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Fondo Est: cos’è, come funziona e come farne richiesta

Assistenza sanitaria integrativa, ovvero la tutela messa a disposizione per i cittadini che volessero integrare – o sostituire – i servizi già messi a disposizione dal Servizio Sanitario Nazionale. 

Si tratta di un sistema che passa spesso per la sanità privata, che la maggior parte delle volte garantisce tempistiche ridotte e un approccio più individuale nei trattamenti rivolti alla persona che sceglie di usufruirne. 

Nel caso di Fondo Est, l’assistenza sanitaria integrativa è un diritto previsto dai Contratti Collettivi Nazionali dei settori del Commercio, del Turismo e dei Servizi. In convenzione con UniSalute, Fondo Est mette a disposizione convenzioni con strutture private per una varietà di trattamenti sanitari. 

In questo articolo, vedremo prima di tuttto chi può aderire a Fondo Est, come usufruirne tramite rimborsi per le spese sanitarie e dove trovare la documentazione necessaria. 

Cos’è Fondo Est e a chi è rivolto?

Rivolta esclusivamente ai dipendenti a tempo inderterminato ed apprendisti nei settori del Commercio, del Turismo e dei Servizi, Fondo Est è l’adesione all’assicurazione integrativa per l’assistenza sanitaria, che va a coprire diverse tipologie di servizi, dalle visite specialistiche all’acquisto di occhiali o lenti a contatto.

Si tratta quindi di un vero e proprio benefit offerto ai lavoratori di un determinato settore, che potranno usufruire di scontistiche e rimborsi su strutture ed ospedali convenzionati con il pacchetto. 

Una delle tante misure – ed una delle più elogiate – in ottica di welfare aziendale, che garantisce il sostegno alle spese sanitarie non solo dei dipendenti, ma anche delle loro famiglie, attraverso una convenzione stipulata tra il datore di lavoro e l’assicurazione. 

A seconda del tipo di prestazione variano anche le modalità di tutela erogate: il rimborso può essere totale o parziale, sia che si tratti di strutture ospedaliere che di prestazioni ambulatoriali. 

Le prestazioni coperte da Fondo Est

Fondo Est copre una moltitudine di prestazioni mediche per il lavoratore, sottoforma di rimborsi totali o parziali sull’importo totale. 

Le future mamme possono infatti vedere rimborsato il costo di visite di controllo, ecografie ma anche indagini genetiche ed analisi clinico chimiche tramite il Pacchetto Maternità. Viene anche offerta un’indennità di 80 euro giornalieri per la durata del ricovero fino a sette giorni. 

Per quanto riguarda le visite specialistiche, il vantaggio è maggiore, perchè non vi è il limite delle strutture convenzionate, sia che si tratti di prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Nazionale che dalle strutture convenzionate con SiSalute. Bisogna però specificare che in questo caso, le cure per disturbi psichici, per l’infertilità e fecondazione artificiale e chirurgia plastica non sono coperte. 

Coperte anche le prestazioni che rientrano nella categoria di Diagnostica e Terapia, ovvero esami radiologici, chemioterapia, radioterapia, dialisi e molte altre che rientrano nel campo della terapia a lungo termine. Non scontata è anche la copertura dell’ecodoppler. 

Fondo Est copre anche gli esami del sangue: grazie al pacchetto dei ticket sanitari, il lavoratore avrà accesso a diversi esami di routine, come anche elettrocardiogrammi, ecografie alla tiroide e prelievi microbiologici. 

Per l’acquisto di lenti ed occhiali, sarà necessario prima di tutto che venga riscontrato un effettivo difetto visivo da parte dell’oculista, e non potranno essere richiesti più di 90 euro complessivi. Inoltre, è il pacchetto per cui si dovrà attendere di più: il rimborso viene erogato collettivamente ogni 36 mesi. 

Le prestazioni che rientrano nella categoria Fisioterapia possono essere rimborsate solo nel caso in cui vi sia un’effettiva prescrizione medica, e che quindi i trattamenti vengano effettuati da personale medico o paramedico. 

Nel caso dei trattamenti riabilitativi di qualsiasi tipo, Fondo Est copre tre categorie principali: patologie degli arti, riabilitazione post parto e post menopausa. 

Per l’agopuntura è importante specificare che i trattamenti verranno rimborsati solo se sotto stretta prescrizione medica a fini antalgici, e se effettuati da un medico chirurgo. 

Fondo Est copre anche l’acquisto ed il noleggio di determinati presidi medici ed ortopedici, come ad esempio calzature ortopediche e sedie a rotelle, a patto che vengano acquistati in esercizi finalizzati alla vendita di presidi specialistici. 

Infine, uno dei vantaggi di Fondo Est è il supporto alle persone invalide a patto che la percentuale di invalidità sia uguale o superiore all’80%, e che le patologie siano certificate dall’INPS o si tratti di infortunio sul lavoro corroborate dall’INAIL.

Per coloro la cui invalidità presentasse le caratteristiche sopracitate, Fondo Est eroga per la copertura delle spese mediche: 

  • 6000 euro per coloro che presentano un’invalidità dall’80% al 90%

  • 8000 euro per coloro che presentano un’invalidità dal 91% in su

In questa guida, messa a disposizione sul sito web di Fondo Est, il dettaglio delle prestazioni coperte

Fondo Est: come iscriversi? 

Il lavoratore non dovrà preoccuparsi di aderire a Fondo Est: l’assicurazione sarà compresa direttamente dal loro contratto, fornendo una copertura automatica. 

Essendo un mandato dei Contratti Collettivi Nazionali per il Turismo, gli Impianti Sportivi, il Terziario, gli Ortofrutticoli e Agrumari e le Farmacie Speciali, le aziende appartenenti a questi settori dovranno obbligatoriamente aderire a Fondo Est. 

Tuttavia, è bene precisare che solo i lavoratori con contratto a tempo indeterminato e gli apprendisti possono beneficiare di Fondo Est. Solo nel caso dei lavoratori del Turismo, Ortofrutticoli ed Agrumari può bastare un contratto a tempo determinato, rispettivamente di almeno 3 e 5 mesi. 

Le aziende che dovranno aderire al servizio potranno farlo esclusivamente online. Basterà recarsi sul sito web di Fondo Est e trovare il tasto di “Iscrizione Azienda”. La procedura guidata è semplice, ma dettagliata. 

Le sei schede che dovranno essere compilate comprendono: 

  • Dati generali dell’azienda, compresa la Ragione Sociale

  • Riferimento Interno, ovvero una persona delegata alla gestione delle richieste per Fondo Est

  • Tipologia di Pagamento della polizza, che si scelga mensile o annuale. Questa sezione richiede anche la compilazione di un file XML che contiene i nominativi di tutti i dipendenti, dato che serve per definire l’importo

  • Sezione Altro, dove verranno richiesti la matricola INPS ed il codice ISTAT. Inserire questo tipo di dati è facoltativo ma consigliato se si decidesse di versare tramite modello F24

A seguito dell’inserimento dei dati e della conferma della sottoscrizione, dovremo aspettare circa mezz’ora per ricevere la mail contenente le credenziali di accesso all’area riservata alle aziende di Fondo Est. 

La mail conterrà anche un codice utenza, fondamentale nel caso in cui ci sia bisogno di ricorrere all’assistenza tecnica. 

La procedura di iscrizione a Fondo Est è spiegata anche in questa guida messa a disposizione direttamente dall’ente. 

Fondo Est: chiedere i rimborsi

Fondo Est mette a disposizione due tipi di moduli per la richiesta di rimborso in base alle prestazioni per cui si fa richiesta. 

Il primo modulo va inviato direttamente all’ufficio liquidazioni di Fondo Est, all’indirizzo Via Cristoforo Colombo, 137- 00147 Roma. Questo primo modulo copre le prestazioni nei pacchetti: 

  • Maternità, quindi rimborsi per le visite e gli 80€ al giorno per il ricovero fino a 7 giorni

  • Agopuntura fino a 250€ in un anno 

  • Fisioterapia fino a 500€ all’anno

  • Lenti e occchiali fino a 90€ a fattura ogni 36 mesi

  • Invalidità oltre l’80%, fino a 6000 euro per le invalidità dall’80% al 90%, fino ad 8000 euro per le invalidità dal 91% al 100%

  • Ticket sanitari fino a 500 euro ogni 12 mesi, con 5 euro coperti per ogni ticket dal lavoratore

  • Riabilitazione e Controllo fino a 500 euro all’anno

  • Noleggio o acquisto di presidi per massimo due colli, rimborsati fino all’80%

Il secondo modulo va invece inviato direttamente ad UniSalute S.p.A Fondo Est, in Via Zanardi 30, 40131 Bologna BO. Va utilizzato in caso di spese da rimborsare nell’ambito di: 

  • Diagnostica e Terapia, con i ticket coperti da rimborso integrale salvo per 5 euro. Il tetto massimale è di 6000 euro

  • Visite specialistiche, con i ticket coperti da rimborso integrale salvo per 5 euro. Il tetto massimale è di 6000 euro

  • Trattamenti convenzionati da UniSalute, di cui parleremo nella prossima sezione

Le strutture convenzionate con UniSalute per Fondo Est

L’elenco delle strutture con cui Fondo Est ha una convenzione in UniSalute è variegato, ma in generale si tratta di poliambulatori, case di cura e studi odontoiatrici, sia pubblici che privati. 

La lista completa è reperibile sul sito di Fondo Est a questo indirizzo, ma in generale è possible trovare al suo interno case di cura, centri wellness termali, laboratori e poliambulatori, centri diagnostici e fisioterapici, studi medici e dentistici e centri veterinari. 

Sarà necessario prenotare le visite tramite il numero verde di UniSalute, l’800 016 648 – che opera dal lunedì al venerdì in fascia oraria 8.30/19.20 – o il servizio online messo a disposizione. 

Per eventuali richieste a Fondo Est sarà invece necessario chiamare l’800 922 985, o inviare una mail ad [email protected]

Fondo Est: copre il COVID? 

Purtroppo, a partire dall’inizio di quest’anno Fondo Est ha rimosso la sua copertura relativa al pacchetto emergenziale per il COVID-19. Sarà quindi possibile richiedere i rimborsi solo per le prestazioni fruite entro il 31 Dicembre 2022. 

Tuttavia, molte delle prestazioni sanitarie erogate in ambito di COVID-19 sono coperte dalle tutele ordinarie, come ad esempio visite di controllo e terapie riabilitative. E’ possibile informarsi sull’argomento alla sezione Piano Sanitario, messo a disposizione da Fondo Est. 

Tuttavia, per coloro che hanno usufruito di prestazioni sanitarie relative al COVID-19 prima del 31 Dicembre 2021, il pacchetto è ancora attivo, ed è possibile avere maggiori informazioni presso il sito dedicato alle misure straordinarie per l’emergenza COVID-19.

Decreto sostegni 2022: bonus stagionali, bollette, e ristori

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Dovrebbero arrivare a breve il nuovo decreto Sostegni 2022, il provvedimento sul quale il Governo sta investendo risorse e impegno affinché tutti possano ottenere gli aiuti che gli spettano. In primi i settori maggiormente colpiti dalla quarta ondata di Covid-19: discoteche, sale da ballo, agenzie di viaggio e turismo in generale. Ma non solo.

È previsto il ritorno della cassa integrazione, secondo le nuove regole stabilite dalla Legge di Bilancio 2022, una nuova tornata di bonus stagionali 2022 e forse il ritorno del reddito di emergenza

Nuovi aiuti anche per le famiglie e le imprese in difficoltà con il pagamento delle bollette: contro gli aumenti del primo trimestre 2022 verranno introdotti nuovi aiuti, sgravi e sostegni a livello nazionale. Infine, sempre per le famiglie, è stato confermato il congedo parentale Covid-19 fino al 31 marzo 2022.

Ecco cosa prevede il nuovo Decreto Sostegni 2022 e a chi spettano i nuovi aiuti: dai ristori ai contributi a fondo perduto, dal bonus stagionali alla cassa integrazione, fino agli interventi sulle bollette per famiglie e imprese. Quando arriva il decreto sostegni e chi potrà ricevere nuovi aiuti?

Decreto sostegni 2022: quando arriva?

Il decreto Sostegni 2022 è ormai in dirittura d’arrivo, a confermarlo è proprio il sottosegretario al ministero dell’Economia, Federico Freni. In un’intervista per il Corriere, Freni ha dichiarato che

nei primi giorni della settimana il testo approderà in Consiglio dei Ministri, con una dote di almeno un miliardo di euro.

La speranza, dunque è quella di vedere il testo definitivo almeno entro la fine del mese di gennaio 2022. Anche perché, a partire dal 24 gennaio, inizieranno le votazioni per l’elezione del Presidente della Repubblica e non ci sarà né tempo né modo di discutere sui nuovi ristori 2022.

L’obiettivo, già annunciato, del nuovo decreto Sostegni 2022, è quello di “garantire un sostegno concreto” a tutte le attività che sono state colpite dalla quarta ondata. Come spiega il sottosegretario Freni, la platea dei beneficiari è ben definita:

a partire dal comparto turistico, le discoteche, i settori dello sport e dello spettacolo.

Ma andiamo con ordine e vediamo nel dettaglio quali sono i nuovi aiuti in arrivo, a chi spettano i ristori e quali sono i bonus inseriti nel decreto Sostegni 2022.

Decreto sostegni 2022: a chi spettano i nuovi ristori?

Sono in arrivo nuovi contributi a fondo perduto per le attività che sono state danneggiate dalle chiusure e dalle restrizioni della quarta ondata di Covid-19, che ha investito il nostro Paese negli ultimi mesi. Un’attenzione particolare andrà a tutte quelle attività che hanno subito danni e perdite, ma non mancheranno nemmeno gli aiuti per i settori che – pur rimanendo aperti – hanno subito la crisi.

Come ha specificato la sottosegretaria all’Economia Alessandra Sartore, in un’intervista al Messaggero, sono previsti sostegni “a fondo perduto e a forfait, erogati direttamente dagli organismo competenti”. Ma si tratta di aiuti mirati unicamente “ai settori chiusi dai provvedimenti del governo”

sale da ballo, discoteche, ma anche sport e cinema e più in generale il settore dello spettacolo che hanno avuto una riduzione significativa di entrate.

E ancora: nel limite delle risorse a disposizione nella Legge di Bilancio 2022, sono in arrivo nuovi aiuti anche per il turismo, che purtroppo ha risentito di questa quarta ondata Covid. Sono 150 milioni le risorse sul tavolo per il settore turistico, esclusivamente per agenzie di viaggio e tour operator; mentre rimarranno esclusi dal decreto alberghi e ristorazione (salvo nuove intese).

Decreto sostegni 2022: bonus stagionali in arrivo?

All’interno del nuovo decreto Sostegni 2022 dovrebbe trovare spazio anche una nuova tornata di aiuti relativa al bonus stagionali. Se da un lato si andranno a finanziare nuovi contributi a fondo perduto, anche le Partite Iva potrebbero ottenere nuovi aiuti: ma quando arriva il bonus stagionali 2022 e quanto spetta? 

Una data precisa ancora non c’è, ma il Governo si è impegnato a prendere in considerazione l’Ordine del Giorno presentato dall’onorevole Teresa Manzo (M5s), che sui social sostiene la categoria degli stagionali da molto tempo.

I nuovi aiuti e il bonus stagionali 2022 dovrebbero riguardare per lo meno i lavoratori e le Partite Iva che sono stati colpiti da sospensione, riduzione o cessazione dell’attività lavorativa a causa del Covid-19. Lavoratori che, a causa dell’introduzione della Naspi e del Job’s Act, vivono nella precarietà.

Il Governo, quindi, dovrà effettuare una scelta tra diverse opzioni in gioco: l’introduzione di bonus onnicomprensivi, l’estensione del reddito di emergenza anche nel 2022 (anche per i percettori della Naspi), la proroga dell’indennità di disoccupazione Naspi per nuove mensilità.

Decreto sostegni 2022: nuovi aiuti per le bollette

Arriviamo a un altro punto dolente per tutte le imprese italiane: oltre alla pandemia di Covid-19, al calo del lavoro e alla crisi economica, nei primi mesi del 2022 è arrivata anche una nuova stangata sulle bollette. Gli aumenti stimati raggiungono livelli mai visti prima, che potrebbero mettere a dura prova la produzione delle nostre aziende.

Per migliorare la situazione e cercare di alleggerire i rincari sulle bollette, il Governo aveva già approvato una serie di aiuti nella Legge di Bilancio 2022: tra questi figuravano l’abbassamento dell’Iva sul gas, l’azzeramento degli oneri di sistema, il rafforzamento del bonus bollette 2022 e la possibilità di pagare a rate le bollette sia per le famiglie sia per le imprese.

Ma tutto questo ancora non basta. Secondo un articolo del quotidiano La Stampa, il Governo potrebbe intervenire ulteriormente lungo due direttrici:

  • introdurre nuovi aiuti o sostegni per calmierare ulteriormente il costo delle bollette per famiglie e imprese;
  • spingere verso iniziative strutturali, per esempio, “raddoppiando la produzione nazionale di gas da 4 a 8 miliardi di metri cubi annui”.

Il nuovo provvedimento, inoltre, dovrebbe rendere strutturale la riduzione degli oneri di sistema e potrebbe essere finanziato non tanto da un nuovo deficit, quanto dall’applicazione di una tassa sugli extra profitti delle aziende energetiche.

Decreto sostegni 2022: nuove regole per la cassa integrazione. Cosa cambia?

Il Governo sta pensando anche a un nuovo rifinanziamento della cassa integrazione, ma solo per alcune categorie di lavoratori e per un numero di settimane ben definito. Le ipotesi parlano di una cassa integrazione da 9 o 13 settimane, ma è ancora presto per definire i tempi previsti per la proroga della misura.

Nel frattempo, con la circolare numero 1 del 3 gennaio 2022, il Ministero del Lavoro ha elencato tutte le novità introdotte sulla cassa integrazione. 

Nell’ambito della riforma degli ammortizzatori sociali (compresi anche Naspi e DIS-COLL), è stata allargata la platea di lavoratori che potranno ottenere gli aiuti. La cassa integrazione, a partire dal 1° gennaio 2022, potrà essere richiesta – oltre che dai lavoratori dipendenti con contratto di lavoro subordinato – anche dai lavoratori a domicilio e dagli apprendisti.

Non solo: anche la CIGS – ovvero la cassa integrazione guadagni straordinaria – viene modificata in modo positivo. La possibilità di accedere alla CIGS viene estesa anche alle aziende con più di 15 dipendenti, con la conferma delle causali che permettono l’accesso al beneficio.

Infine, è prevista una modifica della CIGS che, come riporta il sito web del Miur Istruzione:

ha un unico massimale di 1.199,72 euro, quindi un aumento di oltre 200 euro per chi ha una retribuzione fino a 2.159,48 euro.

Congedo parentale Covid 2022: come funziona

Infine, torna il congedo parentale Covid fino al 31 marzo 2022: tutti i genitori con figli fino a 14 anni hanno diritto a richiedere questo beneficio qualora il ragazzo sia sottoposto a quarantena o isolamento, sia impegnato nella didattica a distanza, oppure sia risultato positivo a un tampone.

L’aumentare dei contagi anche tra i più giovani, infatti, ha spinto il Governo a definire una nuova proroga del congedo parentale, che sarà retribuito solo per i genitori dei ragazzi fino a 14 anni di età. La retribuzione spetta nella misura pari al 50% della normale retribuzione percepita dal lavoratore.

Non tutti, però, possono accedere al congedo parentale: quest’ultimo spetta solo ai genitori che svolgono attività per le quali non è prevista la possibilità di lavorare da casa, ovvero in smart working.

Quarantena Covid: a rischio l’indennità di malattia

Il decreto Sostegni avrebbe dovuto contenere anche delle novità in merito alla questione di equiparare la quarantena Covid alla malattia, ma le notizie dell’ultima ora non sono affatto positive.

Come rivelano le proiezioni di Adnkronos, infatti, pare che il Governo possa arrivare ad escludere dal nuovo decreto la questione dell’indennità di malattia dovuta alla quarantena Covid per contatto con positivi. 

La dote finanziaria a disposizione (si tratta di circa 1 miliardo di euro) potrebbe non essere sufficiente per finanziare un’indennità di malattia.

Reddito di emergenza: nuove mensilità nel decreto Sostegni 2022?

Anche sul reddito di emergenza potrebbe calare il sipario: al momento il Governo non ha intenzione di introdurre nuove mensilità per il 2022, proprio per la mancanza di fondi a disposizione.

Ricordiamo che il reddito di emergenza era una misura destinata a tutte quelle famiglie colpite dalla pandemia di Covid-19, che per i limiti di reddito stringenti non avevano accesso al reddito di cittadinanza. Dopo le ultime quattro mensilità previste dal Decreto Sostegni bis, non se ne è più parlato. È questa la fine del reddito di emergenza?

Fino a quando non avremo a disposizione il testo ufficiale del nuovo decreto Sostegni 2022 non potremmo avere la certezza sulle misure in arrivo e su quelle accantonate: con tutta probabilità, dovrebbero essere confermati i ristori e i contributi per i settori in crisi, nuovi aiuti contro il caro-bollette, e nuove settimane di cassa integrazione. Le novità dovrebbero arrivare sin dalla fine di questa settimana.

Investire nel Bitcoin secondo Capital Group: pro e contro

Negli ultimi anni sempre più investitori e trader stanno investendo soldi nel Bitcoin. A differenza di altre valute, il Bitcoin è una valuta deflazionistica, poiché il suo valore aumenta in base alla domanda. Con il Bitcoin è possibile completare una transazione in pochi secondi con una commissione di transazione inferiore rispetto a quella applicata dalle banche tradizionali. Uno dei principali fattori che influenzano la facilità delle transazioni in Bitcoin è l’assenza di una terza parte. Il bitcoin consente di inviare e ricevere denaro in qualsiasi parte del mondo. Gli utenti possono inviare denaro in qualsiasi luogo del mondo e in qualsiasi momento lo desiderino. Scopriamo in questa guida di Trend Online quali sono i vantaggi e gli svantaggi secondo Capital Group, un’azienda statunitense d’investimenti.

Investire in Bitcoin: quali sono i vantaggi? La parola a Capital Group

La rapida crescita del settore delle criptovalute ha ispirato un vivace dibattito anche tra i professionisti degli investimenti di Capital Group. Ecco quali sono i vantaggi e gli svantaggi del Bitcoin. Come tutti gli asset che non producono guadagni, il Bitcoin ha un valore intrinseco pari a zero. È previsto un limite di offerta di 21 milioni di Bitcoin, quindi, nessuno governo e autorità può emetterne di più. A differenza di altre valute che mostrano il rischio inflazione, il Bitcoin è una valuta deflazionistica: il suo valore aumenta in base alla domanda. Altre valute sono controllate dai rispettivi governi mentre il Bitcoin è decentralizzato. Il Bitcoin può essere inviato e ricevuto con smartphone e pc. Tutti gli utenti possono accedere al Bitcoin e possono controllare le loro transazioni che aiutano a salvaguardare gli assets. L’oro delle valute digitali protegge dal furto di identità poiché le informazioni personali sono protette da terzi soggetti. La crittografia e il backup del portafoglio bitcoin garantiscono anche un’adeguata sicurezza nelle transazioni. I bitcoin aiutano a inviare e ricevere denaro in qualsiasi parte del mondo. Gli utenti possono inviare denaro in qualsiasi luogo del mondo in qualsiasi momento lo desiderino. Non esiste un’autorità centrale e gli utenti hanno il controllo completo sui loro soldi. Le informazioni personali degli utenti Bitcoin non vengono divulgate e la sicurezza viene garantita da ogni tentativo di frode. Quando si investe in Bitcoin, il ROI è la metrica più importante da valutare attentamente. Il Bitcoin ha avuto il miglior ROI nella storia degli investimenti, e soprattutto negli anni 2010. Il ROI medio annuo è stato di circa il 600% nell’ultimo decennio. Il Bitcoin non fa parte dell’ambiente economico globale; pertanto, nulla può influenzare il prezzo dell’asset digitale. A differenza del denaro presente sul conto corrente, il Bitcoin non può essere confiscato dal governo o dai creditori.

Bitcoin: quali sono gli svantaggi?

I Bitcoin sono valuta digitale e non hanno forma fisica: gli utenti non sono in grado di utilizzarli nei negozi fisici. Poiché le transazioni in Bitcoin sono irreversibili, è possibile che il venditore non invii i beni anche dopo che il pagamento è stato effettuato. Dato che il sistema Bitcoin è relativamente nuovo, potrebbero esserci difetti tecnici. I valori del Bitcoin fluttuano costantemente in base alla domanda pubblica. Il repentino cambiamento di prezzo cagionerà un’enorme confusione. I bitcoin persi rimangono dormienti perché nessuno può trovare le chiavi private che consentono di utilizzare gli assets persi. Infine, solo un gruppo di utenti è a conoscenza del Bitcoin. Pertanto, il Bitcoin non è ampiamente utilizzato come dovrebbe essere.

Bonus matrimonio 2022: confermato fondo perduto! Come averlo

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A seguito dell’approvazione e della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della nuova Manovra Finanziaria del nuovo anno, resa nota attraverso l’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2022, la legge numero 234 del 30 dicembre 2021, il Governo con a capo l’attuale Presidente del consiglio dei Ministri, Mario Draghi, ha deciso di confermare una serie di sostegni e di contributi economici. 

Tra questi, anche per l’anno 2022 sembrano essere stati prorogati importanti contributi a fondo perduto nei confronti di imprese e di aziende, le quali dovranno tuttavia essere in possesso di un insieme di condizioni e di requisiti ben specificati.

A questo proposito, uno dei contributi a fondo perduto che ha ottenuto la proroga anche per l’anno 2022 è quello dedicato al bonus matrimonio. 

Si tratta, in effetti, di un aiuto che non è stato introdotto per la prima volta a seguito della nuova Manovra finanziaria 2022 ma che era stato già elaborato da parte della squadra di Governo guidata da Mario Draghi, ma che ha ottenuto il suo effettivo riconoscimento soltanto nelle prime settimane del nuovo anno.

Questo perché si è ritenuto necessario definire la meglio la distribuzione effettiva delle risorse stanziate dall’esecutivo, che saranno corrisposte sulla base del settore e dell’ambito di lavoro di ciascuna impresa richiedente.

A questo proposito, all’interno del seguente articolo, andremo ad approfondire nel dettaglio quali sono effettivamente le principali caratteristiche e gli aspetti peculiari che contraddistinguono il nuovo bonus matrimonio 2022. In tal senso, nei prossimi paragrafi, sarà anche offerta una panoramica di tutti i requisiti e di tutte le condizioni che sono intese come necessarie per le imprese che intendono presentare la richiesta per ottenere il contributo a fondo perduto.

Bonus matrimonio 2022: il contesto generale e gli obiettivi

Al contrario di quanto lascia intendere il suo nome, tuttavia, occorre innanzitutto sottolineare che non si tratta di una agevolazione concessa nei confronti dei promessi sposi, bensì risulta essere indirizzata esclusivamente a quelle aziende e quelle imprese che appartengono al settore dell’intrattenimento, del wedding e dell’organizzazione di cerimonie e di feste. 

Dunque, è chiaro che anche in questo caso, l’obiettivo del bonus matrimonio 2022, la cui introduzione era stata già fissata a seguito dell’approvazione e dell’entrata in vigore del precedente Decreto Sostegni bis, è proprio quella di supportare maggiormente quelle categorie di imprese che erano state gravemente danneggiate dalle restrizioni e dalle misure anti-contagio che l’esecutivo aveva formulato in vista dell’emergenza epidemiologica del Coronavirus.

Effettivamente, uno dei settori che è stato più colpito dalle restrizioni che sono state man mano elaborate dalla squadra dell’esecutivo italiano, dapprima capitanata dall’attuale leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, e successivamente dal premier Mario Draghi, è sicuramente quello legato al mondo dell’intrattenimento, così come anche del catering, dell’hotellerie e della ristorazione.

Le novità del Governo Draghi sul bonus matrimonio 2022

Come anticipato nei precedenti paragrafi, il bonus matrimonio non è stato elaborato per la prima volta soltanto all’interno della Manovra finanziaria del nuovo anno, bensì è il risultato di un’ampia discussione che era stata già intrapresa durante i primi mesi del mandato del Governo Draghi.

Effettivamente, a seguito della pubblicazione e dell’entrata in vigore del decreto-legge numero 73/2021, con modificazioni dalla Legge di conversione numero 106/2021, l’attuale squadra di Palazzo Chigi aveva già provveduto allo stanziamento di un totale complessivo di ben 60 milioni di euro. 

Si tratta di un fondo volto proprio alla copertura totale di tutte le richieste che saranno effettivamente presentate da parte delle imprese che intendono accedere al contributo a fondo perduto del bonus matrimonio 2022.

A questo proposito, tuttavia, è necessario fare anche alcune precisazioni in merito alle modalità attraverso cui saranno redistribuiti tali fondi, sulla base del settore di appartenenza dell’impresa oppure dell’azienda che presenta l’istanza per poter accedere al bonus matrimonio 2022.

Bonus matrimonio 2022: il quadro normativo e le disposizioni

Con l’obiettivo di comprendere al meglio quali sono tutte le normative e le disposizioni approvate e formulate da parte della squadra di Governo alla cui guida vi è l’attuale Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, in riferimento al bonus matrimonio 2022 è necessario anche fare un breve riepilogo dell’intero quadro normativo entro cui si pongono tali provvedimenti.

A questo proposito, come già sottolineato in precedenza, il bonus matrimonio 2022 è stato approvato ed introdotto già a partire dallo scorso anno, a seguito della conversione in legge del precedente Decreto Sostegni bis del 25 maggio 2021, con la nuova legge numero 106 entrata in vigore il 23 luglio 2021.

Effettivamente, in tal senso, è stato introdotto l’articolo 1-ter, contenente un maxi emendamento da parte del Governo, attraverso cui è stato disposto lo stanziamento dei 60 milioni di euro come fondi destinati alla copertura dei contributi a fondo perduto per le imprese e le aziende appartenenti al settore del wedding, dell’Horeca nonché dell’intrattenimento.

Tuttavia, nonostante il maxi emendamento contenuto nella legge di conversione del mese di luglio 2021, è stato necessario attendere anche l’autorizzazione da parte della Commissione dell’Unione Europea del bonus matrimonio 2022, sulla base di quanto previsto all’interno dell’articolo 108 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea.

Così, dopo aver identificato all’interno del maxi emendamento tutti i criteri ed i requisiti necessari per poter accedere al bonus matrimonio 2022, soltanto il 4 gennaio del nuovo anno l’esecutivo ha annunciato la firma per il decreto volto a fornire e disciplinare tutti i dettagli del nuovo bonus matrimoni 2022.

A chi è destinato il bonus matrimonio 2022?

Soltanto a seguito dell’approvazione della nuova legge di conversione del Decreto Sostegni bis, il Governo Draghi è stato in grado di formulare correttamente tutte le condizioni e le indicazioni di carattere operativo, necessarie per comprendere effettivamente le categorie di aziende e di imprese che avrebbero potuto accedere al bonus matrimonio 2022.

In tal senso, per quanto riguarda le aziende legate al settore specifico del wedding che sono in possesso di tutti i requisiti richiesti e che presenteranno correttamente l’istanza, le risorse stanziate con il decreto Sostegni bis prevedono un ammontare complessivo di ben 40 milioni di euro.

Invece, saranno distribuiti equamente con fondi da 10 milioni di euro ciascuno, i contributi a fondo perduto che spetteranno invece nei confronti delle aziende che appartengono da un lato a settori legati all’intrattenimento e all’organizzazione di feste e di cerimonie (diversi quindi dal settore wedding), e dall’altro, invece quelle che si riferiscono al settore dell’hotellerie-restaurant-catering (Ho.Re.Ca.).

Occorre, tuttavia, fare un’ulteriore precisazione per quanto riguarda i requisiti di accesso per ottenere il riconoscimento e l’erogazione del contributo a fondo perduto del bonus matrimonio 2022. 

Infatti, per poter presentare l’istanza e sperare di accedere ai fondi, sarà necessario che le imprese trasmettano anche correttamente l’intera documentazione che consenta loro di attestare di aver subito effettivamente una riduzione legata al fatturato della propria azienda, conseguito durante gli anni 2021 e 2022, rispetto all’anno 2019.

A questo proposito, la diminuzione del fatturato e dei corrispettivi dovrà risultare essere pari ad almeno una percentuale del 30 per cento.

Come presentare la richiesta per il bonus matrimonio 2022

Il decreto attuativo legato alla misura del bonus matrimonio 2022, contenuto nel Decreto Sostegbi bis ed annunciato nella giornata del 4 gennaio da parte del Governo Draghi, rappresenta un provvedimento di tipo congiunto a seguito della discussione tra il Ministero dello Sviluppo Economico ed il Ministero dell’Economia e delle Finanze.

In questo senso, come sottolineato anche da parte del ministro del MISE, Giorgetti, il bonus matrimonio 2022 andrà a rappresentare un provvedimento necessario a sostegno di tutte quelle aziende che sono state purtroppo tra le più danneggiate durante questo lungo periodo segnato dalla pandemia del Coronavirus. 

Per questo motivo, bisognerà attendere l’arrivo e la pubblicazione dell’apposito provvedimento da parte dell’Agenzia delle Entrate, che dovrebbe avvenire già nelle prossime settimane, per scoprire maggiori dettagli ed indicazioni in merito alle scadenze e alle modalità che dovranno essere seguite da quelle aziende che intendono presentare la richiesta per ottenere i contributi a fondo perduto del bonus matrimonio 2022.

Tuttavia, ciò che è certo è che sarà richiesto alle imprese di poter dimostrare l’effettiva riduzione del proprio fatturato, attraverso una serie di documenti e di dichiarazioni che saranno successivamente specificati.

Addio al bonus sposi 2022: cosa succede ora?

Molti promessi sposi ricorderanno speranzosi anche un altro bonus che era stato inserito all’interno del Decreto Sostegni bis, pensato appositamente per le coppie che intendevano sposarsi durante il prossimo anno, chiamato appunto bonus sposi.

A questo proposito, si trattava di una agevolazione che avrebbe consentito ai cittadini di ottenere il riconoscimento di uno sconto fiscale pari addirittura al 25 per cento delle spese sostenute per l’organizzazione della cerimonia nuziale, fino ad un importo massimo di 25.000 euro.

Nonostante l’acceso dibattito tra le forze politiche, le quali avevano richiesto l’erogazione di un fondo volto alla copertura di spese differenti, dal catering al trucco all’organizzazione stessa del matrimonio, l’emendamento legato al bonus sposi 2021 non ha ricevuto la sua approvazione esecutiva.

Purtroppo, quindi, è necessario sottolineare che durante la fase di conversione del decreto sostegni bis, il bonus sposi non ha ottenuto la sua introduzione esecutiva ed è stato così bocciato.

When will cryptocurrencies become widely acceptable?

Whether you like it or not, cryptocurrencies have become extremely popular and used worldwide in the last couple of years. Last statistics show that around 106 million people around the world use cryptocurrencies (in America alone, 46 million Americans own a share of Bitcoin).

 

You might be thinking that this number isn’t big, considering that there are around 7 billion people in the world, but on second thought, you will realize that that’s not the case and that there are many aspects you need to take into consideration.

 

First of all, not everyone has the knowledge when it comes to crypto and most crypto holders are considered to be in the Gen Z category. Older people have a hard time believing cryptocurrencies will bring any good, but if you think about it, the same thing happened to credit cards when they first saw the light of the day back in the 50s. 

 

Nowadays, credit cards are pretty mainstream and there isn’t a household that doesn’t own one. In fact, statistics show that over 87% of adults own a credit card. If you connect the dots, it’s safe to assume that the same cryptocurrencies will follow the same path as credit cards and become a part of our everyday life in the next five or ten years, right? 

 

Well, we will see about that. A lot is going on at the moment in the world of cryptocurrencies and the one certain thing is that the next few years will surely determine the trend crypto will take in the years to come.

 

Based on everything that we said, the main topic of this article will be just that – when (and whether will) cryptocurrencies become widely acceptable? Is it something we can count on, or history won’t repeat itself and crypto will stay in our memory as one of the biggest scams of the 21st century? Let’s find out.

What are cryptocurrencies?

If you are reading this article and you think – “what are cryptocurrencies?”, then this section is for you. Even if you know what crypto is, it might be a good idea to freshen up your memory and remember what it is all about.

 

So, what are exactly cryptocurrencies? First of all, let’s say that there isn’t a definite answer to this question. There isn’t a definition that is accepted by everyone, but there are rather several definitions we find solid and often refer back to when we explain crypto to someone.

 

Simply put, cryptocurrency is a digital (or virtual) currency that is secured by something that is called cryptography. Now, cryptography is a topic of its own, and it can be pretty complex to explain if we go into detail. But, we will say that thanks to cryptography, cryptocurrencies are virtually impossible to counterfeit – which is why they are unique.

 

If you want to learn more about cryptography and what it exactly represents, we suggest that you watch this Crash Course video, as it explains cryptography in great detail.

 

 

Cryptocurrencies are decentralized, which means that they aren’t owned by anyone (as money that is practically owned by the government), and they are built on something called a blockchain. Now, as with cryptography, blockchain can be hard to explain to a regular Joe in just a few sentences, so if you want to learn more about this fantastic concept, we suggest that you check another article of ours, that tackles this subject in higher detail.

 

Essentially, blockchain represents a database that is distributed amongst millions of nodes on a computer network, and it is what makes cryptocurrencies decentralized.

 

The most famous cryptocurrency is surely Bitcoin. It’s the first cryptocurrency ever created, and it’s the one that is basically generating the most buzz. However, Bitcoin isn’t alone and there are many other currencies that are popular. EthereumCardano, Solana, just to name a few, are highly appealing to investors and are just a few steps behind Bitcoin when it comes to popularity. 

 

Right now, as of January 2022, there are over 9,000 different cryptocurrencies present on the market, a number that keeps growing every single day. 

 

Since crypto is decentralized, there isn’t an authority that can impact the value of one coin (government for example). This makes crypto appealing to us, the people, since the value of a specific cryptocurrency can’t be influenced that easily, and therefore it makes crypto terrific for investing money. Take the Turkish lira for an example of a currency that is owned by the government – by the end of 2021, because of the inflation, the currency lost over 20% in value, which resulted in millions of people losing money. 

 

Something like this can’t happen in crypto, but this doesn’t mean that cryptocurrencies are immune to external factors and swings in value. Many factors affect the value of a cryptocurrency, such as social media, the project behind it, and so on. 

 

Okay, but what are cryptocurrencies used for? Do they have some sort of real-world use? Well, that is the sweet part. Let’s see what crypto is used for.

Are cryptocurrencies used as a form of payment?

In a nutshell, cryptocurrencies are used for some sort of payment. That payment can be for anything – buying a pizza, buying something from a clothes store, or paying for a service. Now, it’s important to understand that not every cryptocurrency can be used for payment.

 

Sure, Bitcoin, Ethereum, and other more popular currencies can be used for paying for various goods, but not all cryptocurrencies (over 9,000 of them) can be used for the same thing. Many coins are considered to be “meme” coins and have virtually no value. 

 

Bitcoin, for example, as the most popular cryptocurrency, apart from being used to buy other crypto and as a first coin crypto investors place their money in, can be used for purchasing cars, expensive watches, jewelry, and other tech products. We will be first to admit, the list of companies that accept payments in Bitcoin is still extremely small, but it’s not zero.

 

Ethereum on the other hand, is used to pay for gas fees when you purchase/trade coins on the Ethereum blockchain. Since it’s one of the most popular types of blockchains on the market, we’re talking about millions of dollars that go on gas fees from tens of millions of trades every single day. 

 

Although it’s not exactly legal, there is a market that accepts cryptocurrencies for various products/services that you want to buy. We won’t share sites for such activities, but it’s important to mention that a lot is going on backstage that you don’t really see. 

 

Since we want to focus on the legal stuff in this article, and what you can use cryptocurrencies legally for, it’s obvious that there is a long way to go before crypto becomes widely acceptable. Many companies such as Tesla state that they will start accepting Bitcoin as a form of payment, but have yet to prove that what they are saying is true. 

When will crypto become widely acceptable?

The million-dollar question. When exactly will crypto become widely acceptable? When will you be able to use crypto on your credit card to buy groceries from your supermarket, pay for gas, or a cup of coffee? 

 

When will you be able to accept your wage in crypto, or to buy cryptocurrencies on your local exchange? When will banks start to accept crypto and give you the possibility to invest in whatever you want in crypto?

 

Truth to be told, we don’t have an answer to all of these questions. There is still a long way to go before cryptocurrencies become widely acceptable, and there is a good reason why. 

 

First and foremost, every country (or the government of every country) doesn’t like to be not in control. They like to have everything under their fingertips, and they can’t do that with crypto. Since it’s decentralized, they can control the input/output of the cryptocurrencies flow nor they can influence the price of it, which makes it extremely unfavorable to them.

 

This is the first problem when it comes to crypto acceptance, but there might be a light at the end of the tunnelIn late 2021, El Salvador was the first country in the world that officially accepted Bitcoin as a form of payment on their territory. This was groundbreaking news since it’s the first country that dared to say what everyone else has been thinking – there is value in cryptocurrencies, and crypto can be used as a form of payment.

 

Other institutions, companies also need to follow their steps. In January 2022, Tesla started to allow people to buy Tesla-related merchandise with Dogecoin, a meme cryptocurrency that everyone made fun of in 2021. 

 

Even though it’s just a meme coin, this was a fantastic move by Tesla towards greater cryptocurrency acceptance, as now people could officially use a specific coin for their purchases.

 

There are other initiatives by companies as well – Microsoft lets people buy different services they provide with Bitcoin, such as Xbox Live and Skype. The famous Hong-Kong based hotel and resort chain Pavilion started accepting crypto payments for their customers. In November 2021, Mastercard stated that from now on, they will let their partners accept payments in crypto and buy specific services/products. 

 

Many professional athletes also started to receive their contracts in crypto as well. In 2020, Russell Okung, the famous NFL player became the first Nation Football Player to collect a portion of his pay in cryptocurrency. In his contract, it is stated that he will receive 50% of his annual $13 million salary in Bitcoin.

 

Cases like this make the worldwide acceptance of Bitcoin much greater and can influence other companies/individuals to do the same. Only by doing so, crypto will become widely accepted and used by millions in their everyday lives.

Sooner or later

If the ongoing trend continues, we think that sooner or later, cryptocurrencies will become the new credit cards, and there won’t be a household that doesn’t own some sort of crypto.

 

But, there is still a long way to go before this happens. After all, good things take time, and when it comes to cryptocurrencies, we believe that time is the key. You can start from yourself! Investing in cryptocurrencies is a great thing to do if you believe in the whole thing and who knows, your investment might turn out to be a big hit!

Buoni spesa 2022: un grande ritorno! Scopri cosa cambia!

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Nuovo anno, nuovi bonus? 

Non sempre si parla di agevolazioni del tutto nuove. Infatti, i sussidi che hanno funzionato al meglio vengono riproposti, tra questi i buoni spesa. 

Infatti, in molti Comuni italiani sono stati emanati nuovi buoni spesa per l’acquisto di generi di prima necessità.

L’obiettivo? È molto semplice: aiutare tutte quelle famiglie che si trovano in una situazione di difficoltà a causa della pandemia da Covid-19.

Infatti, come purtroppo sappiamo, la situazione epidemiologica non accenna a migliorare. Nonostante gli esiti eccellenti della campagna vaccinale (che procede ancora oggi a pieno ritmo), i contagi stanno aumentando sempre di più, raggiungendo picchi da record, complice anche la variante Omicron

Ebbene, in questa situazione certamente non facile, il Governo ha deciso di intervenire stanziando dei fondi da dedicare ai Buoni spesa 2022. 

Attenzione però: si tratta di un’agevolazione che viene stanziata a livello comunale e, di conseguenza, per effettuare la domanda bisognerà rivolgersi al proprio Comune di residenza. 

Ma andiamo a fare chiarezza su quali requisiti sono necessari per poter ottenere questi voucher e come fare la richiesta. 

Buoni spesa 2022: chi sono i beneficiari?

Per prima cosa dobbiamo definire l’ambito di applicazione di questo sussidio, chiarendo chi sono i beneficiari della misura. 

Ebbene, in linea di massima possiamo affermare che la richiesta per i Buoni spesa 2022 può arrivare dai cittadini che abitano in quei Comuni dove i bandi risultano essere attivi. 

Ovviamente, in base al bando cambieranno anche i requisiti per poter ottenere questi sussidi. 

Questo significa che non ci sono dei requisiti uguali per tutti, ma che ogni Comune deciderà i suoi autonomamente. 

Infatti, il Governo Draghi ha lasciato ai singoli Comuni la scelta di quali requisiti utilizzare per scremare i cittadini e scegliere a chi erogare il sussidio economico. Proprio per questo motivo due famiglie che vivono in due Comuni diversi, a parità di reddito e di altre condizioni, potranno ricevere un importo differente. 

In linea di massima ci sono due parametri che sono presenti un po’ in tutti i bandi per ottenere i Buoni spesa 2022: il reddito ISEE e il numero dei componenti del nucleo familiare

Parlando di ISEE è bene ricordare che, essendo adesso nel mese di gennaio, è necessario richiedere al più presto il nuovo Indicatore della Situazione Economica Equivalente, in modo da non rimane tagliati fuori dall’erogazione dei principali sussidi. 

Ma andiamo a vedere la situazione dei Buoni spesa 2022 in alcuni Comuni italiani che, ad oggi, presentano il bando ancora attivo. 

Buoni spesa 2022: ecco i requisiti a Salerno!

Il Comune di Salerno ha attualmente all’attivo un bando per l’erogazione dei Buoni spesa 2022 alle famiglie che si trovano in difficoltà.

Infatti, non dobbiamo dimenticare che questo sussidio è stato messo a punto per sostenere tutte quelle famiglie che, a seguito della pandemia da Covid-19 si trovano in una situazione economica sfavorevole.

Ebbene, in seguito all’emergenza sanitaria ed all’estensione dello Stato di Emergenza il Comune di Salerno ha deciso di istituire un bando per l’erogazione dei Buoni spesa 2022.

Ma chi potrà beneficiare di questo sussidio? Andiamo a scoprire il bando più nel dettaglio. 

Ebbene, possono accedere a questo bando tutti i cittadini che presentano un ISEE fino a 10.000 euro a livello familiare. 

In questo caso la domanda può essere inviata direttamente sul portale telematico del Comune di Salerno, oppure rivolgendosi al CAF. 

Ma quali sono i limiti temporali? Ebbene, la domanda per ottenere i Buoni spesa 2022 a Salerno può essere inviata dal 12 gennaio al 14 febbraio 2022. 

In seguito, il Comune avrà il compito di comporre una graduatoria con tutti i beneficiari ammessi. Questo significa che i soldi inizieranno ad arrivare indicativamente alla metà di febbraio.

Parliamo un attimo di importi. Quando facciamo riferimento al Comune di Salerno parliamo di 150 per nuclei formati da un singolo individuo, fino a salire di 50 euro ad ogni componente aggiuntivo del nucleo familiare. In questo modo, una famiglia composta da tre soggetti riceverà un buono spesa di 250 euro. 

Per maggiori informazioni si rimanda al bando ufficiale del Comune di Salerno per ottenere i Buoni spesa 2022.

Buoni spesa 2022: non solo Salerno. Quali sono gli altri Comuni?

Abbiamo menzionato per primo il Comune di Salerno in quanto è importante sottolineare che si tratta dell’ultimo Comune in ordine temporale che ha istituito tale bando. 

Eppure, non si tratta dell’unica città nella quale è possibile avanzare la richiesta per ottenere l’accesso ai Buoni spesa 2022.

Tra i Comuni dove è ancora possibile richiedere l’accesso a tale agevolazione abbiamo il Comune di Cosenza, in Calabria. 

In questo caso, la limitazione ISEE è leggermente più bassa rispetto a Salerno. Infatti, possono avanzare la richiesta per i Buoni spesa 2022 coloro che hanno un ISEE al di sotto dei 9.360 euro. 

Anche in questo caso sarà possibile inviare la domanda online e ricevere un importo variabile tra i 50 ed i 300 euro a famiglia. 

Un altro Comune nel quale si può richiedere l’accesso ai Buoni spesa 2022 è quello di Sorrento

In questo caso parliamo di requisiti leggermente differenti. Infatti, sarà possibile inviare la domanda per accedere ai Buoni spesa 2022 solo se si possiede un ISEE inferiore a 15.000 euro e non si beneficia del Reddito di Cittadinanza

Ebbene, in questo caso, la domanda può essere inoltrata entro e non oltre la data dell’8 febbraio 2022. Per maggiori informazioni ti consiglio di leggere il bando ufficiale del Comune di Sorrento

Buoni spesa 2022: attenzione alle truffe!

Ovviamente non è tutto oro quello che luccica. Infatti, le possibili truffe sono all’ordine del giorno.

Qualche giorno fa abbiamo parlato di una truffa perpetrata nei confronti di coloro che sono in possesso della Postepay, ossia la carta di Poste Italiane. Per maggior informazioni ti consiglio di consultare il seguente articolo: Postepay: attenzione alla nuova truffa svuota-conto!

Ebbene, pare proprio che le truffe non siano finite e che riguardino anche i buoni spesa 2022. 

Dallo scorso venerdì alcuni cittadini stanno ricevendo degli strani sms sui loro telefoni che esortano a cliccare sul link per ottenere l’accesso ai bonus spesa nella Regione Lazio. 

Ovviamente, come ha spiegato la stessa regione, si tratta di una truffa vera e propria che ha come obiettivo, quello di sottrarre i dati degli utenti. 

Ebbene, la Regione Lazio ha già ribadito più volte che i cittadini non devono in alcun modo cliccare sul link presente all’interno del messaggio. 

Infatti, le comunicazioni ufficiali della Regione, arrivano direttamente dai canali ufficiali e non tramite SMS. 

Di conseguenza, tutti coloro che dovessero ricevere questo tipo di messaggio sono pregati di non cliccare sul link (in quanto è una vera e propria truffa) e di denunciare l’accaduto alle autorità competenti. 

Quale sarebbe l’accusa? Ebbene, si tratta di phishing, un’attività definita dalla Polizia Postale come una tipologia di truffa online che si concretizza principalmente attraverso messaggi di posta elettronica ingannevoli.

Si tratta del ricevere e-mail o sms che al primo sguardo sembrano essere inviati dall’ente o dalla banca di fiducia, ma che in realtà hanno il semplice obiettivo di rubare i dati personali dell’utente. 

Dunque, come ha sottolineato più volte la Regione Lazio, è quella di non aprire nessuna comunicazione proveniente da indirizzi sospetti o numeri sconosciuti ed, in particolare, evitare di cliccare su qualsiasi link!

Bonus Asilo Nido: non termina nel 2022! Come ottenerlo!

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Siamo in una situazione di grande cambiamento per quanto riguarda le misure a sostegno del reddito delle famiglie. 

In che senso? Te lo spiego immediatamente. 

Ebbene, a marzo 2022 entrerà in vigore l’Assegno Unico Universale che andrà a cancellare, o meglio, sostituire, tutte le precedenti misure legate ai bonus per i figli. 

Tutte tranne una. Infatti, il Bonus Asilo Nido rimarrà in vigore anche nel 2022!

Questo significa che anche nel corso del nuovo anno i genitori avranno la possibilità di richiedere questo bonus che copre il pagamento delle rette annuali dell’asilo, sia pubblico che privato. 

Nessuna grande novità per quanto riguarda l’invio della domanda all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale o per i requisiti ai quali bisogna sottostare per poter beneficiare del Bonus Asilo Nido anche nel 2022. 

Ancora non si può procedere con l’invio delle domande. Infatti, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ancora non ha comunicato una data ufficiale per l’invio delle domande. 

In questo articolo andiamo a sviscerare il Bonus Asilo Nido e a capire come ottenere questo importantissimo sostegno economico dedicato alle famiglie. 

Bonus Asilo Nido 2022: cos’è?

Non possiamo partire a spiegare come ottenere il Bonus Asilo Nido anche nel 2022, senza aver prima definito di cosa stiamo parlando. 

Ebbene, in base a quanto previsto dal decreto legge numero 232 del 2016, lo Stato è tenuto a dare un contributo economico per coprire le rate di asili nido, sia pubblici che privati. 

Inoltre, per i bambini minori di tre anni che sono affetti da patologie croniche, lo Stato deve intervenire e fornire il suo supporto economico anche in questo caso. 

Nella prima bozza di questa legge si pensava ad un Bonus Asilo Nido di importo massimo di 1.000 euro. Tuttavia, questa cifra è stata in seguito rivista e oggi sappiamo che il massimo che si può ottenere per mezzo del Bonus Asilo Nido è di 3.000 euro. 

Quindi, qual è l’importante novità?

Ebbene, erano in molti a pensare che con l’avvento dell’Assegno Unico Universale il Bonus Asilo Nido sarebbe stato ridotto, se non addirittura cancellato come sta per avvenire con il Bonus Bebè o il Bonus Mamma Domani

Siamo qui per tranquillizzarvi: niente di tutto questo sta per accadere! 

Infatti, in base a quanto affermato dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, il Bonus Asilo Nido risulta essere totalmente compatibile con l’Assegno Unico Universale. 

Infatti, come avremo capito in precedenza, l’Assegno Unico Universale andrà ad “assorbire” sia i premi per le nascite, previsti dal Bonus Mamma Domani, sia gli assegni di natalità, conosciuti come Bonus Bebè, sia gli assegni per il nucleo familiare. 

Ebbene, nessun problema in vista per il Bonus Asilo Nido che continuerà a rimanere in vigore anche nel corso del 2022! 

Andiamo a capire meglio chi sono i beneficiari che possono sfruttare il Bonus Asilo Nido anche nel corso di questo nuovo anno.

Bonus Asilo Nido 2022: a chi spetta?

Ebbene, ora che abbiamo capito cos’è il Bonus Asilo Nido, andiamo a capire a chi spetta. 

In poche parole possiamo affermare che questo bonus viene erogato nei confronti di coloro che devono effettuare il pagamento delle rette dell’asilo per i propri figli, sia nel caso di asili pubblici che di asili privati. L’importante è che l’asilo al quale il figlio sarà iscritto sia riconosciuto. 

In questi casi, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, dopo una richiesta da parte delle famiglie, si occuperà di rimborsare totalmente o in parte l’importo speso per il pagamento della retta. 

Ma cosa rientra nell’importo rimborsabile? Come sappiamo, non tutto può sempre essere rimborsato. 

Per capire cosa rientra nell’importo rimborsabile dobbiamo tenere in considerazione i costi di iscrizione all’asilo e le rette mensili. In poche parole, restano comunque esclusi i costi per i servizi integrativi, quali ludoteche o spazi gioco. 

Quando il genitore compila la domanda dovrà indicare quali sono i mesi relativi alla frequenza del bambino a scuola, in un periodo compreso tra il 1° gennaio 2022 ed il 31 dicembre 2022. 

Inoltre, sempre in sede di domanda, dovrà essere inviata anche la documentazione che attesta il pagamento delle rette. 

Infine, quando facciamo riferimento a delle spese che ancora non sono state sostenute, bisognerà presentare la domanda entro il mese di riferimento o, in linea di massima, entro aprile del 2023.

Bonus Asilo Nido 2022: di che importi stiamo parlando?

Abbiamo capito cos’è il Bonus Asilo Nido e chi può beneficiarne. Ora andiamo a toccare un aspetto che interessa molto a tutti, ossia il lato economico di questo sussidio. 

Ebbene, quando parliamo di Bonus Asilo Nido 2022 dobbiamo tenere a mente che gli importi sono identici a quelli che abbiamo conosciuto nel corso dello scorso anno.

  • Infatti, per coloro che presentano un ISEE inferiore o uguale a 20.000 euro, il Bonus Asilo Nido sarà di 3.000 euro;
  • Per coloro che hanno un ISEE fino a 40.000 euro, il Bonus Asilo Nido sarà di 2.500 euro;
  • Infine, per coloro che presentano un ISEE superiore a 40.000 euro, il Bonus Asilo Nido sarà di 1.500 euro

In questa sede è bene fare una precisazione importante. Infatti, come abbiamo affermato nel corso del precedente paragrafo, in sede di domanda viene richiesto il periodo di effettiva frequenza dell’asilo.

Questo perché il Bonus Asilo Nido viene riproporzionato in base alla frequenza effettiva. 

Un esempio? Beh, se una famiglia ha un ISEE al di sotto dei 20.000 euro avrà diritto a 3.000 euro di Bonus Asilo Nido, ma se iscrive il figlio a scuola a luglio avrà diritto solo al 50% del bonus, quindi a 1.500 euro. 

Bonus Asilo Nido 2022: posso averlo senza ISEE?

Altra domanda che viene posta molto spesso riguarda la possibilità di ottenere il Bonus Asilo Nido nel 2022 senza presentare alcun Indicatore della Situazione Economica Equivalente. 

Ebbene, la risposta è sì, il Bonus Asilo Nido si può ottenere anche senza ISEE. 

Tuttavia, parlando di questo tema, è doveroso fare alcune importanti precisazioni. 

Infatti, in base a quanto abbiamo visto nel precedente paragrafo dedicato agli importi del Bonus Asilo Nido, abbiamo visto che essi variano in base all’ISEE minorenni. 

Perfetto, ma questo non significa che tale documento è indispensabile per accedere al Bonus Asilo Nido. 

Infatti, è bene sottolineare che il Bonus Asilo Nido 2022 può essere ottenuto anche senza presentare l’ISEE. Tuttavia, in questo caso si potrà avere diritto solo all’importo minimo erogato dal bonus, quindi 1.500 euro, ovviamente rapportati al periodo di frequenza. 

Bonus Asilo Nido 2022: non finisce con l’Assegno Unico Universale!

In tanti pensavano che con l’avvento dell’Assegno Unico Universale avremmo dovuto dire addio alle misure a sostegno del reddito delle famiglie attualmente in vigore. 

Ebbene, non avevamo nemmeno tutti i torti in quanto il Bonus Mamma Domani o il Bonus Bebè spariranno per sempre a partire dal mese di marzo 2022. 

Tuttavia, come avremo intuito, rimane un unico grande superstite: il Bonus Asilo Nido. 

Ebbene, con l’Assegno Unico Universale, per il quale la domanda può già essere inviata, le famiglie con figli fino a 21 anni riusciranno ad accedere ad un’importante agevolazione economica. 

Eppure, tutto questo porterà a dire addio a numerose misure che ci hanno accompagnati in questi anni. 

Ebbene, le famiglie non dovranno però dire addio al Bonus Asilo Nido che si presenta al 100% compatibile con l’Assegno Unico Universale. 

Non solo compatibili, ma anche cumulabili. Infatti, le famiglie possono avanzare la richiesta di accesso ad entrambi i benefici contemporaneamente. 

PayPal Coin: stablecoin del colosso dei pagamenti digitali

Il colosso dei pagamenti digitali, PayPal ha annunciato che sta procedendo con lo studio di lancio di una propria stablecoin, chiamata PayPal Coin.

Si tratterebbe di una moneta virtuale privata il cui valore sarà ancorato a quello del dollaro americano. Al momento non è ancora prevista una data di pubblicazione, ma si pensa che questa avverrà nel corso dell’anno attuale, ossia nel 2022.

Come afferma BorsaInside:

C’è da dire che la notizia dello sviluppo di una stablecoin interna a PayPal non proviene da una fonte anonima, ma da ambienti interni allo stesso colosso dei pagamenti digitali. E’ stato lo sviluppatore Steve Moser ad avere individuato l’avvio di una fase di sviluppo analizzando il codice sorgente dell’app di PayPal per iPhone.

La notizia è stata resa nota grazie a una rivelazione legata al codice sorgente dell’applicazione di PayPal per i dispositivi iPhone.

Per un approfondimento sulla nuova moneta virtuale di PayPal, consigliamo vivamente la visione di questo video pubblicato sul canale YouTube di Paolo Pugliese:

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Vediamo ora qualche informazione in più su PayPal Coin iniziando da che cos’è una stablecoin e come funziona questa tipologia di moneta virtuale.

Che cos’è una stablecoin? Come funziona?

Le stablecoin sono criptovalute supportate da risorse del mondo reale come materie prime, valuta fiat (emessa dal governo), oro o altre criptovalute. Sono il risultato della necessità dei primi investitori in criptovalute, che hanno sperimentato un’estrema volatilità, di alternative digitali alla valuta fiat; qualcosa che potrebbe mantenere il valore nel tempo.

Il valore delle stablecoin non oscilla tanto quanto le altre criptovalute come Bitcoin o Ether e possono anche essere rese stabili utilizzando algoritmi informatici.

Le stablecoin sono risorse digitali che hanno una valutazione stabile come una valuta fiat, ma forniscono anche utilità e mobilità di una criptovaluta. In parole povere, possono essere viste come il ponte tra una criptovaluta volatile e una valuta fiat stabile.

Esistono essenzialmente quattro tipi di stablecoin differenziati in base a tre criteri:

  • c’è un emittente/custode responsabile per soddisfare qualsiasi reclamo allegato;
  • quanto è decentralizzato il processo decisionale sulla stablecoin;
  • il valore sottostante della stablecoin e la sua stabilità nella valuta di riferimento.

Fondi garantiti da Fiat o tokenizzati: il valore di queste stablecoin è ancorato alla garanzia che le sostiene. Ad esempio, se una stablecoin è supportata da una valuta fiat, come il dollaro USA, significa che ogni stablecoin è uguale a $ 1. Quindi, se l’emittente della stablecoin possiede tre milioni di dollari di riserva, può emettere solo tre milioni di stablecoin in cambio.

Tether è un esempio di stablecoin supportata da fiat.

Stablecoin criptate od on-chain: queste monete sono supportate da un altro asset, in genere altre criptovalute, come Ether o Bitcoin. Il valore della stablecoin è sempre proporzionale al valore della criptovaluta sottostante. Queste stablecoin supportate da criptovalute utilizzano contratti intelligenti e non hanno bisogno di un emittente o di un custode centrale.

Dai è un esempio di stablecoin on-chain supportata dalle unità di ether.

Stablecoin garantiti da titoli/commodity od off-chain: queste stablecoin sono garantite da altri asset tradizionali come titoli o materie prime. Possono essere garantiti contro metalli preziosi come oro, petrolio o immobili.

Gli investitori possono anche riscattare il loro investimento in stablecoin e ottenere la consegna fisica del collaterale. Pertanto, c’è bisogno di un custode. Tuttavia, il rimborso del token è possibile solo per misure fisse della garanzia.

Ad esempio, molti emittenti consegnano lingotti d’oro solo quando riscatti una stablecoin sostenuta da oro. Quindi, se un token della stablecoin è uguale a un grammo d’oro, il numero di unità di stablecoin richieste sarebbe proporzionale al peso del lingotto d’oro.

Tether Gold (XAUT) e Paxos Gold (PAXG) sono tra le stablecoin garantite dall’oro più liquide.

Stablecoin algoritmica: una stablecoin algoritmica non è supportata da alcuna garanzia, ma utilizza un algoritmo speciale per mantenere i prezzi della moneta. Se il prezzo delle stablecoin scende al di sotto del prezzo della valuta fiat che traccia, l’algoritmo riduce il numero di token in circolazione.

Mentre, se i prezzi della stablecoin salgono al di sopra della valuta fiat che traccia, l’algoritmo aumenta il numero di token in circolazione per aggiustare di conseguenza il valore della stablecoin. Non necessita di alcun custode per l’attività sottostante e le operazioni sono totalmente decentralizzate.

NuBits è una di queste stablecoin algoritmica che esiste dal 2014.

PayPal si apre alle monete virtuali con PayPal Coin

Il probabile sbarco di PayPal all’interno del mondo delle criptovalute è emerso nel momento in cui qualcuno ha effettuato la condivisione con i media di un logo di PayPal Coin che era apparso all’interno dell’applicazione per iPhone dell’azienda. Tale logo faceva parte di un test esplorativo sulla futura stablecoin.

Da quale tempo, PayPal permette, inoltre, la possibilità di effettuare l’acquisto o la vendita di alcune monete virtuali ai suoi clienti. La piattaforma prevede un deposito minimo di un dollaro e alcune delle principali criptovalute su cui investire sono Bitcoin, Bitcoin Cash, Litecoin ed Ethereum.

Altri big della tecnologia hanno già testato le proprie crypto monete

PayPal è l’ultima azienda tecnologica che ha iniziato ad esplorare la possibilità di creare una propria moneta crittografica.

Facebook/Meta, ad esempio, aveva iniziato un progetto ora in stallo con la valuta Libra/Diem.

Molte persone non sanno, però, che anche Amazon fa già parte da molto tempo del mondo delle monete digitali. Possiede, infatti, attualmente una propria criptovaluta che è già in circolazione da anni, chiamata AmazonCoins

Sebbene i token di Amazon, al momento, sono utilizzabili solamente per giochi e applicazioni ospitate direttamente dalla piattaforma, sono già presenti e attivi. Ciò non esclude la possibilità in un prossimo futuro che la moneta virtuale del colosso dell’e-commerce possa essere utilizzata per pagamenti e investimenti.

PayPal Coin sarebbe un buon investimento?

Non conoscendo ancora tutti i dettagli relativi alla nuova moneta virtuale PayPal Coin è abbastanza presto per fare delle valutazioni complete.

PayPal possiede un’infrastruttura di elaborazione dei pagamenti a livello mondiale e relazioni per la vendita al dettaglio: tutto ciò contribuisce a dare valore alla scelta del colosso finanziario di effettuare ulteriori investimenti sul mercato economico aprendosi al mondo delle criptovalute.

La società non ha ancora reso noto se PayPal Coin sarà reso disponibile per l’acquisto e l’investimento anche al di fuori della piattaforma proprietaria. Non è noto, quindi, se la moneta virtuale di PayPal potrà essere scambiata anche all’interno di broker online come Coinbase, Gemini o Kraken.

Il principale utilizzo delle stablecoin da parte degli investitori è quello di contenitore dei propri risparmi. Generalmente, le piattaforme in cambio di questi fondi, corrispondono all’investitore una certa percentuale di interessi.

Se PayPal dovesse offrire questa tipologia di investimento, PayPal Coin sarebbe sicuramente una moneta da considerare per chi è appassionato o semplicemente curioso del mondo delle criptovalute.

Cosa considerare prima di investire in PayPal Coin o altre criptovalute?

Non vedi l’ora di acquistare PayPal Coin o qualsiasi altra moneta virtuale, ma sai poco su come funzionano le criptovalute? Fermati subito e informati al fine di effettuare un’operazione di investimento oculata! 

Le valute digitali possono essere un’entusiasmante opportunità di investimento, ma i nuovi investitori potrebbero rischiare di perdere il loro capitale se vengono attirati da truffatori o sostengono una nuova criptovaluta senza un track record.

Le risorse digitali sono estremamente volatili e le criptovalute come Bitcoin ed Ethereum possono fluttuare in modo decisamente elevato sia in ribasso che in rialzo con poco o nessun preavviso. 

In generale, gli investitori in criptovalute cercano di “comprare il calo”, il che significa che acquisteranno più di un altcoin quando il loro prezzo è in discesa.

Gli scambi di criptovaluta come Coinbase e Binance sono fatti su misura per i nuovi investitori. Ti consentono di acquistare valute virtuali utilizzando la tua carta di debito, carta di credito e conto bancario. Anche istituzioni finanziarie come PayPal stanno pianificando di essere coinvolte e offrire delle proprie monete virtuali.

Sui social media, potresti vedere molto clamore attorno a una strategia di investimento che promette enormi rendimenti da oscure risorse crittografiche. Altri fanno affermazioni esagerate su come aumenterà il prezzo di Bitcoin. 

Purtroppo, ci sono alcuni attori disonesti nel mondo delle criptovalute e miliardi sono andati persi a causa degli schemi Ponzi e delle truffe di uscita. Stai attento a queste trappole e informati preventivamente su siti web e blog di rispetto, come il blog di CoinMarketCap, che prevede anche una breve guida su come evitare le truffe crittografiche e su come mantenere le tue criptovalute al sicuro.

Gli investitori di successo escogitano un piano per i loro asset di criptovaluta prima di effettuare le proprie operazioni. Ciò può comportare l’impostazione di un ordine limite che significa che le loro monete virtuali verranno automaticamente vendute quando i prezzi raggiungeranno un certo livello. Alcuni scambi di criptovalute, come per esempio eToro, ti consentono anche di copiare le mosse di trader affermati nel mercato delle criptovalute per replicare le loro stesse azioni di investimento.

I truffatori spesso prosperano creando un senso di FOMO, ossia la paura di perdersi. Pensa attentamente prima di fare un investimento in criptovaluta e ricorda: se qualcosa sembra troppo bello per essere vero, probabilmente lo è. Il settore delle criptovalute è pieno di recensioni imparziali e siti di notizie fieramente indipendenti che possono aiutarti a prendere una decisione attenta e ben informata.

Le offerte iniziali di monete, in cui le aziende creano e vendono nuove criptovalute, sono state molto popolari nel 2017. Sebbene il mercato si sia raffreddato, esistono ancora alcune opportunità di investimento. Questo può essere estremamente rischioso e se stai seguendo la strada dell’ICO, assicurati di leggere attentamente i white paper ed esaminare se la loro attività ha effettivamente bisogno della tecnologia blockchain. Resterai sorpreso di quante startup cercano di saltare sul carro.

In un mercato rialzista, le criptovalute popolari possono vedere i loro prezzi aumentare bruscamente e rapidamente. Procedi con cautela: l’acquisto di criptovalute a prezzi elevati potrebbe portare a brutte perdite, se viene corretto.

Cerca uno scambio di criptovalute con forti livelli di liquidità, una serie di risorse crittografiche, misure di sicurezza resilienti e affidabilità.

Ultimo ma non meno importante, ricorda che devi mantenere la tua criptovaluta al sicuro. Uno dei modi migliori per farlo è attraverso un portafoglio hardware, poiché ciò significa che le tue risorse crittografiche saranno conservate in modo sicuro e protetto, lontano da una connessione Internet.

Questi portafogli sono dei veri e propri dispositivi fisici su cui puoi salvare le tue monete virtuali, ma prevedono un costo abbastanza consistente.

Come alternative, è possibile avvalersi dei portafogli digitali basati su siti web e su app. Per questa seconda opzione assicurati di attivare l’autenticazione a due fattori per mantenere i tuoi investimenti al sicuro.

Ftse Mib in pericolo? ENI, Saipem e Tenaris, qual è meglio?

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Di seguito riportiamo l’intervista a Davide Biocchi, trader-Directa SIM, al quale abbiamo rivolto alcune domande sull’indice Ftse Mib e su alcune blue chips.

Il Ftse Mib sta tornato indietro verso i recenti minimi di periodo. C’è il rischio di ulteriori flessioni nel breve?

Il Ftse Mib secondo me si è inserito in una specie di tunnel e già dalla scorsa settimana è poco volatile.

Probabilmente l’indice ha bisogno di capire se riesce a caricare ancora la molla per andare verso l’alto e deve questo al fatto che ci sono le azioni value nel nostro listino.

Se si osserva un grafico del Ftse Mib su scala settimanale, si nota che la scorsa ottava e quella in corso sono inutili ai fini di determinare qualcosa.

Ci si aspetta quindi che sia tutto fermo, ma guardando i grafici appare in maniera evidente e marcata che la geografia all’interno dell’indice sta cambiando tantissimo.

Ci sono dei titoli con dei trend ribassisti feroci: tutti quelli che erano saliti tanti con il Covid, come ad esempio Amplifon, Campari Interpump e Diasorin, hanno dei grafici pessimi ora.

Ci sono poi dei titoli come i bancari, ma anche gli energetici, che sono in recupero, quindi è come dire che si toglie un chilo da un piatto e se ne mette uno sull’altro.

C’è quindi una grande rotazione settoriale, ma siccome Piazza Affari è ricca di titoli value, ce ne stiamo accorgendo poco come indice, ma si nota subito guardando i grafici dei titoli.

A mio avviso durerà ancora questa rotazione verso il value e questo significa che il mercato sta cambiando davvero tanto rispetto allo scorso anno.

Volendo dare dei numeri, se il Ftse Mib riuscirà a riportarsi sopra area 27.500 potrà tornare sui recenti top di periodo, ma al ribasso sarà importante la tenuta dei 27.250/27.200 per evitare ulteriori discese verso i 27.000 punti prima e in seguito in direzione dei 26.800 e dei 26.500 punti.

ENI, Saipem e Tenaris restano sotto la lente sulla scia del perdurante rialzo del petrolio. Cosa può dirci di questi tre titoli?

ENI, Saipem e Tenaris hanno tutti grafici molto belli e per questi tre titoli sarà fondamentale valutare cosa succederà una volta raggiunti gli 85 dollari del petrolio.  

In caso di superamento di questa soglia, si sbloccheranno resistenze importanti e si avrà una continuazione del trend in atto.

Se al contrario l’oro nero dovesse ricordarci che a 85 dollari è un doppio massimo, allora in quel caso ci sarebbe un movimento che potrebbe respingere i titoli oil verso il basso.

Segnalo in ogni caso che si tratta di 3 azioni in un contesto grafico differente: per Saipem lo scenario di lungo periodo è ribassista e l’attuale recupero per ora ha avuto solo i connotati del rimbalzo, senza escludere che possa trasformarsi in qualcos’altro.

Tenaris è ben impostato e potrebbe raggiungere gli 11 euro da cui è stato respinto nella seconda parte del 2021.

ENI è quello con il grafico decisamente migliore perchè il gruppo non è solo petrolio alla fine. Il titolo secondo me ha più prospettiva ed è meno impattato dal mark to market costante con il petrolio.

Molto interessante il grafico di ENI che dopo il breakout dei 12,8 euro sta rientrando attualmente in un range di oscillazione che può anche vedere un target in area 14/14,3 euro.

In caso contrario il titolo rischia di tornare poco sopra i 12 euro e precisamente verso l’area di supporto a 12,3 euro.

Cosa può dirci in merito al recente andamento di Leonardo e quali le attese nel breve?

A inizio anno ho inserito in una mia analisi anche Leonardo tra i titoli un po’ dimenticati dal mercato. Leonardo però ha rotto gli indugi e recentemente ha fatto un breakout molto importante in ara 6,6/6,65 euro.

Ora il titolo si dirige verso scenari nuovi e personalmente mi pongo un target a 7,15/7,2 euro, ma ovviamente non è detto che lo raggiunga.

Un altro titolo dimenticato dal mercato è Buzzi Unicem che viene da un secondo semestre del 2021 pessimo, ma già da dicembre ha reagito sui 18 euro e in qualche modo sta cercando di invertire la rotta.

Coronavirus: quali attività sono concesse in zona arancione?

Il decreto n. 105 del 23 luglio 2021, convertito con modificazioni dalla Legge n. 126 del 16 settembre 2021, ha sancito i parametri di riferimento per intervenire tempestivamente qualora dovessero registrarsi aumenti di contagi riguardanti la patologia infettiva scaturita dal virus Sars-CoV-2.

È un decreto che, per ovvie ragioni, verrà richiamato anche in seguito quando ci si soffermerà in dettaglio sugli ultimi dati riguardanti la malattia da coronavirus nei vari contesti regionali italiani.

In particolare, volendo anticipare sin da adesso uno dei criteri che si possono leggere sul documento ufficiale presente in Gazzetta ufficiale, si parla proprio dell’incidenza settimanale dei contagi che, per la zona arancione, non deve superare una certa soglia:

«”Zona arancione”: le regioni nei cui territori l’incidenza settimanale dei contagi è pari o superiore a 150 casi ogni  100.000 abitanti, salvo che ricorrano le condizioni  indicate  nelle  lettere a), b) e d)».

Purtroppo, è un numero che oggigiorno viene superato in molti contesti italiani. In merito si possono analizzare i dati relativi al contagio nel lasso di tempo che va dal 3 al 9 gennaio 2022.

Affidandosi alla Sintesi nazionale del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità si possono analizzare alcuni dati che risultano decisivi per le scelte assunte nell’ultimo periodo e per quelle che segneranno i prossimi giorni.

A essere specificato è soprattutto la situazione epidemiologica particolarmente preoccupante che riguarda la maggior parte del Paese.

È un aspetto che emerge a chiare lettere sin dai primi contenuti che caratterizzano il Report 87, in cui si legge:

«13 Regioni italiane sono classificate a rischio Alto (o equiparate a rischio Alto) di una epidemia non controllata e non gestibile e 5 Regioni/PA si collocano a rischio Moderato con alta probabilità di progressione a  rischio Alto, nel caso fosse mantenuta l’attuale trasmissibilità».

Per questo motivo, dato il fronteggiare di questa tendenza attraverso nuove limitazioni, occorre comprendere in maniera dettagliata quali sono le attività concesse e quali sono, al contrario, quelle non consentite nelle Regioni italiane che risultano in zona arancione.

Tutte le attività concesse in zona arancione

Sono molte le Regioni italiane che nel prossimo periodo rischiano di finire in zona arancione per il superamento dei criteri stabiliti dal Ministero della Salute.

Sebbene ci sia un rallentamento confortante registrato negli ultimi giorni, l’aumento dei contagi può far sì che nel contesto italiano ci si possa immaginare che molte Regioni si tingano di arancione nelle prossime settimane.

Si vedrà a conclusione di questa analisi come possa incidere enormemente la volontà mostrata da molte figure di cambiare i criteri vigenti, in particolare quelli riguardanti i conteggi delle persone contagiate.

Nel caso specifico, si parla di escludere gli asintomaticidai dati dei ricoveri che, come si vedrà, è uno dei criteri fondamentali che sancisce l’ingresso nelle fasce di colore in cui si applicano limitazioni più serrate.

Di sicuro, se così non dovesse accadere, la zona arancione – e in alcuni casi addirittura la zona rossa – sembra un approdo quasi inevitabile.

Per questo motivo, va da sé che l’interrogativo principale che si pongono praticamente tutti gli italiani riguarda le attività consentite o meno nelle varie classificazioni regionali in zone bianche, gialle, arancioni o rosse.

Intanto occorre chiarire che, anche qualora vigessero determinati divieti in un determinato territorio, le disposizioni nazionali chiariscono come gli eventuali spostamenti non consentiti nella propria Regione possono essere comunque permessi con alcune deroghe.

Infatti, in questi casi si può fare tranquillamente rientro nelle proprie residenze per motivi che rispondono a emergenze legate al lavoro, alla salute o per necessità di varia natura.

È chiaro che, in merito alle attività concesse, a fare la differenza è in molti casi il possesso o meno del Super green pass, come si avrà modo di chiarire in dettaglio tra non molto.

È un tema che ha suscitato una miriade di dibattiti nell’ultimo periodo, soprattutto dopo l’estensione dell’obbligo vaccinale agli over cinquanta e i nuovi obblighi da rispettare a scuola e sul luogo di lavoro.

Infatti, a guardar bene, tra i temi più delicati della nostra attualità, le regole in vigore toccano anche e soprattutto il mondo del lavoro.

In merito, si può analizzare un aspetto specifico discutendo del Greenpass50+, un’applicazione che consente di verificare in modo automatizzato chi risulta essere dotato del pass utile all’accesso nei posti di lavoro.

Per comprendere in dettaglio gli aspetti di questo nuovo servizio che è stato reso disponibile nell’ultimo periodo dall’Istituto Nazionale Previdenza Sociale (Inps) è consigliata la visione di uno dei video presenti sul canale YouTube Mr LUL lepaghediale

I parametri da non superare per evitare la zona arancione

I parametri principali da non superare per far sì che una Regione italiana non finisca in zona arancione sono tre. Sono criteri di valutazione stabiliti col decreto-legge n. 105 del 23 luglio 2021 citato già in apertura.

Guardandoli in dettaglio si nota che il primo numero da considerare riguarda l’incidenza settimanale dei contagi. Infatti, per evitare la zona arancione non occorre superare i 150 casi ogni 100.000 abitanti.

A questo parametro si affiancano i posti letto occupati nei reparti ordinari e quelli occupati nelle terapie intensive.

Nello specifico, i primi non devono superare la soglia del 30%, mentre per i secondi la soglia si assesta al 20%.

Sono i tre aspetti che portano alle limitazioni che si sono evidenziate poc’anzi, spinte soprattutto dal diffondersi repentino delle varianti, in particolare Omicron.

Compreso che una volta superati questi parametri, inevitabilmente la propria Regione passa in zona gialla, arancione o rossa, occorre comprendere quali risultano essere le regioni italiane che oggigiorno rischiano maggiormente la zona aranzione.

Non solo: occorre chiedersi quali differenze intercorrono tra chi possiede il Green pass per aver concluso il ciclo vaccinale o per essere guarito dall’infezione e chi, al contrario, ne è sprovvisto.

Quali Regioni italiane rischiano la zona arancione

Il contenimento e la gestione dell’emergenza riguarda l’interno territorio nazionale. Il Ministro della salute Roberto Speranza ha da poco firmato due ordinanze su cui occorre soffermarsi poiché danno la visione complessiva delle difficoltà dell’ultimo periodo.

In base alla normativa vigente, la Campania è stata applicata la zona gialla per l’incidenza dei casi e per il tasso di occupazione dei reparti ordinari e delle terapie intensive. 

Per quanto riguarda la Valle D’Aosta, nell’articolo due della suddetta ordinanza si legge che per quindici giorni è stata applicata la zona arancione.

Sempre il 14 gennaio è stata firmata un’altra ordinanza che coinvolge altre numerose Regioni italiane in cui si rinnova la zona gialla stabilita in precedenza per la durata di quindici giorni.

Va da sè che le ordinanze appena segnalate potrebbero essere prontamente modificate in caso di variazioni che dovessero verificarsi nei prossimi giorni.

Cosa cambia per i vaccinati in zona arancione

Si è parlato in precedenza di determinate deroghe che riguardano i divieti che possono caratterizzare alcune fasce territoriali italiane.

Ulteriori e spesso decisive concessioni coinvolgono le persone che oggigiorno risultano possedere il Green pass.

Di conseguenza, questi aspetti riguardano tutti gli italiani che hanno ricevuto il vaccino contro il Sars-Cov-2, chi è guarito dall’infezione e chi è risultato negativo ai test antigernici e molecolari.

Di sicuro, si nota che, anche qualora dovesse subentrare la zona arancione, il modo d’agire risulterebbe essere sempre a doppio binario.

Da un lato, le persone che non posseggono il Super green pass e che, di conseguenza, non hanno iniziato il ciclo vaccinale; dall’altro lato le persone che hanno completato la vaccinazione o che risultano guarite dall’infezione.

È nei casi in cui non si possegga il Green pass che, nelle zone arancioni, gli spostamenti sia verso i comuni della propria Regione, sia verso quelli di altri contesti territoriali diventano possibili solo in casi di lavoro, salute o necessità.

Inoltre, a essere consentiti rimangono gli spostanti in comuni che presentano un numero di abitanti inferiore ai 5.000, in un raggio di chilometri non superiore ai trenta.

Anche per i negozi, per sport in cui si registra un contatto all’aperto ricorrono differenziazioni notevoli tra chi possiede il Green pass e chi, al contrario, ne è sprovvisto.

Così, si sarà ormai compreso che a a sancire la differenza più marcata tra le attività concesse e quelle invece che non è possibile effettuare è l’essere in possesso del certificato verde.

Quanto dura la zona arancione

È notizia recente la richiesta di numerosi governatori regionali di apportare alcune modifiche rilevanti in merito ai criteri riguardanti il contrasto al diffondersi del coronavirus.

Ad esempio, si è chiesto di rivedere il tampone richiesto ai positivi asintomatici alla fine del periodo di isolamento, al momento stabilito per sette giorni.

Molte riserve sono state spese anche per i criteri che sanciscono la divisione in zone territoriali di colori differenti.

In merito, anche il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli ha ammesso come si possano rivedere i criteri attuali poiché messi in pratica in un contesto differente rispetto a quello attuale.

Di conseguenza, il discorso in merito risulta sicuramente in divenire ed è probabile che nel prossimo periodo ci saranno cambiamenti anche radicali in merito alle disposizioni attualmente adottate.

È chiaro che il monitoraggio costante e certosino sarà l’elemento principale a cui si dovrà comunque sottostare.

Infatti, per ovvie ragioni, saranno i numeri legati alla pandemia e l’eventuale decrescita dei dati rilevati in merito a far sì che le misure da adottare si potranno alleggerire nel prossimo periodo.