In pensione con 28 anni di contributi: quando e quanto si prende di assegno INPS

Quanto ammonta la pensione con 28 anni di contributi? Quando si prende di pensione a 63 anni con 28 anni di contributi? Possibilità e casi di calcolo.

L’INPS ammette la domanda di pensione con 28 anni di contributi? Quale alternative di pensionamento esistono per chi non arriva a 30 anni di versamenti contributivi? In questa settimana, tanti lettori hanno richiesto maggiori informazioni sulla possibilità di collocarsi a riposo in presenza di un numero diverso di contribuzione, spesso quantificato sotto i 30 anni di versamenti. Non a caso ci siamo occupati delle varie possibilità di pensionamento con 19 anni di versamenti.

Il futuro pensionistico degli italiani appare sempre più traballante a rischio i nati dal 1965 al 1980. Infatti, stando alle previsioni formulate nel XXI Rapporto pubblicato dall’INPS saranno costretti a rimandare l’uscita dal lavoro di altri tre anni. 

La pensione non rappresenta più il traguardo dopo una vita lavorativa intesa, sudata e sacrificata. L’INPS non rilascia più un assegno pensione tale da garantire il pieno equilibrio tra costo della vita e pensione.  

Una costatazione che fa rabbrividire, specie per i tanti lavoratori che dopo una vita spesa in sacrifici lavorativi vorrebbero almeno vivere in tranquillità da pensionati.

Invece, si prospetta una pensione molto bassa. Se, l’importo scende sotto la soglia minima viene agganciato un contributo di solidarietà, più conosciuto come pensione di cittadinanza.  

Nel quadro delle formule previdenziali per ottenere la pensione occorre soddisfare un requisito anagrafico e contributivo.

Esiste una prestazione economica previdenziale che permette di andare in pensione con 28 anni di contributi, sfortunatamente non può essere richiesta da tutti i lavoratori. 

Una breve guida alla pensione con 28 anni di contributi. Ti spiegheremo, quanto si prende di pensione con una contribuzione che scende sotto i 30 anni. 

Quanto si prende di pensione con 28 anni di contributi? Varie possibilità ed esempi di calcolo.

In Italia non è facile andare in pensione, per i nostri nonni il passaggio è stato facile, sicuro e vantaggioso. Ad oggi, non esistono le medesime condizioni, né tantomeno veri vantaggi previdenziali.

Tuttavia, grossolanamente possiamo parlare di condizioni accettabili di pensionamento che portano ad anticipare l’uscita dal lavoro. 

Per questo motivo, si cerca di capire i passaggi che possono anticipare la pensione di vecchiaia. Le regole ordinarie portano a lavorare fino a 67 anni di età prima di poter presentare la domanda di pensionamento.

Intanto, per soddisfare i requisiti previsti per la pensione di vecchiaia occorrono anche 20 anni di versamenti, con l’applicazione delle deroghe Amato è possibile ridurre quest’ultimo vincolo.

Mentre, con la presenza di un verbale d’invalidità dall’80%, è possibile richiedere la pensione di vecchiaia anticipata. Un vantaggio previdenziale riservato alle categorie di tutela, per cui si permette l’uscita a 56 e 61 anni di età, con 20 anni di versamenti. 

Si esclude anche la pensione anticipata ordinaria, un trattamento economico previdenziale incentrato solo su una base contributiva. La condizione è una, ovvero 41 o 42 anni e 10 mesi di contributi. 

Mentre, una scappatoia potrebbe essere fornita dall’anticipo pensionistico Ape sociale. La misura prevede l’accesso a uno scivolo garantito dallo Stato italiano. Per accedere a questo trattamento economico occorrono 63 anni di età e 30, 32 e 36 anni di anzianità contributiva. 

Tuttavia, per le madri viene applicato un vantaggio contributivo che porta a uno scorporo contributivo massimo di due anni, ovvero un anno per ogni figlio.

Per cui, si comprende che le lavoratrici con due figli possono accedere al trattamento con 28 anni di versamenti. 

È, importante, sapere che per l’accesso alla misura Ape sociale occorre rispettare diverse condizioni, tra cui rientrare in una delle categorie di tutela, come ad esempio, disoccupati, caregiver, invalidità, lavoratori gravosi e usuranti. 

L’Ape sociale permette un prepensionamento a 63 anche con 28 anni di versamenti (madri), con un assegno mensile del valore di 1.500 euro (lordi). 

Infine, va ricordato che l’anticipo pensionistico Ape sociale non permette l’accesso diretto alla pensione, ma rappresenta una soluzione ponte alternativa all’uscita a 67 anni e limitata nel tempo. Cosa significa? Raggiunti i requisiti necessari per un trattamento previdenziale ordinario, l’INPS converte l’assegno Ape sociale in pensione diretta. 

Come si calcola la pensione con 28 anni di contributi? Ecco alcuni esempi 

Ho maturato 28 anni di contributi quanto mi spetta di pensione? Una domanda che potrebbe sembrare semplice, purtroppo, non esiste una risposta diretta. Nel calcolo della pensione vengono innescate diversi criteri, dinamiche necessarie per quantificare la liquidazione di un trattamento economico previdenziale. 

In linea generale, se si intende conoscere il valore dell’assegno pensione, occorre prendere in esame la retribuzione media annua, applicare il coefficiente di trasformazione, considerare l’età anagrafica e il montante contributivo effettivo. 

Un esempio semplice, se un lavoratore ha avuto una carriera lavorativa media, per cui ha guadagnano almeno 20 mila euro annui (lordi), dovrebbe percepire un assegno pensione di circa 555 euro mensili (netti), un taglio molto considerevole rispetto alla paga netta del valore di circa 1.071 euro mensili. 

Un esempio pratico che pone in rilievo una condizione semplice rapportata allo stipendio percepito nel lungo periodo. Più alto sarà l’importo della retribuzione media annua maggiore sarà il valore dell’assegno pensione riconosciuto dall’INPS. 

Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
792FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate