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Un uomo vero: trama, cast e data di uscita della miniserie Netflix

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Gli appassionati delle miniserie Netflix possono gioire per l’arrivo di un nuovo titolo con uno degli attori più amati di Hollywood. I colpi di scena non mancano in Un uomo vero: ecco quello che c’è da sapere sulla serie, dalla trama alla data di uscita su Netflix.

Un uomo vero: la miniserie che conquista Netflix

I titoli di Netflix conquistano sempre più gli abbonati e, dopo aver scoperto la storia vera di Baby Reindeer, non resta che addentrarci in uno dei titoli più attesi dell’anno, Un uomo vero.

Adattamento dell’omonimo romanzo di Tom Wolfe, la miniserie è il titolo perfetto per gli amanti del drama e del mistero che avvolge – non a caso – la storia del protagonista Charlie Crocker.

Dietro la creazione di Un uomo vero vi è la mano di uno degli autori più amati degli ultimi anni, David E. Kelley, come dimostra il successo di altri suoi prodotti usciti nel recente passato, tra i quali Big Little Lies e Anatomia di uno scandalo.

Non resta allora che scoprire i colpi di scena che si nascondono nella miniserie Un uomo vero: scopriamo insieme tutti i dettagli.

La trama di Un uomo vero

Protagonista della miniserie è il personaggio Charlie Croker, il quale si presenta agli spettatori come un magnate di Atlanta esperto nel settore immobiliare.

La sua vita è però destinata a cambiare dopo un’improvvisa bancarotta che costringerà il protagonista a lottare per difendere il suo impero, dovendo fare i conti con gli avversari pronti a sottrargli lo scettro del potere.

Gli imprevisti non mancano e a metterli in scena vi sono alcuni degli attori più amati di Hollywood.

Il cast di Un uomo vero: gli attori della miniserie Netflix

Ritorna sul piccolo schermo uno degli attori più amati nel mondo della serialità, Jeff Daniels, interprete della serie di successo Godless che gli ha garantito la vittoria di un Emmy come miglior attore non protagonista.

Il suo non è però l’unico nome degno di nota che compone il cast della miniserie Netflix: a lui si aggiunge Diane Lane, nota per il suo ruolo in House of Cards, qui interprete dell’ex moglie del protagonista Charlie.

A loro si uniscono:

  • Lucy Liu nel ruolo di Joyce Newman, imprenditrice nel pieno di una crisi di coscienza
  • William Jackson Harper nel ruolo del sindaco di Atlanta Wes Jordan
  • Tom Pelphrey nel ruolo di Raymond Peepgrass

Fanno parte del cast anche Ami Ameen, Sarah Jones, Jon Michael Hill, Chantè Adams.

Non resta che scoprire la data di uscita della serie: ecco quando sarà disponibile Un uomo vero su Netflix.

Quando esce su Netflix Un uomo vero: svelata la data

Netflix è pronta a lanciare la miniserie che in 6 episodi è destinata a conquistare gli abbonati alla piattaforma. Dopo aver svelato quando esce M il figlio del secolo, non resta che rivelare la data di uscita di Un uomo vero.

Le avventure di Charlie Croker sono disponibili su Netflix a partire dal 2 maggio 2024, data in cui vengono caricati tutti gli episodi che compongono la prima stagione della miniserie.

Leggi anche: Meghan Markle sbarca su Netflix con un programma di cucina e lifestyle

AstraZeneca ammette: “Il vaccino Covid causa sindrome da trombosi”

Il vaccino AstraZeneca ha avuto un ruolo centrale nella lotta contro il Covid in oltre 150 Paesi, ma ha anche generato controversie legali a causa di effetti collaterali rari. Recentemente, l’azienda ha ammesso una connessione tra il vaccino e il rischio di trombosi, aprendo la strada a potenziali azioni legali.

AstraZeneca causa trombosi

AstraZeneca, insieme all’Università di Oxford, ha sviluppato il vaccino, che ha dimostrato un’efficacia del 60-80% nella protezione dal coronavirus. Tuttavia, alcuni soggetti hanno sviluppato coaguli di sangue, scatenando azioni legali nel Regno Unito che richiedono un risarcimento fino a 100 milioni di sterline per circa 50 vittime.

Nonostante AstraZeneca abbia contestato le accuse, ha ammesso per la prima volta in tribunale che il vaccino può causare la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS), caratterizzata da coaguli di sangue e bassi livelli di piastrine. Questo riconoscimento, avvenuto nei documenti di febbraio 2024, ha aperto la strada a ulteriori azioni legali, ponendo fine alle incertezze sulla correlazione tra il vaccino e gli effetti collaterali.

L’azienda ha sottolineato che il meccanismo causale non è ancora del tutto compreso e che la TTS può verificarsi anche senza il vaccino. Tuttavia, questo ha consolidato le basi per future azioni legali e ha chiarito la necessità di una risposta ufficiale sulla relazione di causa ed effetto.

La versione di AstraZeneca

Questo momento segna un passo importante verso la comprensione dei rischi associati ai vaccini e la definizione di un quadro legislativo e sanitario per affrontare futuri scenari pandemici, come sottolineato da molti esperti.

Le parole di AstraZeneca

 Abbiamo confermato che il nostro vaccino può, in casi molto rari, causare Tts, ovvero trombosi con sindrome trombocitopenica.

Inoltre dall’azienda hanno affermato che

AstraZeneca è consapevole delle preoccupazioni sollevate e la nostra solidarietà va a chiunque abbia perso i propri cari o abbia riportato problemi di salute. La sicurezza del paziente è la nostra massima priorità e le autorità regolatorie hanno standard chiari e rigorosi per garantire l’uso sicuro di tutti i medicinali, compresi i vaccini.

Amplifon cauto dopo lo shopping in USA

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Al pari di quanto accade per il Ftse Mib, la seduta odierna sta imponendo una battuta d’arresto anche per Amplifon.

Amplifon cala dopo due sedute in rialzo

Il titolo viene da due sessioni consecutive in rialzo e dopo aver guadagnato oltre mezzo punto percentuale ieri, mostra un andamento debole oggi.

Mentre scriviamo, Amplifon passa di mano a 31,65 euro, con un calo dello 0,22% e oltre 130mila azioni transitate sul mercato fino a ora, contro la media degli ultim 30 giorni pari a circa 550mila.

Amplifon: nuova operazione di M&A negli USA

Amplifon resta sotto la lente dopo che la società ha annunciato ieri mattina una piccola acquisizione negli Stati Uniti, acquistando due società di proprietà di un franchisee che gestisce 35 negozi in Pennsylvania e genera circa 20 milioni di dollari di ricavi. Il prezzo non è stato reso noto, ma gli analisti di Equita SIM immaginano sia in area 20-25 milioni di euro.

L’operazione è coerente con l’obiettivo dell’azienda di espandere la presenza in Nord America, anche attraverso l’aumento dei negozi a gestione diretta.

Amplifon gestisce ora 400 negozi a gestione diretta e 1.200 negozi in franchising negli Stati Uniti.

Amplifon: il commento e la strategia di Equita SIM

Il ritmo delle operazioni di bolt-on M&A realizzate da Amplifon in questo inizio anno sembra più rapido del previsto, con il primo trimestre probabilmente già in area 60 milioni di euro e il nuovo deal che dovrebbe spingere l’esborso ad almeno 80 milioni di euro, rispetto ai 100 milioni incorporati dagli analisti per il 20024.

Potrebbe quindi emergere un’indicazione più forte sull’anno dalla call del primo trimestre di quest’anno, prevista per il 6 maggio, relativamente agli investimenti in bolt-on.

In termini di contributo alle vendite, gli analisti di Equita SIM fanno sapere che loro incorporano un rialzo del 3,3% sul 2024, che è un po’ più del target aziendale.

Nessuna modifica è intanto apportata al giudizio espresso dalla SIM milanese che su Amplifon mantiene invariata la sua view improntata alla cautela, con una raccomandazione “hold” e un prezzo obiettivo a 33 euro.

Amplifon: Jefferies dice buy

A scommettere sul titolo è Jefferies che da una parte oggi ha reiterato l’invito ad acquistare, con una raccomandazione “buy” appunto e dall’altra ha ribadito il target price a 39 euro, valore che implica un potenziale di upside di oltre il 23% rispetto alle quotazioni correnti a Piazza Affari.

Entrambe le indicazioni sono state confermate dopo che Amplifon ha portato a termine l’acquisizione di Hearing Instruments e Precision Hearing Aid, due aziende di proprietà di uno dei principali franchisee di Miracle-Ear a cui fanno capo circa 35 negozi negli Stati Uniti.

Gli analisti parlano di una transazione che ben si adatta alla strategia di Amplifon sull’opposta sponda dell’Atlantico, in quanto il gruppo italiano vuole proseguire lungo la strada della conversione dei negozi a gestione indiretta con quelli controllati direttamente.

Telecom giù. Vivendi auspica di uscire entro 12 mesi

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Sulla scia dell’andamento negativo del Ftse Mib, la seduta odierna prosegue in calo anche per Telecom Italia, che mostra maggiore debolezza rispetto all’indice di riferimento.

Telecom Italia giù dopo due rialzi di fila

Il titolo, dopo aver guadagnato terreno nelle ultime due sedute e dopo aver chiuso quella di ieri con un vantaggio di oltre un punto e mezzo percentuale, oggi si è posizionato da subito in territorio negativo.

Negli ultimi minuti Telecom Italia viene fotografato a 0,2226 euro, con un ribasso dell’1,55% e oltre 72 milioni di azioni passate di mano fino a ora, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 239 milioni.

Telecom Italia: Vivendi auspica uscita da gruppo entro 12 mesi

Ieri Vivendi, primo azionista dell’ex monopolista italiano, nel corso dell’assemblea, ha auspicato di poter chiudere la propria esperienza in Telecom Italia nei prossimi 12 mesi, senza elaborare ulteriormente sul piano di valorizzazione della propria quota.

Gli analisti di Equita SIM pensano che l’esecuzione del piano di cessione di NetCo e di realizzazione del piano industriale possano consentire una ripresa delle quotazioni e un contesto quindi più favorevole per l’uscita di Vivendi dal capitale.+

Telecom: disposto dissequestro di 249 mln di euro

Buone notizie per Telecom Italia sono arrivate intanto dal Tribunale di Milano che ha disposto il dissequestro dei 249 milioni di euro che erano stati congelati in seguito all’indagine relativa a pagamenti indebiti fatturati ai clienti nel periodo 2017-2020 sui cosiddetti servizi vas, ossia a valore aggiunto.

Telecom Italia: Equita SIM conferma il buy

Non cambia intanto la view di Equita SIM, che su Telecom Italia mantiene invariata la sua strategia bullish, con una raccomandazione “buy” e un prezzo obiettivo a 0,37 euro.

Viola come il mare: le location della serie TV con Can Yaman

Viola come il mare ha ottenuto un grande successo in prima serata su Canale 5 e ora è disponibile anche su Netflix, rivoluzionando ulteriormente il panorama della produzione televisiva italiana e aprendosi anche a contenuti già collaudati dalla televisione tradizionale.

La trama ruota attorno a Viola, interpretata da Francesca Chillemi, una giornalista esperta di cronaca nera che ha una capacità unica, la sinestesia, che le consente di associare i colori alle emozioni, una dote che si rivela preziosa nella risoluzione dei casi. Insieme a lei, c’è l’affascinante ispettore capo, interpretato da Can Yaman.

Viola come il mare: le splendide location della serie tv

A un passo dalla seconda stagione su Canale 5 da venerdì 3 maggio 2024, scopriamo quali sono le location di Viola come il mare.

Le puntate della prima stagione prendono il via quando la giornalista decide di lasciare Parigi e trasferirsi a Palermo alla ricerca del padre scomparso. Qui, inizia un nuovo capitolo della sua vita, caratterizzato da incontri cruciali.

La casa di Viola, accanto a quella dell’ispettore Francesco, si affaccia sulla maestosa cattedrale normanna di Palermo, un monumento risalente al XII secolo, eretto durante il periodo di dominazione normanna sull’isola.

Ancora oggi, la cattedrale conserva tracce di vari stili architettonici che testimoniano le influenze dei diversi popoli che hanno abitato la Sicilia nel corso del Medioevo e dell’Età moderna: dal gotico al normanno, dal barocco al neoclassico fino all’arabo.

Un altro luogo emblematico presente nella serie è la spiaggia di Mondello, situata appena al di fuori della città. Con la sua sabbia bianca e le caratteristiche cabine dai toni pastello, è uno dei luoghi più amati e riconoscibili di Palermo.

La zona è rinomata anche per i suoi locali e ristoranti, che la rendono una meta popolare anche per la vita notturna.

Un’altra tappa fondamentale per molte indagini è il porto di Palermo, suggestivo non solo per i turisti ma anche per il suo ruolo centrale nei commerci e negli arrivi delle navi da crociera.

Nel corso della serie, spiccano anche il Teatro Massimo di Palermo, il più grande d’Italia e uno dei maggiori d’Europa, e la suggestiva Palazzina dei Quattro Pizzi, conosciuta anche come Casa Florio.

Questa palazzina in stile neogotico permette ai visitatori di immergersi nell’atmosfera del XIX secolo palermitano e nella storia della famiglia Florio, celebre grazie alla saga Leoni di Sicilia di Stefania Auci.

Non solo Palermo: tutte le altre location di Viola come il mare

Oltre a Palermo, fra le altre location della serie Viola come il mare bisogna nominare Roma, in particolare gli studi televisivi di Lux Vide a Formello. Sempre nel Lazio, le riprese si sono spostate anche a Civita Castellana, in provincia di Viterbo, che è stata scelta per girare alcune scene vicino al palazzo comunale.

Fra le altre location in Sicilia si segnalano soprattutto Termini Imerese e Terrasini, entrambe in provincia di Palermo. La prima è nota soprattutto per le sue sorgenti di acqua calda, che hanno dato vita a un impianto termale. Terrasini, invece, è conosciuta per il mare particolarmente limpido e per una riserva naturale dove è possibile ammirare diverse specie di uccelli e praticare bird watching.

Proprio a Terrasini, inoltre, si trova il lungomare Peppino Impastato. Lungo quella passeggiata, nella fiction con Can Yaman e Francesca Chillemi, è stato girato il ritrovamento di un ragazzino dopo un tragico incidente stradale. Lì si trovano anche il villaggio dei pescatore e la Torre Alba, nota anche come Torre Fanara.

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Treni fermi in tutta Italia: gli orari dello sciopero del 4 e 5 maggio

Il mese di maggio si apre con alcune importanti agitazioni sindacali. Nelle giornate di sabato e domenica 4 e 5 maggio 2024 è stato indetto lo sciopero dei treni. Questo sciopero potrebbe mettere a rischio il rientrano dal ponte del primo maggio di migliaia di cittadini.

Si tratta di uno sciopero nazionale che riguarda tutta Italia, da nord a sud. I treni interessati sono quelli del Gruppo Fs e Trenord. Attenzione, a differenza degli altri scioperi infrasettimanali, questa volta non ci sono fasce di garanzia. A motivare lo stop del trasporto ferroviario, ancora una volta, le proteste dei dipendenti incaricati della manutenzione della Rete ferroviaria italiana.

Ecco i dettagli sullo sciopero del 4 e 5 maggio e come chiedere il rimborso dei biglietti.

Sciopero treni 4 e 5 maggio: orari, fasce di garanzia e tratte interessate

Per due giornate consecutive, sabato 4 e domenica 5 anni, il trasporto ferroviario italiani avrà seri problemi. Lo sciopero dei treni parte dalle 21.00 del 4 maggio fino alle 20.59 del 5 maggio, un giorno interno di stop senza fasce di garanzia.

I treni interessati sono quelli del Gruppo FS, Trenitalia, Trenitalia Tper e Trenord.

“I treni  possono subire variazioni o cancellazioni. L’agitazione sindacale può comportare modifiche al servizio anche prima dell’inizio e dopo la sua conclusione”.

Così si legge nella nota di Trenitalia.

Sciopero treni 4 e 5 maggio: come chiedere il rimborso del biglietto

I viaggiatori possono ottenere il rimborso del biglietto in caso di ampio ritardo o cancellazione, secondo quanto previsto dalle Condizioni generali di trasporto di ciascun vettore, consultabili sul sito delle singole imprese ferroviarie.

Per avere maggiori informazioni sulle tratte garantite e quelle, invece, interessate dallo sciopero si può contattare il call center gratuito al numero 800 89 20 21

Gianfranco Fini condannato a 2 anni e 8 mesi per la casa di Montecarlo: cosa succede ora

I giudici del Tribunale di Roma hanno condannato l’ex presidente della Camera, Gianfranco Fini, nel processo riguardante la vendita della casa di Montecarlo lasciata in eredità ad Alleanza Nazionale, il partito di cui Fini era leader.

Fini condannato per la casa a Montecarlo: la sentenza

Per la vicenda che riguarda la casa di Montecarlo, Fini è stato condannato a 2 anni e 8 mesi con l’accusa di concorso morale in riciclaggio. Sentenze più severe per gli altri imputati, con 5 anni per la compagna Elisabetta Tulliani, 6 anni per il fratello di lei, Giancarlo, e 5 anni per il padre Sergio.

L’ex presidente della Camera resta fermo sulla sua posizione e così, in seguito alla sentenza, ha dichiarato:

Non sono deluso: non sono stato ritenuto responsabile di riciclaggio, evidentemente l’unica cosa che ha impedito di assolvermi è l’autorizzazione alla vendita dell’appartamento che è del tutto evidente e non è stata da me autorizzata. Me ne vado più sereno di quello che si può pensare dopo 7 anni di processi. Ricordo a me stesso che per analoga vicenda una denuncia a mio carico fu archiviata dalla procura di Roma.

Quindi ha aggiunto:

È giusto avere fiducia nella giustizia, certo se fosse un po’ più sollecita. Dopo tanto parlare, dopo tante polemiche, tante accuse, tanta denigrazione, da un punto di vista politico sono responsabile di cosa? Di aver autorizzato la vendita. Non mi è ben chiaro in cosa consista il reato.

La villa della discordia

Al centro del processo che vede imputato l’ex leader di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini, c’è l’acquisto della casa di Montecarlo, lasciata in eredità al suo partito dalla contessa Annamaria Colleoni. Il fatto risale a 15 anni fa, mentre il processo è durato oltre 6 anni.

La villa, secondo i Pm, era stata acquistata dal cognato di Fini con soldi provenienti dalla società di scommesse di Francesco Corallo, conosciuto come il re delle slot e accusato di associazione a delinquere (un’accusa oggi finita in prescrizione).

Le accuse a Gianfranco Fini

Gianfranco Fini, ex leader di Alleanza Nazionale, è imputato in un processo legato all’acquisto di una casa a Montecarlo. La dimora, situata in Boulevard Princesse Charlotte 14, è stata acquistata a poco più di 300mila euro e rivenduta a 1 milione e 360mila euro a un ignaro acquirente. L’accusa è quella di aver riciclato ingenti somme di denaro tra il 2009 e il 2015.

La Procura di Roma aveva chiesto 8 anni di carcere per Fini e 9 anni per la compagna Elisabetta Tulliani, sollecitando una pena di 10 anni per il fratello Giancarlo Tulliani e 5 anni per il padre Sergio. L’ex leader di Alleanza Nazionale si era sempre dichiarato estraneo ai fatti, dichiarando:

Era scontato che la pubblica accusa chiedesse per me la condanna. Continuo ad avere fiducia nella giustizia e ciò in ragione della mia completa estraneità rispetto a quanto addebitatomi.

Fini estraneo ai fatti, le colpe al fratello: ecco cos’ha detto Elisabetta Tulliani

Fin dall’inizio del processo, Gianfranco Fini si è sempre dichiarato del tutto estraneo a quanto accaduto. La compagna Elisabetta Tulliani, imputata a sua volta, aveva provato a scagionarlo. Nel corso dell’udienza, dichiarava:

Ho nascosto a Gianfranco Fini la volontà di mio fratello di comprare la casa di Montecarlo. Non ho mai detto a Fini la provenienza di quel denaro che ero convinta fosse di mio fratello. Il comportamento spregiudicato di mio fratello rappresenta una delle più grandi delusioni della mia vita. Spero di avere dato con questa dichiarazione un elemento per arrivare alla verità.

Così come Fini, anche la Tulliani si è dichiarata del tutto estranea ai fatti. Secondo la sua versione, il fratello Giancarlo è l’unico colpevole, tanto da definire “spregiudicato” il suo comportamento. Per la prima volta, Elisabetta ha scaricato tutte le colpe sul familiare.

Nell’udienza del 2023, invece, Gianfranco Fini aveva sottolineato:

Questa vicenda è stata la più dolorosa per me: sono stato ingannato da Giancarlo Tulliani e dalla sorella Elisabetta. Solo anni dopo ho scoperto che il proprietario della casa era Tulliani e ho interrotto i rapporti con lui. Anche il comportamento di Elisabetta mi ha ferito: ho scoperto solo dagli atti del processo che lei era comproprietaria dell’appartamento e poi appresi anche che il fratello le bonificò una parte di quanto ricavato dalla vendita. Tutti fatti che prima non conoscevo.

Stellantis in fondo al Ftse Mib. Analisti divisi dopo dati

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La seduta odierna ha visto scattare il semaforo nuovamente sul rosso per Stellantis, che perde terreno dopo due giornate consecutive in rialzo.

Stellantis soffre sul Ftse Mib

Il titolo, dopo aver guadagnato ieri quasi un punto percentuale, oggi ha avviato gli scambi già in calo, ampliando progressivamente le perdite, tanto da occupare al momento l’ultima posizione nel paniere delle blue chip.

Stellantis viene fotografato negli ultimi minuti a 22,47 euro, con una flessione del 3,25% e oltre 5 milioni di azioni passate di mano fino a ora, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a più di 9 milioni.

Stellantis: fatturato giù nel 1° trimestre

Il titolo perde terreno dopo che il gruppo ha diffuso alcuni dati relativi al primo trimestre, chiuso con ricavi netti per 41,7 miliardi di euro, in calo del 12% rispetto allo stesso periodo del 2023, a causa principalmente di minori volumi e di effetti cambio valutari e mix sfavorevoli, in parte controbilanciati da prezzi in tenuta.

Le consegne consolidate sono state pari a 1.335 mila unità, in flessione del 10%, che riflettono le azioni sulla produzione e sulla gestione dello stock in preparazione dell’arrivo dei nuovi prodotti nel secondo semestre 2024.

Il confronto è verso il primo trimestre 2023, in cui le consegne erano invece cresciute per la ricostituzione delle scorte presso la rete dopo un periodo prolungato di limitazioni nelle forniture.

Lo stock complessivo di veicoli nuovi di 1.393 mila unità al 31 marzo, riflette un miglioramento del livello e della struttura rispetto a dicembre 2023.

Le vendite globali di BEV e LEV sono aumentate rispettivamente dell’8% e del 13% rispetto al primo trimestre 2023, con focus globale e continuo con nuovi BEV in lancio durante tutto il 2024.

Quanto all’outlook, Stellantis ha ribadito l’impegno minimo di ottenere un margine di utile operativo rettificato (AOI) a due cifre nel 2024, nonché un flusso di cassa industriale netto positivo nonostante le incertezze macroeconomiche.

Stellantis: il commento di Equita SIM

Secondo gli analisti di Equita SIM, il fatturato del primo trimestre di Stellantis è stato inferiore alle attese, ma prezzi sono stati ancora positivi.

Gli esperti spiegano che la debolezza dei primi tre mesi dell’anno deriva in primo luogo dai volumi, oltre che dai cambi, mentre i prezzi sono stati ancora positivi.

Equita SIM si aspetta un recupero in corso d’anno col lancio dei nuovi modelli”, pur se la sua stima di fatturato 2024 in rialzo del 2% a 192,7 miliardi di euro, perde visibilità.

Non cambia intanto la view degli analisti che mantengono una strategia bullish, con una raccomandazione “buy” e un prezzo obiettivo a 26,5 euro.

Stellantis: bullish anche la view di UBS

A scommettere sul titolo è anche UBS che oggi ha reiterato il rating “buy”, con un target price a 26 euro.

La banca elvetica evidenzia che i ricavi del primo trimestre di Stellantis sono stati inferiori alle attese, a fronte però di un pricing positivo.

Stellantis: cauti i giudizi di Banca Akros e Intesa

Cauta la strategia di Banca Akros che sul titolo ha una raccomandazione “neutral”, con un fair value a 26,9 euro.

Gli analisti, commentando i conti del primo trimestre, hanno parlato di consegne più basse, ma di prezzi medi di vendita più resilienti del previsto: in Nord America sono rimasti molto forti e positivi, mentre sono stati negativi in Europa.

La prudenza di Banca Akros è condivisa anche da Intesa Sanpaolo che su Stellantis ha un rating “hold”, con un prezzo obiettivo a 25,2 euro.

Gli analisti hanno definito inferiori alle attese i ricavi del primo trimestre, mentre a livello geografico si evidenziano trend migliori delle stime nell’area Nafta che hanno dato un certo sollievo, diversamente dal trend molto pù debole del previsto in Europa per via del pricing negativo.

Verso nuovi massimi

Pur accusando il primo stacco dividendo di circa 500 punti, il FtseMib si è mantenuto saldamente sopra il primo supporto di 33.000, portandosi sopra quota 34.000, riprendendo quindi il trend rialzista di medio periodo.

Il pericolo di un Brent verso quota 100$ al momento è scongiurato, anche se le quotazioni hanno difficoltà nel riportarsi nel “più tranquillo” range 85/80$; positivo anche lo spread che rimane in area 130/140, ben sotto al primo livello di allerta dei 160 punti base.

Tecnicamente il nostro indice ha spazio di salita per il mese di maggio fino ai 35.200 punti; per obiettivi più ambiziosi aspettiamo di vedere i prossimi dati dell’inflazione, visto che i tagli dei tassi attesi nella seconda parte dell’anno potrebbero subire dei ritardi.

Calcolando il recente stacco dividendi, l’inversione si avrebbe quindi solo sotto i 32.500 punti, tuttavia, a meno di eventi straordinari, si ritiene difficile assistere a una discesa più corposa verso i 31.000 punti.

Operativamente si possono mantenere le posizioni rialziste, andando a liquidare il 50% in caso di raggiungimento dell’area 35.000/35.200 di FtseMib, mentre nuovi acquisti sono consigliati solo su discesa, possibilmente sotto i 33.500 punti dell’indice.

La suddetta analisi è una mera visione del mercato dell’analista e non costituisce sollecitazione all’investimento.

Alessio Zavarise – [email protected]

Chi è Elisabetta Tulliani: carriera e vita privata della compagna di Fini

Elisabetta Tulliani, figura prominente accanto a Gianfranco Fini da molti anni, porta con sé una biografia ricca di sfumature. La compagna dell’ex leader di Alleanza Nazionale è stata coinvolta in un’indagine riguardante una presunta transazione controversa risalente al 2008, riguardante un appartamento a Montecarlo ereditato dalla contessa Annamaria Colleoni e associato ad Alleanza Nazionale.

Chi è Elisabetta Tulliani

Nata a Roma il 16 maggio 1972 sotto il segno del Toro, Elisabetta Tulliani è compagna di Gianfranco Fini dagli inizi degli anni 2000, con il quale ha avuto due figlie. Pur essendo avvocato di professione, come riportato da Il Messaggero, la sua carriera abbraccia diversi settori. È stata presentatrice e giornalista televisiva, collaborando a trasmissioni come Uno mattina e ha anche ricoperto ruoli di ballerina e docente universitaria. Il quotidiano riporta anche una curiosità: nel 1998 avrebbe vinto due miliardi di lire all’Enalotto. Oltre ad essere stata presidente della Sambenedettese, è stata consigliere d’amministrazione del Perugia.

Anche la sua vita amorosa è stata abbastanza intensa, prima di conoscere Fini ha avuto una relazione con Luciano Gaucci e in precedenza sarebbe stata legata al figlio di quest’ultimo. Proprio con Luciano ha condiviso non solo una storia d’amore, ma anche qualche contenzioso legale. L’ex magnate del calcio voleva riavere indietro un tesoro che, a suo dire, le aveva affidato per evitare che finisse nelle grinfie del fisco: cinque appartamenti nel cuore di Roma, preziosi gioielli, terreni, cinque automobili di lusso e una collezione di dipinti di valore, tra cui opere di De Chirico e Guttuso. Tuttavia, il tribunale ha dato ragione a lei: non esisteva alcuna prova scritta di questi prestiti.

Relazione con Gianfranco Fini

Elisabetta Tulliani e Gianfranco Fini, noto politico ed ex leader di Alleanza Nazionale, si sarebbero incontrati nei primi anni 2000. Da questa unione sono nate le figlie Carolina (2 dicembre 2007) e Martina (10 ottobre 2009).