A Piazza Affari la seduta odierna prosegue nel complesso con un tono positivo per le utility che pure si muovono a un ritmo differente.
Utility in positivo sul Ftse Mib
A salire più degli altri nel comparto è Enel che progredisce dello 0,64%, tallonato da ERG che guadagna lo 0,6%, mentre Terna ed Hera si apprezzano dello 0,49% e dello 0,29%.
Poco sopra la parità Italgas e A2A che mostrano un vantaggio rispettivamente dello 0,19% e dello 0,1%, mentre Snam viaggia poco sotto la parità con un calo dello 0,11%.
Utility snobbano andamento BTP e Spread
Le utility guadagnano terreno malgrado le negative indicazioni che arrivano dal mercato obbligazionario, con lo Spread BTP-Bund che si allarga e sale dello 0,86% a 134,92 punti base.
Male i BTP che vedono prevalere el vendite, con conseguente salita dei tassi, tanto che il rendimento del titolo a 10 anni mostra un rialzo dell’1,35%$ al 3,853%.
Le utility intanto finiscono sotto la lente sulla scia di alcune indicazioni di stampa che potrebbero avere impatti negativi in particolare su alcuni temi del settore.
Utility: crediti da Superbonus spalmati in 10 anni?
Secondo il Sole 24 Ore ci sarebbe il rischio che il governo guidato da Giorgia Meloni possa rendere obbligatorio che i crediti di imposta generati dal Superbonus salgano da 4 a 10 anni.
Il quotidiano di Confindustria riporta che l’obbligatorietà riguardi solo i crediti maturati nel 2024, cioè circa 4-5 miliardi di euro complessivi.
Rimarrebbero dei dubbi sul fatto che la manovra possa riguardare anche i crediti degli anni precedenti, anche se ci sarebbe il rischio di incostituzionalità.
Le associazioni dei costruttori e delle banche, le principali coinvolte, sarebbero già piuttosto contrarie sul tema.
Utility: l’analisi di Equita SIM e i titoli da seguire
Gli analisti di Equita SIM evidenziano che alcune utilities hanno esposizioni ai crediti fiscali avendo effettuato attività di efficientamento energetico legate al Superbonus con crediti fiscali esistenti a fine 2023.
Tra le altre, gli esperti della SIM milanese ricordano Snam con circa 1,5 miliardi di euro, Italgas con 460 milioni, Hera con 500 milioni, Iren ed Acea con circa 200 milioni di euro.
Equita SIM fa notare che il rischio di un allungamento dei tempi di incasso del credito sarebbe comunque limitato e secondo il Sole 24 Ore il potenziale impatto di svalutazione dei crediti maturati per l’allungamento da 4 a 10 del periodo di utilizzo potrebbe essere pari al 15% circa del valore nominale del credito.
Si tratterebbe, quindi, spiegano gli esperti della SIM milanese, di un potenziale impatto massimo dell’1,5% sulle capitalizzazioni di mercato dei titoli.