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Bonus 100 euro nello stipendio: quali sono i requisiti per averlo e quando scatta l’aumento

Il 2025 potrebbe aprirsi con una novità interessante per i lavoratori: un bonus da 100 euro nello stipendio a partire da gennaio. La novità era stata anticipata dal Governo in fase di approvazione delle Legge di Bilancio e l’ipotesi sembra farsi sempre più concreta. Il bonus 100 euro nello stipendio è una misura agevolativa per far fronte al caro prezzi e aiutare le famiglie con redditi medio-bassi. Si tratterebbe tuttavia di un incentivo transitorio. Ecco i dettagli sulla misura in fase di approvazione: chi sono i beneficiari, quando scatta l’aumento tanto atteso e quali requisiti bisogna rispettare?

Bonus 100 euro, quali sono i requisiti per riceverlo

Il Consiglio dei ministri ha approvato un nuovo incentivo che – da gennaio 2025 – dovrebbe arrivare direttamente in busta paga, ma solo se si presentano specifiche condizioni.

Il Governo ha riconosciuto il bonus da 100 euro ai lavoratori dipendenti con redditi fino a 28mila euro. Maurizio Leo, viceministro al Mef, ha commentato:

è il primo tassello cui seguirà, trovando le relative risorse, l’intervento per le tredicesime: non è che abbiamo una visione strabica, per imprese e lavoro autonomo, prestiamo altrettanta attenzione al lavoro dipendente, che ha numeri molto più rilevanti.

L’obiettivo è “trovare equilibrio per le coperture”, precisa Leo. Attenzione però: il bonus da 100 euro sarà soggetto a ritenute, quindi l’importo cambia a seconda dell’aliquota e delle detrazioni d’imposta. Come si legge nella bozza del decreto, per ricevere il bonus è necessario rispettare precise condizioni per l’anno 2024. In particolare:

  • il reddito complessivo non deve superare i 28mila euro
  • l’imposta lorda determinata sui redditi da lavoro dipendente (escluse pensioni e assegni) deve essere un importo maggiore a quello delle detrazioni spettanti al lavoratore
  • chi chiede il bonus deve avere coniuge e almeno un figlio, entrambi a carico
  • in caso di nuclei monogenitoriali, il lavoratore deve avere almeno un figlio a carico, con l’altro genitore che manca oppure che non abbia riconosciuto il figlio. Il contribuente, inoltre, non deve essere coniugato oppure successivamente separato

Si stima che l’indennità coinvolgerà 1,1 milioni di famiglie. Per ottenerlo, spetta al lavoratore dipendente chiedere il bonus al suo datore, attestando per iscritto di averne diritto e riportando il codice fiscale sia del coniuge sia del/i figlio/i.

I sostituti d’imposta possono recuperare il credito maturato in compensazione con le imposte e i contributi da versare. Sempre i sostituti d’imposta devono verificare in sede di conguaglio il diritto all’indennità. Se il bonus non dovesse spettare al dipendente, tocca ai datori di lavoro a recuperare l’importo già versato.

Bonus 100 euro nello stipendio: quando scatta l’aumento

La data prevista per l’erogazione del bonus è gennaio 2025. A partire dal prossimo anno la busta paga di alcuni lavoratori dipendenti sarà più ricca. Oltre al bonus, il Governo pensa ad una detassazione dei premi di produzione al 10% per tutto il 2025.

Il taglio del cuneo fiscale, inoltre, dovrebbe essere confermato anche per l’anno prossimo, cosa che assicura un aumento – anche se modesto – nell’importo netto in busta paga.

Invece sembrerebbe in bilico il bonus tredicesima, ovvero l’aumento della tredicesima mensilità che viene erogata a dicembre a tutti i lavoratori subordinati.

Questa misura rientra nel più ampio lavoro che il Governo ha portato avanti finora per difendere il potere d’acquisto delle famiglie e dei lavoratori, segnatamente quelli più esposti. In questi sedici mesi di governo, infatti, abbiamo scelto di concentrare le risorse che avevamo a disposizione per interventi di carattere redistributivo.

Queste le parole della premier Meloni in merito al bonus tredicesima.

Bonus 100 euro, per quante mensilità sarà erogato in busta paga?

Come anticipato, non si tratta di una misura duratura ma di un bonus una tantum. I 100 euro in più sullo stipendio saranno previsti per un periodo transitorio, ancora da confermare. Il governo inoltre fa sapere che “per ragioni di semplificazione normativa si mantiene l’ordinario regime di tassazione delle tredicesime e prevedendo, nel contempo, la restituzione, sotto forma di indennità, di un importo che non potrà essere superiore a 100 euro, importo corrispondente al maggior prelievo tributario che si verifica rispetto all’applicazione di un’imposta sostitutiva”.

Per ulteriori dettagli si dovrà attendere la pubblicazione del Decreto 1° maggio, che al suo interno prevede diverse novità fiscali in tema di Irpef e Superbonus.

I brogli nelle elezioni americane sono una possibilità? No, una certezza!

Terzo ed ultimo video di JP, ma per questa settimana, senza dubbio JP ci terrà informati con le notizie dagli Stati Uniti ancora molto presto. Al momento sentiamo le sue ultime.

Altro problemino per Joe a novembre, però ecco bisogna spiegare bene il fatto di questo voler far votare persone senza nessun documento di identificazione.

Non è una cosa recente. Ci si è arrivati un passetto alla volta.

Il primo passo, anno 1993 Bill Clinton firma una legge che permette ai singoli Stati che, se hanno dei cittadini iscritti al dipartimento dei motoveicoli possono automaticamente essere iscritti nelle liste elettorali.

Capite l’assurdità? Se arriva una persona negli Stati Uniti e prende la patente … allora può votare? Ma che stranezza è mai questa? Ma sentiamo ancora JP.

Questo veniva giustificato dal fatto che da noi, in tutti gli States, sia la patente che la carta di identità la si fa al dipartimento dei motoveicoli. La vostra motorizzazione per farla breve.

Come ebbi già modo di dirvi in un’altra occasione, nel 1994 alle elezioni di medio termine i democratici di Bill Clinton presero una stangata memorabile dato che persero il congresso dopo ben 40 anni di dominio.

Così furono costretti a fare molti passi indietro, e questo provvedimento fu ritirato.

Verrebbe da dire, scampato pericolo, sì, ma solo temporaneamente perché …

Come sapete, con l’arrivo del pifferaio magico quello del teatro con tanto di Barack e burattini, per i democratici silenziosamente ha riportato in vita ciò che nel 1994 avevano dovuto rinunciare  ossia il “diritto” ( messo tra virgolette) di votare senza documento di identificazione.

Negli Stati repubblicani bisogna avere documenti e provare di essere cittadini perché lì veramente si rischia di brutto.

Negli Stati democratici invece …

Questo aspetto non solo non è di poco conto, ma forse può essere determinante per l’esito delle elezioni, ed ecco perché.

Siamo ormai a 6 mesi dalle elezioni. Come spiegavo ad alcuni dei tuoi ascoltatori che mi scrivono spesso, in 44 stati si sa già dove andranno i voti.

Mancano ancora 6 stati quelli chiamati: “battle ground” ossia “campi di battaglia”, i famosi swing states.

Sono Stati con un massimo di 20 collegi elettorali, quindi pochi collegi elettorali, ma decisivi, ed è lì che, come al solito, si deciderà la partita.

Non certo nei due Stati con più collegi elettorali ovvero la California democratica con 55 ed il Texas repubblicano con 38.

Quindi non serve fare grandi brogli, è sufficiente fare brogli in pochi piccoli Stati per vincere le elezioni.

La paura di brogli è altissima  e siamo molto preoccupati.

Un’altra cosa importante tanto quanto la presidenza è quella di avere almeno una forte maggioranza al Senato.

Niky Haley, ricorderete l’ultima candidata repubblicana ad arrendersi allo strapotere di Trump nelle primarie, perlomeno una cosa l’ha detta giusta:

Se non hai almeno due terzi del Senato il presidente non va da nessuna parte.

Questo è il problema. Non basta che Trump vinca le elezioni, deve anche avere una maggioranza che approvi quello che lui vuole fare.

Essendo in clima elettorale secondo voi poteva mancare la polemica sull’aborto? Certo che no!

E’ l’argomento che i democratici amano, e nel quale ogni volta i repubblicani si insabbiano, finendo per fare una figura di … sì avete capito.

Quando in Arizona hanno tirato fuori una legge del 1864 che vietava l’aborto, da notare che la legge fu fatta prima che l’Arizona diventasse Stato, diventò Stato solo nel 1912. Insomma quando hanno tirato fuori quella legge … figuratevi … Apriti cielo.

I democratici subito a buttare benzina sul fuoco per creare un incendio per distogliere gli elettori dai problemi che loro stessi avevano creato.

E come al solito i repubblicani, che sono una armata brancaleone, ci sono cascati. Sempre ci cascano e va a finire che litigano tra di loro.

Eppure dovrebbero aver imparato la lezione osservando i loro oppositori i democratici.

Ed invece no, evidentemente non hanno ancora capito la lezione.

E arriviamo a Joe. Il mitico Joe che ha tirato fuori delle preformances degne di Oggi le comiche.

I giornalisti gli chiedono: Signor Presidente cosa dice della legge arcaica dell’Arizona del 1864 che vieta l’aborto?

Lui risponde: votate per me, votate per un Presidente di questa era, io sono il Presidente giusto, il Presidente del ventesimo secolo.

Uno dei suoi addetti gli si avvicina e gli suggerisce: Signor Presidente siamo nel ventunesimo secolo e lui: cosa? Ventun … a sì ventunesimo secolo.

Ma sì dai ventesimo o ventunesimo secolo cosa cambia.

Ma il nostro Joe lui vuole lasciare un ricordo della sua presidenza. Lui non si ferma, va oltre, lui quando parte … va via come Valentino Rossi ai tempi d’oro.

Sentite perché questa è veramente unica

Joe è arrivato a creare un piccolo incidente diplomatico, quando ha raccontato che durante la seconda guerra mondiale suo zio in Nuova Guinea era stato mangiato dai cannibali (anche qui Marcotti ha il testo originale) e questi cannibali si sono divorati pure le ossa, non hanno lasciato nulla del povero zio.

Ovviamente c’è stata una protesta formale del Primo Ministro  della Nuova Guinea che era molto arrabbiato per questo fantasioso racconto.

C’è stato infatti chi ha perso il suo tempo per cercare conferme al racconto di Joe e della fine che avrebbe fatto il suo povero zio.

Naturalmente non risulta affatto che lo zio sia stato mangiato dai cannibali, i quali non avrebbero lasciato nemmeno le ossa.

Joe è veramente un personaggio dello spettacolo, forse per questo è affine a Zelensky.

Poi guai a chi mette in dubbio il suo curriculum scolastico, sentite anche questa.

Nella campagna elettorale per il Senato, nel 1988, Joe raccontò di aver conseguito tre lauree e di esser stato il miglior studente dell’Università.

Ebbene risulta che abbia una sola laurea e nella classifica dei migliori studenti si piazzò al 76esimo posto su 85.

Ma Joe, non è certo l’unico Presidente che ne ha combinate di tutti i coloro, magari nei prossimi video vi parlerò anche di JFK.

Per il momento un caro saluto ed un abbraccio a tutti voi.

JP

La California? Un inferno! Secondo report di JP

Ma ora parliamo un po’ delle primarie. Come sono andate? Ecco i democratici anche nelle loro roccaforti hanno per la prima volta subito una battuta d’arresto. Direi una forte battuta d’arresto.

Ad esempio i democratici, nelle città dove loro comandano, hanno ridottO fortemente le forze di polizia licenziando molti agenti e cosi il crimine ha raggiunto livelli altissimi. La gente, intendo la gente che vota per i democratici, ha detto basta, vogliamo più forze di polizia. 

A Denver, Colorado,  il sindaco sapete cosa ha fatto  sindaco democratico? Ha licenziato un gran numero di poliziotti perché ha detto “abbiamo bisogno di soldi per aiutare i clandestini e tutti dobbiamo fare sacrifici per aiutarli”.

Se una cosa del genere fosse stata detta quando ero ragazzo il tipo sarebbe subito arrestato e condannato per atti contro la nazione. Oppure se avessero avuto un po’ di pietà lo avrebbero rinchiuso in un manicomio.

Oggi invece una cosa del genere non suscita nemmeno scalpore, siamo sempre nel mondo al contrario.

Ma parliamo dei fatti casalinghi ovvero quello che sta succedendo qui in California che, come sapete, è il banco di prova per il resto della nazione e per il resto del mondo occidentale.

Due settimane fa il nostro Governatore ha firmato la legge che impone una retribuzione minima per i lavoratori dei fast food di 20 dollari all’ora. Tutti contenti i lavoratori dei fast food?

Mica tanto, il lunedì mattina quando la legge è entrata in vigore moltissimi di questi lavoratori si sono trovati disoccupati.

Certo non potendo starci dentro i proprietari hanno chiuso i locali. Un mio cliente ha un figlio che gestisce in franchising 7 fast food. Ne ha dovuti chiudere quattro, per il momento è riuscito a tenerne aperti tre, quelli dove il traffico di clienti è intenso e quindi riesce ancora a starci dentro con i costi.

Quindi qual è stato l’esito di questa legge voluta dal Governatore del salario minimo per i lavoratori dei fast food? Il Governatore si è creato un grosso problema, un problema per le casse pubbliche della California. Sì perché deve dare la disoccupazione adesso a tutti quei lavoratori che ha messo sulla strada e non gli può dare il minimo gli deve dare quello che ha promesso.

Dove troverà i soldi ? Come sempre da noi. (qua JP intende il ceto medio che in California è perennemente tartassato).

Molti stanno lasciando la California, ed adesso a lasciare la California non è solo la classe media, ma anche quella medio alta, anche i ricchi non ne possono più. Pensate che anche a Beverly Hills sono preoccupati e molti hanno messo le loro ville in vendita.

Ed adesso si arriva al culmine, sentite cosa ci dice JP a proposito del suo Governatore che, ricordate cari ascoltatori potrebbe essere il candidato più papabile al posto di Biden.

Allora il Governatore Newsom ha reso la California uno Stato quasi invivibile per cui molti californiani se ne vanno in altri Stati. Questo è un problema per le sue casse pubbliche perché come detto ad andarsene sono anche persone benestanti che pagavano tasse. E lui allora cosa si inventa? 

Si e’ inventato una ” Exit tax ” ovvero una tassa di uscita! Se uno se ne va e vende le sue proprietà deve darne una parte allo Stato. Pazzesco.

Sempre qui, nel mitico Golden State,  ne inventano di tutti i colori. Non solo le persone stanno lasciando lo Stato ma anche i business.

Un settore particolarmente maltrattato è quello assicurativo.

Le assicurazioni stanno scappando perché qui in California hanno fatto leggi che o le assicurazioni fanno pagare polizze assurde oppure ci rimettono.

Inoltre i negozi sia quelli privati che le catene della grande distribuzione stanno chiudendo.

Ed eccoci amici al clou, io ho chiesto a JP se davvero ciò che mi aveva detto corrispondeva alla verità o se lui avesse esagerato. Ebbene mi ha risposto: Giancarlo, è proprio vero! Sentite.

Qui sempre perché hanno delle trovate incredibili sapete a che punto sono arrivati, cosa si sono inventati? Una legge che permette di rubare nei negozi fino a 940 dollari al giorno per 365 giorni all’anno senza alcuna conseguenza. Gli esercenti si vedono svuotare i loro negozi e devono chiudere.

Voi cari ascoltatori direte, qui si è raggiunto il massimo. No! Vi sbagliate, oltre al fatto che gli esercenti non possono intervenire se gli stanno rubando meno di 940 dollari di merce, possono solo guardare queste persone che escono tranquillamente con la merce senza pagare, se chiudono i negozi o le attività vanno loro incontro a sanzioni non solo monetarie ma anche penali.

Dato che, ripeto, è difficile da credere, vi lascio alle parole di JP

Come vedete questo è il mondo al contrario. Eppure questo è tutto vero. Lo so sembra incredibile ma qui da me è così, nel mio Stato accade tutto questo.

Come vi ho detto qui si fanno gli esperimenti che poi arrivano anche a voi. Mi sa che già ne sapete qualche cosa al riguardo.

Cambio argomento, ma rimanendo in California.

Vi ricordate quando vi scrissi che qui in California e in altri Stati a conduzione democratica non vogliono che quando si voti si dia prova non solo di cittadinanza ma anche di avere un documento di identificazione?

Lo so molti di voi siete restati perplessi, anzi non ci avete creduto, ed allora state a sentire.

Huntington Beach , cittadina al sud della California. Lì i cittadini hanno detto basta al WOKE e a grande maggioranza hanno deciso che per votare bisogna essere identificati. Che fa lo stato della California ? Cita la città di Huntigton Beach in tribunale dicendo che violano i diritti umani.

Un giornalista afro americano del luogo per cui al di fuori di ogni sospetto ha scritto un articolo che ho mandato a Marcotti perché come voi tutti sapete quello che mando a Marcotti è tutto documentato e non fantasie.

Questo giornalista afroamericano si è molto arrabbiato per questa denuncia contro la sua città e ha detto che tutti hanno sempre avuto o una carta di identità o la patente. Così facendo, lui dice, state offendendo noi afro americani. Pensate che non sappiamo né leggere né scrivere?

Quindi forse bisogna dire che anche la comunità afro americana si sta un po’ accorgendo che i democratici non sono così tanto loro amici come dicono esserlo.

Ma questo scandalo delle persone che potrebbero votare senza essere identificate va spiegato anche nei dettagli, e per questo vi rimando al prossimo video.

Trump e l’Europa, non tutto rose e fiori. Primo report di JP

Puntuale come un orologio svizzero JP, come promesso, mi invia il suo report. Un report chilometrico per cui lo dividerò in diversi video.

Farò così felici i tanti, tantissimi estimatori di JP che, come tutti voi sapete, ci riporta le notizie da Sacramento, California.

Una Sacramento che, mi ha detto proprio JP, vede un aumento decisamente anomalo di traffico, non però di automobili, bensì di veicoli bellici.

Ma non mi perdo in chiacchiere e lascio la parola subito a JP.

Caro Giancarlo e cari ascoltatori, un caro saluto da parte mia a tutti voi.

Novità? Tante, non tutte piacevoli purtroppo.

Ho detto a Giancarlo che per motivi di spazio metterò più notizie possibili così se Giancarlo dovesse saltare da un argomento all’altro voi capite il perché.

Cominciamo con i 95 miliardi dei quali più di 60 destinati alla Ukraina. (che JP scrive rigorosamente con la k naturalmente)

Vi dirò che questa decisione non ha fatto molto piacere ai miei connazionali anzi sarebbe più corretto dire che li ha fatti arrabbiare. Ci si chiede dove vadano questi soldi, anche perché hanno dovuto ammettere che in Ukraina la corruzione è alta. 

Ma va? Questo lo aggiungo io.

Come mai questo cambiamento di rotta da parte anche di molti repubblicani?

Si chiede JP. Ricorderete che in un mio recente video avevo avanzato tre possibili scenari per rispondere a questa domanda, ebbene JP non aggiunge un quarto scenario, ma ci riporta fedelmente quanto detto pubblicamente dallo speaker of the house, Mike Johnson. Ecco cosa ci dice JP.

Johnson, lo speaker of the house, che si era detto sempre contrario a dare gli aiuti alla Ukraina ha detto testualmente davanti alle telecamere che lo intervistavano “Ultimamente in me sono avvenuti grossi cambiamenti, ora vedo differentemente la situazione” Ma … sarà …

Forse, come parlavo con Giancarlo, e ripeto forse, non ha voluto che si facesse confusione con gli acronimi, lo slogan trumpiano è MAGA con la A, Make America Great Again  e non MEGA con la E ossia Make Europe Great Again.

Ed ora ecco che JP chiarisce un fatto che probabilmente a molti di voi risulterà un po’ indigesto, ma se JP è entrato nel cuore di tanti di voi è anche per la sua schiettezza.

Guardate, io posso dire di conoscerlo bene JP, è una persona che racconta i fatti, sarebbe stato un grande giornalista, ma il destino ha voluto che intraprendesse un altro lavoro.

Ok allora torniamo al report, e sentite cosa dice JP di Trump.

Sì perché  non è che l’Europa sia il pallino fisso di Donald. Lui vuole grandi noi, lui vuole far tornare grande l’America e gli americani,  tanto per essere chiari. Poi se alcune  o molte delle sue politiche possono essere vantaggiose anche per voi europei … allora tanto meglio. Ma non sperate di diventare partners alla pari.

Ma a questo punto non posso non intervenire.

Caro JP, apprezziamo la tua schiettezza anche se quest’ultima tua affermazione sono certo che sarà un po’ indigesta per molti ascoltatori, la ripeto, “Ma non sperate di diventare partners alla pari”.

Non hai usato la parola sudditi, ma sei stato chiarissimo “Non sperate di diventare partners alla pari”.

Allora JP, anche tu mi conosci ed apprezzi la mia schiettezza, quindi, dato che so che sei in grado di far pervenire il mio pensiero, non a Trump personalmente, ma al suo staff californiano certamente sì, ebbene dì a loro che noi europei e certamente noi italiani ormai da tempo non vediamo l’America come un esempio da seguire, anzi è l’esatto contrario, è l’esempio da evitare.

Dì a loro che da tanti anni non cantiamo più California dreaming, perché quel sogno è diventato un incubo, noi, ritengo infatti di esprimere un concetto condiviso con tanti ascoltatori di Finanza In Chiaro, ci auguriamo che Trump possa tornare alla Casa Bianca, però sappia Donald che noi italiani lotteremo per liberarci da questa opprimente Unione europea, ma qualora riuscissimo a riprenderci la sovranità nazionale non pensino gli Stati Uniti di continuare a spadroneggiare sul nostro territorio come hanno fatto dal dopoguerra.

Quando ci saremo liberati dai lacci dell’Unione europea dovremo sederci attorno ad un tavolo con gli Stati Uniti per discutere di tutte quelle basi americane che la Nato ha dislocato sul nostro territorio.

Che sia chiaro, non esistono diverse sovranità, la sovranità è una sola. E ora torniamo a JP

Cambiando discorso qui nei campus universitari sembra di essere ritornati ai tempi del Vietnam. Proteste degli studenti a favore dei palestinesi.

Sia ieri, sabato 27 aprile, che oggi, le forze dell’ordine, dopo che nei primi giorni delle proteste sono state a guardare hanno deciso, anzi sarebbe più corretto dire, gli è stato ordinato di intervenire pesantemente. Ovvero arresti e manganellate stile anni ‘60 e ‘70.

Ma gli studenti non sono gli unici a protestare.

Grandissime proteste anche da parte della comunità islamica. Che ha deciso, non solo di non votare per Biden, ma durante le proteste inneggiava canti tipo “morte agli USA”.

Ecco questi sono i nuovi nostri cittadini arrivati con l’inizio del nuovo millennio.

Purtroppo, come già Giancarlo ha detto, viviamo nel mondo al contrario. Prima qui facevano entrare gli assimilabili ora invece i non assimilabili e il problema si vede. Questo penso accada anche da voi. Chiaramente, soprattutto in California, se uno parla in questi termini viene subito incolpato di razzismo come minimo se non di reati razziali, ecco come siamo ridotti.

Ok per ora finisco il primo video, ma come vi ho anticipato ne seguiranno altri.

JP ci informerà naturalmente sulle novità della politica americana, e vi assicuro che ascolterete notizie al limite del credibile, ma, come sempre da parte di JP, sono notizie verificate.

Inoltre tratterà la situazione economica ed infine anche delle chicche che vi assicuro vi faranno letteralmente sbellicare dalle risa.

Ma andiamo con calma, a domani quindi.

Su Whatsapp arriva la lista degli utenti “recentemente online”: cosa significa e come si userà

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Già parliamo moltissimo su Whatsapp, ma a quanto pare gli sviluppatori vogliono promuoverne ancora di più l’utilizzo continuo. Per favorire le interazioni con gli utenti più attivi e prolifici, sta per essere implementata la lista interna degli utenti “recentemente online”. Scopriamo cosa significa davvero, in che modo si userà e come si confronterà con la privacy.

Utenti Whatsapp “recentemente online”: il vero significato e l’uso della lista

La novità è stata resa nota dal sito Wabetainfo, che scova spesso funzioni ancora inedite all’interno delle versioni Beta (cioè in fase di sviluppo e test) di Whatsapp. In questo caso, sembra che sia stata implementata sia su Android che su iOS, allo stesso modo.

L’argomento principale è il suggerimento di contatti con cui parlare vista la loro iperattività. Sappiamo già che, nel momento in cui si preme il pulsante per iniziare una nuova conversazione o effettuare una chiamata Whatsapp, normalmente compare l’elenco contatti del proprio telefono, da cui si può selezionarne uno.

Ebbene, con questa nuova funzione, in cima al normale elenco di contatti, comparirà prima una piccola lista extra: si chiama “Recentemente online” e comprende gli utenti che sono stati connessi di recente all’applicazione in modo pubblico.

Non è ancora noto quanto tempo si includa per rientrare in questo elenco. Fatto sta che coloro che usano l’app in modo frequente potrebbero essere in tal modo suggeriti dall’app. Una specie di lista dei contatti più abituali dell’app e più interessanti da contattare per iniziare le interazioni e ricevere risposte in tempi brevi.

Recentemente online su Whatsapp, ma con privacy: serve un consenso

Molti si sono già domandati se una funzione del genere non faccia contrasto con la privacy. Per fortuna gli utenti possono cambiare molte impostazioni per rendere più sicuro Whatsapp, e quelle stesse scelte si rifletteranno anche sul nuovo “Recentemente online”.

Nel caso in cui l’utente abbia impostato di non mostrare il suo stato online e l’orario dell’ultimo accesso, egli non sarà inserito in alcuna lista di chi è stato online di recente.

Questa contromisura serve a proteggere la sfera personale. In tal caso l’applicazione presuppone che se una persona non vuole mostrare quand’è stata online l’ultima volta o quando lo è attualmente, non vorrà nemmeno rendere noto che si è connessa “di recente”. Una cosa del genere non avrebbe infatti alcun senso.

L’importante è esserne consapevoli: se quando giungerà questa funzione non vorrete rendere nota l’informazione sulla connessione, seguite i consigli sulla privacy e disattivate la visualizzazione dello stato online e dell’ultima data di apertura dell’applicazione di messaggistica.

Quando arriva la funzione “Recentemente online” su Whatsapp

Resta solo da domandarsi quando verrà aggiunta la nuova funzione della lista utenti “Recentemente online” sull’app. Come per molti altri di questi casi, la risposta non è mai individuabile, e c’è un motivo.

Queste feature sono ancora in un (lungo) corso di sviluppo. Anche se sono state scoperte e addirittura provate da alcuni utenti, lo hanno fatto nelle versioni Beta di Whatsapp. Si tratta di versioni sperimentali dell’app, una specie di ambiente protetto in cui alcuni utenti volontari le possono testare per dare feedback sui funzionamenti e sui bug.

Non è mai noto quando una funzione presente in Beta arriverà nell’app completa. Di solito, in media, trascorrono alcuni mesi tra il “ritrovamento” e l’effettivo aggiornamento per tutti, ma non c’è una data neppure orientativa. Tra l’altro, in alcune occasioni, sopraggiungono dei problemi in fase di sviluppo e il lancio viene rimandato per risolverli.

Quel che è quasi sicuro è la disponibilità della funzione: è stata trovata nelle versioni Beta sia per Android che per iOS, quindi dovrebbe arrivare con sufficiente certezza agli utenti di entrambi i sistemi operativi.

Btp Valore, in arrivo l’emissione speciale: durata, cedola, premi e cosa sapere

Sono state comunicate le date, le caratteristiche e le modalità di sottoscrizione del nuovo Btp Valore, una famiglia di titoli di Stato che – come descritto dal Mef – è riservata esclusivamente ai risparmiatori individuali e affini.

I pacchetti sono solitamente facili da sottoscrivere, senza vincoli né commissioni, con cedole periodiche crescenti e un premio finale extra di fedeltà riservato a chi avrà acquistato il titolo all’emissione e lo avrà detenuto fino a scadenza. Vediamo insieme tutto quello che c’è da sapere su questa nuova emissione del Btp Valore.

Btp Valore emissione speciale: le caratteristiche

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha annunciato l’emissione speciale del Btp Valore che avrà luogo dal 6 al 10 maggio 2024 indicativamente fino alle ore 13, salvo eventuali modifiche all’orario. Questa emissione speciale costituisce “l’opportunità di investire in uno strumento di grande successo come il Btp Valore, sia a chi non ha ancora avuto modo di sottoscriverlo nel precedente collocamento, sia a tutti i piccoli risparmiatori e affini a cui è dedicato”.

Le principali caratteristiche del titolo di Stato riservato alle famiglie e ai piccoli risparmiatori sono state descritte proprio dal Ministero:

  • avrà una durata pari a 6 anni;
  • le cedole saranno pagate ogni tre mesi con rendimenti prefissati e crescenti nel tempo sulla base di un meccanismo “step up” di 3+3 anni;
  • il premio finale extra sarà pari allo 0,8% per chi lo acquista durante i giorni di collocamento e lo detiene fino alla scadenza.

L’investimento minimo richiesto è di 1.000 euro, “avendo sempre la certezza di veder sottoscritto l’ammontare richiesto”. Il titolo viene acquistato alla pari (prezzo pari a 100) e senza commissioni durante i giorni di collocamento.

tassi minimi garantiti nei primi tre anni e nel successivo triennio verranno comunicati venerdì 3 maggio insieme al codice ISIN che identifica il titolo. Confermata anche la tassazione agevolata come per tutti i titoli di Stato (al 12,5%) su cedole e premio fedeltà, l’esenzione dalle imposte di successione, oltre che (come previsto dalla Legge di Bilancio 2024) l’esclusione dal calcolo ISEE fino a 50.000 euro.

Come sottoscrivere il Btp Valore

Le modalità di sottoscrizione del Btp Valore sono le seguenti:

  • tramite home banking, se abilitato alle funzioni di trading online;
  • rivolgendosi al proprio referente in banca o all’ufficio postale presso cui si possiede un conto corrente con il conto deposito titoli.

Il collocamento avverrà sulla piattaforma Mot, il mercato telematico delle obbligazioni e titoli di Stato di Borsa Italiana, tramite due banche dealers: Intesa Sanpaolo e Unicredit. 

Ricordiamo che i sottoscrittori, come di consueto, potranno cedere interamente o in parte il titolo prima della sua scadenza, senza vincoli e alle condizioni di mercato. Cedendolo prima della scadenza, però, andranno a perdere il premio fedeltà extra previsto dal Mef.

Il successo di questi titoli di Stato

I dati del Rapporto sulla Stabilità finanziaria, pubblicato dalla Banca d’Italia, evidenzia come le famiglie negli ultimi anni abbiano utilizzato circa 80 miliardi dei loro risparmi per effettuare investimenti in Btp Valore: di qui possiamo descrivere l’incredibile successo ottenuto da questi titoli di Stat riservati ai piccoli risparmiatori.

Allo stato attuale, quindi, i risparmiatori detengono il 13,5% del debito pubblico: tale quota in un anno è aumentata di 130 miliardi.

Ma qual è la forza del Btp Valore e che cosa lo rende così speciale agli occhi dei risparmiatori? Questo titolo di Stato offre un tasso leggermente più alto rispetto ad altri strumenti analoghi. Inoltre, la previsione di un abbassamento dei tassi di interesse sui mutui e di un contenimento dell’inflazione entro il 2% (come prossime mosse della Bce) fanno ben sperare su una cedola relativamente alta rispetto al resto del mercato.

Le serie tv di maggio 2024: i titoli imperdibili in uscita sulle diverse piattaforme

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Il mese di maggio 2024 ha in serbo grandi sorprese per gli appassionati di serie tv dati i numerosi titoli in uscita che intratterranno gli spettatori sulle diverse piattaforme. Da Netflix a Disney+: ecco quali serie tv sono assolutamente da non perdere.

Le serie tv di maggio 2024: i titoli in uscita

Gli appassionati di serie tv possono gioire alla notizia di un catalogo sempre più ricco di serie tv a cui potersi appassionare, come dimostrano le numerose uscite nel mese di maggio 2024.

Tanti i generi esplorati sulle diverse piattaforme, le quali entrano in sfida per conquistare l’attenzione degli abbonati con i titoli prossimamente in uscita in cui i colpi di scena non mancano.

In alcuni casi si tratta di grandi ritorni, in altri di vere e proprie novità che conquisteranno il pubblico: ecco quali sono i titoli da non perdere sulle diverse piattaforme.

Le novità di Sky: le serie tv in uscita a maggio

Il primo catalogo da scoprire è quello di Sky, che vuole far immergere gli spettatori in una storia commovente tratta dall’omonimo romanzo, Il tatuatore di Auschwitz, tratto da una storia vera che lascerà tutti senza parole.

Su Sky Atlantic, inoltre, approda un titolo con attori molto amati dal pubblico, come Sandra Oh e Roberto Downey Jr: parliamo di The Sympathizer, serie tv in cui il mistero è protagonista e avvolge la vita di un infiltrato nell’esercito del Vietnam del Sud.

A Sky si aggiunge però anche la concorrenza con dei titoli che conquisteranno l’attenzione: ecco le altre novità.

I titoli in uscita su Disney+: dalle novità ai grandi ritorni

Anche Disney+ crea un catalogo avvincente nel mese di maggio 2024 con titoli che faranno felici tutti gli abbonati. In particolare:

  1. Star Wars: Tales of the Empire, nuovo titolo in arrivo il 4 maggio che racconta attraverso l’animazione una delle saghe più amate di sempre
  2. dal 9 maggio ritorna invece sulla piattaforma uno dei titoli più longevi e amati di sempre, Station 19, riprendendo le avventure dei vigili del fuoco, i quali dovranno affrontare nuove sfide lavorative e personali
  3. la seconda stagione di Monster&Co è pronta a conquistare anche i più piccoli a partire dal 5 maggio, con le nuove avventure dei mostri più amati e famosi di sempre

Le serie tv di maggio 2024 su Netflix

Netflix ha in serbo grandi sorprese per i suoi abbonati, come dimostra il trailer di Bridgerton 3, uno dei titoli più attesi della piattaforma in uscita il 16 maggio.

Alla serie tv in costume si aggiunge però un altro prodotto molto atteso, Eric, che ha come protagonista Benedict Cumberbatch in un thriller avvincente in cui è alla ricerca del figlio misteriosamente scomparso.

Prime Video: le novità in arrivo sulla piattaforma

Dai reality alle serie tv: sono diverse anche le novità in arrivo su Prime Video. Tra queste:

  1. la nuova avvincente stagione di Celebrity Hunted, con protagonisti molti personaggi noti dello spettacolo italiano
  2. Maxton Hall, debutto sulla piattaforma, basata sul bestseller Save Me in cui il mistero sarà protagonista assoluto
  3. Josh Brolin fa il suo ritorno nella seconda stagione della serie western Outer Range, la cui trama ruota attorno alla scomparsa della nipote di Royal Abbott

I titoli di maggio 2024 su Paramount+

Anche Paramount+ delizia gli abbonati con i nuovi titoli in uscita. In particolare, da non perdere:

  1. Un gentiluomo a Mosca, disponibile dal 17 maggio, con Ewan McGregor nei panni di Alexander Rostov, il quale deve fare i conti con gli eventi storici e con i suoi legami sentimentali
  2. grande ritorno invece per Evil, con una quarta stagione in arrivo il 24 maggio, in cui i protagonisti dovranno svolgere le indagini a partire dai misteriosi casi che si presenteranno nel corso delle puntate

Le novità di Apple+: le serie tv in arrivo

Si conclude la lista con le novità di Apple+, tra cui vi è The Big Cigar, miniserie in arrivo il 14 maggio che tratterà la storia vera del fondatore delle Pantere Nere.

Alla novità si aggiunge però la quarta stagione di Trying, in cui i protagonisti Nikki e Jason dovranno fare i conti con la gestione della propria famiglia, dovendo soddisfare il desiderio della figlia nel costruire un legame con la madre naturale.

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Terna e Snam su strade diverse, ma rating sale per entrambe

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La seduta odierna prosegue in positivo per le utility quotate sul Ftse Mib, tra le quali stona solo Snam.

Snam ancora debole

Il titolo martedì scorso ha ceduto oltre mezzo punto percentuale dopo due sessioni in positivo e anche oggi mostra un andamento debole.

Mentre scriviamo, Snam viene fotografato a 4,298 euro, con un frazionale calo dello 0,09% e oltre 3,1 milioni di azioni passate di mano fino a ora, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 7,5 milioni.

Terna risale la china

Diverso l’andamento di Terna che, dopo aver chiuso martedì scorso con una lieve flessione dello 0,34%, oggi ha ripreso la via dei guadagni.

Negli ultimi minuti il titolo viene scambiato a 7,602 euro, con un vantaggio dell’1,04% e oltre 1,3 milioni di azioni trattate fino a ora, contro la media mensile pari a circa 4 milioni.

Terna e Snam: segnali positivi dai BTP

Snam e Terna imboccano strade diverse malgrado le positive indicazioni che arrivano dal mercato obbligazionario.

Lo Spread BTP-Bund si contrae e scende dello 0,72% a 131,76 punti base, mentre gli acquisti sui BTP favoriscono un calo dei tassi, tanto che il rendimento del titolo a 10 anni arretra dell’1% al 3,869%.

Terna e Snam promossi da HSBC a buy

Intanto Terna e Snam oggi sono finiti sotto la lente di HSBC, i cui analisti hanno diffuso un report dedicato al comparto delle utility a livello europeo.

Il broker fa sapere di essere cautamente ottimista per i prossimi 12 mesi, evidenziando il suo particolare apprezzamento per le reti.

Gli analisti hanno deciso di riservare una promozione a Terna, con un cambio di strategia da “hold” a “buy”, a fronte di un prezzo obiettivo invariato a 8,9 euro.

Un upgrade è stato riservato anche a Snam, il cui rating viene alzato da “hold” a “buy”.

Decreto Coesione, il Governo Meloni approva nuovi incentivi per l’assunzione

Arrivano importanti novità sul nuovo Decreto Coesione, con nuovi incentivi per l’assunzione. Lo schema legato al decreto legge “Coesione” è stato predisposto da parte del ministro Raffaele Fitto e successivamente presentato dalla premier Giorgia Meloni in occasione dell’incontro tenutosi nella serata di mercoledì 1 maggio con i sindacati.

Sicuramente tra le disposizioni più rilevanti che saranno introdotte con il nuovo decreto Coesione vi è quella legata agli incentivi per l’assunzione.

In questo articolo, quindi, vediamo nel dettaglio quali sono le novità più importanti in attesa che il Decreto Coesione diventi effettivo a tutti gli effetti, con l’approvazione definitiva e la relativa pubblicazione.

Le novità sul Decreto Coesione: tutti gli incentivi

A questo proposito, tra le novità che saranno introdotte con il nuovo Decreto Coesione anche una serie misure per incentivare l’occupazione, sia per quanto riguarda i lavoratori dipendenti che i lavoratori autonomi.

Inoltre, tra le nuove disposizioni che saranno contenute nel decreto, anche degli strumenti volti alla razionalizzazione e alla semplificazione dal punto di vista amministrativo per l’uso delle risorse di coesione europea.

La bozza del decreto-legge noto come Decreto Coesione e Lavoro dovrebbe essere approvata da parte del Consiglio dei Ministri già nella giornata di oggi, giovedì 2 maggio.

Successivamente, il testo andrà anche al vaglio della Commissione Europea, che avrà dunque il compito di verificare ed approvare i 35 articoli che attualmente compongono la bozza del decreto-legge.

Decreto Coesione: incentivi per l’assunzione di dipendenti

Come anticipato, tra le misure più importanti contenute all’interno del decreto, vi sono quelle legate agli incentivi per l’assunzione di lavoratori dipendenti.

Nello specifico, potrebbero essere predisposti ben quattro diversi bonus per l’assunzione di giovani, di donne e di soggetti residenti nella Zona economica speciale del Mezzogiorno, oltre che per quanto riguarda il ricollocamento di lavoratori dipendenti di grandi aziende.

Cominciamo con il primo incentivo assunzione per i giovani con un’età anagrafica inferiore ai 35 anni. In questo caso, potrebbe essere introdotto uno sgravio contributivo totale fino a 500 euro mensili per due anni, per consentire l’assunzione fino a dicembre 2025.

Va detto che tra i requisiti richiesti per questo tipo di incentivo, verosimilmente ci sarebbe quello che il giovane da assumere non abbia mai avuto un contratto di lavoro a tempo indeterminato. 

Passiamo al secondo incentivo legato alle lavoratrici svantaggiate. Si tratta, dunque, di donne disoccupate da almeno 24 mesi oppure da almeno 6 mesi se residenti nel Mezzogiorno.

Il bonus potrà essere applicato alle assunzioni a partire dal primo luglio 2024 fino al 31 dicembre 2025 e prevede un esonero fino a 666 euro mensili per 24 mesi.

Una tipologia di esonero molto simile a quella appena citata riguarda tutte le assunzioni nella Zona Economia Speciale del Mezzogiorno, che si estende per una durata massima di 30 mesi.

Infine, gli incentivi per il personale di grandi aziende. In questo caso, si intendono inclusi i dipendenti di aziende in crisi con oltre 1.000 dipendenti. 

Si tratta di un esonero totale dei contributi previdenziali per 30 mesi per l’assunzione di personale a tempo indeterminato purché sia accompagnato anche da percorsi formativi.

Decreto Coesione: incentivi per gli autonomi

Tra le novità contenute all’interno del decreto Coesione, anche degli incentivi destinati ai lavoratori autonomi.

A questo proposito, parliamo di incentivi per l’auto-impiego attraverso il finanziamento di attività imprenditoriali e di liberi professionisti con due programmi specifici. Da un lato, il piano di Autoimpiego centro-nord Italia, dall’altro un piano di investimenti al Sud con un programma Resto al Sud 2.0.

Per entrambi i piani, quindi, i destinatari comprendono varie categorie. Nello specifico, si intendono inclusi:

  • giovani con età inferiore ai 35 anni;
  • disoccupati da almeno 12 mesi;
  • soggetti che vivono condizioni di marginalità e vulnerabilità sociale;
  • persone considerate “inattive”;
  • donne inoccupate, inattive o disoccupate;
  • disoccupati che percepiscono ammortizzatori sociali.

Tali iniziative quindi prevedono dei finanziariamente attraverso dei contributi a fondo perduto per l’erogazione di servizi di formazione o di accompagnamento alla progettazione preliminare per l’avvio di attività imprenditoriali, ma anche altre iniziative.

Tra queste, i servizi di tutoraggio volto a supportare i soggetti nello svolgimento della propria attività da libero professionista.

Leggi anche: Bonus tredicesima e superbonus lavoro, attesa per il Decreto 1° maggio: ecco cosa prevede.

Stellantis estende il crollo. Analisti tagliano target e stime

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Anche la seduta odierna non sta riservando nulla di buono per Stellantis che, dopo il crollo di martedì, quando la giornata si è conclusa con un affondo di oltre il 10%, resta stretto nella morsa dei ribassisti oggi.

Stellantis: il sell-off continua

A dispetto dell’andamento timidamente positivo del Ftse Mib, il titolo è colpito ancora dalle vendite, tanto che al momento cede il 3,62% a 20,125 euro, con volumi di scambio vivaci, visto che fino a ora sono transitate sul mercato oltre 14 milioni di azioni, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a quasi 10 milioni.

Stellantis: alcuni spunti sul secondo trimestre

Stellantis resta sotto i riflettori dopo la diffusione dei dati relativi al fatturato del primo trimestre e pur spiegando le ragioni della debolezza degli stessi, durante la call sono state fornite alcune indicazioni sul secondo trimestre, (che gli analisti di Equita SIM ritengono visibili, avendo un backlog che copre 3 mesi), ma non sulle guidance 2024 (restando ancorata alle indicazioni qualitative) che nell’incerto contesto macro generano incertezza.

Stellantis: Equita SIM taglia le stime

Alla luce delle indicazioni emerse, gli esperti della Sim milanese riducono le stime per il 2024, tagliando del 2% quelle sul fatturato a 188 miliardi di euro, dell’11% quelle di Ebit adjusted a 21,2 miliardi, dell’11% le previsioni sull’utile netto a 15,2 miliardi di euro e del 18% quelle del free cash flow a 8 miliardi di euro.

La sforbiciata è intorno a una singola cifra media per il 2025 e gli analisti ritengono che il consensus faccia lo stesso.

Gli esperti della SIM milanese ritengono che la riduzione delle stime non comprometta né il buy-back, né la distribuzione del dividendo, al limite una lieve contrazione, confermando il pay-out del 25%.

Attualmente il titolo tratta a un multiplo prezzo-utili adjusted 2024-2025 rispettivamente di 4,2 e di 3,9 volte e quello enterprise value/EBITDA a 1,4/1,1 volte, con un free cash flow yield comunque superiore al 10%.

Gli analisti di Equita SIM non cambiano idea su Stellantis e ribadiscono la loro view bullish, con una raccomandazione “buy” e un prezzo obiettivo tagliato del 7% a 24,5 euro, in conseguenza della revisione delle stime.

Stellantis: anche Intermonte taglia tp

Stellantis è finito sotto la scure anche di Intermonte che da una parte ha reiterato il rating “neutral” e dall’altra ha rivisto il target price da 23,7 a 21,2 euro.

Anche in questo caso gli analisti hanno tagliato le stime, riducendo in media del 13% quelle di eps relative al 2024-2026, per via di minori volumi, inflazione dei costi più alta e un effetto cambi più sfavorevole.

Stellantis: i nuovi fair value di DB e Intesa Sanpaolo

Cauta anche la view di Intesa Sanpaolo, che su Stellantis oggi ha ribadito la raccomandazione “hold”, con un fair value che scende da 25,2 a 23,6 euro.

Per gli analisti i ricavi del primo trimestre sono stati inferiori alle stime e le indicazioni del management sul primo semestre hanno dato un senso migliore delle questioni che la società deve affrontare nel 2024 in un contesto di transizione all’elettrificazione.

Infine, è bullish la strategie di Deutsche Bank che da una parte rinnova l’invito ad acquistare e dall’altra modifica il prezzo obiettivo da 40 a 35 euro.

Anche in questo caso la mossa segue una rivisitazione delle stime dopo le indicazioni emerse dalla call in merito al margine atteso nel primo semestre, inferiore a quello previsto dal consensus.