Home Blog

Stellantis ancora in rialzo. Domani i ricavi trimestrali

0

Tra le blue chip che oggi hanno mostrato più forza relativa rispetto al Ftse Mib troviamo anche Stellantis.

Stellantis in rialzo per la seconda seduta di fila

Il titolo, dopo aver chiuso la sessione di venerdì scorso con un progresso di oltre mezzo punto percentuale, ha guadagnato terreno per la seconda giornata consecutiva.

Stellantis si è presentato al close a 23,225 euro, con un vantaggio dello 0,78% e oltre 7 milioni di azioni passate di mano, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 9,5 milioni.

Stellantis: domani i dati sui ricavi del 1° trimestre

Stellantis ha guadagnato ancora terreno alla vigilia dei dati relativi al fatturato del primo trimestre che saranno diffusi prima dell’apertura di Piazza Affari.

Stellantis: la preview di Equita SIM

Alla luce dei dati relativi alle immatricolazioni pubblicati fino a ora, gli analisti di Equita SIM ritengono che il fatturato del primo trimestre di Stellantis sia in calo del 10% anno su anno a circa 42,5 miliardi di euro.

Il dato sarà penalizzato in primo luogo dai volumi, solo in parte compensato dalla crescita in Europa, ma anche dall’effetto mix, dato che negli Stati Uniti la peggior performance è imputabile a RAM in calo del 26% anno su anno, in attesa del phase in del nuovo RAM 1500, oltre che dal forex, che nel primo trimestre del 2023 è stato l’unico trimestre positivo dello scorso anno.

Gli analisti non si aspettano alcun contributo dai prezzi, come nel quarto trimestre del 2023.

Gli esperti della SIM milanese si aspettano un recupero in corso d’anno col lancio dei nuovi modelli, ma la loro stima di fatturato 2024 in rialzo del 2% a 192,7 miliardi di euro, con volumi/mix circa +2% e prezzi -2%, perde visibilità.

In attesa dei dati ufficiali, gli analisti di Equita SIM mantengono una view bullish su Stellantis, con una raccomandazione “buy” e un prezzo obiettivo a 26,5 euro.

Stellantis: la view di Bank of America

A scommettere sul titolo è anche Bank of America Global Research che invita ad acquistare, in attesa di un primo trimestre debole per Stellantis.

Gli analisti evidenziano però che un’eventuale debolezza del titolo potrebbe offrire un’opportunità di acquisto in una equity story attraente.

Chi è Piero Chiambretti: vita privata e curiosità sul conduttore

Considerato uno dei conduttori più prolifici della televisione italiana, Piero Chiambretti sta per tornare in Rai dopo tanti anni di lontananza. Vediamo chi è, ripercorrendo la sua carriera, iniziata come dj, e la vita privata, segnata dalla battaglia legale con l’ex moglie per il mantenimento della figlia.

Piero Chiambretti: chi è il conduttore piemontese

Classe 1956, Piero Chiambretti è nato il 30 maggio ad Aosta, sotto il segno zodiacale dei Gemelli, ma è cresciuto a Torino. Sua mamma era Felicita Chiambretti, poetessa e autrice di canzoni morta nel 2020 a causa del Covid. Ha mosso i passi nel mondo del lavoro nel 1976, come dj in discoteca e in alcune emittenti radiofoniche del capoluogo piemontese, mentre dal 1981 al 1986 ha lavorato come animatore turistico sulle navi da crociera.

Nel frattempo, Piero ha partecipato ad alcuni provini, vincendo nel 1982 il concorso Rai Un volto nuovo per gli anni ’80. Così, nel 1985 è sbarcato su Rai1, nello show Il sabato dello Zecchino. Poco dopo è stata la volta del format per ragazzi Magic!. Il successo vero e proprio, però, è arrivato nel 1987, con il programma Va’ pensiero, seguito da Complimenti per la trasmissione e Prove tecniche per la trasmissione.

A questo punto, la carriera di Chiambretti ha preso il via. Ha condotto il Festival di Sanremo per due edizioni: nel 1997 accanto a Mike Bongiorno e Valeria Marini e nel 2008 con Pippo Baudo, Bianca Guaccero e Andrea Osvárt. Tra i programmi più famosi che lo hanno visto al timone, da Rai a Mediaset passando per La7 – si ricordano: Chiambretti c’è, Markette, Chiambretti Night – Solo per numeri uno, Grand Hotel Chiambretti, CR4 – La repubblica delle donne e Tiki Taka – La repubblica del pallone.

Qual è il nome di Chiambretti?

Piero Chiambretti, che all’anagrafe si chiama proprio così, ha avuto una vita sentimentale leggermente turbolenta, specialmente per la battaglia legale con la madre di sua figlia. Dal 2002 al 2009 è stato fidanzato con Ingrid Muccitelli, redattrice di Markette tra il 2004 e il 2006. A distanza di qualche mese dalla rottura, il conduttore ha iniziato una relazione con Federica Laviosa, che nel 2011 lo rende papà per la prima volta della piccola Margherita.

Il loro matrimonio, celebrato nel 2009, è giunto al capolinea nel 2016. Da quel momento è iniziata una battaglia legale per il mantenimento della bambina, che li ha portati anche a diversi botta e risposta a mezzo stampa. Alla fine della fiera, Piero è riuscito a vincere la causa, portando l’assegno da 3 mila e 1,500 euro al mese.

Quanti anni ha Margherita Chiambretti?

Margherita, figlia unica di Piero Chiambretti, è nata il 26 maggio 2011 dalla relazione con Federica Laviosa.

Cosa fa oggi Piero Chiambretti?

A distanza di tanti anni dall’addio alla Rai, nel 2024 Piero Chiambretti è tornato a lavorare in Viale Mazzini. I vertici gli hanno affidato due programmi sul terzo canale della televisione di Stato, uno in onda nella prima serata del martedì e l’altro quotidiano in access prime time. Al momento, non ci sono molti dettagli sulle trasmissioni, sappiamo solo che una dovrebbe debuttare a maggio e l’altra in autunno.

Che programmi ha fatto Piero Chiambretti?

Di seguito, tutti i programmi condotti da Piero Chiambretti:

  • 1977 – Non siamo gazzose
  • 1982 – Il delicone
  • 1983-1984 – Forte fortissimo TV Top
  • 1984 – Quo vadiz?
  • 1985 – Il sabato dello Zecchino
  • 1985 – Festa per il compleanno del nostro amico Paperino
  • 1986 – Magic!
  • 1987 – Proffimamente non stop
  • 1987 – Va’ pensiero
  • 1987-1988 – Big!
  • 1988-1989 – Complimenti per la trasmissione
  • 1989-1990 – Prove tecniche di trasmissione
  • 1990 – Prove tecniche di Mondiale
  • 1990-1991 – Un tesoro di Capodanno
  • 1991 – Caccia al leone
  • 1991-1992 – Goodbye Cortina
  • 1991 – Miss Italia nel mondo
  • 1991-1992 – Il portalettere
  • 1992-1993 – Telegiornale zero
  • 1993 – Pubblimania
  • 1993 – Leoni d’oro
  • 1993 – Servizi Segreti
  • 1994-1995 – Il laureato – Viaggio ai confini della facoltà
  • 1996 – Il laureato Bis
  • 1995-1997, 1999-2001 – Concerto del Primo Maggio
  • 1996 – Tutti in una notte
  • 1996-1997 – Cinegiornale Chiambretti
  • 1997, 2001, 2008 – Festival di Sanremo
  • 1997 – L’inviato speciale – L’uomo giusto al momento sbagliato
  • 1998, 2007 – DopoFestival
  • 1999 – Annunci di rete
  • 1999 – L’ora a modo loro
  • 1999 – Meteo
  • 1999 – Orgoglio coatto
  • 1999 – Fenomeni
  • 2001 – David di Donatello
  • 2001-2003 – Chiambretti c’è
  • 2002 – Musicultura
  • 2002 – Italian Music Awards
  • 2003-2004 – Pronto Chiambretti
  • 2004-2008 – Markette – Tutto fa brodo in TV
  • 2006 – Cerimonia di apertura dei XX Giochi olimpici invernali
  • 2008 – Chiambretti Speciale
  • 2009-2011 – Chiambretti Night
  • 2011 – Chiambretti Muzik Show
  • 2012 – Chiambretti Sunday Show – La muzika sta cambiando
  • 2013-2014, 2016 – Striscia la notizia
  • 2014 – Chiambretti Supermarket
  • 2015-2016 – Grand Hotel Chiambretti
  • 2015, 2019 – Sanremo Giovani
  • 2016-2018 – Matrix Chiambretti
  • 2017 – La partita del cuore
  • 2018-2020 – #CR4 – La Repubblica delle donne
  • 2020-2022 – Tiki Taka – La repubblica del pallone
  • Dal 2023 – La TV dei 100 e uno

ENI: nuove indicazioni dai broker dopo la trimestrale

0

Seduta senza infamia e senza lode per ENI che, dopo aver archiviato la giornata di venerdì scorso con un frazionale rialzo dello 0,04%, anche oggi si è fermato appena sopra la parità.

ENI poco sopra la parità

Il titolo ha terminato le contrattazioni a 15,274 euro, con un lieve progresso dello 0,09% e oltre 6 milioni di azioni passate di mano, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a più di 10 milioni.

ENI è rimasto sotto i riflettori sulla scia dei dati del primo trimestre diffusi venerdì scorso.

ENI sotto la lente di Equita SIM

Gli analisti di Equita SIM evidenziano che la performance del primo trimestre di ENI è stata superiore alle attese, accompagnata da un miglioramento di outlook CFFO/EBIT adjusted proforma a oltre 14,5 miliardi di euro ciascuno e dall’incremento del piano di buyback a 1,6 miliardi di euro, da 1,1 miliardi.

Gli esperti della SIM milanese confermano le stime 2024 che erano già superiori alla guidance precedente di ENI.

Equita SIM ha modificato contestualmente le stime in funzione dei nuovi indicatori economici proforma e del nuovo reporting divisionale.

Gli analisti migliorano leggermente le stime dal 2025 in funzione dell’incremento del piano di buy-back.

Gli esperti ribadiscono una visione positiva sul titolo, con una raccomandazione “buy” e un prezzo obiettivo a 19,5 euro, basato sul modello della somma delle parti. Sul 2024 il titolo tratta a circa 7 volte il multiplo prezzo-utili, circa l’% free cash flow yield.

La remunerazione è molto competitiva e pari ad un total return di circa il 10%, come risultante dal dividend yield per circa il 7% e buyback yield per circa il 3%.

ENI: Berenberg rivede il prezzo obiettivo

Più cauti i colleghi di Berenberg che da una parte hanno confermato la raccomandazione “hold” sul titolo e dall’altra hanno ritoccato il prezzo obiettivo da 15 a 15,5 euro dopo la buona trimestrale diffusa dal gruppo.

Conoscete Santorini in Cina? Ecco cosa vedere nell’isola fake

0

Se siete ‘frequentatori’ assidui di TikTok conoscerete senz’altro la Santorini in Cina, una copia abbastanza fedele della famosa isola greca. Vediamo cosa vedere e quali sono i pregi di questa famosa meta turistica che sorge sul lago Erhai.

Santorini in Cina: ecco cosa vedere nella meta sul lago Erhai

I cinesi ne sanno una più del diavolo e, dopo a questa ennesima prova di imitazione, dobbiamo sottolineare che non si tratta di un modo di dire. Per aumentare il proprio turismo interno e offrire ai cittadini un’esperienza europea senza lasciare i confini nazionali, hanno pensato bene di creare una copia di Santorini in Cina. Si tratta del Resort Santorini Dali e si trova provincia dello Yunnan, precisamente sulle sponde del lago Erhai.

Casette bianche con i tetti blu, terrazzi con vista mozzafiato sul lago, atmosfere magiche e perfino prelibatezze tipiche dell’isola greca: Santorini in Cina, almeno all’apparenza, non ha nulla da invidiare all’originale. Quanti hanno visitato il resort e possono fare un paragone con la località ‘vera’ garantiscono che c’è perfino lo stesso vento.

Sole caldo, acqua cristallina e case bianche dalla cupola blu: ecco Santorini. Ma non sono andata in Grecia per visitarla”, ha dichiarato l’influencer Yasmin von Roon su TikTok mostrando ai fan il resort. Ovviamente, la località non affaccia sul Mar Egeo ma sul lago Erhai e non occupa 76 km quadrati ma solo 15. Inoltre, è costruita sul lato della catena montuosa Cangshan, chiamato Ideal State of Dali.

Quanto è costato realizzare Santorini in Cina?

Rispetto alla Santorini originale, la copia che si trova in Cina offre molto meno spazio. Ricordiamo, infatti, che si tratta di una ricostruzione di una parte dell’isola greca ed è un resort. Certo, gli edifici, i sentieri bianchi, le cupole dipinte di blu, le piante in fiore e i cibi mediterranei possono trarre in inganno e dare la sensazione di essere in Grecia, ma quanti hanno la fortuna di poter fare un paragone con la vera isola non si lasceranno facilmente trarre in inganno.

La Santorini cinese è gettonata soprattutto dalle coppie che cercano un luogo romantico o dai novelli sposini in luna di miele. Ovviamente, è la meta preferita anche degli influencer, sempre alla ricerca della location perfetta per lo scatto del giorno. Non stupisce, quindi, che su TikTok stiano spopolando video con tag al Resort Santorini Dali.

La falsa Santorini, siamo pronti a scommetterlo, riuscirà ad attirare anche turisti stranieri che, trovandosi in Cina, non si faranno sfuggire l’occasione di visitare un pezzo d’Europa. Ma quanto è costata questa impresa? Circa 1 miliardo di euro, una cifra che quanti si sono imbarcati nella costruzione contano di recuperare nel giro di pochi anni. D’altronde, una camera matrimoniale costa circa 300 euro a notte.

Ftse Mib in attesa di nuovi spunti

0

La settimana è partita a due velocità per le Borse europee che non sono riuscite a muoversi tutte nella stessa direzione di marcia.

Il Dax e il Cac40 sono scesi rispettivamente dello 0,24% e dello 0,29%, mentre il Ftse100 è salito dello 0,09%.

Ad avere la meglio è stata Piazza Affari, che ha superato anche se di poco quella londinese, con il Ftse Mib fermatosi a 34.296 punti, in rialzo dello 0,14%, dopo aver toccato nell’intraday un massimo a 34.432 e un minimo a 34.181 punti.

Ftse Mib in attesa di nuovi spunti

La seduta odierna non ha offerto spunti di rilievo rispetto al quadro già delineatosi la scorsa settimana.

Il Ftse Mib si è mantenuto al di sopra della soglia dei 34.000 punti e dopo aver provato ad avvicinare l’area dei 34.500 ha frenato un po’ il passo.

Nuovo spunti rialzisti si avranno con la rottura dei 34.500 punti, con proiezioni a 34.900/35.000 punti.

Al ribasso il primo supporto da monitorare è in area 34.200, sotto cui si guarderà ai 34.000 punti, la cui tenuta sarà essenziale per evitare discese verso i 33.800 e i 33.500 punti prima e in seguito in direzione dei 33.200 e dei 33.000 punti .

I market movers negli Stati Uniti

Per la prossima seduta, sul fronte macro USA si segnala l’indice Redbook relativo alle vendite al dettaglio nelle maggiori catene statunitense.

L’indice relativo al costo del lavoro del primo trimestre dovrebbe salire dell’1% rispetto allo 0,9% della rilevazione precedente.

Per l’indice S&P Case Shiller si prevede un rialzo dal 6,6% al 6,7% su base annua, mentre l’indice Chicago PMI ad aprile dovrebbe salire da 41,4 a 44,9 punti.

L’indice della fiducia dei consumatori ad aprile è atteso in frenata da 104,7 a 104 punti.

Sul versante societario, da seguire prima dell’avvio degli scambi i conti degli ultimi tre mesi di 3M e di Eli Lilly, con un eps previsto a 2,1 e a 2,46 dollari, mentre Corning e Sysco Corp. dovrebbero riportare un utile per azione di 0,35 e di 0,95 dollari.

Per le trimestrali di McDonald’s e di Coca-Cola ci si attende un eps di 2,72 e di 0,7 dollari.

A mercati chiusi si guarderà ai conti di Paypal Holdings e di AMD con un utile per azione previsto a 1,22 e a 0,61 dollari, mentre per Starbucks si prevede un eps di 0,79 dollari.

I dati macro e gli eventi in Europa

In Europa si conoscerà la prima lettura del primo trimestre che dovrebbe salire dello 0,2% dopo lo 0,1% precedente, mentre la stima preliminare dell’inflazione ad aprile è attesa in positivo del 2,4% su base annua, in linea con la lettura di marzo.

In Germania si conosceranno le vendite al dettaglio che a febbraio dovrebbero salire dell’1,5% dopo la flessione dellì1,9% precedente, mentre i prezzi import a marzo dovrebbero crescere dello 0,2% dopo il calo dello 0,2% di febbraio.

Il tasso di disoccupazione ad aprile è atteso invariato al 5,9%, mentre il PIL del primo trimestre dovrebbe salire dello 0,1% dopo il calo dello 0,3% precedente.

In Francia, il PIL del primo trimestre dovrebbe salire dello 0,1%, in linea con la lettura precedente, mentre l’inflazione ad aprile dovrebbe aumentare dallo 0,2% allo 0,5%.

Anche in Italia si conoscerà il PIL del primo trimestre, atteso in salita dello 0,1% dopo il rialzo dello 0,2% precedente, mentre l’inflazione ad aprile è vista in positivo dello 0,2% dopo la lettura sulla parità di marzo.

I titoli e i temi da seguire a Piazza Affari

A Piazza Affari da seguire Stellantis, Lottomatica, BasicNet, SERI Industrial e VNE che presenteranno i risultati del primo trimestre di quest’anno, mentre ad alzare il velo sui conti dell’esercizio 2023 saranno FAE Technology, Imprendiroma, Promotica e Vantea Smart.

In agenda le assemblea di diverse società per l’approvazione dei dati di bilancio dell’esercizio 2023 e si tratta di: Hera, NEXI, Tenaris, Biesse, Datalogic, Beewize, Bioera, ABC Company, Arterra Bioscience, Cofle, Comal, Destination Italia, EdiliziAcrobatica, Franchi Umberto Marmi. High Quality Food, Italian Wine Brands, Longino&Cardenal, SIF Italia, SosTravel.com, Spindox, Tenax International e TMP Group.

Ariston nazionalizzata dal Cremlino: uno scontro diplomatico

La decisione del Cremlino di nazionalizzare l’Ariston Thermo Group e trasferirla temporaneamente sotto l’amministrazione di un’impresa del gruppo Gazprom ha scatenato un acceso scontro diplomatico tra Italia e Russia.

La forte azione di Mosca: l’Ariston nazionalizzata

L’azione intrapresa da Mosca, qualificata come risposta a ciò che la Russia percepisce come “atti ostili”, ha innescato una reazione formale da parte dell’Italia, culminata con la convocazione dell’ambasciatore russo in Italia, Alexei Paramonov. Durante questo incontro tenutosi al ministero degli Esteri, il segretario generale della Farnesina, Riccardo Guariglia, ha chiarito la posizione del governo italiano, esprimendo forte disappunto per le misure punitive adottate contro Ariston, un’azienda che, pur avendo significative operazioni in Russia, non è direttamente coinvolta nelle tensioni geopolitiche attuali.

L’Italia ha richiesto con fermezza il ritiro delle misure restrittive imposte dalla Russia, sottolineando che tali azioni colpiscono ingiustamente le legittime attività economiche di imprese straniere che operano nel territorio russo. Questa posizione è in linea con quella dell’Unione Europea e segue in particolare gli orientamenti della Germania, che condivide preoccupazioni simili riguardo agli effetti di tali politiche sulle aziende europee. Questa solidarietà tra membri dell’UE riflette una strategia comune per affrontare e risolvere questioni che potrebbero avere implicazioni economiche negative più ampie, mantenendo un fronte unito nel dialogo con la Russia.

L’incontro tra Guariglia e Paramonov rappresenta un tentativo critico di risolvere diplomaticamente la questione, cercando di minimizzare ulteriori tensioni e di promuovere un ambiente di business stabile e prevedibile per le aziende europee in Russia. La risposta italiana mira non solo a proteggere gli interessi nazionali, ma anche a sostenere i principi di libero commercio e di cooperazione economica internazionale, elementi fondamentali per la crescita e la stabilità globale.

Reazioni e strategie di risposta

Il Ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha risposto con prudenza alla recente decisione della Russia di imporre restrizioni commerciali su diverse aziende italiane, tra cui Ariston, mantenendo un dialogo diretto con l’azienda per comprendere meglio l’impatto delle misure. Tajani ha inoltre annunciato l’intenzione di consultare i partner del G7 e dell’Unione Europea per valutare una risposta coordinata ed appropriata. Questa mossa diplomatica rientra in un contesto più ampio in cui oltre 21 aziende straniere hanno subito misure restrittive simili da parte di Mosca, indicando una strategia più vasta di pressione economica e politica.

Dal canto suo, la posizione ufficiale di Mosca, espressa attraverso una dichiarazione dell’ambasciata russa, insiste sulla legalità delle decisioni adottate, rimproverando le autorità italiane per aver, a loro dire, sacrificato gli interessi nazionali italiani a favore di quello che viene descritto come “avventure geopolitiche antirusse”. L’ambasciatore russo in Italia, Sergey Paramonov, ha criticato il tono percepito come aggressivo e irresponsabile dei leader occidentali, attribuendo a queste dinamiche la responsabilità dell’escalation delle tensioni tra la Russia e i paesi occidentali.

Questo scenario di tensioni crescenti evidenzia non solo le sfide immediate legate al commercio e alla diplomazia, ma solleva anche questioni più profonde riguardo l’equilibrio dei poteri globali e la stabilità internazionale. Le decisioni future prese dal Ministro Tajani, in concerto con i partner internazionali, potrebbero quindi avere implicazioni significative non solo per le relazioni Italia-Russia, ma anche per il più ampio tessuto delle relazioni internazionali nel contesto delle attuali tensioni geopolitiche.

Supporto governativo e azioni di salvaguardia dell’azienda Ariston

Nel frattempo, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha tenuto una conference call con i vertici di Ariston Group, inclusi il presidente Paolo Merloni e l’amministratore delegato Maurizio Brusadelli, con la partecipazione del presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli. Durante la call, è stata discussa l’azione che il governo italiano sta portando avanti con la Commissione UE per sviluppare nuovi strumenti di tutela per le imprese italiane ed europee nell’ambito del quadro sanzionatorio di Bruxelles.

Le tensioni tra Italia e Russia sottolineano la complessità e la delicatezza delle relazioni internazionali in un periodo di crescente instabilità geopolitica. Mentre l’Italia si adopera per proteggere i suoi interessi economici e mantenere un dialogo costruttivo, la situazione di Ariston Thermo Group rimane un punto critico nel dibattito sulle future relazioni economiche e diplomatiche tra Occidente e Russia.

Leggi anche: Attentato a Mosca, ecco chi è il terrorista che ha organizzato tutto

Enel ancora in rialzo. C’è anche lo zampino di Goldman Sachs

0

Buon avvio di settimana per Enel che anche oggi ha chiuso in positivo, salendo per la seconda seduta consecutiva.

Il titolo già venerdì scorso ha guadagnato oltre un punto percentuale e oggi ha proposto un copione simile.

Enel ancora in salita

A fine giornata Enel si è fermato a 6,2 euro, con un vantaggio dell’1,14% e volumi di scambio vivaci, visto che fino a ora sono transitate sul mercato oltre 35 milioni di azioni, al di sopra della media degli ultimi 30 giorni pari a circa 26 milioni.

Il titolo, al pari di altre utility, ha mostrato più forza relativa del Ftse Mib, beneficiando delle buone indicazioni arrivate dal mercato obbligazionario.

Enel cavalca calo tassi BTP

Lo Spread BTP-Bund è sceso dell’1,81% a 128,58 punti base, mentre gli acquisti sui BTP hanno portato a una flessione dei tassi, tanto che il rendimento del titolo a 10 anni è calato dell’1,64% al 3,803%.

Enel: Goldman Sachs ritocca il target price

Enel intanto ha trovato sostegno anche nella conferma bullish di Goldman Sachs, che da una parte ha ribadito la raccomandazione “buy” sul titolo e dall’altra ha ritoccato leggermente verso l’alto il prezzo obiettivo da 8,65 a 8,7 euro.

La banca USA ha messo mano anche alle stime di eps, confermando quelle per l’anno in corso, ma alzando le previsioni relative al 2025 e al 2026 dello 0,5%, quelle riferite al 2027 dello 0,1% e nell’ordine dell’1% le stime sul 2028.

Chi è Mara Maionchi: vita privata e curiosità sulla produttrice discografica

Considerata una delle più grandi produttrici discografiche d’Italia, Mara Maionchi è diventata famosa a livello nazionale quando si è trasformata in personaggio televisivo. Simpatica, irriverente e sempre con la battuta pronta, ha avuto una carriera di tutto rispetto. Vediamo chi è e quali sono le curiosità sul suo conto.

Mara Maionchi: chi è la produttrice discografica

Classe 1941, Mara Maionchi è nata il 22 aprile a Bologna, sotto il segno zodiacale del Toro. Dopo aver interrotto gli studi nel 1959, è stata assunta in una ditta di antiparassitari della sua città. Nel 1964 si è trasferita a vivere a Milano, lavorando prima in una fabbrica che produceva impianti antincendio e poi come segretaria per l’ufficio stampa di Ariston Records. E’ così che ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo della musica.

Grazie al lavoro da segretaria, Mara ha conosciuto personaggi di spicco, come Ornella Vanoni e Mina Reitano, e ha incontrato il futuro marito Alberto Salerno. Pian piano ha iniziato a lavorare con i grandi nomi della musica italiana, tra cui Lucio Battisti e Mogol, e nel 1975 è diventata responsabile editoriale di Dischi Ricordi. Il 1983 è l’anno della svolta, quello in cui la Maionchi e Salerno hanno fondato l’etichetta discografica Nisa, seguita nel 2007 da Non ho l’età.

Negli ultimi anni, la Maionchi è diventata anche un personaggio televisivo molto apprezzato: da giudice di X Factor alla conduzione di Scalo 76 insieme a Francesco Facchinetti, passando per giurata di Italia’s Got Talent e ospite fissa di Che tempo che fa. Come se non bastasse, ha scritto anche tre libri (Non ho l’età, Il primo anno va male, tutti gli altri sempre peggio e Se non sbagli non sai che ti perdiSe non sbagli non sai che ti perdi) e ha recitato nel film La banda dei Babbi Natale di Aldo, Giovanni e Giacomo.

Chi è il compagno di Mara Maionchi?

Mara Maionchi ha sposato il compagno Alberto Salerno nel 1976. Nel corso della loro unione sono diventati genitori di due figlie, Giulia (1977) e Camilla (1981). La produttrice discografica non ha mai nascosto i tradimenti del marito, tanto che ne ha parlato anche nel libro Non ho l’età, scritto a quattro mani con lui. Come si è vendicata? Giocando d’azzardo e andando ad intaccare anche il suo patrimonio. Intervistata da Repubblica, ha dichiarato:

Dopo 40 anni non si lascia un marito per una sco**ta. Una storia è diverso, ma una sera di libertà… Non ho fatto finta di niente, gli ho fatto un cu*o come un paniere. (…) Se un uomo ti tradisce, può farlo per molti motivi spesso futili, bassissimi, ed è un errore pensare che lo faccia contro di te. Il fulcro è lui, è lui che vaga, lui che si è acceso per un cortocircuito, per un piccolo miraggio che lo ha fatto sentire un cowboy.

Salerno, dal canto suo, ha ammesso di non aver mai pensato di lasciare la moglie. Ha raccontato:

Eppure mai, nemmeno per un secondo, ho pensato che esistesse una donna per la quale potessi lasciare Mara. Mai tornando a casa ho pensato che quello non fosse il mio posto. (…) Mi sentivo incapace, come autore, marito e padre.

Per cosa è diventata famosa Mara Maionchi?

Fino al suo debutto in televisione come giudice di X Factor, Mara Maionchi era famosa solo tra gli addetti ai lavori. Grazie alla televisione, è riuscita a conquistare il grande pubblico, che oggi l’acclama e la segue in qualsiasi sua avventura televisiva. In una vecchia ospitata nel programma Matrix, ha commentato così la fama arrivata in tarda età:

Sono diventata famosa a settant’anni. (…) Quando ho iniziato a fare X-Factor con Morgan e Simona Ventura non mi conosceva nemmeno il mio vicino di casa, io ho cercato di non farmi pestare i piedi.

Che lavoro fanno le figlie di Mara Maionchi?

Classe 1977, Giulia Salerno è molto riservata. Ama vivere la sua vita lontano dai riflettori, ma sappiamo che ha reso nonni Mara e Alberto, la prima volta nel 2011 con la nascita di Niccolò e la seconda nel 2018 con l’arrivo di Margherita.

Camilla, invece, è venuta al mondo nel 1981 e, dopo la laurea in Relazioni pubbliche presso l’Università IULM di Milano, ha iniziato a lavorare nel mondo della pubblicità. Dopo alcuni anni ha deciso di mettersi in società con la sorella Giulia, dando vita alla Cimice Records.

Che cantanti ha lanciato Mara Maionchi?

Mara Maionchi ha scoperto e lanciato diversi cantanti che oggi sono molto famosi, come: Gianna Nannini, Mango, Renzo Arbore, Umberto Tozzi, Eduardo De Crescenzo, Fabrizio De Andrè, Mia Martini e Tiziano Ferro. Su quest’ultimo, ospite di Belve, ha avuto qualcosa da ridire.

Banche miste sul Ftse Mib dopo ultima decisione Bankitalia

0

Questa prima seduta della settimana si è conclusa a due velocità per i titoli del settore bancario che si sono mosso lungo binari diversi.

Banche a due velocità sul Ftse Mib

Il timido rialzo offerto dal Ftse Mib è stato sfruttato a dovere da Banca Popolare di Sondrio che ha messo a segno una delle migliori performance nel paniere delle blue chip, con un rialzo del 2,35%.

In positivo anche Bper Banca e Mediobanca che hanno chiuso in positivo rispettivamente dello 0,71% e dello 0,34%.

Poco sotto la parità Intesa Sanpaolo che ha ceduto lo 0,2%, mentre Banca Monte Paschi è sceso dello 0,29%. lasciando più indietro Banco BPM e Unicredit, che hanno terminato le contrattazioni in flessione dello 0,84% e dell’1,16%.

Banche: snobbati buoni segnali da Spread e BTP

I protagonisti del settore bancario non sono riusciti a muoversi tutti nella stessa direzione di marcia malgrado i segnali incoraggianti arrivati dal mercato obbligazionario.

Lo Spread BTP-Bund si è contratto ed è sceso dell’1,44% a 129,07 punti base, mentre gli acquisti sui BTP hanno favorito una flessione dei tassi, con il rendimento del titolo a 10 anni calato dell’1,1% al 3,823%.

Banche: Bankitalia ha deciso di introdurre un SyRB

I titoli del settore bancario, intanto, sono stati oggetto di attenzione sulla scia delle ultime novità arrivate da Palazzo Koch.

Facendo seguito alla pubblica consultazione avviata a marzo, la Banca d’Italia ha deciso di applicare un Systemic Risk Buffer (SyRB) pari all’1% delle esposizioni domestiche ponderate per il rischio di credito e di controparte.

Come anticipato nella consultazione, l’obiettivo dell’1% verrà raggiunto progressivamente, con una riserva dello 0,5% da costituire entro fine 2024 e la parte restante entro il 30 giugno 2025.

Banche: l’analisi di Equita SIM

Gli analisti di Equita SIM ricordano che a fine 2023, il buffer medio sul Common Equity Tier 1 delle banche italiane sotto la loro copertura era in media di oltre 620 punti base.

Sulla base dei calcoli della SIM milanese, il SyRB comporterà una richiesta di capitale aggiuntiva rispetto al minimo regolamentare di circa 77 punti base in media, corrispondenti a circa 5 miliardi di euro di riserve addizionali, portando il buffer a circa 540 basis points in media.

Si tratta di un un livello che gli analisti di Equita SIM continuano a ritenere particolarmente solido e che a loro avviso non rappresenta un rischio sulle politiche di distribuzione comunicate dalle banche.

Elezioni europee, facciamo chiarezza

Penso di aver deciso per chi voterò alle prossime elezioni europee, ma voglio attendere la lista definitiva dei candidati quindi lo annuncerò soltanto la prossima settimana.

Nel video odierno invece mi limiterò a parlare di queste elezioni anche perché ritengo che molti ascoltatori non abbiano le idee chiare.

Infatti il sistema elettorale delle elezioni europee è decisamente diverso da quelle nazionali.

Ma attenzione molti qui fanno confusione, ossia si parla di un sistema elettorale europeo, NON è così, NON esiste una legge elettorale europea, ogni Stato decide autonomamente la legge elettorale per arrivare ad eleggere gli eurodeputati.

In Italia per le elezioni europee si vota con un sistema prettamente proporzionale, con una soglia di sbarramento posta al 4%, ma, ad esempio, in diversi altri Paesi non è stata fissata alcuna soglia di sbarramento, si vota con un proporzionale puro.

Per quanto riguarda le nostre elezioni nazionali, invece, il sistema elettorale attualmente in vigore, quello che giornalisticamente viene definito Rosatellum, è un sistema misto, ossia una parte dei parlamentari viene eletto col sistema maggioritario.

Ma non solo, a distinguere le due tipologie di elezioni soprattutto le preferenze, determinanti per quanto riguarda le elezioni europee, mentre per quelle nazionali di fatto non ci sono.

Nei collegi uninominali delle elezioni nazionali c’è un singolo candidato per lista o per coalizione, mentre per la parte proporzionale esistono i cosiddetti listini bloccati, i nomi dei candidati sono già riportati sulla scheda elettorale e gli eletti seguiranno l’ordine nel quale sono riportati sulla scheda.

Insomma nelle elezioni europee gli eletti vengono decisi dagli elettori, in quelle nazionali dai partiti di appartenenza.

Quando si vota in Italia spero lo sappiate tutti, ossia l’8 ed il 9 giugno, e per la precisione dalle 14 alle 22 di sabato 8 giugno e dalle 7 alle 23 di domenica 9 giugno, ma in altri Paesi non sarà così, tuttavia l’esito del voto si saprà lunedì 10 giugno.

Saranno eletti 720 eurodeputati, più degli attuali 705, oggi abbiamo meno deputati a causa della Brexit, gli europarlamentari italiani saranno 76.

Inoltre c’è un aspetto che forse molti ignorano.

Il Presidente della Commissione europea, di fatto il Capo del Governo europeo non viene proprio eletto direttamente dagli elettori, tuttavia esiste una strana formula che infatti non è stata formalizzata a livello giuridico, si tratta della formula dei candidati di punta che viene spesso definita in lingua tedesca (Spitzenkandidaten).

In pratica i partiti (intendo dire i gruppi parlamentari europei) indicano un loro candidato per la Presidenza della Commissione europea ed il partito, o meglio gruppo parlamentare, che vince le elezioni, esprime il capo dell’esecutivo comunitario.

Sembrerebbe tutto chiaro, ma figuratevi se ci può essere qualcosa di chiaro in quest’accozzaglia burocratica chiamata Unione europea.

Infatti i Trattati Ue stabiliscono solo che il Consiglio europeo (quello formato dai capi di Stato e di Governo dei vari Stati membri) può solo proporre un nome per la guida della Commissione, anche se sarebbero obbligati a “tenere in considerazione” i risultati delle elezioni, a quel punto la palla spetta al Parlamento che potrebbe “bocciare” il candidato espresso dal partito che ha vinto le elezioni.

E’ proprio successo questo dopo le scorse elezioni, il Partito Popolare Europeo PPE che ha vinto le elezioni aveva indicato come candidato Manfred Weber che tuttavia non venne eletto alla Presidenza della Commissione europea perché il Consiglio europeo nominò Ursula Von Der Leyen che comunque apparteneva alla stessa formazione politica il PPE.

Il PPE è il gruppo parlamentare più numeroso, viene spesso identificato come un gruppo parlamentare di centrodestra, ma in questa legislatura nella coalizione che sosteneva la Commissione europea con il PPE c’erano i socialisti ed i liberali.

Potremmo dire che il Governo in carica in questa legislatura, ossia la Commissione europea guidata da Ursula Von Der Leyen era sorretta da una maggioranza di centrosinistra.

Da segnalare poi che la nostra coalizione di centrodestra, quella nazionale, formata da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, in Europa si sfalda.

Forza Italia, appartenente al PPE in questa legislatura era al Governo, Fratelli d’Italia era all’opposizione della Von Der Leyen essendo nel gruppo dei Conservatori e riformisti, sempre all’opposizione la Lega che tuttavia fa parte del gruppo Identità e Democrazia, un gruppo del quale fanno parte anche l’AFD tedesca ed il Rassemblement National francese.

Infine ricordiamo che ben 51 eurodeputati non rientravano in alcun gruppo parlamentare, insomma fanno parte di quello che noi definiremmo Gruppo misto, fra di loro gli eurodeputati del Movimento 5 Stelle.

Concludo facendo in breve excursus su come potrà essere formato il nuovo Parlamento europeo.

Ci sarà senza dubbio uno spostamento verso la destra, ampiamente previsti i successi elettorali per il Rassemblement National francese e il nostro Fratelli d’Italia, che tuttavia come ho detto non fanno parte dello stesso gruppo parlamentare in Europa.

Ma rispetto all’attuale composizione saranno molti i partiti cosiddetti euroscettici all’interno di Identità e Democrazia che guadagneranno voti, voti che tuttavia compenseranno la debacle della Lega che ricordiamo alle scorse elezioni europee aveva avuto un successo clamoroso.

Per questo, in linea teorica, dalle urne potrebbe uscire una maggioranza estremamente diversa da quella attuale.

Al punto che il PPE, che si prevede rimarrà il gruppo parlamentare più numeroso, per formare la nuova Commissione europea anziché guardare verso sinistra, come ha fatto finora potrebbe guardare a destra, ossia verso i Conservatori della Meloni e Identità e Democrazia della Lega.

Certo sembrerebbe azzardato vedere nella nuova Commissione europea eletti in Alternative Fur Deutschland, ed effettivamente anch’io faccio fatica a crederlo, tuttavia potrebbe davvero essere un’eventualità, perlomeno numerica.

Mancano sette settimane al voto, e davvero può succedere di tutto, non ci resta che stare a vedere.