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Borse: nuova linfa per altri rialzi? Eur/Usd e Petrolio buy?

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Di seguito riportiamo l’intervista a Davide Biocchi, professional trader, al quale abbiamo rivolto alcune domande sulle valute, su alcune commodities e sugli scenari attesi per le Borse.

L’euro-dollaro si è risvegliato di colpo, salendo quasi di due figure nel giro di poche sedute. Come valuta questo movimento e cosa si aspetta?

In più occasioni parlando dell’euro-dollaro ho segnalato la presenza di un bel triangolo, la cui rottura avrebbe dato vita ad un bel movimento al rialzo o al ribasso.

Il target di questa figura è a quota 1,15 quindi il cross ha già fatto un bel pezzo di questo percorso.

A mio avviso a 1,15 l’euro-dollaro troverà pane duro e ormai direi che è tardi per comprare, visto che il movimento in atto potrebbe esaurirsi a quota 1,15/1,152.

Di solito movimenti impulsivi come questo magari hanno anche un pull-back, ma di sicuro l’ingresso long andava realizzato prima.

L’oro si è riportato nuovamente al di sopra di area 1.800 dollari. Si aspetta ulteriori allunghi nel breve?

I movimenti sulle valute hanno effetti sulle commodities quotate in dollari e di questa debolezza del biglietto verde ne hanno approfittato sia l’oro che il petrolio per mettere a segno dei rialzi.

Questi però non hanno portato nè il petrolio ad arrivare a 85 dollari, target del movimento, nè l’oro a superare quella soglia dei 1.835 dollari che secondo e è un’area chiave.

Se il gold non si spingerà oltre i 1.835 dollari non ci sarà nulla da fare e personalmente acquisterei solo oltre il livello appena indicato con target a 1.865 dollari.

Osservando il grafico dell’oro, se si tira una riga a 1.835 dollari, ci si accorge che quando le quotazioni arrivano lì e come se fossero allo svincolo dell’autostrada, ma poi per qualche motivo ti impantani nel traffico e non riesci a uscire.

L’unica volta in cui il gold ha preso l’autostrada è arrivato a 1.865 dollari in un attimo, ecco perchè questo è il target in caso di violazione dei 1.835 dollari.

Per il petrolio accennava prima ad una prossima fermata a 85 dollari. Non si andrà oltre quindi?

Confermo che il target per il petrolio ora è a 85 dollari e non vedo al momento temi per andare oltre questo livello.

Se però l’oro nero dovesse sfondare quota 85 dollari, dal grafico puro avremo un target intorno ai 95 dollari, ma in realtà sarebbe da mettere sulla calamita dei 100 dollari. Ho idea però che il trading range 75/76-85 dollari potrebbe tenerci compagnia ancora per un po’.

I mercati azionari stanno mostrando un po’ di volatilità in questa prima parte del 2022. Qual è la sua view?

La congiuntura globale dice che sarebbe logica una continuazione della rotazione da growth a value.

In effetti, se si pensa a come aveva caricato la mossa il Nasdaq per un rimbalzo dopo il calo accusato di recente, più repentino dei precedenti, si vede bene che la reazione non è stata così forte come accaduto in passato.

L’indice tecnologico sta recuperando ma senza strappi e già nella seduta di ieri si è visto che l’effetto del rimbalzo sembra già quasi con il fiato corto.

I mercati ora possono trovare nuova linfa e tornare a salire o anche assestarsi intorno a questi valori. Penso che la Fed questo mese dirà qualcosa di importante e potrebbe muoverli o assestarli.  

9 modi per migliorare il tuo coinvolgimento su Instagram

Il coinvolgimento di Instagram non è sempre naturale, ma ci sono molte cose che puoi fare per attirare più coinvolgimento dai tuoi follower e incoraggiarli a commentare e mettere mi piace alle tue foto. Ecco 9 suggerimenti e trucchi di Instagram per aiutarti a migliorare il tuo coinvolgimento.

1) Identifica il tuo obiettivo

Il primo passo per migliorare il tuo coinvolgimento è determinare ciò che desideri. Stai cercando di aumentare il tuo seguito? Il tuo feed ha bisogno di una revisione estetica? Vuoi che più persone interagiscano con i tuoi contenuti? Capire cosa sta guidando i tuoi sforzi li renderà più facili da valutare. 

Dopotutto, non ha senso modificare una foto se non sai perché non sembra del tutto a posto o che tipo di coinvolgimento speri di ottenere da essa. In altre parole, identifica il tuo obiettivo e scopri come ogni ritocco può aiutarti a raggiungerlo

Questo è un processo una tantum: man mano che gli obiettivi cambiano, così dovrebbe essere il tuo piano per raggiungerli. È anche importante ricordare che non tutti i post devono essere perfetti—è meglio lasciarli soli che modificati—ma continuare ad analizzare finché non trovi qualcosa che risuoni. 

2) Organizza concorsi

Il più delle volte, alle persone piacciono i concorsi. Sono solo un altro modo divertente per interagire con il tuo pubblico e suscitare il loro interesse per ciò che fai. 

Eseguire concorsi è relativamente facile, ma se vuoi che siano efficaci, ci sono alcune cose che devi prendere in considerazione. Ad esempio, quando crei un concorso, pensa a chi potrebbe beneficiarne maggiormente. 

È per clienti esistenti o potenziali? È orientato verso gli influencer? Vuoi che attiri gli ambasciatori del marchio? Una volta capito, crea un piccolo premio divertente per i vincitori (ad esempio buoni regalo, prodotti gratuiti o persino esperienze). 

Quindi spargi la voce sul tuo concorso attraverso i post sui social media. Concediti abbastanza tempo per preparare tutto (almeno una settimana), pubblicizzalo correttamente, scegli il tuo vincitore e assicurati che tutti ottengano ciò che hanno vinto! 

Più pianifichi, promuovi spesso e coinvolgi le persone durante tutto il processo, maggiore sarà il successo. Ci vuole lavoro ma ne vale la pena—e molto divertente! Il 47% delle piccole imprese che organizzano omaggi/concorsi afferma di aver avuto un grande impatto sulla propria strategia di marketing. Sembra promettente!

3) Non utilizzare hashtag a caso

È facile vedere gli hashtag come poco più di un modo per dire alle persone che sei al telefono alle 3 del mattino. Non perdere tempo ad aggiungere hashtag casuali e inutili solo perché tutti gli altri lo stanno facendo e non usare tre o quattro parole.

Invece, concentrati sulla scelta accurata di hashtag pertinenti ma non così specifici da non essere utilizzati da altri. Se il tuo pubblico di destinazione non utilizza già gli stessi termini, aggiungerli non ti aiuterà a trovare nuovi clienti; potrebbe anche danneggiare i tuoi sforzi facendoti sembrare irrilevante. 

Ad esempio, invece di #petsittinggoals e #backpackerchic; #gatti e #travelfashion – entrambi hanno decine di migliaia di utenti – non sono troppo specifici – mostrano un reale interesse per ciò che pubblichi – inoltre possono essere cercati da chiunque! 

Quando pubblichi, assicurati di hashtag ogni 10-20 parole, di solito solo 4-5 hashtag per post. Aiuta il tuo pubblico a trovare i propri argomenti preferiti e a seguire altre pagine simili. Inoltre, tieni d’occhio gli hashtag suggeriti da Instagram: questi si riempiranno automaticamente sotto i tag aggiuntivi. 

Quando possibile, prova a ripubblicare i vecchi contenuti con hashtag diversi, soprattutto dopo gli intervalli tra i post.

4) Considera i reels

Contenuti video brevi e facili sono un modo efficace per attirare l’attenzione delle persone sui social media. Quando hai un contenuto video coinvolgente, hai l’opportunità di distinguerti dalla concorrenza. 

Una delle cose che preferiamo dei social media è che ognuno ha il suo stile unico—ma se il tuo potesse farti notare? 

L’aggiunta di un’accattivante reel introduttivo può fare proprio questo. Assicurati di includere una sorta di invito all’azione in modo che i tuoi follower sappiano esattamente cosa devono fare dopo! 

5) Non dimenticare i tag di posizione 

Hai visto quei post con un tag di posizione che diceva qualcosa come Cancun, in Messico. Questi tag non vengono visualizzati per caso; ottenerli richiede un po’ di olio di gomito e attenzione ai dettagli. 

Prima di tutto, assicurati di taggare le posizioni pertinenti in tutte le tue foto (se applicabile). Pensa fuori dagli schemi qui; ci sono molte località rilevanti che potresti non considerare immediatamente. 

Dopo aver taggato un numero sufficiente di immagini georeferenziate, Instagram includerà automaticamente tag di posizione pertinenti per ciascuna di esse nel suo sistema di tag dei metadati (utilizzando il suggerimento automatico), il che aiuta a aumentare la ricerca tra piattaforme e all’interno dell’algoritmo del feed di notizie interno di Instagram.

6) Creare contenuti educativi e informativi

Per ottenere una maggiore interazione sui tuoi post, dovresti creare contenuti educativi e informativi. È più probabile che le persone interagiscano con il tuo post se ritengono che fornisca loro un qualche tipo di valore o li aiuti in qualche modo. 

Per farlo, devi pubblicare in modo coerente e creare contenuti con cui le persone possano relazionarsi facilmente. Puoi porre domande all’interno di un post per incoraggiare l’interazione anche dei tuoi follower. 

Assicurati di utilizzare gli hashtag anche quando pubblichi immagini o video – in particolare quelli che potrebbero attrarre un pubblico più ampio – perché poi appariranno su altri utenti’ feed, portando nuovi occhi sui tuoi contenuti. 

Inoltre, valuta la possibilità di controllare le foto di account simili – forse account gestiti da marchi più grandi che ispirano il coinvolgimento –e lasciano commenti premurosi.

7) Pubblica in orari interessanti

Quando pubblichi i tuoi contenuti sui social media, fallo a volte che riflettano ciò che è interessante per il tuo pubblico di destinazione. Queste possono essere considerate “ore d’oro” per la pubblicazione ed è una buona idea cercare quando queste devono ottenere la massima visibilità e coinvolgimento. 

Nessuno vuole svegliarsi e vedere il proprio feed social pieno di messaggi di marketing! Per metterti davanti ad altre attività sui social media, presta attenzione a quando è più probabile che i tuoi follower siano online in modo da poterli raggiungere. 

Come regola generale, evita di postare durante l’ora di cena o la mattina presto, poiché molti utenti sono impegnati nel lavoro o nella vita familiare. 

Al contrario, prendi in considerazione la possibilità di pubblicare tra mezzogiorno e l’1:00, che è il momento di coinvolgimento in prima serata, se stai cercando il numero massimo di impressioni per post.

8) Poni domande

Il modo migliore per creare un forte seguito sui social media è attraverso la comunicazione. Quando le persone si prendono del tempo della loro giornata per mettere mi piace, commentare e seguirti, è perché hanno la sensazione che tu le capisca. 

Tutto inizia con le domande. Porre domande sui tuoi follower dà loro voce e dimostra che tieni abbastanza a ciò che hanno da dire per il loro feedback e le loro opinioni. 

Inoltre, porre domande ti aiuta a chiarire cosa spera il tuo pubblico di destinazione e come vuole interagire con il tuo marchio. Vai a chiedere! Scommettiamo che rimarrai sorpreso da quanto amano rispondere. 

Ecco alcuni esempi: qual è stato il tuo regalo preferito in assoluto? Cosa possiamo migliorare nella nostra attività? Come abbini gli outfit estivi? Facci sapere in 2-3 frasi o meno. 

Allo stesso modo, non fare troppe domande di seguito. 

Ricorda, le persone vogliono avere la possibilità di essere ascoltate e apprezzate da te e si stancheranno anche di essere sempre al centro della scena se chiedi costantemente le loro opinioni. 

È possibile esagerare con le domande, soprattutto se riguardano principalmente la promozione del tuo marchio invece di mostrare interesse per ciò che i tuoi follower hanno da dire! 

Questo potrebbe essere uno dei motivi per cui alcuni utenti bloccano gli account che seguono sui social media; troppa promozione mista a non abbastanza ascolto tende a far sentire le persone usate piuttosto che coinvolte.

9) Considera l’Influencer Marketing

Il termine influencer è diventato un po’ una parola d’ordine, ma in sostanza indica qualcuno con un pubblico che potrebbe essere interessato al tuo prodotto. Cerca influencer nel tuo settore che cercano opportunità per lavorare con marchi in linea con i loro interessi o valori. 

Puoi provare a metterti in contatto con te stesso, pubblicare offerte di lavoro su siti come LinkedIn o andare direttamente a su piattaforme in cui puoi reperire direttamente influencer.

Ci sono dozzine di piattaforme là fuori focalizzate specificamente sul collegamento di marchi e star dei social media—ma non preoccuparti di essere sopraffatto dalla scelta: hanno già svolto la maggior parte del duro lavoro. 

La chiave è trovarne uno che funzioni meglio per te e che ti faccia sentire a tuo agio in ogni fase del processo di sviluppo del tuo business. Poiché la pubblicità non è sempre fattibile per tutti, prendi in considerazione il marketing dei contenuti. 

Creando materiale prezioso che il tuo mercato di riferimento vorrà leggere, guardare, ascoltare o con cui interagire (pensa a blog, ebook, podcast), stai costruendo la consapevolezza del marchio senza svuotarti le tasche. Inoltre offre un altro modo per i potenziali clienti di trovarti tramite ricerche organiche anziché posizionamenti di annunci a pagamento.

Conclusione

Non importa quale sia la tua nicchia, ci sono buone probabilità che i social media ne facciano parte. Devi assicurarti di non perdere l’opportunità di far scoprire i tuoi contenuti da più persone online. Sebbene la SEO possa essere essenziale per il posizionamento nei motori di ricerca , i social media sono un modo semplice per condividere i tuoi contenuti tra i membri del tuo pubblico. Se desideri un maggiore coinvolgimento dei follower e nuovi potenziali clienti sui social media, segui questi suggerimenti!

Reddito di cittadinanza: scatta obbligo Green pass. Quando?

Stop al reddito di cittadinanza per tutti coloro che risulteranno privi di Green pass: scatta una nuova stretta sul sussidio grillino, ma non tutti i beneficiari ne saranno coinvolti. Infatti, solo per un terzo dei titolari del reddito scatterà l’obbligo di Green pass pena la decadenza dal beneficio. 

Ma da quando e per chi scatta l’obbligo di certificazione?

Una congiunzione tra le novità approvate dalla Legge di Bilancio 2022 e il decreto Covid del 7 gennaio scorso ha fatto in modo che tutti gli individui occupabili che dovranno recarsi periodicamente presso i centri per l’impiego per svolgere corsi di formazione a per verificare gli obiettivi, siano sottoposti all’obbligo di presentazione del Green pass almeno derivante da tampone negativo.

Una novità che vira contro i No Vax e che vuole limitare la diffusione del Covid-19, oltre che spingere il numero di vaccinazioni al rialzo. Ma attenzione: non si sta parlando dell’obbligo vaccinale per i percettori del reddito di cittadinanza, ma piuttosto dell’obbligo di Green pass (anche derivante da tampone negativo) per i soli individui occupabili.

Cerchiamo di fare chiarezza sul tema reddito di cittadinanza e Green pass: per chi scatta l’obbligo, da quando entra in vigore, cosa rischia chi non si adegua. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Reddito di cittadinanza: scatta l’obbligo di Green pass!

L’estensione del green pass ai percettori del reddito di cittadinanza era stata ipotizzata ancora alcuni mesi fa (da ottobre 2021), ma ad oggi ormai è diventata una certezza. 

I percettori occupabili del reddito di cittadinanza dovranno possedere obbligatoriamente il Green pass base (o rafforzato) per poter continuare a percepire il sussidio. 

Sebbene non sia stata introdotta una norma in via esclusiva su questo tema, possiamo desumere l’obbligo di Green pass anche per i percettori del reddito di cittadinanza combinando tra di loro alcune delle novità introdotte dalla Legge di Bilancio sul sussidio grillino, e l’ultimo decreto del Governo, approvato il 7 gennaio scorso.

Se ciò non bastasse, è in arrivo un nuovo decreto che dovrebbe contenere la lista dei negozi e delle attività commerciali per le quali sarà obbligatorio presentare il Green pass prima di accedere. Non mancherà la specificazione anche sul reddito di cittadinanza.

Ma che cosa cambia adesso per coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza ma non possiedono il Green pass? 

Reddito di cittadinanza e Green pass: facciamo chiarezza

Grazie a una combinazione di una norma contenuta in Manovra 2022 e di una disposizione del decreto del 7 gennaio scorso, i percettori occupabili del reddito di cittadinanza dovranno obbligatoriamente mostrare il proprio Green pass per non perdere l’assegno mensile.

Infatti, da un lato – ci spiega un articolo del Messaggerola Legge di Bilancio 2022 ha previsto l’obbligo di frequentazione (esclusivamente in presenza) dei centri per l’impiego per la formazione continua dei titolari RdC. Per questi ultimi, spiega il quotidiano:

la ricerca attiva del lavoro è verificata presso il centro per l’impiego in presenza con frequenza almeno mensile e in caso di mancata presentazione senza comprovato giustificato motivo si applica la decadenza dal beneficio.

Dall’altro lato, il decreto del 7 gennaio scorso ha esteso l’obbligo di Green pass base anche per entrare negli uffici pubblici.

Se ciò non bastasse, il Green pass servirà non soltanto per accedere ai centri per l’impiego, ma anche per recarsi in Posta e in banca. Dunque anche tutti i cittadini che ritirano l’assegno alla pensione in Posta dovranno presentare il Green pass per effettuare l’accesso.

Nel nuovo decreto al vaglio del Governo dovrebbero rientrare tutti i negozi e le attività commerciali per le quali servirà il Green pass, mentre dovrebbero rimanere ad accesso libero i servizi essenziali quali i supermercati, le farmacie, gli ambulatori e poche altre attività considerate “urgenti”.

Reddito di cittadinanza e Green pass obbligatorio: non è una novità dell’ultima ora…

In realtà, l’obbligo di green pass anche per i percettori del reddito di cittadinanza non è una novità dell’ultima ora. Ne avevamo già parlato in passato, nel momento in cui era stato esteso l’obbligo di Green pass a tutti i lavoratori del settore pubblico o privato, compresi gli autonomi.

In quell’occasione era stato proprio il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, ad avanzare l’ipotesi di sospensione del reddito di cittadinanza a chi è privo di Green pass. Ma la proposta non era stata accolta ai livelli più alti.

Secondo Rienzi, come riporta una notizia del Codacons del 1° ottobre scorso, infatti:

La sanzione a chi non ha il Green pass è sul compenso del soggetto lavoratore, dunque con questo criterio può essere sanzionato anche il compenso di chi ha il reddito di cittadinanza e non è vaccinato. Ed il criterio va applicato a tutte le categorie. 

Una tale estensione provocherebbe l’applicazione di una multa da 600 a 1.500 euro non solo ai lavoratori scovati sul luogo di lavoro senza Green pass, ma anche ai percettori del reddito di cittadinanza privi di certificazione verde.

Secondo alcuni virologi ed epidemiologi, invece, tra le due attività (il lavoro e la percezione del reddito di cittadinanza) c’è un abisso. Mentre i lavoratori ogni giorno si spostano con i mezzi pubblici o propri, incontrano molte persone e stanno a contatto con colleghi e non solo; i percettori del reddito di cittadinanza sono limitati nei contatti sociali o comunque hanno meno occasioni di contagio.

Di qui la decisione di non estendere l’obbligo di Green pass a tutti i percettori del reddito di cittadinanza, ma solo agli individui occupabili che si recheranno presso i centri per l’impiego periodicamente.

Reddito di cittadinanza e Green pass obbligatorio: chi rischia di perderlo?

Come scrive in un articolo il quotidiano TgCom24, secondo le stime attuali:

i percettori del reddito di cittadinanza sprovvisti al momento del Super Green pass, perché non vaccinati o guariti dal Covid, sono inferiori al 10%. 

Si tratta di circa 100 mila cittadini, per una misura che abbraccia almeno 1,3 milioni di nuclei familiari per un totale di 3 milioni di persone coinvolte. Di queste, solo il 30% sono individui ritenuti occupabili, ovvero coloro che – secondo le disposizioni dell’ultima Legge di Bilancio 2022, saranno tenuti a presentarsi periodicamente nei centri per l’impiego per seguire corsi di formazione e per verificare gli obiettivi raggiunti.

E sono proprio queste persone, i titolari del reddito di cittadinanza considerati occupabili, che verranno investiti dall’obbligo di Green pass, almeno derivante da tampone negativo. 

Ciò non significa che tutti dovranno obbligatoriamente sottoporsi al vaccino, ma che per lo meno per entrare nei centri per l’impiego, tutti dovranno effettuare un tampone che abbia un risultato negativo. La stretta contro i No Vax continua…

Reddito di cittadinanza e Green pass obbligatorio: come salvare l’assegno?

Cosa si può fare per salvare l’assegno RdC e continuare a percepire il sussidio? Semplice, tutte le persone che attualmente non sono vaccinate né guarite dal Covid (che come abbiamo precisato sono meno del 10% del totale dei percettori del sussidio), se considerate occupabili dovranno recarsi obbligatoriamente presso i centri per l’impiego.

Per poter accedere agli uffici pubblici, però, avranno bisogno del Green pass di base, ovvero derivante anche da tampone negativo. 

Prima di accedere al centro per l’impiego, allora, sarà opportuno recarsi presso un punto tamponi per eseguire il test rapido (dalla durata di 48 ore), oppure il test molecolare (dalla durata di 72 ore).

Ottenuta la certificazione verde non ci sarà alcun problema nell’ingresso al centro per l’impiego e si potrà continuare serenamente la percezione del sussidio.

Ricordiamo, in ogni caso, che la Legge di Bilancio 2022 ha previsto anche la decurtazione dell’assegno per tutti gli individui occupabili che rifiuteranno anche una sola offerta di lavoro. Al primo rifiuto si vanno a perdere 5 euro al mese sul sussidio RdC (senza scendere al di sotto dei 300 euro mensili), mentre dalla seconda offerta di lavoro congrua rifiutata il sussidio viene sospeso.

Per conoscere tutte le novità sul reddito di cittadinanza 2022 puoi consultare il nostro articolo dedicato.

Reddito di cittadinanza e Green pass obbligatorio: da quando?

L’obbligo di Green pass anche per i percettori occupabili del reddito di cittadinanza ha una data di entrata in vigore ben precisa. Il Governo, nel decreto approvato il 7 gennaio scorso, ha specificato che per entrare negli uffici pubblici, in Posta e in banca, oltre che nei negozi e nei centri commerciali servirà il Green pass.

L’obbligo scatta dal 1° febbraio 2022 per quanto riguarda i negozi e gli uffici pubblici, mentre già dal 20 gennaio 2022 sarà necessario esibire il Green pass base o rafforzato anche per accedere ai servizi alla persona (parrucchiere, barbiere, centro estetico, lavanderia…).

Sempre dal 1° febbraio 2022, l’Agenzia delle Entrate inizierà a sanzionare tutti gli over 50 non in regola con l’obbligo vaccinale. Il Green pass derivante da vaccino è stato esteso a tutti i cittadini che hanno compito almeno 50 anni di età, sia disoccupati sia lavoratori, senza alcuna distinzione.

RdC, Green pass e sanzioni: come avverranno i controlli

Arrivati alla conclusione del nostro articolo, molti si staranno chiedendo come avverranno i controlli sul Green pass per i percettori del reddito di cittadinanza.

I centri per l’impiego sono preoccupati di dover controllare l’accesso di milioni di persone, in quanto si trovano già a corto di personale. Non solo: considerando che gli individui occupabili sono circa un terzo del totale dei percettori del reddito – ovvero circa 1 milione di persone – effettuare il controllo caso per caso potrebbe essere quasi impossibile.

Si potrebbe pensare allora a controlli a campione, come avviene sui mezzi pubblici per esempio, ma in questo modo si andrebbero a perdere molti trasgressori. Il nodo controlli, dunque, è ancora in fase di definizione.

Bonus Mobili 2022: l’Agenzia rivede importi e spese ammesse!

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La Legge 234/2022, meglio nota come lal manovra di bilancio 2022, traccia il percorso futuro del bonus mobili ed elettrodomestici, stabilendone una scadenza più lunga fino al 2024, ma anche in parte stravolgendone la normativa.

Alcuni dubbi che il testo di legge lasciava aperti sono finalmente chiariti, ora che è stata pubblicata dall’Agenzia delle Entrate la nuova guida all’incentivo, aggiornata a gennaio 2022.

Questo documento se pur non ha valenza legale è fondamentale, poiché esso getta luce su alcuni punti sempre oscuri dei testi di legge e definisce anche i singoli dettagli di competenza dell’organo di gestione, che di fatto cambiano il regolamento del bonus mobili 2022.

Purtroppo con questo documento non arriva la notizia sperata e cioè neanche quest’anno avremo la possibilità di usare l’agevolazione con sconto e cessione e continua la sola possibilità della detrazione fiscale (Irpef), ripartita in dieci anni.

In compenso però l’Agenzia conferma che il bonus mobili può essere richiesto anche senza ristrutturare casa, ma eseguendo operazioni di manutenzione straordinaria come sostituire la caldaia e perfino di manutenzione ordinaria se il bonus viene richiesto per le parti condominiali comuni.

Arriva invece una stretta non solo per quanto riguarda gli importi, che nei prossimi tre anni scendono radicalmente rispetto alle spese agevolabili sostenute nel 2021, per cui la detrazione del bonus mobili arrivava fino ad 8.000 euro. Ma, l’Agenzia chiarisce anche che da adesso in poi l’agevolazione ammetterà due sole possibilità di pagamento ovvero bonifico o carta, dove anche gli assegni sono esclusi.

Finalmente, arriva poi una spiegazione dettagliata ed esplicita dei singoli casi in cui il bonus mobili può essere usato per lavori effettuati con il bonus facciate e il Superbonus 110%.

Andiamo a vedere perciò cosa dice nel dettaglio la nuova guida e cerchiamo di capire in quali aspetti il bonus mobili ed elettrodomestici 2022 sarà diverso da quello dell’anno scorso.

Bonus mobili ed elettrodomestici rinnovato per il 2022, 2023 e 2024. Ma cosa cambia?

Come decretata dalla Legge di Bilancio 2022 i cittadini che effettuano lavori di ristrutturazione o manutenzione straordinaria sugli immobili hanno diritto ad una detrazione Irpef che copra il 50% dei costi di arredamento: il bonus mobili ed elettrodomestici.

Per quanti voglio consultare il testo di legge, l’agevolazione nello specifico viene prorogata con l’art. 1, comma 37 della Legge 234 del 30 dicembre 2022.

Il bonus mobili sarà attivo per altri tre anni, 2022, 2023 e 2024, coprirà cioè tutte le spese sostenute nell’arco di questo triennio.

Per poterlo utilizzare è necessario che gli interventi edilizi o di manutenzione siano realizzati prima della data di acquisto dei mobili ed elettrodomestici e anche che questi siano iniziati a partire dal 1 gennaio dell’anno precedente a quello in cui si usa la detrazione.

Il bonus mobili ha però importi diversi a seconda dell’anno in cui si effettuano i lavori.

Ovvero, quanti usano il bonus mobili per le spese sostenute nel 2022, prima di tutto devono aver iniziato le ristrutturazioni a partire dal 1/01/2021, nel rispetto di questa condizione si ottiene una detrazione Irpef, da scontare in 10 anni, pari al 50% dei costi relativi all’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici, applicabili alla spesa massima di 10.000 euro. Quindi il bonus mobili 2022 avrà una detrazione massima applicabile di 5.000 euro.

Nel biennio 2023-2024 i requisiti dell’agevolazione rimangono invariati ma scende a 5.000 euro la spesa massima e a 2.500 euro quindi la detrazione. 

Come molti ricorderanno invece per i costi sostenute l’anno scorso (2021) la detrazione era di ben 8.000 euro, calcolata sulla massimale di spesa di 16.000 euro.

Come calcolare la data di inizio lavori e quindi la detrazione del bonus mobili 2022-2024?

L’Agenzia delle Entrate nella guida 2022 specifica che laddove si usa il bonus mobili in seguito a lavori che non necessitano o di essere dichiarati alle autorità, per dimostrare la data di inizio basterà un atto di notorietà.

Con l’eccezione della provincia di Bolzano dove la comunicazione va effettuata all’Ispettorato del Lavoro.

Veniamo ad una casistica particolare e cioè se il beneficiario del bonus mobili ha iniziato ad esempio i lavori nel 2021 e ha acquistato, parte dei beni agevolabili nello stesso anno e parte nel 2022.

Poiché come abbiamo visto nel 2021 la detrazione del 50% si applicava ad un massimale di spesa di 16.000 euro e quest’anno di soli 10.000 euro.

L’Agenzia chiarisce che in questo caso le detrazioni non possono essere sommate. Più chiaramente, in questo specifico scenario se immaginiamo che nel 2021 non sia stato usato l’importo massimo spettante di bonus mobili, cioè si è ottenuto il 50% di detrazione su una spesa ad esempio di 6.000 euro.

Nel 2022 il bonus mobili sarà applicabile solo ad una spesa massima di 4.000 euro, cioè tenendo conto che la spesa massima ammessa per il 2022 è di 10.000 euro, a questa cifra devono  essere sottratti i 6.000 euro spesi nel 2021.

Sempre tenendo conto che spetta un bonus mobili per ogni unità abitativa ristrutturata e non un bonus mobili per cittadino o nucleo familiare, quindi intervenendo su più immobili spetta la detrazione per ciascuno di essi.

Quali ristrutturazioni e operazioni di manutenzione danno accesso al bonus mobili 2022?

Per quanto riguarda le ristrutturazioni che danno diritto al bonus mobili queste riguardano moltissimi tipi di interventi di conservazione, restauro e recupero del patrimonio edilizio e alcune operazioni di manutenzione straordinaria, che possono essere consultate tutte nell’elenco fornito alle pag. 3-4 della guida dell’Agenzia, aggiornata al 2022.

Perlage Immobiliare Real Estate Agency , nel nuovo video YouTube, specifica come avere diritto al bonus mobili ed elettrodomestici 2022 senza eseguire ristrutturazioni, ma con operazioni di manutenzione straordinaria, quali la sostituzione della caldaia:

  

Bonus mobili ed elettrodomestici 2022-2024. Quando spetta con il Superbonus 110% e il bonus facciate?

Quest’anno l’Agenzia specifica anche in maniera più chiara di prima in quali casi è ammessa la compatibilità del bonus mobili con le altre agevolazioni e con attenzione al Superbonus 110%.

Il bonus mobili infatti, oltre ad avere compatibilità piena con il bonus casa 50%, spetta anche se si usa il bonus facciate, per lavori classificati come di recupero del patrimonio edilizio.

Per quanto riguarda il Superbonus 110%, a pag. 3 della già citata guida si forniscono anche i riferimenti normativi per la compatibilità dei due incentivi.

La circolare 30/2022 decreta infatti che il Superbonus 110% dia diritto alla detrazione del bonus mobili, solo se questo viene usato con il Sismabonus, cioè se tra i lavori trainanti ammessi si esegue l’adeguamento sismico. Mentre, il bonus mobili non spetta per l’Ecobonus, cioè se il Superbonus 110% 110% viene richiesto per l’efficientamento energetico. Per il testo di legge che regola questo rapporto si rimanda al comma 4 dell’articolo 119 del decreto legge n. 34/2020.

Bonus mobili 2022-2024: spese ammesse e modalità di pagamento aggiornate

Per avere la detrazione spettante come bonus mobili il soggetto che paga gli interventi edilizi e chi paga la detrazione deve essere la stessa persona, anche nel caso di coniugi.

Inoltre le spese agevolabili con il bonus mobili 2022-2024 devono essere effettuate per forza con carta o bonifico, non sono ammesse altre tipologie di pagamento come contanti o assegni.

Per quanto riguarda gli acquisti con carta, l’Agenzia specifica che si terrà conto della data di pagamento e non di quella di addebito. La detrazione spetta anche in caso di acquisto con finanziamento a rate.

Ancora, una volta che si ha accesso al bonus mobili questo obbliga i beneficiari ad acquistare beni da collocare solo nell’abitazione per cui si ha avuto diritto all’agevolazione. Ma, in compenso, è possibile comprare oggetti da collocare in tutta la casa, anche per le zone non oggetto di intervento edilizio.

Trattandosi di un bonus fruibile solo con detrazione Irpef, per poter ottenere lo sconto sulle tasse, le spese dovranno essere documentate e inserire nel modello 730 o modello Redditi persone fisiche, cioè nella dichiarazione dei redditi.

Le spese agevolabili ammettono tutti i tipi di mobili (con l’eccezione dei complementi di arredo quali tendaggi, porte e pavimenti) e anche i grandi elettrodomestici che dovranno essere almeno di classe energetica A (forni); classe E (lavatrici, lavasciugatrici, lavastoviglie); classe F (frigoriferi e congelatori). Con riguardo al fatto che l’acquisto di forni, frigoriferi, lavastoviglie, piani cottura elettrici, lavasciuga e lavatrici deve essere comunicato all’Enea.

Come impostare KPI di marketing dei contenuti di successo

Cosa sono i KPI del marketing dei contenuti?

Il marketing dei contenuti non è un prodotto finito. In realtà, non finisce mai. Ciò significa che i marketer dei contenuti devono monitorare e analizzare i propri sforzi da diverse prospettive. 

È qui che entrano in gioco gli indicatori chiave di prestazione (KPI). Se desideri un quadro migliore di come funziona la tua strategia di marketing dei contenuti, il monitoraggio delle metriche è un’attività imperdibile per te e il tuo team. 

Per molte aziende che non conoscono il content marketing, una delle loro maggiori sfide è identificare cosa dovrebbero monitorare e perché dovrebbero farlo oltre alle metriche aziendali più tradizionali come le vendite o i lead generati dall’attività o campagna che ha prodotto il proprio video, white paper o ebook. 

E sfortunatamente, capire cosa conta a volte può richiedere alcuni tentativi ed errori; certamente non abbiamo capito tutti i nostri KPI immediatamente o facilmente – abbiamo dovuto imparare mentre andavamo avanti – ma riteniamo che sia valsa la pena dedicare tempo ed energie per assicurarci di definire le nostre priorità perché ora abbiamo una migliore comprensione di quanto siano efficaci (o inefficaci) i diversi tipi di campagne nel generare lead. 

Quando decidi quali metriche sono più importanti da monitorare per la tua situazione personale, ecco cinque aree di base su cui concentrarti:

1. Entrate generate da un contenuto specifico 

2. Percentuale di clic sull’annuncio e percentuale di clic 

3. Generazione di lead 

4. Tasso di conversione 

5. Tempo sul sito e frequenza di rimbalzo e coinvolgimento 

Quindi iniziamo prima con le entrate: che tipo di entrate genereranno i tuoi contenuti? Quanto convertirà? 

Prima di tutto, vogliamo ribadire che qui si parla solo di B2B; B2C ha spesso una propria serie di metriche a seconda che tu stia vendendo prodotti o servizi, ad esempio. 

Il B2B tende a concentrarsi sul denaro speso per l’acquisizione tramite pubblicità o promozione a pagamento o per l’attivazione tramite una vendita iniziale. 

Molte startup lottano con le spese eccessive durante la produzione di contenuti all’inizio del loro ciclo di vita solo per poi lottare con la spesa insufficiente dopo aver avuto successo con una landing page MVP creata durante la prima fase del ciclo di sviluppo. Un’altra metrica che compare di frequente è la percentuale di clic dell’annuncio (CTR). 

Ha senso il motivo per cui il CTR dovrebbe essere in cima a molti elenchi di KPI—dopotutto, convincere le persone a fare clic su un annuncio si traduce direttamente in clic più elevati che equivalgono a conversioni più elevate, il che significa maggiori entrate per tutti i soggetti coinvolti. 

A seconda di cosa vendi o a chi lo vendi, tuttavia, l’acquisizione di clic potrebbe non trasformarsi comunque in vendite. 

Alcuni clienti visitano i siti tramite annunci in cerca di informazioni, mentre altri arrivano subito alla ricerca di qualcosa di specifico che desiderano; questi due gruppi hanno un aspetto diverso quando si visualizzano le pagine del sito e hanno scopi diversi nell’ambito dei tuoi obiettivi generali come azienda. 

Mantenere il flusso dei tuoi contenuti è ancora prezioso in questi casi, ma per determinare in che modo contribuiscono alla crescita complessiva, ti consigliamo di approfondire le metriche di generazione di lead. 

Questi non sono necessariamente legati a uno scenario di annunci rispetto al traffico organico; se indirizzi i visitatori a una pagina del sito, dovrebbe esserci un metodo per acquisire le loro informazioni di contatto in cambio di contenuti di valore che si riferiscono a ciò che sono venuti a cercare. Potresti anche voler monitorare i tassi di conversione tra altre cose. 

Ora che comprendiamo meglio le metriche, passiamo a come le utilizziamo all’interno della nostra pratica di marketing dei contenuti. 

KPI dei marketing dei contenuti

Scomponiamo i nostri KPI in tre categorie: 

Qualità: la qualità è un’indicazione di quanto sia prezioso un contenuto per gli utenti; è simile alla gestione della reputazione in quanto i contenuti prodotti con una qualità superiore avranno maggiori probabilità di essere condivisi, twittati o piaciuti.

Quantità: la quantità esamina quanto valore viene creato in termini di volume—tracciamo il conteggio medio delle parole su tutti i pezzi scritti in un mese, ad esempio.

Visibilità: monitoriamo anche la visibilità che misura per quanto tempo un utente rimane su una pagina prima di lasciare il nostro sito o abbandonare il nostro modulo di iscrizione alla newsletter. 

Questo è importante per alcuni motivi: vuoi che i tuoi potenziali clienti leggano ciò che scrivi, ma anche per il bene di Google—più alte sono le tue visualizzazioni per sessione, più ti classificherai. 

Dovresti anche prestare attenzione alla frequenza di rimbalzo, che è un altro modo per misurare il coinvolgimento. Se ritieni che il tuo pubblico salti rapidamente da una pagina all’altra, potrebbe essere il momento di prendere in considerazione la creazione di contenuti più solidi che approfondiscano argomenti pertinenti alle loro esigenze. 

Infine, una volta che avrai imparato a monitorare i KPI e le metriche rilevanti internamente con gli strumenti disponibili tramite il tuo CMS o uno strumento analitico, puoi iniziare a quantificare il tuo investimento nel marketing dei contenuti. 

Ecco alcuni rapporti che potrebbero rivelarsi utili per il futuro: 

Costi del marketing dei contenuti rispetto ai lead prodotti Costi del marketing dei contenuti rispetto ai nuovi clienti.

E infine, se sei interessato a capire quanto un singolo contenuto contribuisce ai profitti della tua attività. 

Ecco alcune domande da porsi: qual è stata la nostra spesa di marketing durante quel periodo? Potrebbe essere gestita come un rapporto o utilizzando cifre in dollari effettive: dovresti essere in grado di estrarle da un foglio di lavoro delle spese.

Quali sono state le nostre spese di marketing totali? Questa è una domanda a cui puoi rispondere facilmente sommando sia i costi che i risultati per qualsiasi campagna eseguita durante quel periodo di tempo.

Quali sono le metriche di marketing dei contenuti più comunemente utilizzate?

C’è una grande differenza tra ciò che devi misurare e ciò che effettivamente monitori. Queste sono alcune delle metriche più comuni che puoi monitorare nelle tue attività di marketing dei contenuti. 

Ci sono molti parametri diversi per misurare il successo del marketing dei contenuti, ma questi sono alcuni dei più comuni. Se siano qualcosa che i professionisti del marketing dovrebbero davvero monitorare è un’altra domanda. 

Tuttavia, vale comunque la pena esaminarli poiché ogni canale avrà modi diversi per determinare il successo in base ai propri obiettivi aziendali unici.

Misurare il coinvolgimento

La cosa più importante nel marketing dei contenuti è convincere le persone a leggere i tuoi post. Non puoi vendere qualcosa se nessuno sa che lo hai in vendita e non puoi interessare i potenziali clienti se non sanno cosa fai. 

Misurando quante persone leggono i tuoi blog, scoprirai rapidamente che tipo di contenuto è interessante e otterrai informazioni preziose sugli interessi del tuo pubblico. Questo ti aiuterà a prendere decisioni più informate su dove spendere tempo e denaro durante la creazione di contenuti futuri. 

Ad esempio, se il coinvolgimento dei clienti su un determinato argomento inizia ad aumentare dopo aver pubblicato un post sull’argomento, è molto probabile che la tua community sia ancora più interessata una volta creato un ebook completo o un’infografica interattiva intorno a quell’argomento.

In questo modo, quando i potenziali acquirenti si imbattono in una risorsa come quella sul tuo sito, hanno già un’idea del motivo per cui sarebbe utile per loro. 

Inoltre, tieni d’occhio quali tipi di contributori ospiti vengono condivisi dai lettori; un altro buon indicatore della presenza o meno di entusiasmo per determinati argomenti all’interno del tuo spazio di mercato. 

La varietà delle voci dei contributori può indicare l’entusiasmo per tendenze o pratiche particolari; chiaramente, c’è almeno qualcuno che pensa che X sia davvero fantastico.

Misurare la copertura

Con i social media, puoi raggiungere più persone che mai con il tuo messaggio. Ma quante di queste persone lo stanno effettivamente ascoltando? Poiché vedono i tuoi contenuti non significa che lo vedano effettivamente. 

Se desideri tassi di coinvolgimento migliori su Facebook e Twitter, puoi utilizzare il loro strumento di analisi integrato per monitorare. Per capire in che modo il tuo pubblico sta consumando i tuoi contenuti, avrai bisogno di numeri che descrivano in dettaglio quanti fan hanno visto ciascun contenuto e da dove proviene la maggior parte del traffico. 

È anche importante sapere cosa ha funzionato—e cosa no—in modo da poter modificare i messaggi di conseguenza nelle campagne future. 

Metriche come la percentuale di clic (CTR) e il tasso di conversione ti aiutano a capire quali pezzi erano popolari e perché, in modo da poter concentrare nuovamente i tuoi sforzi in futuro. 

Il fatto è: mentre tutti parliamo di coinvolgimento, dovremmo davvero concentrarci sul fatto di aver veramente raggiunto il nostro pubblico.

Misurare il ROI

Il primo passo per misurare il ROI è impostare correttamente le tue analisi. Misura le conversioni sulle tue pagine di destinazione e monitorale nel tempo. 

Guarda sia le conversioni totali che i tassi di conversione per diversi inviti all’azione; se vedi un invito all’azione (CTA) convertire meno di un altro, potrebbe essere necessario testare nuovi design o messaggi per quell’invito all’azione. 

Per misurare davvero il successo del marketing dei contenuti, inizia a segmentare il tuo traffico in base al comportamento e da quanto tempo i visitatori interagiscono con il tuo sito—si iscrivono, scaricano un ebook, guardano un video? 

In questo modo puoi impostare aspettative realistiche in base alla quantità di traffico proveniente da ciascuna fonte di generazione di lead. 

Assicurati che tutti tengano traccia di ciò che conta: è possibile che tutti nella tua organizzazione non stiano utilizzando correttamente l’analisi per monitorare il proprio lavoro. Assicurati che nessuno stia saltando numeri importanti tenendo d’occhio quali KPI vengono monitorati, quindi assicurati che tali metriche vengano incorporate nei rapporti mensili. 

Potresti anche voler scrivere le responsabilità di ogni persona in merito al marketing online in modo che non ci siano domande su chi possiede cosa—e come tutto combacia. 

Ad esempio, gli specialisti dei social media dovrebbero inviare riepiloghi settimanali sui loro account specifici i progressi verso i professionisti del marketing digitale, che compilano tutto in un unico posto per i manager che presentano report mensili alle riunioni degli stakeholder.

Conclusione

In sostanza, il content marketing consiste nel creare e condividere contenuti di valore con il tuo pubblico per aiutarti a vendere il tuo prodotto o servizio. Ma se vuoi assicurarti che i tuoi sforzi vengano ripagati, avrai bisogno di un modo per monitorare i progressi. 

Ricorda: queste informazioni dovrebbero essere utilizzate come guida piuttosto che come una formula dura e veloce per il successo. Il modo migliore per garantire risultati solidi è ascoltare sempre ciò che i tuoi clienti hanno da dire sulla loro esperienza con te e soddisfare le loro esigenze frontalmente. 

Ciò garantirà tassi di conversione più elevati su tutta la linea—il che significa campagne di maggior successo!

NoiPA: come funziona il portale per i dipendenti della PA?

Per molti dipendenti della Pubblica Amministrazione consultare i propri cedolini e la propria busta paga non è sempre stato un procedimento facile e immediato. 

Per fortuna però è stato ideato un portale, dal Ministero dell’Economia e delle Finanze il MEF, che consente la gestione da parte del personale della pubblica amministrazione dei propri stipendi, e non solo.

Il portale sarà disposizione di tutti gli insegnanti, dipendenti nel campo della sanità, i militari e per il resto di tutti i dipendenti della Pubblica Amministrazione.

Il NoiPA (Servizi PA a persone PA) è un sito web dalle molteplici funzionalità, non servirà solo per la consultazione della propria busta paga ma anche per richiedere tanti servizi differenti, che vanno dal pagamento dei cedolini, alla richiesta di permessi o ferie e molti altri servizi.

Nel corso dell’articolo analizzeremo assieme come funziona il nuovo sito NoiPA, come iscriversi, quali sono tutte le sue funzionalità ed anche i contatti messi a disposizione dal Ministero per ricevere costante assistenza. 

NoiPA: come iscriversi ed accedere alla propria area riservata

I servizi di NoiPA sono usufruibili esclusivamente avendo una connessione Internet; infatti, bisogna collegarsi attraverso il sito del MEF, diversamente si può anche scaricare l’applicazione gratuita di NoiPA, che è disponibile sia su dispositivi Apple che Android. 

Per poter accedere a tutti i servizi bisogna poter iscriversi attraverso l’utilizzo di credenziali all’area riservata, vediamo assieme come poter fare. 

Iscriversi all’interno del sito NoiPA purtroppo non è così immediato come potrebbe sembrare; infatti, per avere la sicurezza di non trasmettere dati sensibili ad utenti non autorizzati l’accesso all’area riservata deve essere approvato dalla propria amministrazione. 

I dipendenti dovranno comunicare al proprio responsabile dell’identificazione del dipendente, meglio noto come RID, la propria volontà di iscriversi all’area riservata e dovranno inoltrare il proprio indirizzo e-mail alla suddetta persona attendendo poi la relativa conferma. 

Una volta che la richiesta viene approvata dall’amministrazione, si riceve una mail contenente la conferma dell’approvazione della propria richiesta, all’interno di questa mail si troverà un link che porterà il dipendente all’interno del sito del NoiPA, dove si procederà all’iscrizione vera e propria. 

Per iscriversi all’area riservata bisogna inserire il proprio codice fiscale, inserire una password provvisoria, che viene inoltrata sempre via mail dall’assistenza del sito stesso, ed infine inserire un’ulteriore chiave di sicurezza che corrisponde alla risposta ad una domanda segreta scelta dall’utente.

È opportuno, una volta completata l’iscrizione, cambiare la propria password utilizzandone una che possiamo facilmente ricordare ma che allo stesso tempo permetta di rendere l’accesso al sito protetto è sicuro. 

Una volta completati tutti questi passaggi si può finalmente accedere alla pagina di login che si trova nella home page del sito NoiPA, le credenziali di accesso corrisponderanno al proprio codice fiscale e dalla password che abbiamo inserito in fase di registrazione.

Il sito permette anche di accedere di iscriversi a tutte le sue funzioni utilizzando SPID oppure anche attraverso la propria carta nazionale dei servizi.

L’iscrizione all’area riservata del NoiPA non è per nulla complesso o macchinoso, è certo che le procedure che vengono richieste sono solo ed esclusivamente per la sicurezza dei dati sensibili degli utenti, sei dipendenti possiedono SPID oppure la carta nazionale dei servizi elettronica, possono iscriversi alle funzionalità di NoiPA in modo rapido e sicuro, senza dover seguire tutta la procedura che abbiamo spiegato nelle righe precedenti. 

NoiPA: tutti i servizi relativi al proprio stipendio

Come abbiamo anticipato nell’introduzione a questo articolo il sito di NoiPA è stato pensato principalmente per rendere disponibile la consultazione dei propri cedolini e stipendi da parte di tutti i dipendenti della pubblica amministrazione.

Gli utenti che vorranno consultare tutti i propri documenti relativi alle proprie buste paga, dovranno accedere all’area riservata con le modalità che abbiamo spiegato nel capitolo precedente, a questo punto dovranno entrare nella sezione denominata documenti personali. 

All’interno di questa sezione si troverà come documento principale il cedolino elettronico, un documento che presenta nel dettaglio tutte le voci relative allo stipendio del lavoratore dipendente che ha effettuato l’accesso presso la propria area riservata. 

Il documento in questione è composto da due sezioni, una prima parte relativa ai propri dati personali ed alla propria retribuzione, assieme ad un’intestazione puramente informativa. 

Il cedolino è composto, come per i classici cedolini tradizionali, da un’intestazione che comprende il nome del dipendente il mese e l’anno della retribuzione, l’anagrafica del dipendente e dell’azienda stessa assieme al codice IBAN del dipendente.

Nella sezione del cedolino centrale troviamo invece tutti i dati relativi alla retribuzione, a quanto ammonta il proprio stipendio base, le ritenute fiscali e previdenziali, ed infine le varie competenze accessorie se sono previste per quel determinato mese.

Esiste poi una seconda parte del cedolino che comprende altre informazioni aggiuntive, che riguardano nel dettaglio le differenze tra competenze fisse competenze aggiuntive, i possibili conguagli fiscali o previdenziali e le ritenute d’acconto. 

Sul sito di NoiPA è possibile consultare non solo i cedolini del mese corrente, ma anche quelli relativi ai pagamenti arretrati, è possibile infatti andare a consultare i propri cedolini a partire dal 2015, in questo modo i dipendenti potranno recuperare tutte le buste paga degli anni precedenti, avendo così la possibilità di ritrovare documenti che si pensava di aver perso, in quanto con il vecchio sistema si poteva recuperare soltanto i cedolini nei 15 mesi antecedenti alla data in cui si consultava il sistema. 

Questa opportunità è sicuramente un enorme vantaggio per tutti i dipendenti che vogliono recuperare i propri cedolini in vista di un imminente o comunque prossimo pensionamento, questo vantaggio vale solo ed esclusivamente se il dipendente ha sempre lavorato all’interno della pubblica amministrazione. 

Ricordiamo inoltre che per poter accedere a queste funzionalità il dipendente deve avere con sé le proprie credenziali di accesso, create al momento dell’iscrizione, in alternativa si può sempre accedere con il proprio SPID o con la carta elettronica dei servizi. 

NoiPA: La consultazione dei pagamenti

Come abbiamo già anticipato nei paragrafi precedenti sul sito del NoiPA è possibile usufruire di tantissimi servizi differenti inerenti alla propria busta paga, e non solo. 

Senza dubbio uno degli strumenti più innovativi ed utile e la consultazione dei pagamenti, la quale consente di visionare l’importo al netto del proprio stipendio con un anticipo rispetto alla pubblicazione del cedolino stesso.

Come per le altre funzioni per poterle consultare bisognerà entrare nella propria area riservata, con il proprio codice fiscale e la propria password, a questo punto potremmo selezionare self-service nel menù dell’area e successivamente andare nella sezione consultazione pagamenti. 

Esiste poi un’opzione pensata per tutti i dipendenti del settore scolastico, infatti, per tutta questa categoria di dipendenti della pubblica amministrazione esiste un’opzione consultabile direttamente all’interno della sezione di cui parlavamo nel capitolo precedente, la sezione self service, all’interno di questa tutti i dipendenti possono entrare nell‘area contratti scuola a tempo determinato, in questa maniera infatti potranno verificare tutte le informazioni inerenti ai propri contratti di supplenze o supplenze brevi. 

Vi ricordiamo che per poter accedere alla sezione self-service bisogna avere, oltre alle credenziali dell’area riservata, un pin identificativo

Questo pin viene fornito agli utenti direttamente dal proprio RID nel momento in cui viene richiesto l’accesso al sito NoiPA; infatti, quando richiediamo la convalida del nostro indirizzo e-mail l’operatore ci invia la password provvisoria ed anche il codice pin, che servirà appunto per accedere a tutti i servizi dell’area self-service. 

NoiPA: come posso cambiare il mio codice Iban? 

L’area di self-service è davvero molto ampia e comprende al suo interno tantissime funzionalità differenti, una delle più utili è sicuramente la modifica del codice IBAN

Entrando all’interno dell’area e selezionando la modalità di riscossione è possibile sostituire il proprio codice IBAN, il nuovo codice diventerà attivo a partire dal mese seguente, è opportuno tenere presente che il vecchio codice IBAN non va cancellato prima della verifica dell’accredito dello stipendio sul nuovo codice Iban. 

In caso di problemi ricordiamo che tutti gli utenti iscritti ai servizi di NoiPA possono usufruire del servizio clienti chiamando l’apposito numero verde gratuito 800.991.900. i suoi servizi sono attivi dal lunedì al venerdì nei tradizionali orari di ufficio, in alternativa si può contattare l’assistenza attraverso il forum presente all’interno del sito oppure chiedere aiuto scrivendo alla loro pagina Facebook.

NoiPA: Altre funzionalità utili del servizio

Come abbiamo visto le funzionalità presenti sul sito di NoiPA sono davvero infinite, tutti i dipendenti della pubblica amministrazione ricevono grazie a questo sito web degli aiuti notevoli. 

Un servizio molto utile riguarda proprio la richiesta di ferie o permessi, è possibile infatti accedendo alla sezione self-service e cliccando su presenze/assenze inoltrare delle richieste riguardanti le proprie ferie.

Il dipendente dovrà compilare un modulo all’interno della quale inserire il motivo della sua richiesta, la data di inizio la data di fine delle ferie richieste; esiste poi un campo aggiuntivo denominato come note all’interno della quale si possono inserire informazioni aggiuntive non obbligatorie. 

Per poter inoltrare la propria richiesta occorre semplicemente cliccare sul tasto salva e la propria domanda verrà inoltrata direttamente al dirigente responsabile del proprio ufficio, in questo modo le pratiche per la richiesta di ferie o permessi risultano essere molto più rapide e semplici. 

Vaccino: al Fisco lista dei No-Vax over 50 per le sanzioni!

È scattato l’obbligo vaccinale per chi ha più di 50 anni e, a breve, il 15 febbraio 2022, scatterà l’obbligo del Super Green Pass per tutti i lavoratori del settore pubblico e privato che hanno più di 50 anni

Le decisioni sono state prese lo scorso 5 gennaio 2022 in Consiglio dei ministri, in accordo col Comitato Tecnico Scientifico, per cercare di contenere la nuova ondata di contagi, dovuti in particolare alla variante Omicron, che sta interessando tutto lo Stivale

Tra le altre decisioni prese, troviamo l’ingresso ai servizi per la persona, come parrucchieri, estetisti, o barbieri, solamente tramite il Green Pass di Base, dunque, per chi non è vaccinato, con l’esito un tampone negativo

Tale obbligo partirà tra una settimana esatta, il 20 gennaio 2022. Dal 1° febbraio, poi, verrà esteso anche per l’ingresso in negozi, centri commerciali e uffici pubblici, come l’Inps o Poste Italiane

Ma da qualche ora è arrivata un’altra importante novità in merito agli over 50, i cittadini con più di 50 anni, che non vogliono vaccinarsi, i cosiddetti “No Vax”

Il Ministero della Salute provvederà ad inoltrare al Fisco una lista con tutti gli over 50 inadempienti all’obbligo vaccinale.

La lista verrà recuperata direttamente presso l’anagrafe vaccinale, escludendo, così, tutti i cittadini adempienti che si sono sottoposti al vaccino, dalle sanzioni comminate dall’Agenzia delle Entrate. 

Andiamo a vedere le ultime novità riguardo al Vaccino e al Super Green pass.

Vaccino e obbligo, i commenti sulle multe una tantum ai no-vax

Roberto Speranza, il Ministro della Salute, ha parlato di questo nuovo provvedimento al Question time, tradizionale botta e risposta tra Parlamento e Governo, alla Camera.

Nei giorni scorsi, infatti, dopo l’introduzione dell’obbligo vaccinale per gli over 50, con il decreto-legge del 7 gennaio 2022, in molti si sono chiesti come avrebbero avuto luogo i controlli. 

All’inizio, infatti, si è parlato di multe una tantum agli inadempienti, del valore di 100 euro. La decisione è stata subito al centro di un dibattito mediatico, a cui ha preso parte anche Martina Benedetti, l’infermiera simbolo della prima ondata della pandemia. 

La dottoressa benedetti, infatti, si è sfogata duramente sui suoi profili social per la “poco salata” multa di 100 euro per gli over 50 No-Vax inadempienti all’obbligo di vaccino. Ecco le sue parole:

“100 euro, il prezzo della nostra salute. Delle nostre vite. Dei sacrifici che facciamo da due anni, soprattutto noi operatori sanitari. Per l’ennesima volta saremo noi a pulire tutto il fango derivante dall’assenza di decisioni forti e coraggiose. Scelte assurde che ricadranno sulle nostre schiene già gravate da due anni di fatiche.”

Ma la dottoressa ha poi continuato, con un po’ di ironia, mista a rabbia, sulle decisioni del Governo, affermando:

“Tranquilli! Vi faremo tornare a ballare l’estate, a far “girare l’economia”, a bearvi di riconoscimenti per il lavoro da noi svolto. Definirlo “lavoro” è ogni giorno sempre più difficile perché è una situazione che ingloba la vita. Mi auguro che i danni alla nostra serenità psicofisica perduta, un giorno, tornino indietro 100 volte tanto.”

Ma non è stata solo l’infermiera simbolo della prima ondata a lamentarsi della decisione, ma anche decine di migliaia di cittadini, vaccinati, oltre che il virologo Burioni, che ha definito il provvedimento della multa da 100 euro una tantum ai no-vax “una buffonata”, e l’infettivologo Bassetti, che dal canto suo ha parlato di un “provvedimento ridicolo”.

Insomma, la maggior parte degli italiani chiedeva al Governo misure più severe e decise per chi decidesse di non sottoporsi al vaccino anti Covid-19.

Vaccino e obbligo over 50, la decisione del Ministero della Salute

Come abbiamo detto in precedenza, durante il Question time alla camera, Roberto Speranza, Ministro della Salute, ha parlato di un elenco di inadempienti all’obbligo vaccinale.

Si tratta di una lista estratta dall’anagrafe vaccinale che riporterà un elenco di tutti i soggetti che non hanno rispettato l’obbligo imposto dal decreto-legge del 7 gennaio 2022, il vaccino obbligatorio per gli over 50.

La lista dei no-vax servirà ad escludere dalle sanzioni dell’Agenzia delle Entrate, tutti i soggetti che, invece, hanno ricevuto il vaccino e, pertanto, hanno adempiuto all’obbligo. 

Durante il Question time, inoltre, è stato ribadito che tutte le norme relative alla privacy sono state rispettate

Sarà proprio il Ministero della Salute che provvederà alle liste di tutti i cittadini di 50 anni o più che non si sono sottoposti al vaccino

Uno strumento utile sarà la Tessera Sanitaria, poiché, sarà mediante la stessa che il Ministero riuscirà a reperire tutte le informazioni sulle somministrazioni del vaccino, o meglio, dei vaccini, anti Covid-19, che vengono acquisite giorno per giorno dall’anagrafe vaccinale nazionale.

La verifica dei soggetti vaccinati e non avverrà dapprima con sistemi informatizzati. Il decreto-legge, però, prevede una fase di contraddittorio nel pieno rispetto dei principi stabiliti a tal proposito dalla Corte costituzionale

Il Ministero della Salute invierà, mediante l’Agenzia delle Entrate, una comunicazione a tutti i cittadini che non si sono sottoposti al vaccino.

Questi, ha, poi affermato il Ministro della Salute Roberto Speranza:

“Potranno trasmettere all’Asl competente l’eventuale certificazione relativa al differimento o all’esenzione dell’obbligo vaccinale.”

Qualora non vi fossero scusanti per il non rispetto dell’obbligo vaccinale, il cittadino sarà costretto a pagare una multa

L’Agenzia delle Entrate si servirà unicamente dei dati ritenuti indispensabili all’assolvimento dei compiti che lo stesso Ministero della Salute gli avrà attribuito e con l’esclusione di ogni diritto di accesso.

Quanto stabilito è concorde con il regolamento europeo 679 dell’anno 2016 che permette l’utilizzo dei dati sulla salute per qualsiasi motivo di interesse pubblico

Vaccino, come prenotarlo: i tre modi

Potrete prenotare il vaccino anti Covid-19 in tre modalità differenti: online, in farmacia, telefonando a farmacie o ai call center predisposti dal Governo.

Nel primo caso dovrete accedere al portale relativo alle vaccinazioni della vostra regione di riferimento. Potrete entrare tranquillamente con il sistema pubblico di identità digitale, lo SPID.

Durante la prenotazione dovrete avere sempre con voi la vostra tessera sanitaria poiché servirà il numero della stessa, presente sul retro della carta in basso a sinistra, inoltre, occorrerà il vostro codice fiscale.

Dovete procedere all’inserimento del numero della tessera, il vostro codice fiscale, per poi scegliere la provincia, il comune e la città a voi più comodi per effettuare la somministrazione del vaccino.

Una volta scelto tutto la piattaforma vi presenterà differenti hub vaccinali, con data e ora di disponibilità per la somministrazione del vaccino, che potrete scegliere.

Una volta scelto tutto vi sarà confermata la prenotazione e vi verrà rilasciato un codice QR con il riassunto del vostro appuntamento per il vaccino. Vi verrà poi inviato un sms sul vostro telefono cellulare.

Un secondo modo per prenotare la dose di vaccino sarà telefonare a uno dei call center messi a disposizione dal governo per le prenotazioni, oppure una farmacia autorizzata alle somministrazioni, che potrete cercare online.

Anche in questi casi, dovrete tenere con voi la vostra tessera sanitaria, poiché servirà il numero della stessa e il codice fiscale. Come per la prenotazione sulla piattaforma regionale, vi verrà inviato un sms con tutti i dati dell’appuntamento.

Infine, potrete recarvi presso una farmacia, sempre muniti di tessera sanitaria e chiedere aiuto al farmacista che, in base alle vostre disponibilità e alle disponibilità degli hub vaccinali, vi prenoterà la somministrazione del vaccino.

Una volta confermata la prenotazione, il dottore vi rilascerà il foglio con il codice QR e i dati relativi al vostro appuntamento.

Assegno di maternità e bonus bebè estesi a tutti! Ecco come!

La Corte Costituzionale ha esteso la platea dei contribuenti che hanno diritto a ricevere l’assegno di maternità ed il bonus bebè. Anche i lavoratori extraUe, infatti, hanno a tutti gli effetti gli stessi diritti e devono poter accedere alle stesse tutele sociali dei lavoratori italiani, sempre che siano in possesso di un permesso di soggiorno, che abbia una durata superiore ai sei mesi e che permetta loro di lavorare.

Il risultato di questa decisione porta, sostanzialmente, ad un importante cambio di passo per il welfare nazionale, che sarà costretto ad includere anche i lavoratori extracomunitari e a garantire loro il diritto ad accedere all’assegno di maternità ed al bonus bebè. Attendiamo, con ansia, che gli stessi criteri siano introdotti anche per le altre misure, che non hanno ancora provveduto a fare dell’inclusione e dell’uguaglianza uno dei propri punti di forza e di partenza.

Bonus bebè ed assegno di maternità per tutti!

La Corte Costituzionale ha preso una posizione molto importante sul bonus bebè e sull’assegno di maternità. Partendo dal presupposto di base che i lavoratori extraUe abbiano diritto alle stesse tutele sociali che spettano agli Italiani, ha concluso che le due misure spettano anche a loro. I diretti interessati devono, comunque, essere in possesso di un permesso di soggiorno della durata di sei mesi, ma che soprattutto permetta loro anche di lavorare. Come abbiamo anticipato a stabilirlo è stata la Corte Costituzionale, che ha, sostanzialmente, accolto le questioni di illegittimità che ha sollevato la Corte di Cassazione che riguardavano il bonus bebè e l’assegno di maternità. Queste cosiddette questioni di illegittimità sono state ritenute lesive del principio di eguaglianza, perché avrebbero concesso delle prestazioni unicamente agli stranieri con permesso per soggiornanti Ue di lungo periodo.

Questa pronuncia verrà depositata nel corso delle prossime settimane, ma avrà un effetto immediato su quelle situazioni che sono ancora pendenti e, per quanto riguarda l’assegno di maternità, anche per il futuro. Discorso diverso, invece, è il bonus bebè, che è stato cassato e sostituito con il nuovo assegno unico, che debutterà il prossimo marzo. In questo ultimo caso la disciplina, che regolamenta i beneficiari, è già stata allineata con i principi pronunciati dalla Consulta.

I diritti devono essere uguali per tutti!

Tutte le persone che lavorano in Italia devono avere gli stessi diritti. Italiana e straniera che sia, non importa, purché sia presente sul nostro territorio nazionale regolarmente: deve essere in possesso di un permesso di soggiorno che permetta di lavorare. A sancire questo principio fondamentale è stata la Corte di Giustizia Ue, che attraverso la sentenza alla causa C-350/2020, che ha avuto come oggetto proprio il bonus bebè e l’assegno di maternità. È un principio che ha un valore universale e che deve essere applicato ad ogni prestazione di sicurezza sociale – stiamo parlando, per intenderci, di malattia, familiari, infortuni, pensioni e disoccupazione -. L’Italia ha deciso di non avvalersi della facoltà di limitare la parità di trattamento tra i cittadini italiani e quelli extraue, quindi è una regola che deve essere sempre applicata.

La Corte europea, sostanzialmente, ha spiegato che la normativa italiana non è compatibile né con l’art. 34 della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue, né con l’art. 12, paragrafo 1, lett. e, della Direttiva 2011/98/Ue. A seguito della pronuncia dell’Unione europea, il dibattito sul bonus bebè e sull’assegno di maternità è stato rimandato alla Consulta, che aveva posto i quesiti alla Corte Ue.

Bonus bebè ed assegno di maternità: un precedente importante

La Corte costituzionale, riunita l’11 gennaio 2022, ha riesaminato direttamente tutte le questioni che sono state sollevate direttamente dalla Corte di Cassazione sul bonus bebè e sull’assegno di maternità. Particolare attenzione è stata posta a quanto ritenuto lesivo del principio di eguaglianza e di tutela della maternità, perché è subordinato al riconoscimento agli stranieri extraUe solo se titolari di permesso di soggiorno Ue di lungo periodo.

Ma che cosa succede adesso? A questa domanda ci risponde il quotidiano ItaliaOggi, nel quale è spiegato che:

La sentenza ha efficacia anche sulle domande presentate prima della pubblicazione se ancora pendenti, né esaurite, per le quali cioè non sono decorsi i termini di prescrizione e decadenza. Guardando al futuro, a differenza dell’assegno di maternità che continua a sopravvivere con il nuovo principio della Corte costituzionale, il bonus bebè è abrogato dal c.d. «assegno unico» che debutterà a marzo. Per la nuova prestazione, la disciplina risulta già aggiornata al nuovo principio riconoscendone il diritto ai cittadini italiani, comunitari ed extraUe se in possesso di permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o di permesso unico di lavoro per un periodo superiore a sei mesi o sia di permesso di soggiorno per motivi di ricerca di lavoro per un periodo superiore a sei mesi.

Come costruire una strategia di contenuti per l’e-commerce

Come creare una strategia di contenuto?

Per creare una strategia di contenuti efficace, è necessario considerare quali sono i tuoi obiettivi. Devi determinare quali obiettivi vorresti che la tua strategia per i contenuti raggiungesse e come li misurerai. 

Dovrebbe esserci una chiara correlazione tra obiettivi e metriche. Inoltre, dovresti definire quali argomenti saranno trattati nella tua strategia per i contenuti in modo che le persone abbiano un’idea di cosa potrebbero aspettarsi da esso. 

Questo può includere informazioni sul motivo per cui dovrebbero acquistare da te, tutorial su come utilizzare i tuoi prodotti in modo efficace o casi di studio che dimostrano i successi passati dei clienti che hanno acquistato da te.

Che aspetto ha un buon post?

Hai un inizio, una parte centrale e una fine. 

1. Inizi con un aneddoto o una metafora che attira l’attenzione e attira i lettori (come definisci il tuo problema). 

2. Utilizza almeno un grafico o un altro ausilio visivo per suddividere il testo e renderlo più interessante/veloce da leggere. 

3. Includi ricerche originali (non limitarti a creare link). 

4. Contiene alcuni inviti all’azione, come chiedere ai lettori di iscriversi a un elenco di e-mail o scaricare qualcosa, ecc.

Quando cerchiamo di determinare cosa rende un post buono, una cosa che consideriamo è la popolarità. Questo tipo di back-scratching—la pratica di dare visibilità a siti che hanno linkato a te—è considerata una cattiva educazione nei circoli di ottimizzazione della ricerca.

Si chiama collegamento reciproco e può far bandire del tutto il tuo sito da Google se lo ritengono troppo ovvio. 

Nel migliore dei casi, tuttavia, il collegamento può aiutare a rendere il tuo pubblico più intelligente esponendolo a nuove fonti di informazioni.

Vantaggi di una strategia di contenuto per l’e-commerce

Ci sono molti vantaggi nell’avviare una strategia di contenuti per la tua azienda di eCommerce, ma non sono facili. Per raccogliere davvero i frutti che derivano dalla gestione strategica dei tuoi contenuti, devi assicurarti di coprire tutte le tue basi, comprese le seguenti.

Mira a post più lunghi anziché a quelli brevi

I post più lunghi spesso hanno un rendimento migliore di quelli più brevi sul tuo sito, motivo per cui la maggior parte dei blogger si attiene al conteggio medio delle parole durante la scrittura. Secondo una ricerca, i post più lunghi ottengono più condivisioni social e generano più lead email rispetto a quelli più brevi. 

Non esiste una regola ferrea sulla durata di ogni post, ma se vuoi che visitatori e clienti tornino di più, avrai bisogno tra le 1.000 e le 1.500 parole: questo è spazio sufficiente per iniziare con profondità e dettagli, ma non così tanto da perdere tempo con contenuti eccessivi. 

Una volta che inizi a scrivere un articolo di quella lunghezza, potresti trovarti con molte altre idee correlate: consideralo come fonte di ispirazione!

Utilizza il posizionamento strategico dei collegamenti

I negozi online spesso sottoutilizzano i propri URL. Utilizza gli URL delle pagine dei prodotti come punto di partenza e, una volta impostati, crea un foglio di lavoro con tutti gli URL delle pagine dei prodotti in una colonna e ciascuna categoria aggiuntiva (ad es. accessori) in una colonna separata. 

Quindi prendi le tue prime tre o quattro parole chiave correlate a quel particolare tipo di prodotto (ad es. cappelli da donna) e includi quei termini in quelle colonne. Quando un ricercatore interessato fa clic su uno di questi link, questi verranno inviati direttamente a una pagina pertinente del tuo sito, il che ridurrà sia il tempo che l’attrito coinvolti in una determinata ricerca, migliorando al contempo l’esperienza utente complessiva.

Dopo aver eseguito questa operazione per ogni collegamento sul tuo sito, vale anche la pena guardare le pagine più vecchie in cui gli utenti potrebbero fare clic accidentalmente durante le sessioni; questi sono ottimi posti per inserire parole chiave pertinenti in modo che gli utenti che non intendevano fare clic lì possano comunque trovare ciò di cui hanno bisogno. 

Poiché le informazioni vengono conservate dai motori di ricerca, nel tempo arriveranno più nuovi clienti tramite ricerche di parole chiave a coda più lunga rispetto a prima.

Enfatizza gli elementi visivi sul testo

Le statistiche mostrano che i contenuti visivi (immagini, video e grafici) attirano meglio l’attenzione rispetto ai contenuti testuali. Dovresti enfatizzare gli elementi visivi nella tua strategia per i contenuti; non fare affidamento solo sul testo. 

Tutti i tuoi elementi dovrebbero avere foto o illustrazioni e, se hai bisogno di includere del testo, assicurati che sia di facile lettura con una formattazione coerente e un’ampia spaziatura tra le righe. I media visivi sono anche più memorabili della semplice vecchia prosa. 

Detto questo, i contenuti visivi non dovrebbero essere il tuo unico tipo di contenuto! Anche se è più probabile che le persone condividano le immagini rispetto alle parole, le persone vogliono comunque scrivere quando visitano un sito web; le immagini non sono un sostituto adeguato per spiegazioni o descrizioni approfondite.

Non usare nemmeno troppe immagini; la ricerca mostra che tre è l’ideale.

Ancora meno e potrebbero confondere gli utenti che non si rendono conto che hai più foto da qualche altra parte sul tuo sito, mentre altre potrebbero sopraffarli o distrarli da informazioni importanti.

Due stanno benissimo insieme ai pulsanti di condivisione social!

In questo modo, i nuovi clienti possono seguire facilmente tutti i tuoi post.

Ospita una serie di domande e risposte per i clienti sui social media

È divertente ed è facile. Basta porre domande relative alla tua attività, creare video che rispondano a tali domande e utilizzarli come foraggio per idee di contenuti futuri. Ad esempio, supponi di avere un e-shop di abbigliamento. 

Quali sono alcune delle tue domande più frequenti? 

Potresti creare video su: quanto costa qualcosa, quale taglia è giusta per me e perché i vestiti hanno un aspetto diverso online rispetto a quelli di persona? 

Video come questi possono quindi essere utilizzati come ispirazione per contenuti futuri come guide per gli acquirenti, recensioni di prodotti o rapporti sulle tendenze.

La chiave qui è rispondere alle preoccupazioni del mondo reale dei tuoi clienti, non solo alle cose di cui la tua azienda vuole parlare!

Costruisci comunità efficaci attorno ai gruppi di Facebook

Esistono due modi principali per utilizzare i gruppi di Facebook come un’efficace community di clienti. Uno è semplicemente avere un elenco di iscrizioni e-mail e utilizzare il tuo gruppo Facebook come un altro canale per fornire quegli aggiornamenti. 

Un’altra è la community interamente esclusiva su Facebook in cui le persone sono iscritte solo alla tua pagina; non li invierai spam con altre cose, quindi c’è meno distrazione dall’essere coinvolti nella tua community. 

Puoi anche utilizzare gli eventi in tandem con i gruppi invitando persone all’interno del tuo gruppo e facendo cose insieme, come organizzare lezioni di cucina o yoga nel tuo negozio o studio. 

Questo aiuta a costruire una connessione emotiva tra te e gli utenti – vedono che non sei solo qualcuno che cerca di vendere loro cose, ma qualcuno a cui importa sinceramente di aiutarli a raggiungere i loro obiettivi.

I gruppi consentono agli utenti di connettersi con persone che la pensano allo stesso modo e consentono alle aziende un maggiore controllo sulle loro interazioni. Se i tuoi clienti fanno domande su Facebook, crea un gruppo in modo che le persone abbiano un posto dove andare per ottenere facilmente risposte da altri clienti. 

Oppure, se c’è qualcosa che le persone desiderano e che al momento non stanno ricevendo su Facebook (come i coupon per soli membri), prendi in considerazione la creazione di un gruppo come estensione della tua pagina principale. 

Dopotutto, se offri un invito, probabilmente altri seguiranno l’esempio!

Abbraccia i contenuti generati dagli utenti attraverso i concorsi

I concorsi forniscono un altro modo per incoraggiare i clienti a diventare contributori di contenuti—e tutto inizia con il sapere che tipo di post vuoi che entrino nei tuoi account sui social media. 

È il caso d’uso? Immagini? Uno snippet di come i clienti utilizzano solitamente il tuo prodotto? 

Una volta che sai che tipo di contenuto vuoi ricevere, allora disporrai di una struttura per organizzare concorsi in linea con quell’obiettivo—e rendere i clienti entusiasti di poter condividere le loro storie e competenza attraverso i social media.

Concentrati sulla struttura e sul flusso durante la creazione di grafica per social media

Non è necessario assumere qualcuno per creare grafiche personalizzate per ogni post che crei (sebbene se desideri qualcosa di più sostanzioso di foto, didascalie, hashtag e link, vale la pena prendere in considerazione l’assunzione di un designer).

Ma oggi sono disponibili strumenti semplici che consentono a chiunque di farlo facilmente; tutto ciò di cui hai bisogno è un senso di base del design (o anche nessuna vera formazione sul design), fiducia che l’identità della tua azienda sia allineata con l’estetica che preferisci (per garantire che la tua azienda abbia un bell’aspetto) e coerenza attraverso i tuoi canali di social media. 

Aumenta il coinvolgimento su Twitter essendo attivo negli hashtag correlati

Con quasi 400 milioni di utenti attivi, Twitter può essere un ottimo modo per far conoscere il tuo marchio davanti a centinaia o migliaia di persone. 

Tuttavia, potresti non utilizzarlo correttamente se non hai utilizzato hashtag correlati. La piattaforma ti consente di includere fino a 3 hashtag per tweet (diversi dal tuo nome utente) e mentre la maggior parte dei gestori di social media probabilmente sa quanto sia importante usarli tutti—di tanto in tanto—lo fanno sai perché? 

Sono consapevoli che l’utilizzo di hashtag simili può avere un impatto sui numeri di coinvolgimento? Un recente studio di TrackMaven ha rilevato che i post con 2-3 hashtag correlati hanno avuto il 12% di coinvolgimento in più rispetto a quelli senza.

Considera le PR digitali

Creare i tuoi comunicati stampa e presentarli direttamente ai giornalisti potrebbe sembrare un modo semplice per far conoscere la tua storia alla gente. Ma a meno che tu non abbia esperienza di lavoro con le testate giornalistiche online, può essere impegnativo . 

Le PR digitali ti forniscono servizi e indicazioni su come creare al meglio contenuti che attirino l’attenzione di chiunque sia importante— e strategie su dove e come metterli di fronte a loro. 

Come altri tipi di PR, le PR digitali possono aiutare a differenziare il tuo marchio dalla concorrenza e assicurarsi che i potenziali clienti non vedano la tua versione delle cattive notizie.

Sii coerente sui social media

I social media sono fantastici in quanto consentono a marchi e aziende di entrare in contatto con il proprio pubblico. Sfortunatamente, consente anche alle aziende di entrare in contatto con clienti che non li vogliono in giro. 

Se stai cercando di costruire una solida immagine del marchio sui social media, vorrai che i tuoi post—e il tono—rimangano coerenti su tutte le piattaforme. Non hai bisogno di 500 post al giorno; solo 4-5 di alta qualità faranno miracoli. 

Le persone che seguono la tua azienda su Twitter non saranno contente se vedono i tuoi post su Instagram e Facebook è completamente diverso da quello che si aspettano da te lì. 

Alla gente piace la coerenza; prova a dargliela!

Conclusione

Senza un’efficace strategia per i contenuti, le aziende possono perdere preziose entrate potenziali. Per evitare che ciò accada, è importante stabilire in anticipo obiettivi e metriche. A tal fine, considera le aree in cui desideri far crescere i tuoi contenuti e come misurerai il successo nel tempo. 

Assicurati che ci sia un accordo tra tutte le parti coinvolte su quali siano esattamente questi obiettivi. Infine, assicurati che tutto ciò che pubblichi sia altamente pertinente; assicurati che ogni post abbia qualcosa di unico e prezioso.

Se eseguiti correttamente, questi fattori aiuteranno la tua azienda ad avere più successo nel suo insieme e contribuiranno notevolmente alle vendite future.

Come ottimizzare le tue campagne PPC?

Cos’è il PPC?

La pubblicità PPC (Pay-Per-Click) è una piattaforma pubblicitaria che ti consente di promuovere la tua attività tramite i risultati di ricerca online. Invece di pubblicare annunci su riviste o giornali, ad esempio, puoi pagare per visualizzare annunci pertinenti nelle pagine dei risultati dei motori di ricerca e in altri siti Web quando le persone digitano parole chiave correlate a ciò che offri. 

Poiché gli annunci PPC sono in genere più visibili dei tradizionali tipi di annunci pubblicitari, attirano molta attenzione e attirano più traffico da potenziali clienti rispetto alle loro controparti tradizionali. In effetti, alcuni inserzionisti PPC spendono centinaia o addirittura migliaia di dollari per ogni clic sul loro annuncio! 

Il prezzo di questi clic mirati dipende dalla competitività del settore in cui ti trovi e dalla domanda di clic su determinate parole chiave. 

Ecco dove entra in gioco l’ottimizzazione: Con il marketing PPC, non miri solo a creare annunci; piuttosto, vuoi anche testarli e modificarli regolarmente in modo che funzionino meglio nel tempo.

In che modo le campagne pubblicitarie a pagamento possono aiutare la tua attività?

Gli annunci pay-per-click (PPC) sono uno dei modi, se non I modi, più efficaci per ottenere lead. 

È tramite PPC che puoi ottenere clienti pronti e disposti ad acquistare. La chiave sta nel modo in cui imposti la tua campagna e con quale offerta la presenti. 

In questo post, ti insegnerò tutto ciò che devi sapere sull’ottimizzazione di una campagna PPC. 

Hai deciso di sfruttare la pubblicità di Facebook: congratulazioni! Che si tratti di social media o Google AdWords, è importante entrare in qualsiasi tipo di pubblicità online con una parvenza di strategia. 

Alcune persone pensano che il PPC dovrebbe basarsi esclusivamente su sensazioni viscerali o su un’ipotesi plausibile. Nulla potrebbe essere più lontano dalla verità; Ci sono molti fattori coinvolti nell’impostazione e nella gestione di campagne PPC di successo, ma se lo fai nel modo giusto, ripaga alla grande.  

Obiettivi di targeting del pubblico per una corretta ottimizzazione delle campagne a pagamento

Non esiste necessariamente un tipo di offerta che funzioni meglio per tutti i segmenti di pubblico, quindi è meglio iniziare sempre calcolando i tuoi obiettivi generali per la campagna. 

Una volta stabiliti gli obiettivi, è il momento di capire esattamente chi è il tuo pubblico di destinazione in modo da raggiungere efficacemente quegli individui quando lanciano i loro set di inserzioni. 

Questo include domande come chi costituisce la base di clienti ideale? 

In quale fascia demografica rientrano i tuoi clienti? 

Quali dispositivi stanno utilizzando? 

Alcuni utenti preferiscono le app desktop rispetto a quelle mobili? 

Capire tutte queste variabili può aiutarti a capire a chi vuoi rivolgerti attraverso gli sforzi di marketing PPC.

Come iniziare a ottimizzare le tue campagne?

Il primo passo per ottimizzare una campagna è determinarne lo scopo. 

Ad esempio, se stai pubblicando una campagna display per un negozio online, ci sono tre principali KPI che vorresti monitorare:

Percentuale di clic (CTR), costo per acquisizione (CPA) e ritorno sulla spesa pubblicitaria (ROAS). 

Inizia creando un foglio di calcolo di obiettivi e KPI con cui misurare le prestazioni. Quindi inizia a testare diverse creatività, righe di testo e pagine di destinazione tenendo presenti questi obiettivi.

Identifica obiettivi e KPI

I KPI, o indicatori chiave di prestazione, sono indicatori di successo che speri di ottenere con un determinato progetto. Assicurati di sapere quali metriche ti aiuteranno a misurare il successo. 

Non ha senso ottimizzare una campagna AdWords per ottenere più clic se la maggior parte di questi clic porta a utenti che non sono interessati ad acquistare ciò che vendi dal tuo sito. 

Prima di iniziare qualsiasi tipo di ottimizzazione della ricerca a pagamento, assicurati che il tuo obiettivo sia chiaro e realistico. Tieni un elenco a portata di mano in modo che quando emergono domande (e lo faranno), puoi ricontrollare e assicurarti che tutto sia a posto. 

Quando si tratta di gestione PPC, ogni piccola parte aiuta!

Definisci il tuo pubblico di destinazione

Scopri quali dati demografici sono più propensi ad acquistare ciò che offri. 

Ad esempio, se vendi un corso di formazione online su come parlare spagnolo, la maggior parte del tuo traffico dovrebbe provenire da coloro che imparano lo spagnolo come seconda lingua (L2). 

Se la maggior parte dei visitatori del tuo sito web sono nativi americani che non stanno imparando lo spagnolo, allora avrebbe senso destinare meno budget per raggiungere le persone in quel gruppo demografico. 

Può sembrare controintuitivo spendere soldi in gruppi di targeting in cui sembra che non sarebbero interessati a ciò che hai da offrire, ma ricorda: Google Ads è intelligente quanto lo è il loro targeting.

L’utilizzo di segmenti di pubblico simili avanzati può anche aiutare a migliorare il rendimento se la tua pagina non genera molta copertura organica o conversioni.

Impostazione di un budget

Uno dei passaggi più importanti nell’ottimizzazione di una campagna è l’impostazione di un budget. Puoi controllare molti aspetti della tua campagna pay-per-click, ma non puoi controllare i costi. 

Prima di iniziare a pubblicare annunci, assicurati di sapere quanti soldi sei disposto a spendere e di impostare un limite giornaliero per ciascuna campagna. Come per qualsiasi strategia di marketing, è importante porre un limite alla spesa in modo che una spesa eccessiva non rovini tutto. 

Ad esempio, Google consiglia di impostare limiti di budget giornaliero per gli annunci CPC perché spendere troppo in un giorno non aiuta i giorni futuri. Tieni presente quanto budget hai a disposizione in un determinato periodo di tempo. 

Conoscere questi limiti è importante perché sapere quanti soldi devi spendere ti consente di allocare fondi sufficienti per conversioni di qualità senza bruciare denaro troppo rapidamente non tenendo conto di lead che potrebbero costare più di altri.

Detto questo, in genere consiglio di impostare inizialmente un budget giornaliero ridotto e poi di aumentarlo dopo un po’, purché i tassi di conversione siano elevati. In definitiva, tutto dipende dal tipo di budget che hai stanziato per PPC o se c’è del budget!

Crea una pagina di destinazione

Quando crei una pagina di destinazione, dovresti prima definire cosa stai cercando di offrire. 

Offri un ebook? Un software? Qualche tipo di corso di formazione video? Cosa possono aspettarsi le persone quando fanno clic sul tuo link e arrivano alla tua pagina di destinazione? 

Prenditi un po’ di tempo per pensare a cosa stai effettivamente vendendo. Questo non solo ti aiuterà a creare un’offerta interessante per i visitatori, ma influirà anche sull’efficacia con cui gli annunci a pagamento li indirizzano. 

Ad esempio, se stai promuovendo un ebook scaricabile che aiuta a risolvere un problema comune affrontato da molte persone, i visitatori potrebbero essere più inclini a convertirsi dopo aver letto solo una o due righe di testo rispetto a se stessi promuovendo l’accesso a un corso di formazione online che potrebbe potenzialmente insegnare a chiunque abbia abbastanza pazienza come risolvere problemi simili nella propria attività o professione. 

Ciò non significa che un approccio sia migliore di un altro, ma piuttosto evidenzia quanto sia importante sapere esattamente cosa stai promuovendo prima di impostare iniziative pubblicitarie a pagamento.

L’obiettivo di una pagina di destinazione è convertire un potenziale cliente in un cliente reale. Perché? 

Beh, per cominciare, aiuta a massimizzare il tuo tasso di conversione; quando disponi di una campagna che genera conversioni del 20% o meno, puoi migliorare il rendimento solo mediante l’ottimizzazione. 

In secondo luogo, è una prova positiva che le persone vogliono davvero ciò che stai offrendo loro; se non disponi di dati che mostrano così tanto (come invii di moduli o vendite), gli scettici possono chiedersi se c’è davvero una richiesta per ciò che stai offrendo, anche se non hanno letto una parola a riguardo . 

Nel peggiore dei casi, gli scettici presumono che non ci sia interesse per qualunque cosa tu stia vendendo e respingono del tutto il tuo prodotto a causa delle loro ipotesi errate.

Analizza i tuoi dati

Una volta eseguita una campagna, devi analizzarne il rendimento e confrontarlo con i tuoi obiettivi. Desideri misurare elementi come il costo per acquisizione (CPA), il costo per clic (CPC) e costo per visualizzazione (CPV). 

Questo ti aiuterà a determinare se dovresti modificare alcuni elementi della tua prossima campagna o anche se hai bisogno di più dati prima di decidere quali elementi devono essere modificati. Ancora una volta, Google Analytics è un ottimo strumento per monitorare questi tipi di KPI. 

Con GA è facile confrontare diversi canali di marketing in base alle metriche più importanti per i tuoi obiettivi di business.

Inoltre, Google Analytics dispone di canalizzazioni di conversione integrate che puoi utilizzare per capire se aspetti specifici della tua offerta o del tuo targeting stanno aumentando le conversioni in tutte le fasi di interesse. 

Ecco una semplice configurazione della canalizzazione: 

ricevere traffico -> convertire quei visitatori in visitatori del sito -> convertire i visitatori del sito in invii di lead -> convertire quei lead in clienti. 

Una volta raccolti dati sufficienti e analizzato ciò che sta accadendo nella tua attività, puoi intraprendere azioni concrete per migliorare i tuoi sforzi di marketing.

In definitiva, ciò che conta è se hai raggiunto i tuoi obiettivi generali—aumento delle entrate/lead/clienti—e lo sviluppo di un buon processo per ottimizzare i tuoi annunci può garantire che raggiungano questi obiettivi ogni volta che vengono lanciati.

Conclusione

Prima di iniziare l’ottimizzazione, è importante capire che tipo di offerta stai promuovendo. Sapere esattamente cosa stai promuovendo ti aiuterà a indirizzare i tuoi sforzi durante l’ottimizzazione, in quanto ti darà un’idea chiara di cosa deve essere testato e quando. 

L’obiettivo della campagna, la selezione del pubblico e la strategia di offerta devono corrispondere tra loro; se non lo fanno, allora potrebbe essere il momento di cambiare.

Impostare obiettivi tenendo a mente queste cose contribuirà a garantire che l’ottimizzazione non solo abbia successo, ma anche un’esperienza piacevole. Sebbene i test a volte possano comportare la disapprovazione degli annunci o pause che influiscono negativamente sui tuoi KPI, è fondamentale per il successo nelle campagne pubblicitarie a pagamento.