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Piazza Affari: un titolo in volata. Quali i motivi?

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Un finale di settimana decisamente spumeggiante per Ariston Holding che oggi ha fatto il pieno di acquisti, mettendo a segno la migliore performance nel paniere delle azioni a media capitalizzazione.

Ariston Holding svetta tra le mid cap

Il titolo, dopo aver ceduto quasi mezzo punto percentuale ieri, è schizzato in alto oggi, fermandosi a 4,966 euro, con un rally del 5,26% e volumi di scambio vivaci, visto che sono transitate sul mercato oltre 550mila azioni, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 450mila.

Ariston vola dopo la trimestrale di Viessmann

Ariston Holding ha spiccato il volo dopo che Viessmann, detenuta da Carrier, ieri ha riportato i risultati del primo trimestre di quest’anno.

La crescita organica ha riportato una flessione del 12%, di cui -7% dai pannelli solari, con un’indicazione di EBITDA in linea con il primo trimestre del 2023 grazie al mix, efficienze e sinergie.

Sul 2024 la guidance prevede vendite tra il flat e il calo a una singola cifra media, contro l’indicazione precedente di crescita a una singola cifra media, con un secondo trimestre simile al primo.

Previsti margini high-teens, in linea con la precedente guidance e HPs in miglioramento a una singola cifra media e boiler in calo a una doppia cifra bassa, con pannelli solari in flessione del 30%.

Il gruppo si aspetta che gli ordini di HP possano ripartire tra maggio/giugno, dopo che nel primo trimestre sono in calo, ma in rialzo del 60% su base sequenziale.

E’ importante che ora la regolamentazione europea rimanga la medesima.

Ariston Holding: il commento di Equita SIM

Gli analisti di Equita SIM evidenziano che la performance di Viessmann nel primo trimestre, a livello di margini è nettamente migliore delle loro aspettative per Ariston (forte calo dei margini).

Anche l’outlook sul 2024 sul segmento pompe di calore è molto dissimile dalle attese degli esperti e da quelle del settore: Equita SIM crede che Viessmann stia facendo molto bene sia in termini di espansione geografica che di espansione della gamma prodotti in nuovi segmenti di mercato.

Gli analisti della SIM milanese fanno sapere che vedono una lettura trasversale limitata per Ariston Holding, confermando la loro view bullish, con una raccomandazione “buy” e un prezzo obiettivo a 7,2 euro.

Ariston: la view di Mediobanca Research

E’ improntato all’ottimismo anche il giudizio di Mediobanca Research che oggi ha reiterato il rating “outperform” sul titolo dopo la trimestra di Viessmann.

Gli analisti evidenziano che l’outlook fornito da quest’ultima è coerente con la guidance rilasciata dal management di Ariston per l’anno in corso e con il target di ricavi in flessione tra l’1% e il 5%.

BTP e Spread: massima attenzione ora. I titoli da seguire

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Di seguito riportiamo l’intervista realizzata a Sante Pellegrino, trader indipendente, al quale abbiamo rivolto alcune domande sull’attuale situazione del mercato obbligazionario.

Lo Spread BTP-Bund sta tornando indietro. Cosa aspettarsi nelle prossime sedute?

Per lo Spread BTP-Bund resta valido il supporto di quota 130 punti base e fino a quando non si scenderà al di sotto di tale area, si resterà in una fase laterale.

Spread BTP-Bund in pericolo?

Lo scenario diventerà più pericoloso se il differenziale tra il decennale italiano e quello tedesco dovesse tornare sopra la soglia dei 140-150 punti base.

Il rendimento del BTP a 10 anni continua a muoversi a poca distanza dalla soglia del 4%. Quali i possibili scenari nel breve?

Il rendimento del BTP a 10 anni viaggia sotto il livello tecnico del 4% e si trova in una zona abbastanza importante per il mercato.

Il rendimento del decennale potrebbe mantenersi in area 3,85%-3,9% che è una zona di supporto e se dovesse essere mantenuta tale soglia, sarà probabile un ritorno verso il 4%-4,1%, perché proprio oggi è stato toccato il supporto di una trendline di lungo periodo.

Dobbiamo prestare massima attenzione in questa fase, perché una salita sopra il 4% porterebbe verso il 4,2%-4,3% il decennale.

I BTP da tenere d’occhio

Quali sono i BTP che sta seguendo con più interesse in questa fase di mercato?

I BTP stanno cercando di reagire dai supporti ed è ottimo il rimbalzo del BTP 2067 dai 71,8 euro per puntare a una salita verso area 74 euro, mentre sarà negativo solo un ritorno sotto i 70 euro.

Buono anche il recupero del BTP 2051 che rimbalza dal supporto dei 58 euro e bisognerà superare ora la barriera dei 62 euro per andare ancora più al rialzo.

Bund e Treasury sotto la lente

Come valuta l’attuale impostazione del rendimento del Treasury e del Bund a 10 anni e quali i possibili scenari ora?

Il rendimento del Bund a 10 anni sta rimbalzando dalla soglia del 2,5% e si sta dirigendo verso la resistenza del 2,6%.

Lì bisognerà vedere se si salirà ancora o se al contrario si potrà assistere a un movimento correttivo in direzione dell’area del 2,5%.

Il rendimento del Treasury a 10 anni è su livelli abbastanza alti, intorno ad area 4,6%, e sarà importante ora scendere sotto il supporto del 4,5% per alleggerire un po’ lo stress dei mercati.

Fino a quando non si scenderà al di sotto dell’area del 4,5%, si rimarrà in una zona abbastanza pesante per l’economia a stelle e strisce.

STM torna giù. Le banche d’affari calano la scure

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La seduta odierna ha visto scattare il semaforo sul rosso per STM che dopo tre giornate consecutive in rialzo perde terreno oggi.

STM cala dopo tre rialzi di fila

Il titolo, archiviata la sessione di ieri con un progresso di circa un punto percentuale, oggi presta il fianco alle prese di profitto, passando di mano a 39,025 euro, con una flessione dell’1,5% e oltre 2,3 milioni di azioni trattate fino a ora, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 2,4 milioni.

STM resta sotto la lente all’indomani della presentazione dei risultati del primo trimestre.

Gli analisti di Equita SIM evidenziano che la conference call di ieri ha confermato il secondo trimestre come bottom per STM, con un recupero su base semestrale che parte da un livello significativamente più basso.

STM: Equita SIM taglia stime e target

La SIM milanese ha ridotto le stime sul fatturato per l’anno in corso, tagliandole del 10% a 14,751 miliardi di dollari, contro la guidance di 14-15 miliardi, con assunzioni che riflettono i nuovi messaggi per i mercati finali, in particolare con un industriale da -15% a -30% e l’automotive da +5% a -5%.

Il margine lordo è stato rivisto dal 43% al 41,4% e con opex in leggera crescita anno su anno, porta a una revisione dell’EPS del 26% a 2,3 dollari per azione.

Sul 2025 la revisione è più contenuta, in quanto dopo un secondo semestre 2024 in ripresa, gli analisti assumono un fatturato in accelerazione, guidato da 500 milioni di dollari di fatturato addizionale legato al SiC, un rimbalzo dell’industriale e un contesto più di supporto per i mercati PE/CECP.

Gli analisti di Equita SIM mantengono una view cauta su STM, con una raccomandazione “hold” e un prezzo obiettivo tagliato da 52 a 45 euro.

Sulle nuove stime il titolo tratta a un multiplo prezzo-utili 2024 di 19 volte, valutazione coerenti con la fase di bottom del ciclo, e 13 volte al 2025, su stime che però riflettono già un significativo recupero ciclico su cui la visibilità sembra ancora limitata.

STM: UBS taglia target price

Anche i colleghi di UBS hanno usato le forbici, riducendo il target price da 52 a 48 euro, con un rating “buy” invariato.

La banca elvetica ha tagliato le stime di eps nell’ordine del 35% sul 2024, del 26% sul 2025 e del 19% con riferimento al 2026, per tenere conto di minori ricavi, per tenere conto di minori ricavi.

Secondo gli analisti, la valutazione di STM resta interessante anche dopo i tagli delle stime.

STM: anche Citi riduce fair value

Si sono mossi nella stessa direzione gli esperti di Citi che oggi hanno rinnovato l’invito ad acquistare, con un fair value rivisto verso il basso da 70 a 60 euro.

Secondo la banca USA, il taglio sulle stime dei ricavi 2024 è l’ultimo, attendendosi ora una graduale ripresa nel terzo trimestre e una possibile accelerazione nella domanda per l’Industrial nel quarto trimestre.

STM: cattive notizie da Goldman Sachs

Bearish la view di Goldman Sachs che suggerisce di vendere il titolo, con un prezzo obiettivo tagliato da 34,5 a 33 euro.

Anche la banca USA ha messo mano alle stime, riducendo quelle sui ricavi 2024-2027 nell’ordine del 7%-12%, mentre le previsioni sul gross profit sono state abbassate del 7%-17%, quelle di Ebit del 14%-31%.

Saipem corre. Arrivano conferme bullish dai broker

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Un finale di settimana tutto in salita per Saipem che ritrova la retta via dopo due giornate consecutive in ribasso.

Saipem tra i migliori del Ftse Mib

Il titolo, dopo aver chiuso la sessione di ieri con una flessione di quasi due punti percentuale, oggi da subito si è posizionato lungo la via dei guadagni, allungando progressivamente il passo.

Negli ultimi minuti Saipem passa di mano a 2,204 euro, con un rialzo del 2,85% e oltre 17 milioni di azioni transitate sul mercato fino a ora, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 57 milioni.

Saipem spinto dal rialzo del petrolio

Il titolo mette a segno la migliore performance nel settore oil e occupa una delle prime posizioni nel paniere delle blue chip, sfruttando in primis la buona intonazione del Ftse Mib, ma anche del petrolio.

Mentre scriviamo, infatti, l’oro nero viene fotografato a 84,05 dollari, con un vantaggio dello 0,6%.

A dare man forte agli acquisti su Saipem sono anche le positive indicazioni che arrivano da alcune banche d’affari.

Saipem: Bank of America conferma il buy

Gli analisti di Bank of America hanno deciso di ribadire la raccomandazione “buy” sul titolo, con un prezzo obiettivo a 2,9 euro, confermandolo quale loro top pick nel settore di riferimento.

Secondo la banca USA, i conti del 1° trimestre di Saipem sono stati in linea con le aspettative e il management ha reiterato con fiducia la guidance sul 2024.

Saipem: Exane incrementa il prezzo obiettivo

Buone notizie anche da Exane che da una parte ha reiterato la raccomandazione “outperform” e dall’altra ha rivisto verso l’alto il target price da 2,55 a 2,8 euro.

Commentando i numeri dei primi tre mesi dell’anno, gli analisti affermano che gli stessi hanno aggiunto un altro trimestre di solida esecuzione, evidenziando il quinto trimestre consecutivo di crescita anno su anno dell’Ebitda.

Il broker ha messo mano alle stime incrementato quelle relative ai ricavi e all’ebitda del 2% per l’anno in corso e dell’1% per il prossimo.

Tenaris: scattano i sell dopo rialzo iniziale. Che succede?

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Tra le poche blue chip che oggi si muovono in controtendenza rispetto al Ftse Mib troviamo anche Tenaris, che al momento occupa l’ultima posizione nel paniere di riferimento.

Tenaris crolla dopo rialzo iniziale

Il titolo ieri ha ceduto circa mezzo punto percentuale e oggi viaggia in calo per la settima seduta consecutiva.

Tenaris inizialmente ha avviato gli scambi in salita e si è mantenuto in positivo fino al primo pomeriggio, quando ha accusato una caduta verticale che lo ha portato in territorio nettamente negativo.

Mentre scriviamo, il titolo viene fotografato a 16,605 euro, con una flessione del 4,29% e volumi di scambio vivaci, visto che fino a ora sono transitate sul mercato oltre 3,7 milioni di azioni, già al di sopra della media degli ultimi 30 giorni pari a circa 2,6 milioni.

Tenaris: i risultati del 1° trimestre

Tenaris cade sotto il peso delle vendite dopo la diffusione dei conti del primo trimestre, che pure sono stati solidi, ma accompagnati da una guidance poco convincente.

I primi tre mesi dell’anno sono stati chiusi con un utile netto pari a 737 milioni di dollari, a fronte di ricavi in flessione del 17% a 3,44 miliardi.

L’Ebitda margin si è attestato al 28,7%, mentre la cassa netta è stata positiva per 3,9 miliardi di dollari e il free cash si è attestato a 715 milioni, con capex per 172 milioni di dollari.

Tenaris: l’outlook per i mesi a venire

Per il secondo trimestre Tenaris si aspetta un fatturato e margini inferiori rispetto al primo trimestre, riflettendo il continuo calo dei prezzi OCTG nelle Americhe.

Nel terzo trimestre, Tenaris avrà delle interruzioni in molti dei suoi impianti, compreso l’impianto siderurgico di Siderca, dove verrà installato un nuovo forno, e questo porterà a un ulteriore calo di fatturato e margini nel trimestre.

Tenaris: il commento di Equita SIM

Equita SIM evidenzia che Tenaris nel primo trimestre ha riportato un EBITDA del 12% superiore alle sue attese.

Il fatturato e l’EBITDA sono rimasti in linea su base trimestrale, nonostante i prezzi dei tubi e i costi più bassi.

I volumi sono stati leggermente più alti delle attese, mentre il prezzo medio ha registrato un calo del 6% su base trimestrale, rispetto alla flessione del 2,4% attesa. L’EBITDA margin è rimasto stabile su base trimestrale, poiché la riduzione dei prezzi è stata compensata dal calo dei costi.

Inoltre, il risultato operativo include 25 milioni di dollari di guadagni da risoluzioni positive di controversie legali in Messico e Brasile.

L’utile ha beneficiato di un tax-rate più basso delle previsioni, principalmente grazie all’effetto positivo dell’aggiustamento dell’inflazione in Argentina, di un risultato delle partecipate ad equity leggermente più alto, in parte compensato da un risultato finanziario più basso per perdite su cambi.

Non cambia intanto la view di Equita SIM, che su Tenaris ribadisce la raccomandazione “hold”, con un prezzo obiettivo a 18 euro.

Tenaris: la view di Mediobanca

Prudenti anche i colleghi di Mediobanca Research che oggi hanno reiterato il rating “neutral” sul titolo, dopo che i conti trimestrali sono stati superiore al consenso sull’Ebitda, accompagnati da una forte generazione di flusso di cassa.

Tenaris: Intesa Sanpaolo e Bca Akros dicono buy

A puntare su Tenaris è Intesa Sanpaolo che oggi ha reiterato il rating “buy”, con un fair value a 21,8 euro, sulla scia della trimestrale superiore alle sue attese e al consenso a livello di Ebitda e utile netto.

Bullish anche la view di Banca Akros che invita ad acquistare, con un prezzo obiettivo a 22 euro.

Per gli analisti i risultati dei primi tre mesi dell’anno di Tenaris sono stati solidi, buoni e superiori alle aspettative.

Borse: ecco i driver chiave ora. L’analisi intermarket

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Di seguito riportiamo l’intervista a Davide Biocchi, professional trader, al quale abbiamo rivolto alcune domande sulle valute, su alcune commodities e sugli scenari attesi per le Borse.

L’euro-dollaro si è riportato sopra quota 1,07. C’è la possibilità di assistere a un ulteriore ripresa nel breve?

L’euro-dollaro è sulla soglia che gli permetterà o meno di rientrare nel range precedente.

Bisognerà vedere cosa accadrà nelle prossime sessioni, ma secondo me l’indice PCE core può letteralmente cambiare tutto.

Se il dato sarà letto bene dal mercato, allora l’S&P500 potrà recuperare terreno anche sulla scia degli ottimi dati trimestrali diffusi da Alphabet e Microsoft.

I future sui principali indici USA sono in salita momento, ma i listini sono un po’ nel limbo nel senso che ancora non hanno ancora riconquistato i supporti, quindi bisognerà vedere come si comporteranno.

Eur/Usd: quali scenari?

Tornando all’euro-dollaro, con un superamento deciso di quota 1,07/1,0740, la soglia successiva sarà in area 1,10, ma c’è un livello intermedio intorno a 1,087.

Tuta l’area tra 1,07 e 1,074 deve essere lasciata alle spalle per poter assistere a una salita verso quota 1,10.

La view sull’oro

L’oro ha ritracciato dai massimi storici e sta provando a risalire la china. Quali le attese nel breve?

L’oro ha fatto un ritracciamento dai massimi storici e ora sembra rimettersi lungo la via dei guadagni, ma in realtà per ora sta consolidando un prezzo.

Stabilire se quella in atto è accumulazione per poi salire o distribuzione per poi tornare giù non è facile,

In caso di rialzi, l’oro tornerà sui massimi storici intorno ad area 2.450 dollari, mentre al ribasso il livello di supporto è in area 2.200 dollari.

L’analisi del petrolio

Cosa può dirci in merito al recente andamento del petrolio e quali i possibili scenari?

Il petrolio è sceso fino a 80 dollari e poi ha recuperato, trovandosi ora tra gli 82 e gli 84 dollari al barile.

La resistenza più forte si trova però poco sotto gli 88 dollari e in caso di superamento si salirà ancora verso i 93 e i 95 dollari.

Come si muoveranno le Borse?

Cosa aspettarsi per le Borse nel breve? Quali i possibili sviluppi nelle prossime giornate?

Per le Borse lo scenario è che stanno recuperando e non c’è la stessa verve vista nella discesa, ma siccome a pesare ora sono i dati, a seconda di come vanno il mercato sale o scende.

Ieri ad esempio Meta Platforms ha aperto a -20% per poi chiudere a -10%, mentre Microsoft e Alphabet sono balzati del 5% e del 12%.

Ci sono alti e bassi che condizionano il mercato, per cui ora i driver chiave sono i dati macro e le trimestrali, infatti le Borse sono nervose.

Unione Europea, questi non si fermano

Guardate cari ascoltatori io penso proprio che più di così, non si può. Cosa dire? E’ qualcosa di surreale, oppure … siamo alle comiche. Ebbene facciamo un breve excursus, vediamo cosa è accaduto, parliamo dell’Unione europea.

Spesso diciamo Unione europea intendendo alcune delle Istituzioni che la caratterizzano, forse quindi è bene fare un po’ di chiarezza ricordando le principali Istituzioni appunto dell’Unione europea.

Naturalmente non le cito tutte, ma solo le più importanti partendo dal Parlamento europeo, e vabbé qui sappiamo tutti cos’è, la Presidente del Parlamento europeo è la maltese Roberta Metsola.

Passiamo poi alla Commissione europea, che potremmo definire come il Governo dell’Unione europea, alla presidenza della Commissione europea abbiamo la tedesca Ursula Von Der Leyen.

Ed ancora il Consiglio europeo, ossia l’organo formato dai Capi di Stato e di Governo dei 27 Stati aderenti all’Unione europea.

Che non dobbiamo confondere con il Consiglio dell’Unione europea che invece è un organo formato dai Ministri dei vari Stati aderenti.

Da non confondere ulteriormente con il Consiglio d’Europa che non c’entra nulla con l’Unione europea, il Consiglio d’Europa è un’organizzazione internazionale, con sede a Strasburgo, che riunisce 46 paesi democratici europei. La cui missione è quella di promuovere la democrazia e di proteggere i diritti umani e lo stato di diritto in Europa. Questo perlomeno è quanto si legge sulla home page del suo sito internet.

Ma torniamo all’Unione europea ed in particolare al Consiglio europeo, l’istituzione che, come ho detto, è composta dai capi di Stato e di Governo degli Stati membri e dal Presidente della Commissione europea. Ebbene spesso non citiamo e non evidenziamo l’importanza del Consiglio europeo, d’altronde se è formato dai capi di Stato e di Governo degli Stati membri è chiaro che sia un’Istituzione importante.

Anzi forse potrebbe essere considerata l’Istituzione più importante dell’Unione europea visto che proprio questa istituzione è titolare del potere di indirizzo politico. 

Insomma sono proprio i Capi di Stato e di Governo dei 27 Paesi a stabilire l’indirizzo politico, anzi per essere precisi riporto letteralmente dal trattato sull’Unione europea “Il Consiglio europeo dà all’Unione gli impulsi necessari al suo sviluppo e ne definisce gli orientamenti e le priorità generali”.

Come detto poi per completare la formazione del Consiglio europeo ai 27 Capi di Stato e di Governo si deve aggiungere la Presidente della Commissione europea, quindi al momento Ursula Von Der Leyen.

Ed arriviamo a noi.

Tutto ciò che è accaduto negli ultimi anni ha messo in evidenza la debolezza dell’Unione europea, o meglio, potremmo anche ritenere che le crisi che abbiamo subìto, in particolare in questi ultimi anni, avevano proprio lo scopo di imporre agli Stati dell’Unione europea la cessione di ulteriore sovranità, anzi di più, si tratta infatti dell’ultimo passaggio, il passo decisivo verso una vera unione, ossia gli Stati Uniti d’Europa.

Chiaro no? Le celeberrime crisi montiane per imporre cessioni di sovranità.

La Presidente della Commissione europea e membro del Consiglio europeo, ossia Ursula Von Der Leyen, doveva indicare la persona che ufficialmente avrebbe avuto il compito di redigere uno studio che, dopo aver evidenziato le debolezze strutturali dell’Unione europea, doveva quindi indicare le linee guida per pervenire ad un cambio di passo e, di fatto, al superamento dell’Unione europea.

La persona scelta per redigere questo studio, come tutti voi sapete, è risultata Mario Draghi.

Naturalmente avete capito perfettamente che era tutta una sceneggiata, era chiaro quali sarebbero state le “debolezze” che doveva evidenziare lo studio presentato da Mario Draghi, e soprattutto era ancor più chiaro quali fossero gli strumenti considerati necessari per il superamento di tali debolezze.

Insomma è chiaro che era tutta una farsa.

Le debolezze dell’Unione europea che doveva evidenziare Draghi riguardavano, dal punto di vista economico, la scarsa competitività delle economie del nostro Continente, e dal punto di vista politico la mancanza di un esercito comune.

E quale doveva essere la panacea di tutti i mali?

Ma ovviamente la definitiva cessione di sovranità dei diversi Stati che avrebbe così portato al superamento dell’Unione europea ed alla sua trasformazione in Stati Uniti d’Europa.

Un obiettivo che doveva essere raggiunto nel più breve tempo possibile, e, proprio per questo non si poteva attendere l’unanimità dei Paesi aderenti.

Questo è un fatto davvero più che importante, direi fondamentale, secondo Draghi gli Stati Uniti d’Europa devono nascere subito, e qui riporto le sue parole: “con chi ci sta”. 

In questo clima ci avviciniamo alle elezioni europee che, come noto, determineranno la composizione del nuovo Parlamento europeo.

Tuttavia sappiamo, e l’ho appena evidenziato in questo video, che il Parlamento europeo ha quasi compiti eminentemente notarili (non voglio dire che non conta nulla).

Viene solo messo al corrente di quanto è stato deciso in sede di Consiglio europeo prima e Commissione europea poi.

Ma ripeto, anche per cercare di salvaguardare una parvenza di democrazia alla Presidente della Commissione europea e membro del Consiglio europeo spetta il compito di recarsi in Parlamento ed informare appunto gli europarlamentari eletti dal popolo, delle decisioni prese in altri ambiti.

Ed ecco allora che la Presidente del Parlamento europeo, come detto la maltese Roberta Metsola apre la seduta chiamando al palco la Presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen, la quale appunto doveva mettere al corrente il Parlamento di un fatto non importante, di più!

Un fatto quasi epocale, visto che potrebbe portare al superamento dell’Unione europea ed alla formazione degli Stati Uniti d’Europa.

D’accordo mi direte, ma perché all’inizio hai parlato di “farsa” e di “oggi le comiche”, qui sembra non ci sia nulla da ridere, tutt’altro.

Certo, avete ragione, non c’è proprio nulla da ridere, se non che …

La Von der Leyen inizia, come tutti gli interventi in Parlamento, ringraziando la Presidente Metsola ed i colleghi parlamentari, se non che …

In aula … non c’è nessuno!!! Neanche un parlamentare. Certo adesso forse qualcuno di voi mi farà notare che cinque o sei dei 705 parlamentari europei c’erano, ma io non ne sono certo penso invece che cinque o sei seggi erano occupati da qualche fotografo che voleva riposarsi.

Andate pure a vedere i filmati che girano su internet e ditemi voi se non si tratta di una scena farsesca.

Ebbene vi chiedo, ma la Von Der Leyen, non si è sentita in imbarazzo nel parlare ad una gigantesca aula parlamentare completamente vuota? Ma perlomeno qualche parlamentare dei partiti che sostengono la Von Der Leyen non poteva presentarsi?

Ebbene io vi do la mia risposta alla domanda che vi ho posto, per me la Von Der Leyen non si è sentita in imbarazzo nel parlare al vento, perché si tratta di persona priva totalmente di dignità. Io lo ammetto, al suo posto mi sarei sentito in tale imbarazzo da rassegnare immediatamente le mie dimissioni.

Se quando mi rivolgo al Parlamento non c’è nessuno dei 705 europarlamentari, lo devo intendere come un atto di totale sfiducia nei miei confronti.  

Ma questa, cari ascoltatori è l’Unione europea.

Auto elettrica, un flop senza appello

Ormai potremmo dire che è stata conclamata, anche i maggiori fautori della prima ora sono costretti a dire che l’auto elettrica si è rivelata un flop.

Certo non è una novità dell’ultima ora, i mercati finanziari l’avevano evidenziata da tempo. Pensando all’auto elettrica, immediatamente la mente ci suggerisce Tesla.

Ebbene il titolo Tesla, alla Borsa di New York, ha toccato il suo massimo storico il cinque novembre del 2021, 2021 capite tre anni e mezzo fa, da allora una lenta ed inesorabile discesa.

Quindi Wall Street aveva già capito quasi quattro anni fa che il business delle auto elettriche sarebbe stato un flop.

Ed oggi infatti l’azione Tesla, alla Borsa di New York, vale meno della metà del valore che aveva nel 2021.

Il 15 aprile la casa automobilistica texana ha annunciato il licenziamento del 10% della forza lavoro, si tratta di 14.000 lavoratori, il segnale era quindi più che evidente.

Poi, se volevamo avere una conferma, pochi giorni fa è stata comunicata la prima trimestrale dell’anno ed i dati sono risultati deludenti per non dire allarmanti.

Utili nei primi tre mesi dell’anno diminuiti del 55%, il fatturato del 9%.

Il calo del fatturato era avvenuto solo nel 2020 e tutti sappiamo il perché. Vedere quindi i ricavi scendere del 9% è una notizia inquietante.

Per quanto riguarda gli utili, certo si sapeva che sarebbero diminuiti visto che Tesla, per cercare di supportare le vendite, soprattutto nell’ultimo anno, ha iniziato una politica di riduzione dei prezzi, ma vedere nella casella utili -55% fa comunque una certa impressione.

Conoscendo i dati catastrofici Elon Musk ha utilizzato uno stratagemma per evitare l’ennesimo crollo delle valutazioni in Borsa.

Uno stratagemma che a mio avviso era semplicemente banale.

Contemporaneamente alla diffusione dei dati economici, come detto semplicemente disastrosi, ha annunciato che i nuovi modelli meno costosi, previsti in commercio per la seconda metà del prossimo anno, saranno disponibili già all’inizio del 2025 se non addirittura alla fine dell’anno in corso.

Questa boutade ha come al solito fatto breccia sugli investitori ed il titolo è salito in Borsa, nonostante appunto la disastrosa trimestrale.

Io ritengo che se il settore, dicendolo in termini volgari, non tira, hai voglia a raccontare le favole, non c’è nulla da fare, i nodi, prima o poi vengono sempre al pettine.

Chiaramente ho citato Tesla che nel campo possiamo definirla come l’azienda simbolo del settore, ma le vendite di auto elettriche hanno avuto cali diffusi.

Nell’Unione europea nel mese di marzo le immatricolazioni dell’intero comparto automobilistico sono aumentate del 5,2% nonostante le immatricolazioni di auto elettriche siano contemporaneamente diminuite dell’11,3% ne sono state vendute infatti solo 134.397 unità.

Hanno avuto l’ennesimo boom le auto ibride che ormai valgono il 30% dell’intero mercato.

Sembra proprio che abbia avuto ancora una volta ragione il Signor Toyoda, non è un mio errore di pronuncia, sapete infatti che l’imprenditore che ha fondato la casa automobilistica giapponese si chiamava Toyoda con la D di Domodossola e non Toyota con la T di Torino.

Comunque come sapete la Toyota, cioè la casa automobilistica, non ha nascosto le proprie perplessità sul futuro delle macchine 100% elettriche, automobili che necessitano quindi di batterie le quali devono essere ricaricate in continuazione.

La Toyota ha sempre puntato sul motore ibrido che come noto utilizza l’energia cinetica recuperata in fase di decelerazione e frenata per caricare una batteria elettrica, e con l’energia immagazzinata in questo modo l’auto può viaggiare in elettrico.

Quindi come detto nell’Unione europea un mese di marzo veramente problematico per le auto elettriche. Certamente il -11,3% delle immatricolazioni è dovuto in particolare al terrificante -28,9% fatto registrare dalla Germania.

Sappiamo tutti che il mercato delle auto elettriche è continuamente drogato dagli incentivi statali senza i quali le vendite del full electric sarebbe veramente risibili.

Ma appunto nonostante i generosi incentivi gli italiani, ma non solo loro, sono davvero diffidenti e vedono nel full electric più problemi che vantaggi.

Naturalmente il costo ancora piuttosto elevato delle auto elettriche di fatto esclude dal mercato una buona fetta di possibili acquirenti, ma sono anche i problemi dovuti alla ricarica che continuano a pesare come un macigno.

Ricordiamo ad esempio che il 74% degli italiani vivono in condominio.

Ed infine anche l’autonomia è un problema che non ha ancora visto una soluzione, sono recenti gli scandali che hanno interessato le Case automobilistiche, ree di pubblicizzare autonomie enormemente gonfiate e quindi non corrispondenti alla realtà.

Ma basterebbe solo citare questo dato per far comprendere le difficoltà nel quale si trova il settore delle auto elettriche, sentite: dei 950 milioni di euro di incentivi statali disponibili per il rinnovamento del parco mezzi circolante, soltanto sette andranno all’acquisto di vetture elettriche.

Insomma gli incentivi messi a disposizione dal Governo sono quasi per intero stati utilizzati per l’acquisto di auto con motori termici che avevano però bassi livelli di emissioni.

In conclusione quindi fatemi rivolgere un appello a questa Unione europea che continua ad insistere con le politiche cosiddette green (che poi green non sono), cara Bruxelles basta con queste politiche che sostanzialmente vanno contro al buonsenso.

L’ascesa di WienerAI: una nuova meme coin a tema canino che sta attirando gli investitori

Da quando è stata lanciata la sua presale, WienerAI ha rapidamente guadagnato terreno, promettendo agli investitori opportunità interessanti e offrendo nuove prospettive nel settore delle criptovalute. Scopriamo di più su questo coinvolgente fenomeno e le sue potenziali implicazioni nel nostro articolo.

VAI AL SITO UFFICIALE DI WIENERAI

Cos’è WienerAI?

WienerAI si presenta come l’essere cibernetico più potente e avanzato dell’universo. Nonostante sia una nuova meme coin, WienerAI si distingue da altri token simili perché implementa nell’ecosistema casi d’uso basati sull’intelligenza artificiale. 

Questa nuova criptovaluta fonde i mondi dell’intelligenza artificiale, della fedeltà canina e dell’amore per le salsicce. L’IA nelle criptovalute è spesso sinonimo di maggiore velocità, in quanto accelera l’elaborazione dei dati e l’analisi. 

Questo porta anche a una maggiore precisione, a una migliore efficienza e a una maggiore sicurezza all’interno della blockchain. Poiché l’IA non ha ancora scalfito la superficie del suo potenziale, WienerAI potrebbe essere in grado di offrire tecnologie avanzate e ambienti diversi. 

WienerAI, che vanta il potenziale per diventare una delle migliori criptovalute, è un token ERC-20 costruito sulla blockchain di Ethereum. Una delle blockchain più utilizzate al mondo, Ethereum offre elevata scalabilità, sicurezza e decentralizzazione. Grazie a tutte queste caratteristiche, i possessori del token $WAI possono effettuare transazioni senza problemi sull’ecosistema. 

Inoltre, lo smart contract di WienerAI è stato verificato da Coinsult, una piattaforma di sicurezza pionieristica basata su blockchain che effettua controlli di sicurezza su varie piattaforme crypto e blockchain. Pertanto, WienerAI è una piattaforma sicura da utilizzare. 

Con il recente lancio della prevendita del token $WAI, WienerAI sta cercando di generare una base di clienti fedeli che investiranno a lungo termine. Per promuovere il possesso di token a lungo termine, WienerAI offrirà anche opportunità di guadagno passivo

Lo staking di $WAI 

Le meme coin sono note per essere investimenti volatili, in quanto possono offrire enormi rendimenti iniziali, seguiti da immediate correzioni di prezzo. 

Inoltre, molte meme coin possono non avere alcun valore fondamentale, poiché il prezzo è spesso dettato dalla loro popolarità sui social media. Questo, a sua volta, porta a un’ulteriore volatilità. Per evitare un destino simile, WienerAI sta implementando un meccanismo di staking attraverso il quale i token possono essere bloccati per generare elevati APY (Annual Percentage Yields). 

Gli investitori possono acquistare i token $WAI attraverso la prevendita attualmente in corso e mettere immediatamente in stake i propri fondi sullo smart contract WienerAI. Al momento in cui scriviamo, è possibile mettere in stake i token $WAI e guadagnare oltre il 1892% di APY sullo smart contract WienerAI. 

Oltre 540 milioni di token sono già bloccati sullo smart contract. Pertanto, WienerAI si preannuncia come una delle migliori monete per lo staking nel 2024. Man mano che un numero maggiore di token viene bloccato sullo smart contract, i rendimenti annuali si riducono. 

Tokenomica 

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WienerAI, con un totale di 69 miliardi di token, assegna strategicamente i suoi token a varie aree. Il trenta per cento dell’offerta, pari a 20,7 miliardi di token, è destinato alla presale in corso, che ha registrato un notevole successo con oltre $370.000 raccolti. 

Un altro 20% è dedicato alle ricompense per lo staking, incoraggiando il coinvolgimento a lungo termine degli investitori e riducendo al tempo stesso l’offerta circolante, potenzialmente aumentando la scarsità e il valore del token. 

Inoltre, il 20% è destinato a premi per la community, alimentando una base di sostenitori fedeli. 

Come acquistare i token WienerAI ($WAI)

Ecco una guida passo-passo su come acquistare i token WienerAI ($WAI):

  1. Scarica un portafoglio crypto: prima di acquistare i token $WAI, è necessario disporre di un portafoglio crypto compatibile. La presale di $WAI è compatibile con MetaMask, Wallet Connect e Coinbase Wallet.
  2. Acquista token ETH/USDT: $WAI è un token ERC-20 compatibile con token simili come Ethereum (ETH) e Tether (USDT). Pertanto, è necessario scambiare $WAI con una di queste criptovalute per confermare la transazione.
  3. Collega il portafoglio alla presale: visita il sito web della presale di WienerAI e seleziona l’opzione “Connect Wallet”. Fai clic sul tuo portafoglio preferito e collegalo al sito web della presale.
  4. Acquista i token $WAI: una volta collegato il portafoglio, inizia a compilare il modulo dell’ordine. Prima, scegli il simbolo del token per confermare lo scambio – “ETH” o “USDT”. Dopo aver selezionato il token, inserisci la quantità di token che desideri acquistare. Dopo aver inserito l’importo, seleziona “Buy Now” per confermare la transazione. Se desideri mettere subito in staking i tuoi token, seleziona l’opzione “Buy and Stake for XYZ Rewards”. In alternativa, puoi anche utilizzare una carta di credito.

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Block completa il super chip e annuncia lo sviluppo di un sistema completo per il mining di Bitcoin

La società di Jack Dorsey, Block, sta completando la produzione di un chip a 3 nanometri per il mining del Bitcoin presso una delle principali fonderie di semiconduttori a livello globale, migliorando il precedente prototipo a cinque nanometri.

Il nuovo chip mira a migliorare l’efficienza e la decentralizzazione nel mining di Bitcoin, rispondendo alle esigenze del settore in transizione verso una nuova era del mining dopo l’ultimo halving.

Basandosi sul successo del prototipo testato a 5 nanometri, Block ha ottimizzato il chip a 3nm per migliorare le prestazioni e supportare i miner in un mercato estremamente competitivo.

Secondo la società, i dati del test hanno svolto un ruolo cruciale nello sviluppo del chip a 3nm, che migliora le prestazioni dell’hardware per il mining e consente ai minatori di rimanere competitivi in un mercato impegnativo.

Un sistema di mining completo

Oltre al chip per il mining autonomo, Block lancerà un sistema di mining completo, sfruttando l’esperienza della società nello sviluppo di prodotti e software, nell’ingegneria dei sistemi, nella gestione della supply chain e nel supporto completo ai clienti. Il suo obiettivo è introdurre innovazioni e miglioramenti nella forma e negli utilizzi dell’hardware per il mining.

La società prevede di utilizzare questo approccio per stimolare l’innovazione nelle configurazioni dell’hardware per il mining e nelle applicazioni funzionali, soddisfacendo le esigenze di tutti i miner.

Block ha dichiarato di essere in contatto diretto con la community del mining di Bitcoin in modo da individuare sfide e aree di miglioramento in diversi aspetti delle operazioni di mining, tra cui la scoperta di presale, i processi di acquisto, l’affidabilità dell’hardware, la manutenzione, le funzionalità del software, la trasparenza e il supporto post-vendita.

Inoltre, l’azienda di Jack Dorsey ha invitato la community del mining a continuare a fornire feedback per perfezionare ulteriormente i suoi prodotti. I miner interessati possono condividere esperienze e fornire suggerimenti tramite l’email designata.

In futuro, Block continuerà ad aggiornare ed espandere le sue soluzioni di hardware per il mining, cercando di rendere l’attività sempre più decentralizzata.

Oltre a Block dei progetti legati al mining molto interessanti come Bitcoin Minetrix. Si tratta di una piattaforma con un token nativo costruito su Ethereum che vuole rendere il mining del Bitcoin accessibile tramite lo staking.

Il progetto è arrivato al termine della sua presale, ma i trader possono ancora acquistare il token nativo BTCMTX tramite il sito ufficiale a un valore di 0,0148 dollari, prima del listing su CEX e DEX che avverrà il 30 aprile.

Bitcoin Minetrix e lo Stake-To-Mine

Bitcoin Minetrix si baserà sullo Stake-To-Mine, un innovativo sistema che permette agli utenti di partecipare al mining del Bitcoin tramite lo staking del token nativo BTCMTX.

Lo staking permetterà di ottenere dei crediti di mining, ovvero dei token ERC-20 non scambiabili che si potranno bruciare per generare potenza di mining (hashrate) sulla piattaforma Bitcoin Minetrix.

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Di conseguenza, con il cloud mining di Bitcoin Minetrix la possibilità di validare i blocchi sulla rete e ottenere ricompense in Bitcoin dipenderà dallo staking dei BTCMTX e il burning dei crediti di mining.

A differenza dei servizi di cloud mining solitamente legati a terze parti e a contratti vincolanti, Bitcoin Minetrix darà la libertà ai suoi utenti di partecipare al mining e ritirarsi in qualsiasi momento, gestendo in maniera autonoma i loro token BTCMTX.

In questo modo, i titolari del BTCMTX potranno decidere se vendere, mettere in staking o prelevare i loro token in base alle loro esigenze e alla situazione del mercato.

Secondo la roadmap ufficiale, il cloud mining e lo Stake-To-Mine saranno attivati dopo il lancio del BTCMTX sul mercato, insieme a una dashboard per la gestione dello staking, del burning e dell’hashrate.

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