Ti do il benvenuto a questo nuovo articolo di Trend Online.
Quando si parla di fisco, mi comprendi benissimo, si sa che gli argomenti che si tirano in ballo non sono poi così piacevoli e di questo sia tu che io ne siamo pienamente consapevoli.
Tutto il sistema della burocrazia italiana è una macchina enormemente (e forse anche inutilmente) complessa e questo a noi cittadini crea una serie di difficoltà che non devono essere sottovalutate.
Ti è mai capitato di avere il mal di testa solamente per il fatto che stai guardando lo schermo del tuo computer o tablet o cellulare e cerchi di risolvere un qualsiasi tipo di problema burocratico?
Ti ritrovi in una pagina web con un’interfaccia utente dalla pessima qualità, i tempi di caricamento sono esageratamente lunghi e sei costretto/a a leggere una serie di frasi lunghe e complesse.
Il tutto ti fa salire sia la noia, sia la frustrazione perché non hai la più pallida idea di quello che sta scritto.
Conosco benissimo questa sensazione ed è per questo che l’argomento che ti spiego oggi sarà descritto nella maniera più lineare possibile.
Sarò il tuo “Virgilio” virtuale e tu sarai il Dante della situazione e ne approfitterò per spiegarti nel minimo dettaglio qualsiasi termine che possa crearti qualche difficoltà nella comprensione.
L’argomento di cui ti voglio parlare è la pace fiscale.
Se non hai la più pallida idea di cosa sia ti consiglio vivamente di dare una lettura a tutto l’articolo, in modo tale che la prossima volta che ti capita di sentire il telegiornale e sentirai quest’espressione non ti sentirai “fuori dal mondo”.
Se invece hai già una certa familiarità con questi temi, potresti approfittarne per fare un ripasso. Inoltre, per te che sei più esperto, ti consiglio anche di guardare questo video YouTube dell’avvocato Angelo Greco, che tratta in maniera più dettagliata la questione.
Se preferisci captare le informazioni principali descritte all’interno di questo articolo in maniera sintetica, ho preparato per te un breve riassunto con le informazioni più importanti da conoscere. Il tutto è contenuto all’interno dell’ultimo paragrafo.
Scopo della burocrazia è di condurre gli affari dello Stato nella peggior possibile maniera e nel più lungo tempo possibile
Carlo Dossi
Pace fiscale: scopriamo cos’è
Di seguito ti riporto la definizione corretta di pace fiscale:
Si tratta di una serie di passaggi che permettono ai contribuenti di regolarizzare il proprio rapporto con il fisco
In pratica coloro che hanno dei debiti in sospeso, in particolar modo con lo Stato, hanno la possibilità di migliorare la propria posizione nei confronti del fisco. Esistono due modalità di risoluzione di questo rapporto, che andrò a spiegarti nei prossimi paragrafi.
La pace fiscale è stata introdotta per la prima volta in occasione del decreto legge numero 119 del 2018. Il concetto è che lo Stato offre una seconda possibilità a tutti coloro che non sono nella condizione di poter ripagare i debiti e queste persone hanno l’opportunità di poter ricominciare da zero.
In occasione della Legge di Bilancio del 2019 la pace fiscale è stata messa in atto per la prima volta. All’interno della legge è prevista l’estensione degli avvisi bonari.
Se ti stai chiedendo cosa volesse dire avviso bonario, niente paura perché te lo spiego subito. Devo tirare un ballo una nota organizzazione fiscale dello Stato. Sto parlando dell’Agenzia delle Entrate.
Andiamo a un passo alla volta. Avviso bonario (o, più precisamente, comunicazione d’irregolarità) è un messaggio che l’Agenzia delle Entrate invia a un contribuente (cioè il cittadino che paga le imposte) per comunicargli che qualcosa non va e che il cittadino deve dare prova della sua regolarità.
Se il contribuente non agisce e non segue le direttive date dall’Agenzia delle Entrate, rischia di dover pagare una sanzione amministrativa, cioè deve pagare una multa.
Dunque, l’estensione degli avvisi bonari non è altro che il prolungamento della data di scadenza entro la quale il contribuente può fornire le sue prove, sempre se ne ha a disposizione, per dimostrare al fisco che non ha evaso i pagamenti delle tasse.
L’Agenzia delle Entrate è invece l’ente statale che si occupa di tutta la complessa organizzazione di gestione dei tributi e si impegna alla lotta contro l’evasione fiscale.
L’Agenzia, per comunicare la presenza di debiti nei confronti dell’Erario (erario è un sinonimo di Stato) utilizza le cosiddette cartelle esattoriali.
Essi sono documenti che un agente dell’Agenzia delle Entrate emette per richiedere la risoluzione di un credito a un debitore.
La somma di denaro che viene richiesta è sempre a favore nei confronti di un ente creditore, cioè di un’organizzazione statale che ha un credito nei confronti del contribuente.
Pace fiscale: la rottamazione delle cartelle
Nel corso della spiegazione generale sulla pace fiscale ti ho detto che può seguire due strade diverse. La prima è la cosiddetta rottamazione delle cartelle. Della seconda categoria te ne parlerò nel prossimo paragrafo.
Hai presente la rottamazione di un autoveicolo? La macchina viene sostanzialmente disintegrata nella discarica.
Diciamo che la metafora è verosimile anche nel caso delle cartelle esattoriali. Così come una macchina viene definitivamente distrutta nella discarica, allo stesso modo una cartella esattoriale viene “rottamata” all’interno del sistema burocratico del fisco italiano.
Una cosa importante da considerare è che non viene rottamato solo il debito in sé, ma vengono eliminati anche altri due elementi, che sono le eventuali sanzioni e gli interessi di mora.
Sulle sanzioni non c’è nulla da spiegare, sono semplicemente delle multe, mentre sugli interessi di mora ti potresti far confondere dalla parola.
L’interesse di mora non è altro che un interesse che si paga quando non si rispettano le date di scadenza di un pagamento. Se per esempio la deadline di un pagamento è fissata al giorno 10 ottobre e questa data non viene rispettata, dall’11 ottobre devi pagare una quota o una percentuale in più dato che sei in ritardo col saldo.
La rottamazione della cartella esattoriale comprende anche le multe stradali.
Ovviamente non devi pensare che allora non convenga più pagare le multe, perché il discorso della pace fiscale è un argomento molto complesso in cui entrano in gioco una serie di leggi e decisioni che può prendere il Governo in determinate situazioni (spesso critiche).
Ci sono però delle situazioni in cui la rottamazione della cartella esattoriale non è possibile e dunque il debitore non può usufruire dell’opportunità della pace fiscale.
Le situazioni che ti elencherò sono quattro e consistono in:
- Recupero degli aiuti di Stato considerati illegittimi dall’Unione Europea;
- Crediti derivanti da condanne pronunciate dalla Corte dei conti;
- Multe, ammende e sanzioni pecuniarie dovute a seguito di provvedimenti e sentenze penali di condanna;
- Sanzioni diverse da quelle irrogate per violazioni tributarie o per violazione degli obblighi relativi ai contributi e ai premi dovuti agli enti previdenziali.
Diciamo che possiamo riassumere questi quattro punti in due parole: reato penale. Se c’è di mezzo un reato che si punisce con una condanna in carcere, tutto il discorso della pace fiscale decade in automatico.
Però il quarto punto che ti ho mostrato invece non ha nulla a che vedere col discorso penale, ma concerne una sanzione amministrativa più grave rispetto al solito.
Pace fiscale: saldo e stralcio delle cartelle
In questo paragrafo ti parlo della seconda categoria della pace fiscale. Mentre la rottamazione delle cartelle prevede la sua completa eliminazione, incluse anche le sanzioni e gli interessi di mora, in questo caso la situazione è diversa.
Il saldo e stralcio delle cartelle consiste in una riduzione del debito, sempre a patto che il contribuente si trovi in una situazione di grave difficoltà economica, che dev’essere comprovata.
Il riferimento legale principale è la legge numero 145 del 2018.
Devono essere presenti delle condizioni precise per far sì che si possa applicare il saldo e stralcio delle cartelle. Per prima cosa l’ISEE familiare dev’essere inferiore a 20 mila euro.
ISEE è l’acronimo d’Indicatore della Situazione Economica Equivalente e il suo scopo è quello di stabilire la condizione economica e patrimoniale di un nucleo familiare.
Il secondo fattore che incide sulla possibilità di ottenere il saldo e stralcio delle cartelle è che la procedura di liquidazione deve risultare già presentata nel momento in cui si effettua la cosiddetta dichiarazione d’adesione.
Una caratteristica importantissima del saldo e stralcio delle cartelle è l’abbattimento totale dei costi delle sanzioni e degli interessi di mora. Questo significa che c’è un ulteriore abbassamento del debito a favore del contribuente, che deve impegnarsi a versare la quota assegnata.
Pace fiscale: sintesi conclusiva
In questo paragrafo finale ti faccio il riassunto di tutto il discorso sulla pace fiscale, che nei paragrafi precedenti ho trattato nel dettaglio.
Per prima cosa l’espressione pace fiscale indica la risoluzione del rapporto tra un cittadino che paga le imposte, denominato contribuente, e l’ente creditore, cioè l’organizzazione che ha un credito nei confronti del contribuente.
L’ente creditore per eccellenza è l’Agenzia delle Entrate, l’organizzazione statale che si occupa della gestione dell’apparato tributario italiano.
Le modalità in cui si può regolarizzare la posizione del contribuente nei confronti del fisco sono due.
La prima si chiama rottamazione delle cartelle esattoriali e non è altro che l’eliminazione definitiva del debito, includendo anche le eventuali sanzioni e interessi di mora.
Gli interessi di mora sono interessi che devono essere pagati per via di un ritardo del pagamento.
La seconda possibilità prevista nella pace fiscale è il saldo e stralcio delle cartelle. Essa è la riduzione del debito, ma vengono comunque eliminate le sanzioni e gli interessi di mora.
La pace fiscale è stata introdotta dal decreto legge numero 119 del 2018 e un anno dopo è stata messa in atto in occasione della Legge di Bilancio 2019.