Quando durante l’organizzazione di un viaggio si sente parlare di Visto (noto anche come Visto d’ingresso) si intende quel particolare permesso che consente di accedere ad un territorio per un periodo di tempo limitato e, soprattutto, per determinati fini precedentemente dichiarati. Ad esempio esiste quello turistico, per studio o lavoro.
Ci sono, però, alcune occasioni e alcuni Paesi in cui il visto non è richiesto. Ma entriamo più nel dettaglio e iniziamo a rispondere ad una prima domanda: quali Paesi si possono visitare con passaporto italiano senza aver bisogno del Visto? Scopriamolo insieme in questo articolo.
Quali sono i Paesi in cui si può viaggiare senza Visto turistico
Dal 1986, ovvero da quando il Congresso USA ha creato il “Programma senza Visto”, molti Paesi hanno aderito. Tra questi ci sono ovviamente gli Stati che fanno parte dell’Unione Europea (a cui comunque può accedere senza Visto chiunque sia già in possesso del passaporto italiano, per esempio) e anche altre tantissime mete turistiche tra le più gettonate. Scopriamole tutte in un ordine che va più o meno dai primi Paesi ad aver aderito a quelli più recenti:
Regno Unito
Giappone
Francia
Italia
Olanda
Svezia
Svizzera
Germania
Andorra
Austria
Belgio
Danimarca
Finlandia
Liechtenstein
Lussemburgo
Monaco
Nuova Zelanda
Norvegia
San Marino
Spagna
Argentina
Brasile
Brunei
Irlanda
Australia
Slovenia
Portogallo
Singapore
Repubblica Ceca
Estonia
Unigheria
Lettonia
Lituania
- Bulgaria
- Romania
Malta
Slovacchia
Corea del Sud
- Cipro
- Israele
- Turchia
Taiwan
Cile
Uruguay
Polonia
Per gli Stati Uniti è richiesto l’ESTA
Per quanto riguarda gli Stati Uniti e il Canada il discorso cambia ulteriormente. Non è più necessario il Visto, ma per accedere ai loro territori viene comunque richiesto un documento che si chiama ESTA, ovvero l’autorizzazione elettronica al viaggio.
Questo documento comunque non garantisce l’entrata immediata nel Paese, che verrà approvata solo dopo ulteriori controlli. Si può inoltre richiedere l’ESTA sia per turismo sia per un viaggio di affari, ma non per fermarsi a lavorare all’interno del Paese.
Leggi anche: Viaggio a Londra? Ecco i documenti necessari dopo la Brexit
Alcune curiosità sui Paesi senza Visto
Da questa prima lista si possono già notare alcune cose interessanti. Per quanto riguarda la Germania, per esempio, ai tempi della prima adesione ai Paesi senza Visto era divisa in Germania dell’Ovest e Germania dell’Est, solo la prima iniziò ad aderire al programma nel 1989. Nel 1990, un anno dopo la caduta del Muro di Berlino che ne portò la conseguente unificazione, tutta la Germania aderì al programma.
L’Italia invece aderì nel 1989, mentre la Repubblica di San Marino benché si trovasse comunque all’interno del territorio italiano, lo fece qualche anno più tardi, nel 1991. Anche per quanto riguarda la Corea il discorso è simile a quello della Germania di un tempo.
Se infatti in Corea del Sud dal 2008 si può accedere senza Visto, per quanto riguarda la Corea del Nord ci vogliono permessi particolari. La Polonia infine è stato l’ultimo Paese in ordine di tempo ad aderire alla lista e lo ha fatto di recente, nel 2019.