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Il puppy yoga è illegale: lo ha stabilito il Ministero della Salute

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Gli animalisti hanno ottenuto una piccola vittoria: il Ministero della Salute ha stabilito che il puppy yoga è illegale. I cuccioli di cane non possono essere utilizzati nelle palestre o nei centri sportivi, ne va del loro benessere psico-fisico.

Il puppy yoga è illegale: lo ha stabilito il Ministero della Salute

Negli ultimi tempi è diventato di gran moda il puppy yoga, tanto che sui social sono diventati virali video di adulti intenti a fare ginnastica in compagnia di cuccioli. Le immagini sono immediatamente diventati virali, provocando l’ira degli animalisti. Grazie a Striscia la Notizia sono saltati fuori retroscena che avrebbero dovuto far accapponare la pelle anche a coloro che non amano troppo gli animali. I cagnolini in questione vengono sballottati dagli allevatori da un centro sportivo all’altro, spesso trasportati in pessime condizioni. Tutto questo per il benessere degli umani che pagano fior fior di euro per la loro seduta di puppy yoga.

Gli animalisti, fortunatamente, non sono stati con le mani in mano. L’associazione Lndc Animal Protection ha presentato una denuncia per possibile maltrattamento alla procura di Milano. Nel frattempo, però, si è pronunciato il Ministero della Salute. Con una nota del 29 aprile 2024, si è stabilito che il puppy yoga è illegale perché “gli interventi assistiti con animali non possono essere fatti con cuccioli ma solo con soggetti adulti, condizione necessaria per tutelare la loro salute e il loro benessere“.

A partire dal 29 aprile 2024, quindi, il puppy yoga è illegale e non si può svolgere in nessun centro sportivo d’Italia. In attesa di una risposta dalla procura di Milano per la denuncia di possibile maltrattamento, la Lndc Animal Protection si dice soddisfatta della vittoria ottenuta con il Ministero della Salute. Piera Rosati, presidente dell’associazione, ha dichiarato:

Vittoria, le nostre azioni hanno fatto centro. Continueremo a rimanere vigili su questo fronte e a combattere verso ogni forma di maltrattamento e sfruttamento degli animali. Chiediamo ad Asl e cittadini di segnalare tempestivamente queste attività in tutta Italia ad autorità e polizia.

Puppy yoga illegale: cosa succede adesso?

Grazie alla nota del Ministero della Salute del 29 aprile 2024, il puppy yoga è illegale. Considerando che, specialmente nel Belpaese, il detto fatta la legge trovato l’inganno non è solo un modo di dire, la vigilanza deve essere massima. Questo significa che le associazioni animaliste continueranno a tenere sotto controllo la situazione e chiunque venga a conoscenza di situazioni dubbie è chiamato a denunciare i responsabili alle forze dell’ordine. Enrico Moriconi, veterinario etologo consulente della Lndc, ha dichiarato:

Questo è un risultato molto significativo. Viene confermato dal Ministero della Salute ciò che abbiamo sostenuto sin dall’inizio. L’illegalità dell’utilizzo dei cuccioli in queste pratiche. Desidero sottolineare la motivazione alla base della nostra denuncia: la tutela degli animali e del loro benessere. L’utilizzo degli animali rientra perfettamente negli interventi assistiti con animali (Iaa). Non è vero che esiste un vuoto normativo. E’ invece evidente che, rientrando di legge in quell’ambito, possono essere impiegati solo animali adulti non inferiori a un anno, previa formazione. (…) Impedire la sofferenza degli animali è il nostro principale obiettivo. Il fatto che il fenomeno del Puppy yoga sia balzato alla cronaca ha accelerato il processo di denuncia e segnalazione. Sarà compito degli organi deputati al controllo e alla vigilanza fare in modo che queste iniziative a danno degli animali non proseguano. Saranno i colleghi stessi e gli organi di polizia a monitorare i territori.

Ricordiamo che, grazie alle indagini, si è scoperto che molti cuccioli utilizzati per il puppy yoga avevano soltanto 42 giorni di vita. Questo significa che i cagnolini non avevano neanche terminato la profilassi vaccinale.

Chi è Simona Branchetti, tra i papabili nomi per condurre Pomeriggio 5

Simona Branchetti, giornalista e conduttrice molto apprezzata, potrebbe presto succedere a Myrta Merlino alla conduzione del celebre programma Pomeriggio 5.

Ecco chi è, dalla vita privata al fidanzato segretissimo della giornalista. 

Chi è Simona Branchetti: tutto sulla conduttrice e giornalista

Classe 1976, Simona Branchetti è nata il 15 agosto a Meldola, in provincia di Forlì-Cesena, sotto il segno zodiacale del Leone. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha preferito buttarsi nel mondo del giornalismo, diventando professionista nel 2005. Ha iniziato a muovere i primi passi nella carta stampata, come La voce di Forlì, poi è passata alla televisione, prima in emittenti locali poi, nel 2003, ha fatto il grande salto approdando a SkyTg24. Qui ha condotto anche Bel tempo si spera.

Nel 2007, Simona è passata a Mediaset e, ad oggi, è ancora uno dei volti di punta dell’informazione del Biscione. Ha presentato il Tg5, prima insieme a Giuseppe Brindisi poi sola, e in seguito ha ottenuto il programma Morning News, da lei stessa ideato. Per un breve periodo ha portato sullo schermo Pomeriggio Cinque News. La Branchetti ha anche scritto un libro, intitolato Donne è arrivato lo smart working, e nel 2019 ha ricevuto il premio Magna Grecia Award per il suo impegno nella causa femminile.

La vita privata di Simona Branchetti: chi è il fidanzato?

Da sempre molto riservata, Simona Branchetti è stata sposata con il conduttore radiofonico Federico Quaranta. Si sono conosciuti nel 2007 durante una vacanza a Formentera, quando lui era fidanzato. Tornati in Italia, lo speaker ha rotto con la compagna e ha iniziato a corteggiare la giornalista. Dopo 8 mesi dal primo incontro, precisamente nel 2008, i due si sono giurati amore eterno. L’unione, purtroppo, è arrivata al capolinea nel 2012. Quaranta, intervistato dal settimanale DiPiù, ha dichiarato:

I primi tre anni sono stati fantastici: eravamo innamoratissimi, abbiamo anche cercato un figlio, ma purtroppo non è arrivato. Poi sono cominciati i problemi.

La separazione, stando a quanto dichiarato da Federico, è arrivata soprattutto a causa dei rispettivi impegni professionali. Ad oggi, comunque, hanno un ottimo rapporto. Nel 2016 Simona ha iniziato una relazione con Carlo Longari, ex compagno di Elisabetta Ferracini, figlia di Mara Venier. Si sono sposati nel 2017, ma nel 2021 è arrivata la rottura. Per la Branchetti è stata molto dolorosa:

Ero convinta di aver trovato l’uomo con cui avrei vissuto per sempre, lo avrei voluto, e invece non è andata così. Perderlo è stata una ferita mortale

Attualmente, la conduttrice e giornalista dovrebbe essere single. Con gli ex mariti non ha mai avuto figli.

Simona Branchetti a Pomeriggio 5?

Ora per la Branchetti potrebbero spalancarsi le porte di Pomeriggio 5, programma già noto alla giornalista che come detto sopra ha condotto la versione News dello show.

Secondo le ultime notizie infatti Myrta Merlino non avrebbe convinto la dirigenza Mediaset a riconfermarla, con l’ex conduttrice di La7 che potrebbe trovare spazio su Rete 4.

Le location di Challengers: dove è stato girato il film diretto da Luca Guadagnino

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Luca Guadagnino torna alla regia con il film che ha conquistato gli spettatori in sala, Challengers, raggiungendo risultati mai visti prima. A contribuire al suo successo non vi è solo il talento degli attori protagonisti, ma anche la scelta dei luoghi in cui è stata girata la pellicola: ecco quali sono le location di Challengers.

Challengers, il film da record di Luca Guadagnino

Il film in sala di Luca Guadagnino raggiunge vette mai ottenute dal regista, superando in pochi giorni i risultati ottenuti da una delle sue pellicole più amate dal pubblico, Call me by your name.

Dopo Bones and All, film che vede protagonista Taylor Russell e Timothée Chalamet, il regista ritorna in sala con uno dei film più attesi dell’anno che, a seguito dello sciopero degli attori di Hollywood, ha visto slittare la sua uscita da settembre 2023 ad aprile 2024.

L’attesa è però valsa la pena, grazie anche alla promozione che gli attori hanno potuto effettuare in giro per il mondo, rilasciando interviste e svelando alcune curiosità legate al film, tra cui dettagli legati alle location dove è stata girata la pellicola: scopriamo insieme tutti i luoghi dove sono avvenute le riprese.

Le location di Challengers: dai campi di tennis alla camere d’hotel

Tante le curiosità legate al film di Luca Guadagnino e, dopo aver scoperto quanto costa la maglia I Told Ya, indossata da due delle star Zendaya e Josh O’Connor, non resta che scoprire alcuni dettagli sulle location dove sono state girate le scene.

Protagonista della storia è la relazione che vede ai vertici di un triangolo Tashi, Art e Patrick, tre amici in età adolescenziale le cui strade si intrecciano nel corso degli anni e che li vedrà coinvolti in un match finale di tennis che ha tenuto gli spettatori col fiato sospeso.

Girato dal 3 maggio al 26 giugno 2022, Challengers ha visto come location principale Boston, ma anche altre località nel Massachusetts, come Beverly, Canton, Braintree e Bedford.

La scelta di Boston come location principale non è stata casuale, date le sue caratteristiche che rientrano perfettamente nello stile estetico di Luca Guadagnino, come lo skyline della città e i contesti urbani in cui gli attori hanno messo in scena molte delle parti del film.

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Gli attori hanno inoltre alloggiato nella città, prendendo parte anche a eventi tipici organizzati nel cuore dell’America: Josh O’Connor e Mike Faist, infatti, ha dichiarato di aver assistito alla maratona di Boston per prendere ispirazione dai corridori.

Le location lontano dai riflettori per volere di Zendaya

Mentre Josh O’Connor e Mike Faist hanno avuto l’opportunità di girare ampiamente nelle città americane in cui sono avvenute le riprese, diversa è stata l’esperienza per Zendaya.

L’attrice, infatti, ha dichiarato in alcune interviste di aver dovuto rifiutare diversi inviti da parte degli attori per timore di essere fermata dai numerosi fan provenienti da tutto il mondo, privandola così di una semplice e tranquilla uscita in compagnia dei suoi colleghi sul set.

Anche per questo motivo, l’attrice e produttrice di Challengers ha preferito non rivelare le esatte posizioni in cui sono avvenute le riprese.

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Molte delle scene di tennis che la vedono protagonista agli US Open non sono state girate nel Queens, ma in quartieri più piccoli del Massachusetts, in modo tale da tenere lontani dal set i più curiosi.

Con questa scelta, si sono così evitati occhi indiscreti sul set, lasciando la massima sorpresa agli spettatori che hanno successivamente accolto con affetto e stupore la pellicola, destinata a superare tutti i record mai ottenuti dal regista italiano Luca Guadagnino.

Leggi anche: Dune 2: tutte le location del film con Timothée Chalamet e Zendaya

Leonardo non trova linfa nell’ottima trimestrale di DRS

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Tra le blue chip che oggi si muovono in controtendenza rispetto al Ftse Mib troviamo anche Leonardo.

Leonardo in calo

Il titolo, dopo aver ceduto oltre due punti percentuali martedì scorso, viaggia anche oggi sotto la parità, ma a un ritmo decisamente più moderato.

Mentre scriviamo, infatti, Leonardo viene fotografato a 21,55 euro, con un ribasso dello 0,37% e oltre 1,2 milioni di azioni passate di mano fino a ora, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 4 milioni.

Leonardo: focus sui conti della controllata DRS

Leonardo si conferma debole malgrado le buone notizie arrivate dalla controllata statunitense.

DRS ha diffuso i risultati del primo trimestre che hanno evidenziato un fatturato in rialzo del 21% a 688 milioni di dollari, trainato da maggiori volumi, contro l’attesa del consensus di Factset pari a 643 milioni.

L’utile netto è balzato del 142% a 29 milioni di dollari, beneficiando anche di minori oneri finanziari e tasse, contro la previsione di un dato pari a 26 milioni.

L’Ebitda adjusted è salito del 43% a 70 milioin di dollari, mentre il risultato operativo è cresciuto del 72% a 43 milioni di euro.

Gli ordini sono saliti del 9% a 815 milioni di dollari, con un backlog a 7,8 miliardi di dollari.

Leonardo: Equita SIM commenta i dati di DRS

Gli analisti di Equita SIM evidenziano che il trend del primo trimestre di DRS è superiore a quello atteso dal consensus per l’intero gruppo Leonardo, per il quale è previsto un fatturato in rialzo del 7%, EBITA in aumento del 43% e utile netto del 92% su base annua.

La SIM milanese ricorda comunque che il primo trimestre tipicamente è il più debole dell’anno.

Quanto alla guidance per il 2024, DRS l’ha confermata col consensus già posizionato nella parte alta degli intervalli.

Nel dettaglio è previsto un fatturato di 2,925-3,025 miliardi di dollari, un eps diluito di 0,74-0,82 dollari e un Ebitda adjusted di 365-390 milioni di dollari.

Equita SIM evidenzia che ai prezzi di mercato DRS vale il 27% della sua somma delle parti di Leonardo.

Non cambia intanto la view degli analisti che su Leonardo ribadiscono la loro strategia bullish, con una raccomandazione “buy” e un prezzo obiettivo a 23 euro.

Il botta e risposta durissimo tra Amadeus e l’ex manager Lucio Presta: ecco cos’è successo

Sembrano lontani i tempi in cui i due apparivano sorridenti ed entusiasti, l’uno accanto all’altro. Ora tra Lucio Presta e Amadeus non scorre più buon sangue, con tanto di battibecco e botta e risposta. I due si sono scambiati accuse e messaggi piuttosto risentiti, o almeno così sembrerebbe: ecco cos’è successo.

Le accuse di Lucio Presta ad Amadeus

Uno è l’agente tra i più influenti nel mondo dello spettacolo, l’altro uno dei conduttori più apprezzati della tv. Poco prima della settantaquattresima edizione del Festival di Sanremo i rapporti tra i due pare si siano incrinati ed evidentemente non c’è stato margine di miglioramento.

Su X Lucio Presta aveva già espresso la sua intenzione di fare chiarezza in merito a quanto successo con il suo ex amico e collaboratore. In un tweet annunciava:

Mi sa che è giunto il tempo di dire chi e come sono le persone e come si sono svolti i fatti. Ho visto tante facce piene di maschere. È tempo di svelare fatti e circostanze.

E così ha fatto. Intervistato dal Giornale, il manager racconta la sua versione dei fatti, spiegando cosa sarebbe successo tra lui e Amadeus:

Naturalmente ho tutte le prove documentabili e testimoni di quanto dichiarato. Ho voluto chiarirlo perché Amadeus in conferenza stampa ha detto: ‘Presta sa quello che ha fatto’, lasciando intendere chissà cosa. Altrimenti, come mia abitudine ben conosciuta, non avrei mai parlato della fine del nostro rapporto.

Presta ha raccontato del successo sanremese, sottolineando che il primo Festival è stato “un capolavoro di complicità” tra lui e Amadeus. Il conduttore, ricorda il manager, si sarebbe attribuito tutti i meriti della creazione del regolamento, ma lui non se l’è presa. Eppure, nel corso dell’intervista, non mancano le accuse:

Amadeus non sapeva neanche da dove si potesse iniziare a formulare un regolamento e ciò che ne consegue, quali fossero i diritti e i doveri del Direttore Artistico del Festival. Potrei chiamare a testimoniare Claudio Fasulo che ha vissuto con me quei giorni.

Tra i due pare che qualcosa sia cambiato dopo la terza edizione di Arena Suzuki ’60-2000. Lo spiega lo stesso Presta:

Incontrai Amadeus durante la presentazione del calendario dei Carabinieri. Ci sentimmo per gestire le varie richieste degli artisti che volevano essere ospiti al Festival e a quel punto mi accorsi che qualcosa non andava: Ama diceva sempre no e declinava ogni proposta.

Da quel momento pare che il manager non sia più riuscito a organizzare incontri privati con Amadeus. Infatti, precisa:

Mi accorsi che due miei stretti collaboratori, accolti da anni non solo nell’azienda ma anche nella mia vita, iniziarono un rapporto diretto e segreto con Amadeus, parlando male del sottoscritto e indicandogli delle strade professionali che avrebbe potuto sfruttare, violando i segreti dell’azienda per cui lavoravano.

Il caso John Travolta

I dettagli sulla rottura della loro collaborazione proseguono e, tra le dichiarazioni che non potevano passare inosservate, c’è persino il caso John Travolta.

Lucio Presta dice di aver sconsigliato ad Amadeus di invitarlo. A ottobre 2023 Oscar Generale, manager di Travolta, gli avrebbe chiesto se fossero interessati alla presenza dell’artista per una cifra molto bassa “perché lo sponsor delle scarpe era disposto a pagare la differenza del suo cachet”. Tuttavia, ha poi precisato:

A novembre, un mese dopo, il manager di Travolta ha rilanciato l’offerta. Io non ho risposto ma ho condiviso con Alessio De Stefani, mio collaboratore e autore del Festival, che si erano offerti di nuovo. Sono certo che una volta arrivati a Sanremo il manager abbia contattato De Stefani riproponendo il tutto. Sta di fatto che al Festival, quanto dal manager proposto si è poi avverato e le uniche persone che sapevano della proposta erano Amadeus e De Stefani. Nel frattempo con De Stefani e Dal Bello il rapporto di collaborazione con Arcobaleno tre e anche con me si era interrotto per comportamento scorretto e violazione di segreti industriali. Tutt’ora la Dal Bello collabora con Amadeus in qualità di assistente, di De Stefani non ho riscontri, terminato The Voice.

Le sue parole sul finire dell’intervista lasciano trapelare una certa amarezza:

Il triste finale è che Giulio Andreotti aveva ragione. La gratitudine è il sentimento della vigilia e la sindrome rancorosa del beneficiato è una sindrome ascrivibile ai nostri giorni e anche ai grandi personaggi.

La replica di Amadeus

Amadeus ha prontamente replicato alle accuse di Presta, ma lo ha fatto senza troppe polemiche. Cita Fedor Dostoevskij e, in una storia pubblicata sul suo profilo Instagram, scrive:

Chi mente a se stesso e presta ascolto alle proprie menzogne, arriva al punto che più nulla di vero riesce a distinguere né in sé né intorno a sé, e quindi finisce a non stimare né se stesso né gli altri.

In sottofondo una canzone intitolata “Pinocchio”. Lucio Presta, ancora una volta, ha deciso di controbattere e lo ha fatto, di nuovo, con un post su X: “Nella vita bisogna fare i fatti, non le parole”, ha scritto.

Star Wars Day: ecco perché si festeggia il 4 maggio

Come ogni anno il 4 maggio si festeggia lo Star Wars Day, data che celebra la famosa saga nata nel 1977 dalla mente di George Lucas con il film Una nuova speranza e che ancora appassiona milioni di fan in tutto il mondo.

Ma perché è stata scelta proprio questa data? Il motivo nasconde una simpatica coincidenza linguistica che vi spieghiamo in questo articolo.

Perché è stato scelto il 4 maggio per lo Star Wars Day

Il perché sia stato scelto proprio il 4 maggio trova la sia spiegazione nella lingua originale della saga, ovvero l’inglese. Tutto nasce dal celebre augurio che spesso si rivolgono i protagonisti, pronunciato per la prima volta da Han Solo nei primi film.

Con questa frase in sostanza si intende augurare buona fortuna a chi la si rivolge. Con il termine “Forza” nell’universo di quello che è conosciuto in Italia anche come “Guerre Stellari”, ci si riferisce al campo di energia generato dagli esseri viventi, che dona a chi è in grado di gestirla dei poteri straordinari

Pronti per una veloce lezione di inglese? “La forza sia con te” si traduce con “May the force be with you”, dove per “may” si intende il verbo che si utilizza per esprimere una possibilità, ma la stessa parola è usata anche per riferirsi al mese di maggio

“Force” invece viene cambiato in “fourth” per una certa assonanza nella pronuncia. Ecco quindi che “May the force” diventa “May the fourth”, che sarebbe appunto May the 4th, il 4 maggio. 

Come conseguenza del grande successo della saga, questa frase è diventata di uso comune ovviamente nella sua versione originale ma anche in quelle tradotte. Non è raro infatti sentirla nelle serie tv che fanno, di tanto in tanto, dei riferimenti alla cultura pop.

La nuova sorpresa della Disney per i fan

Come dicevamo, tutto ha avuto inizio ormai più di 40 anni fa, nel 1977, con la trilogia originale, realizzata da George Lucas. Successivamente sono nate altre trilogie, legate sempre alle vicende di Guerre Stellari, realizzate da altri registi, tra cui proprio J.J. Abrams.

Dal 2012, con l’acquisizione della Lucasfilm, la Disney ha acquistato anche i diritti sull’intera saga, dando vita ad un vero e proprio franchising di grande successo che comprende diversi film, serie come The Mandalorian in cui si ricorda un “Baby Yoda” che ha fatto letteralmente impazzire tutti, una serie animata dal titolo Bad Batch e prodotti vari tra action figures, tazze, vestiti, giocattoli e oggetti da collezione.

La Dinsey insomma, non accenna a fermarsi e a maggio 2022 i fan hanno avuto un motivo in più per festeggiare. Essendo questo infatti l’anno dell’uscita della serie su Obi Wan Kenobi, uno dei personaggi sicuramente più apprezzati di Star Wars.

Per le celebrazioni del 2024 invece Disney è pronta a lanciare una nuova serie animata antologica dal titolo Star Wars: Tales of the Empire. Come riportato dal sito ufficiale la serie racconta:

“il temibile Impero Galattico attraverso gli occhi di due guerriere: la Sorella della Notte Morgan Elsbeth e l’ex Jedi Barriss Offee. Tales of the Empire si concentra su eventi mai raccontati nelle loro vite. Scopriremo come una giovane Morgan Elsbeth naviga nel mondo imperiale in espansione verso un percorso di vendetta, mentre l’ex Jedi Barriss Offee fa quello che deve per sopravvivere in una galassia in rapido cambiamento. Le scelte che faranno definiranno i loro destini”.

La serie è prevista per il 4 maggio 2024 e sarà composta da 6 episodi che verranno rilasciati in blocco.

Leggi anche: Le serie tv di maggio 2024: i titoli imperdibili in uscita sulle diverse piattaforme

Bonus verde 2024: come funziona e cosa comprende l’agevolazione

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Il bonus verde 2024 è stato prorogato fino al 31 dicembre dell’anno in corso e consente a tutti i cittadini di ottenere una detrazione fiscale del 36% sulle spese sostenute per il rifacimento di giardini e terrazze, entro un limite massimo di spesa pari a 5.000 euro. La detrazione massima che si può ottenere, quindi, è di 1.800 euro, ma quali sono le spese ammesse?

Scopriamo cosa comprende il bonus verde 2024 e come funziona l’agevolazione.

Bonus verde 2024: come funziona

All’interno del pacchetto dei bonus edilizi c’è anche un bonus destinato al rifacimento dei giardini e delle terrazze: questa agevolazione è chiamata bonus verde ed è stata confermata dalla Legge di Bilancio per tutto il 2024.

Il bonus in questione permette di ottenere una detrazione Irpef del 36%, da suddividere in 10 rate annuali di pari importo, sulle spese sostenute per gli interventi straordinari di sistemazione di terrazzi e giardini privati o condominiali. Il limite massimo di spesa da portare in detrazione è di 5.000 euro, e dunque l’importo detraibile è pari al massimo a 1.800 euro, ottenibile in dieci rate annuali rate da 180 euro.

I beneficiari di questa agevolazione non sono solo i proprietari di immobili, ma anche gli affittuari e i comodatari. L’accesso alla detrazione è consentito anche ai lavori eseguiti su aree verdi condominiali.

Bonus verde 2024: cosa comprende

Il bonus verde 2024 comprende una serie di interventi che possono essere effettuati sia presso i giardini privati di singole abitazioni, sia presso aree comuni di un condominio.

In linea generale, la detrazione spetta per i lavori di:

  • creazione di nuove aree verdi, come il rifacimento di una zona incolta da trasformare in aiuola o giardino;
  • progettazione di nuovi spazi verdi o per la realizzazione di giardini pensili e coperture a verde della casa oppure per la realizzazione di pergolati;
  • miglioramento degli impianti di irrigazione e per la realizzazione di nuovi pozzi;
  • realizzazione di box e garage.

Infine, è possibile sfruttare il bonus anche per sostenere l’acquisto di nuove fioriere in cemento da installare in terrazzo per la collocazione di piante e arbusti. Ma attenzione: l’intervento non deve essere solo parziale, ma deve riguardare l’intera sistemazione a verde del terrazzo.

Cosa non è incluso nell’agevolazione

Sono esclusi dall’agevolazione tutti gli interventi realizzati all’interno di immobili che non sono adibiti a residenza, ovvero negozi, uffici o fabbricati.

Non rientrano tra i lavori agevolabili nemmeno le opere di manutenzione ordinaria di giardini già esistenti, quindi tutti quei lavori che non apportano nulla di nuovo al verde già esistente.

Come richiedere il bonus verde per giardino e terrazzo

Per ottenere il bonus giardino e terrazzo occorre far eseguire i lavori a personale specializzato, in quanto l’intervento deve essere certificato con il rilascio di una ricevuta fiscale da parte della ditta che ha eseguito i lavori.

Non solo: è opportuno anche effettuare i saldi e i pagamenti con metodi tracciabili, ovvero tramite bonifico parlante, per avere diritto alla detrazione fiscale. All’interno andrà tenuta traccia di:

  • causale del versamento;
  • codice fiscale del beneficiario della detrazione;
  • numero di partita iva o codice fiscale del soggetto a cui viene indirizzato il bonifico.

A differenza di altri bonus ristrutturazione previsti a livello statale, il bonus verde non consente di accedere alle alternative di cessione del credito o sconto in fattura. L’unico modo di fruire del rimborso fiscale è attraverso lo sgravio diretto dell’imponibile Irpef.

A tal fine, è obbligatorio produrre un’autocertificazione in cui siano indicate le somme totali delle spese portate in detrazione, che andranno specificate anche nel quadro E del modello 730 dell’anno in cui sono state sostenute, con il codice 12.

Prove Invalsi 2024, tutte le prove si svolgeranno nel mese di maggio: dettagli e date

Le prove Invalsi 2024 (Sistema Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione) per ogni grado di istruzione saranno svolte tutte nella seconda settimana del mese di maggio ad eccezione delle classi II della scuola secondaria di secondo grado. Nonostante lo scetticismo e le polemiche relative a questo metodo di valutazione tutti gli istituti saranno tenuti ad eseguire tali prove. Scopriamo insieme tutti i dettagli relativi ai giorni e alle date in cui saranno tenute.

Prove Invalsi 2024: le date per ogni grado di istruzione

I test istituiti dal Sistema Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione (Invalsi) saranno organizzati in questo modo a partire dalla scuola primaria solo nelle classi II e V. Si parte lunedì 6 maggio con le V primaria che dovranno sostenere la prova di inglese in formato cartaceo.

In data martedì 7 maggio 2024 si terrà invece la prova di italiano in formato cartaceo per le classi II e V primaria. La II primaria non dovrà sostenere la prova di inglese.

Per la data giovedì 9 maggio 2024 termineranno le Invalsi per la scuola primaria. L’ultimo test da eseguire sarà quello di matematica sia per le classi II che per le classi V.

Per quanto riguarda invece le II primaria solo le cosiddette “Classi Campione”, ossia classi selezionate dal Ministero, dovranno sostenere la prova di lettura in data 7 maggio 2024. In queste classe la prova di lettura sarà sostenuta prima della prova di italiano.

Le classi II delle scuole secondarie di secondo grado sosterranno le prove di italiano e matematica in modalità digitale in date che possono variare dal 13 maggio al 31 maggio 2024 a discrezione dell’Istituto.

Le “Classi Campione” delle classi II delle scuole secondarie di secondo grado sosterranno le prove di italiano e matematica in questi giorni: lunedì 13, martedì 14, mercoledì 15 maggio 2024.

Cosa sono le prove Invalsi e come sono strutturate

Le prove Invalsi sono un sistema di valutazione del Ministero dell’Istruzione sul grado di preparazione degli alunni nelle scuole italiane. Sono anonime e il risultato non influisce sulla media del voto degli studenti. A partire dal mese di giugno 2023, tali prove, sono diventate un requisito fondamentale per accedere all’Esame di Stato.

I test presenti nelle prove Invalsi differiscono a seconda delle classi. Nelle classi II della scuola primaria la prova di italiano nelle classi non campione consiste nella lettura e comprensione di un brano con domande a risposta multipla. Ad essere si aggiungono domande a risposta multipla di grammatica e sintassi. La prova di matematica consiste in risposte multiple a quesiti di matematica e logica.

I due test di italiano e matematica nelle classi V della scuola primaria sono strutturati allo stesso modo delle classi II ma con programmi diversi. L’unica differenza si può rilevare nella presenza di un brano aggiuntivo nella prova di italiano per le classi V della scuola primaria.

Nelle classi II delle scuole secondarie di secondo grado le prove Invalsi si svolgeranno in formato digitale. I test consistono in domande che cambiano da alunno ad alunno di difficoltà equivalente. Anche per i questionari in formato digitale la modalità dei test sarà a risposte multiple.

Leggi anche: Maturità 2024, gli studenti dovranno presentare un “capolavoro”: ecco cos’è

Par Condicio elettorale, cos’è e come cambia in vista delle Europee

Il 12 aprile l’Agcom ha approvato il nuovo regolamento sulla par condicio per le tv private in vista delle Elezioni Europee di giugno, senza tener conto delle modifiche apportate dalla commissione di Vigilanza Rai volute dalla maggioranza.

L’autorità non ha infatti recepito le modifiche del testo introdotte da FdI, Lega e Noi Moderati, il quale prevede in particolar modo la possibilità per ministri e premier di aver più spazio nei talk show per parlare delle attività istituzionali e governative. 

Vediamo insieme come nasce la par condicio e cosa prevede quella Agcom per le elezioni dell’8-9 giugno 2024.

Par condicio: origine e significato del termine

Per par condicio s’intende un insieme di regole che garantisce alle forze politiche che si presentano alle elezioni parità di trattamento e rappresentanza all’interno delle trasmissioni radiofoniche e televisive.

La par condicio è frutto della Legge n.28 del 22 febbraio 2000. L’articolo 9 sancisce il divieto di attività di comunicazione da parte di tutte le amministrazioni pubbliche, salvo che non siano effettuate in forma impersonale o siano indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni. Tale periodo scatta a partire dalla convocazione dei comizi elettorali, e deve essere adottato non oltre il 45esimo giorno antecedente alla data delle votazioni.

La legge divide le emittenti in pubbliche e private. Sul rispetto della par condicio da parte delle prime si occupa l’Agcom, mentre per il servizio pubblico è responsabilità della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai.

La legge prevede, inoltre, due differenti tipologie di format che si occupano di informazione. Il primo gruppo è costituito dai programmi di “comunicazioni politiche”. Di solito sono programmi di approfondimento, come i talk show, che in questo periodo si trasformano in vere e proprie tribune elettorali, e possono ospitare confronti televisivi tra candidati politici, a patto che il tempo venga equamente ripartito tra i vari soggetti e sia dato spazio a tutte le forze in corsa per il Parlamento. Fanno parte del secondo gruppo, invece, i meri programmi di informazione come telegiornali, giornali radio, rassegne stampa.

Il caso Letta-Meloni

L’Agcom, dunque, è l’autorità competente che deve intervenire e pronunciarsi quando vengono segnalati possibili casi di violazione della par condicio. Di solito il provvedimento è un semplice richiamo, anche se vi sono stati in passato episodi in cui alcuni telegiornali sono stati multati. 

Nella scorsa tornata elettorale l’Agcom è finora intervenuta una volta sola, quando nella trasmissione di Porta a Porta, su Rai 1, sarebbe andato in onda il confronto tra Giorgia Meloni e il segretario del PD Enrico Letta. Il dibattito sarebbe, infatti, contrario al principio della par condicio, in quanto avrebbe escluso il resto dei candidati politici.

Il nuovo regolamento per le Elezioni Europee

Come detto in precedenza, ad aprile è stato approvato il nuovo testo Agcom il quale è “sostanzialmente invariato rispetto allo schema trasmesso alla Commissione di Vigilanza” e definisce “i criteri specifici ai quali debbono conformarsi le emittenti radiotelevisive private e definisce per la Rai e per le private il sistema di monitoraggio”. A spiegare meglio la questione è stato poi il commissario Agcom Antonello Giacomelli, il quale ha affermato che:

“Abbiamo approvato in via definitiva il nostro regolamento sulla par condicio, prendendo atto che il testo è perfettamente sovrapponibile con la delibera adottata dalla Commissione di Vigilanza formulata anch’essa, pur con diverse variazioni lessicali, nel pieno rispetto della regole fissate dalla legge 28 del 2000 e della legge 515 del 1993. I criteri e le valutazioni di Agcom saranno applicati in modo uniforme sia per le tv private che per il servizio pubblico”.

Il nuovo regolamento introduce nuovi criteri per garantire parità di trattamento nell’informazione televisiva. In particolare l’autorità non si limiterà a valutare la quantità di tempo fruita dai soggetti politici nella programmazione ma considererà le fasce orarie in cui l’esposizione dei soggetti avviene, sulla base degli ascolti registrati dall’Auditel.

Per quanto riguarda invece i programmi d’informazione si terrà conto della periodicità, con l’Autorità che interverrà tempestivamente in caso di squilibri.

L’Autorità inoltre applicherà in modo uniforme per la RAI e per le emittenti private le regole fissate dalla legge, garantendo, prima di adottare una decisione “un processo di contraddittorio per consentire alle emittenti di presentare le osservazioni e di fornire eventuali chiarimenti sui dati di monitoraggio, che riceveranno settimanalmente”.

Intanto sono finalmente ufficiali le liste dei candidati alle prossime Elezioni Europee, tra i quali spiccano, oltre ai leader di partito, anche altre figure come il generale Vannacci e Ilaria Salis.

Alberto Salerno, tra lavoro e vita privata: ecco chi è il marito di Mara Maionchi

Alberto Salerno è un paroliere e produttore discografico italiano. Noto per la sua produzione musicale e per essere sposato con la talent scout Mara Maionchi. Da appassionato di musica è riuscito a fare del suo hobby un vero e proprio lavoro, arrivando poi al successo. Ecco chi è Alberto Salerno, marito di Mara Maionchi, e cosa sappiamo sulla sua carriera e la sua vita privata.

La carriera di Alberto Salerno, dagli esordi al successo

Alberto Salerno è un paroliere italiano, pilastro della musica nel nostro Paese, nato il 30 dicembre 1949. 

Fin da piccolo era appassionato di musica, la stessa che anni dopo lo ha reso famoso. Comincia a interessarsi alla musica attorno ai 15 anni, scrivendo testi e frequentando studi di registrazione, passione probabilmente ereditata dal padre Nicola Salerno, un vero e proprio maestro della produzione musicale (suo il brano Tu vuò fa l’americano).

Il primo successo arriva ai 18 anni con la canzone Avevo un cuore, interpretata da Rino Gaetano. Negli anni Settanta arriva a un livello eccezionale, scrivendo canzoni quali Io Vagabondo e Tutto a posto dei Nomadi. Altri suoi successi sono Terra Promessa di Eros Ramazzotti e Donne di Zucchero. Tra le sue collaborazioni più importanti anche quelle con Marcella Bella e Mango.

Alberto Salerno ha portato più volte dei brani al Festival di Sanremo, vincendo 4 volte rispettivamente nel 1977 con Bella da morire, Homo Sapiens; nel 1984 con Terra Promessa, Ramazzotti; nel 1999 con Senza Pietà, Anna Oxa; nel 2003 con Per dire di no, Alexia.

Chi è il marito di Mara Maionchi

La svolta nella vita di Alberto Salerno arriva grazie all’incontro con quella che, successivamente, sarebbe diventata sua moglie: Mara Maionchi

alberto

Infatti, non solo i due si sono sposati, ma hanno anche fondato insieme una casa discografica chiamata Non ho l’età

Da quel momento in poi, nonostante alcuni alti e bassi, i due non si sono mai lasciati e stanno insieme da cinquant’anni. I due sono partner sia dal punto di vista personale sia professionale e si stimano moltissimo.

In un’intervista Mara Maionchi ha parlato anche del passato tradimento del marito, ma ha dichiarato anche che lo risposerebbe all’istante se dovesse tornare indietro. Nonostante tutto. Infatti, ha raccontato:

Ho scoperto che mio marito ha avuto una debolezza, ma quando hai dei figli e un progetto di vita insieme, si perdona e si supera. Cosa vuole che sia un corno? E un po’ è stata anche colpa mia, guardavo le bambine più di lui. Certo, se fosse stata una storia lunga magari due anni sarebbe stato diverso, ma così per fortuna non è stato. Ho perdonato naturalmente e non mi sono sognata di vendicarmi.

Il tradimento di Alberto e la produzione musicale dei due sono stati ripresi da Mara nell’intervista a Belve, condotto da Francesca Fagnani.

Alberto e Mara hanno due figlie: Giulia, a sua volta madre di Margherita e Niccolò, e Camilla, madre di Mirtilla.