pensione di vecchiaia erogato per 12 mesi.

Ne avevano diritto sia i dipendenti pubblici che privati ed anche i lavori autonomi iscritti alla Gestione Separata Inps mentre non ne potevano beneficiare i liberi professionisti iscritti alle casse private.

Dipendenti privati: sì scivolo verso la pensione con l’Ape sociale

I dipendenti del settore privato possono sperare di andare in pensione in anticipo con uno scivolo stipulando un accordo con l’azienda datrice

Si tratta dell’Ape Sociale, una misura sperimentale in vigore dal 2017 e prorogata fino al 31 dicembre 2022.

Con l’Ape sociale il pensionamento scatta a 63 anni e prevede l’erogazione da parte dell’INPS di una indennità fino al raggiungimento dell’età necessaria alla pensione di vecchiaia. Non tutti i lavorati però possono accedervi, ma soltanto quelli che: 

  • prestano assistenza ad un parente per il quale hanno diritto ai permessi della legge 104;
  • hanno una capacità lavorativa ridotta di almeno il 70% e debitamente certificata dal medico della ASL;

La legge, inoltre, predispone una lista di professioni con diritto all’Ape a condizione che (secondo il portale dell’INPS):

“sia in possesso di almeno 36 anni di anzianità contributiva e che abbiano svolto da almeno sette anni negli ultimi dieci ovvero almeno sei anni negli ultimi sette una o più delle seguenti professioni.”

Ai sensi della legge 234/2021, allegato 3, possono chiedere l’Ape professori, infermieri, operatori della cura estetica, artigiani, operai, agricoltori, macchinisti, addetti alle pulizie, portantini, tecnici della salute, conduttori di impianti e altri ancora tassativamente indicati nel testo di legge. 

Scivolo per dipendenti pubblici: con Opzione donna in pensione a 58 anni!

Nel caso dei dipendenti pubblici, lo scivolo pensionistico è più complesso da attuare. Il motivo è subito spiegato: nelle aziende private è il datore ad anticipare i contributi non versati dai dipendenti mentre nel Pubblico impiego dovrebbe essere lo Stato. 

Come puoi immaginare la spesa da affrontare sarebbe spropositata, considerando il numero e l’età media dei dipendenti pubblici. E quindi lo scivolo non sarebbe praticabile né per anticipare la pensione di 7 anni né di 5 anni.

Tuttavia chi è impiegato nel settore Pubblico può richiedere la pensione anticipata ordinaria, ovvero il pensionamento con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne (come da indicazione nel decreto legge 4/2019).

I dipendenti pubblici iscritti al sistema pensionistico statale dal 1996 hanno diritto ad un ulteriore canale di pensionamento anticipando la data di 3 anni. Le condizioni per da soddisfare sono aver maturato almeno 20 anni di contributi e aver accumulato una pensione pari o superiore a 1.310,68 euro.

Mentre le donne del settore pubblico beneficiano di “Opzione donna” con cui andare in pensione prima del tempo a 58 anni e con una anzianità contributiva di 35 anni.

Chi desidera accedere ad Opzione donna deve aver maturato i requisiti richiesti entro la fine del 2021.

L’altra faccia della medaglia è una penalizzazione (fino al 35% in meno) dell’importo della pensione perché Opzione donna comporta il passaggio al sistema contributivo in maniera totale. 

Nel computo dei 35 anni di contributi richiesti non si calcolano né i contributi accreditati per malattia, né i periodi di disoccupazione e nemmeno le prestazioni equivalenti, come chiarito dall’INPS nella circolare n. 11/2019.

Qualche consiglio per anticipare la pensione

Parlando dello scivolo pensionistico abbiamo visto quali sono le misure possibili per andare in pensione prima del tempo, cioè in anticipo rispetto alla maturazione del requisito anagrafico. 

Ape sociale, Opzione donna e Quota 102 sono le vie attualmente previste dalla legge per accelerare la pensione.

Bisogna però rispettare precisi requisiti di anzianità contributiva e anagrafica. E in alcuni casi accettare di perdere una parte rispetto a quanto si avrebbe diritto aspettando l’età della pensione di vecchiaia.

Ricapitolando, con l’Ape sociale si può andare in pensione al compimento di 63 anni e con almeno 30 anni di contributi. Tale misura però è limitata ad alcune categorie di lavoratori tassativamente elencate nella Legge di Bilancio per il 2022.

Opzione donna, invece, è la possibilità per le lavoratrici di anticipare la pensione fino a 10 anni al massimo, potendo accedere al pensionamento a 58 anni anziché 67 ed a 59 anni per le lavoratrici con Partita Iva. Bisogna avere però almeno 35 anni di contributi.

Dalle parole del Ministro del lavoro Orlando si evince la volontà di estendere la durata di Opzione donna che, per ora, è in vigore fino a dicembre 2022:

“Credo che dovremmo provare a rendere strutturale o pluriennale Opzione donna”.

Il governo ha deciso di non prorogare Quota 100 e istituire Quota 102 per queste categorie:

  • artigiani; 
  • commercianti;
  • coltivatori diretti, coloni e mezzadri;
  • lavoratori iscritti alla gestione separata INPS;
  • lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO).

Per andare in pensione prima con Quota 102 i requisiti da rispettare sono aver raggiunto l’età di 64 anni (entro il 31 dicembre 2022) e almeno 38 anni di anzianità contributiva.

Non c’è possibilità di pensionamento anticipato con Quota 102 per gli appartenenti alle Forze armate e alle Forze dell’Ordine

Isabella Policarpio
Isabella Policarpio
Copywriting Specialist, classe 1992. Appassionata di linguaggio Seo, scrivo contenuti per il web con focus su attualità, lavoro e diritti. Mi sono laureata in Giurisprudenza all'Università di Teramo e in seguito ho approfondito il Management d'impresa presso La Sapienza a Roma e il Business immigration law durante un periodo di pratica legale all’estero. Nel 2018 ho deciso di dedicarmi a 360° al mondo dell'informazione online. Ho conseguito un master che mi ha insegnato il linguaggio SEO e mi sono specializzata nel “tradurre” i contenuti legali in un linguaggio semplice e diretto. Dicono di me che sono instancabile e curiosa mentre io mi definisco sensibile e battagliera.
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