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Leonardo non trova linfa nell’ottima trimestrale di DRS

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Tra le blue chip che oggi si muovono in controtendenza rispetto al Ftse Mib troviamo anche Leonardo.

Leonardo in calo

Il titolo, dopo aver ceduto oltre due punti percentuali martedì scorso, viaggia anche oggi sotto la parità, ma a un ritmo decisamente più moderato.

Mentre scriviamo, infatti, Leonardo viene fotografato a 21,55 euro, con un ribasso dello 0,37% e oltre 1,2 milioni di azioni passate di mano fino a ora, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 4 milioni.

Leonardo: focus sui conti della controllata DRS

Leonardo si conferma debole malgrado le buone notizie arrivate dalla controllata statunitense.

DRS ha diffuso i risultati del primo trimestre che hanno evidenziato un fatturato in rialzo del 21% a 688 milioni di dollari, trainato da maggiori volumi, contro l’attesa del consensus di Factset pari a 643 milioni.

L’utile netto è balzato del 142% a 29 milioni di dollari, beneficiando anche di minori oneri finanziari e tasse, contro la previsione di un dato pari a 26 milioni.

L’Ebitda adjusted è salito del 43% a 70 milioin di dollari, mentre il risultato operativo è cresciuto del 72% a 43 milioni di euro.

Gli ordini sono saliti del 9% a 815 milioni di dollari, con un backlog a 7,8 miliardi di dollari.

Leonardo: Equita SIM commenta i dati di DRS

Gli analisti di Equita SIM evidenziano che il trend del primo trimestre di DRS è superiore a quello atteso dal consensus per l’intero gruppo Leonardo, per il quale è previsto un fatturato in rialzo del 7%, EBITA in aumento del 43% e utile netto del 92% su base annua.

La SIM milanese ricorda comunque che il primo trimestre tipicamente è il più debole dell’anno.

Quanto alla guidance per il 2024, DRS l’ha confermata col consensus già posizionato nella parte alta degli intervalli.

Nel dettaglio è previsto un fatturato di 2,925-3,025 miliardi di dollari, un eps diluito di 0,74-0,82 dollari e un Ebitda adjusted di 365-390 milioni di dollari.

Equita SIM evidenzia che ai prezzi di mercato DRS vale il 27% della sua somma delle parti di Leonardo.

Non cambia intanto la view degli analisti che su Leonardo ribadiscono la loro strategia bullish, con una raccomandazione “buy” e un prezzo obiettivo a 23 euro.

Il botta e risposta durissimo tra Amadeus e l’ex manager Lucio Presta: ecco cos’è successo

Sembrano lontani i tempi in cui i due apparivano sorridenti ed entusiasti, l’uno accanto all’altro. Ora tra Lucio Presta e Amadeus non scorre più buon sangue, con tanto di battibecco e botta e risposta. I due si sono scambiati accuse e messaggi piuttosto risentiti, o almeno così sembrerebbe: ecco cos’è successo.

Le accuse di Lucio Presta ad Amadeus

Uno è l’agente tra i più influenti nel mondo dello spettacolo, l’altro uno dei conduttori più apprezzati della tv. Poco prima della settantaquattresima edizione del Festival di Sanremo i rapporti tra i due pare si siano incrinati ed evidentemente non c’è stato margine di miglioramento.

Su X Lucio Presta aveva già espresso la sua intenzione di fare chiarezza in merito a quanto successo con il suo ex amico e collaboratore. In un tweet annunciava:

Mi sa che è giunto il tempo di dire chi e come sono le persone e come si sono svolti i fatti. Ho visto tante facce piene di maschere. È tempo di svelare fatti e circostanze.

E così ha fatto. Intervistato dal Giornale, il manager racconta la sua versione dei fatti, spiegando cosa sarebbe successo tra lui e Amadeus:

Naturalmente ho tutte le prove documentabili e testimoni di quanto dichiarato. Ho voluto chiarirlo perché Amadeus in conferenza stampa ha detto: ‘Presta sa quello che ha fatto’, lasciando intendere chissà cosa. Altrimenti, come mia abitudine ben conosciuta, non avrei mai parlato della fine del nostro rapporto.

Presta ha raccontato del successo sanremese, sottolineando che il primo Festival è stato “un capolavoro di complicità” tra lui e Amadeus. Il conduttore, ricorda il manager, si sarebbe attribuito tutti i meriti della creazione del regolamento, ma lui non se l’è presa. Eppure, nel corso dell’intervista, non mancano le accuse:

Amadeus non sapeva neanche da dove si potesse iniziare a formulare un regolamento e ciò che ne consegue, quali fossero i diritti e i doveri del Direttore Artistico del Festival. Potrei chiamare a testimoniare Claudio Fasulo che ha vissuto con me quei giorni.

Tra i due pare che qualcosa sia cambiato dopo la terza edizione di Arena Suzuki ’60-2000. Lo spiega lo stesso Presta:

Incontrai Amadeus durante la presentazione del calendario dei Carabinieri. Ci sentimmo per gestire le varie richieste degli artisti che volevano essere ospiti al Festival e a quel punto mi accorsi che qualcosa non andava: Ama diceva sempre no e declinava ogni proposta.

Da quel momento pare che il manager non sia più riuscito a organizzare incontri privati con Amadeus. Infatti, precisa:

Mi accorsi che due miei stretti collaboratori, accolti da anni non solo nell’azienda ma anche nella mia vita, iniziarono un rapporto diretto e segreto con Amadeus, parlando male del sottoscritto e indicandogli delle strade professionali che avrebbe potuto sfruttare, violando i segreti dell’azienda per cui lavoravano.

Il caso John Travolta

I dettagli sulla rottura della loro collaborazione proseguono e, tra le dichiarazioni che non potevano passare inosservate, c’è persino il caso John Travolta.

Lucio Presta dice di aver sconsigliato ad Amadeus di invitarlo. A ottobre 2023 Oscar Generale, manager di Travolta, gli avrebbe chiesto se fossero interessati alla presenza dell’artista per una cifra molto bassa “perché lo sponsor delle scarpe era disposto a pagare la differenza del suo cachet”. Tuttavia, ha poi precisato:

A novembre, un mese dopo, il manager di Travolta ha rilanciato l’offerta. Io non ho risposto ma ho condiviso con Alessio De Stefani, mio collaboratore e autore del Festival, che si erano offerti di nuovo. Sono certo che una volta arrivati a Sanremo il manager abbia contattato De Stefani riproponendo il tutto. Sta di fatto che al Festival, quanto dal manager proposto si è poi avverato e le uniche persone che sapevano della proposta erano Amadeus e De Stefani. Nel frattempo con De Stefani e Dal Bello il rapporto di collaborazione con Arcobaleno tre e anche con me si era interrotto per comportamento scorretto e violazione di segreti industriali. Tutt’ora la Dal Bello collabora con Amadeus in qualità di assistente, di De Stefani non ho riscontri, terminato The Voice.

Le sue parole sul finire dell’intervista lasciano trapelare una certa amarezza:

Il triste finale è che Giulio Andreotti aveva ragione. La gratitudine è il sentimento della vigilia e la sindrome rancorosa del beneficiato è una sindrome ascrivibile ai nostri giorni e anche ai grandi personaggi.

La replica di Amadeus

Amadeus ha prontamente replicato alle accuse di Presta, ma lo ha fatto senza troppe polemiche. Cita Fedor Dostoevskij e, in una storia pubblicata sul suo profilo Instagram, scrive:

Chi mente a se stesso e presta ascolto alle proprie menzogne, arriva al punto che più nulla di vero riesce a distinguere né in sé né intorno a sé, e quindi finisce a non stimare né se stesso né gli altri.

In sottofondo una canzone intitolata “Pinocchio”. Lucio Presta, ancora una volta, ha deciso di controbattere e lo ha fatto, di nuovo, con un post su X: “Nella vita bisogna fare i fatti, non le parole”, ha scritto.

Star Wars Day: ecco perché si festeggia il 4 maggio

Come ogni anno il 4 maggio si festeggia lo Star Wars Day, data che celebra la famosa saga nata nel 1977 dalla mente di George Lucas con il film Una nuova speranza e che ancora appassiona milioni di fan in tutto il mondo.

Ma perché è stata scelta proprio questa data? Il motivo nasconde una simpatica coincidenza linguistica che vi spieghiamo in questo articolo.

Perché è stato scelto il 4 maggio per lo Star Wars Day

Il perché sia stato scelto proprio il 4 maggio trova la sia spiegazione nella lingua originale della saga, ovvero l’inglese. Tutto nasce dal celebre augurio che spesso si rivolgono i protagonisti, pronunciato per la prima volta da Han Solo nei primi film.

Con questa frase in sostanza si intende augurare buona fortuna a chi la si rivolge. Con il termine “Forza” nell’universo di quello che è conosciuto in Italia anche come “Guerre Stellari”, ci si riferisce al campo di energia generato dagli esseri viventi, che dona a chi è in grado di gestirla dei poteri straordinari

Pronti per una veloce lezione di inglese? “La forza sia con te” si traduce con “May the force be with you”, dove per “may” si intende il verbo che si utilizza per esprimere una possibilità, ma la stessa parola è usata anche per riferirsi al mese di maggio

“Force” invece viene cambiato in “fourth” per una certa assonanza nella pronuncia. Ecco quindi che “May the force” diventa “May the fourth”, che sarebbe appunto May the 4th, il 4 maggio. 

Come conseguenza del grande successo della saga, questa frase è diventata di uso comune ovviamente nella sua versione originale ma anche in quelle tradotte. Non è raro infatti sentirla nelle serie tv che fanno, di tanto in tanto, dei riferimenti alla cultura pop.

La nuova sorpresa della Disney per i fan

Come dicevamo, tutto ha avuto inizio ormai più di 40 anni fa, nel 1977, con la trilogia originale, realizzata da George Lucas. Successivamente sono nate altre trilogie, legate sempre alle vicende di Guerre Stellari, realizzate da altri registi, tra cui proprio J.J. Abrams.

Dal 2012, con l’acquisizione della Lucasfilm, la Disney ha acquistato anche i diritti sull’intera saga, dando vita ad un vero e proprio franchising di grande successo che comprende diversi film, serie come The Mandalorian in cui si ricorda un “Baby Yoda” che ha fatto letteralmente impazzire tutti, una serie animata dal titolo Bad Batch e prodotti vari tra action figures, tazze, vestiti, giocattoli e oggetti da collezione.

La Dinsey insomma, non accenna a fermarsi e a maggio 2022 i fan hanno avuto un motivo in più per festeggiare. Essendo questo infatti l’anno dell’uscita della serie su Obi Wan Kenobi, uno dei personaggi sicuramente più apprezzati di Star Wars.

Per le celebrazioni del 2024 invece Disney è pronta a lanciare una nuova serie animata antologica dal titolo Star Wars: Tales of the Empire. Come riportato dal sito ufficiale la serie racconta:

“il temibile Impero Galattico attraverso gli occhi di due guerriere: la Sorella della Notte Morgan Elsbeth e l’ex Jedi Barriss Offee. Tales of the Empire si concentra su eventi mai raccontati nelle loro vite. Scopriremo come una giovane Morgan Elsbeth naviga nel mondo imperiale in espansione verso un percorso di vendetta, mentre l’ex Jedi Barriss Offee fa quello che deve per sopravvivere in una galassia in rapido cambiamento. Le scelte che faranno definiranno i loro destini”.

La serie è prevista per il 4 maggio 2024 e sarà composta da 6 episodi che verranno rilasciati in blocco.

Leggi anche: Le serie tv di maggio 2024: i titoli imperdibili in uscita sulle diverse piattaforme

Bonus verde 2024: come funziona e cosa comprende l’agevolazione

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Il bonus verde 2024 è stato prorogato fino al 31 dicembre dell’anno in corso e consente a tutti i cittadini di ottenere una detrazione fiscale del 36% sulle spese sostenute per il rifacimento di giardini e terrazze, entro un limite massimo di spesa pari a 5.000 euro. La detrazione massima che si può ottenere, quindi, è di 1.800 euro, ma quali sono le spese ammesse?

Scopriamo cosa comprende il bonus verde 2024 e come funziona l’agevolazione.

Bonus verde 2024: come funziona

All’interno del pacchetto dei bonus edilizi c’è anche un bonus destinato al rifacimento dei giardini e delle terrazze: questa agevolazione è chiamata bonus verde ed è stata confermata dalla Legge di Bilancio per tutto il 2024.

Il bonus in questione permette di ottenere una detrazione Irpef del 36%, da suddividere in 10 rate annuali di pari importo, sulle spese sostenute per gli interventi straordinari di sistemazione di terrazzi e giardini privati o condominiali. Il limite massimo di spesa da portare in detrazione è di 5.000 euro, e dunque l’importo detraibile è pari al massimo a 1.800 euro, ottenibile in dieci rate annuali rate da 180 euro.

I beneficiari di questa agevolazione non sono solo i proprietari di immobili, ma anche gli affittuari e i comodatari. L’accesso alla detrazione è consentito anche ai lavori eseguiti su aree verdi condominiali.

Bonus verde 2024: cosa comprende

Il bonus verde 2024 comprende una serie di interventi che possono essere effettuati sia presso i giardini privati di singole abitazioni, sia presso aree comuni di un condominio.

In linea generale, la detrazione spetta per i lavori di:

  • creazione di nuove aree verdi, come il rifacimento di una zona incolta da trasformare in aiuola o giardino;
  • progettazione di nuovi spazi verdi o per la realizzazione di giardini pensili e coperture a verde della casa oppure per la realizzazione di pergolati;
  • miglioramento degli impianti di irrigazione e per la realizzazione di nuovi pozzi;
  • realizzazione di box e garage.

Infine, è possibile sfruttare il bonus anche per sostenere l’acquisto di nuove fioriere in cemento da installare in terrazzo per la collocazione di piante e arbusti. Ma attenzione: l’intervento non deve essere solo parziale, ma deve riguardare l’intera sistemazione a verde del terrazzo.

Cosa non è incluso nell’agevolazione

Sono esclusi dall’agevolazione tutti gli interventi realizzati all’interno di immobili che non sono adibiti a residenza, ovvero negozi, uffici o fabbricati.

Non rientrano tra i lavori agevolabili nemmeno le opere di manutenzione ordinaria di giardini già esistenti, quindi tutti quei lavori che non apportano nulla di nuovo al verde già esistente.

Come richiedere il bonus verde per giardino e terrazzo

Per ottenere il bonus giardino e terrazzo occorre far eseguire i lavori a personale specializzato, in quanto l’intervento deve essere certificato con il rilascio di una ricevuta fiscale da parte della ditta che ha eseguito i lavori.

Non solo: è opportuno anche effettuare i saldi e i pagamenti con metodi tracciabili, ovvero tramite bonifico parlante, per avere diritto alla detrazione fiscale. All’interno andrà tenuta traccia di:

  • causale del versamento;
  • codice fiscale del beneficiario della detrazione;
  • numero di partita iva o codice fiscale del soggetto a cui viene indirizzato il bonifico.

A differenza di altri bonus ristrutturazione previsti a livello statale, il bonus verde non consente di accedere alle alternative di cessione del credito o sconto in fattura. L’unico modo di fruire del rimborso fiscale è attraverso lo sgravio diretto dell’imponibile Irpef.

A tal fine, è obbligatorio produrre un’autocertificazione in cui siano indicate le somme totali delle spese portate in detrazione, che andranno specificate anche nel quadro E del modello 730 dell’anno in cui sono state sostenute, con il codice 12.

Prove Invalsi 2024, tutte le prove si svolgeranno nel mese di maggio: dettagli e date

Le prove Invalsi 2024 (Sistema Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione) per ogni grado di istruzione saranno svolte tutte nella seconda settimana del mese di maggio ad eccezione delle classi II della scuola secondaria di secondo grado. Nonostante lo scetticismo e le polemiche relative a questo metodo di valutazione tutti gli istituti saranno tenuti ad eseguire tali prove. Scopriamo insieme tutti i dettagli relativi ai giorni e alle date in cui saranno tenute.

Prove Invalsi 2024: le date per ogni grado di istruzione

I test istituiti dal Sistema Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione (Invalsi) saranno organizzati in questo modo a partire dalla scuola primaria solo nelle classi II e V. Si parte lunedì 6 maggio con le V primaria che dovranno sostenere la prova di inglese in formato cartaceo.

In data martedì 7 maggio 2024 si terrà invece la prova di italiano in formato cartaceo per le classi II e V primaria. La II primaria non dovrà sostenere la prova di inglese.

Per la data giovedì 9 maggio 2024 termineranno le Invalsi per la scuola primaria. L’ultimo test da eseguire sarà quello di matematica sia per le classi II che per le classi V.

Per quanto riguarda invece le II primaria solo le cosiddette “Classi Campione”, ossia classi selezionate dal Ministero, dovranno sostenere la prova di lettura in data 7 maggio 2024. In queste classe la prova di lettura sarà sostenuta prima della prova di italiano.

Le classi II delle scuole secondarie di secondo grado sosterranno le prove di italiano e matematica in modalità digitale in date che possono variare dal 13 maggio al 31 maggio 2024 a discrezione dell’Istituto.

Le “Classi Campione” delle classi II delle scuole secondarie di secondo grado sosterranno le prove di italiano e matematica in questi giorni: lunedì 13, martedì 14, mercoledì 15 maggio 2024.

Cosa sono le prove Invalsi e come sono strutturate

Le prove Invalsi sono un sistema di valutazione del Ministero dell’Istruzione sul grado di preparazione degli alunni nelle scuole italiane. Sono anonime e il risultato non influisce sulla media del voto degli studenti. A partire dal mese di giugno 2023, tali prove, sono diventate un requisito fondamentale per accedere all’Esame di Stato.

I test presenti nelle prove Invalsi differiscono a seconda delle classi. Nelle classi II della scuola primaria la prova di italiano nelle classi non campione consiste nella lettura e comprensione di un brano con domande a risposta multipla. Ad essere si aggiungono domande a risposta multipla di grammatica e sintassi. La prova di matematica consiste in risposte multiple a quesiti di matematica e logica.

I due test di italiano e matematica nelle classi V della scuola primaria sono strutturati allo stesso modo delle classi II ma con programmi diversi. L’unica differenza si può rilevare nella presenza di un brano aggiuntivo nella prova di italiano per le classi V della scuola primaria.

Nelle classi II delle scuole secondarie di secondo grado le prove Invalsi si svolgeranno in formato digitale. I test consistono in domande che cambiano da alunno ad alunno di difficoltà equivalente. Anche per i questionari in formato digitale la modalità dei test sarà a risposte multiple.

Leggi anche: Maturità 2024, gli studenti dovranno presentare un “capolavoro”: ecco cos’è

Par Condicio elettorale, cos’è e come cambia in vista delle Europee

Il 12 aprile l’Agcom ha approvato il nuovo regolamento sulla par condicio per le tv private in vista delle Elezioni Europee di giugno, senza tener conto delle modifiche apportate dalla commissione di Vigilanza Rai volute dalla maggioranza.

L’autorità non ha infatti recepito le modifiche del testo introdotte da FdI, Lega e Noi Moderati, il quale prevede in particolar modo la possibilità per ministri e premier di aver più spazio nei talk show per parlare delle attività istituzionali e governative. 

Vediamo insieme come nasce la par condicio e cosa prevede quella Agcom per le elezioni dell’8-9 giugno 2024.

Par condicio: origine e significato del termine

Per par condicio s’intende un insieme di regole che garantisce alle forze politiche che si presentano alle elezioni parità di trattamento e rappresentanza all’interno delle trasmissioni radiofoniche e televisive.

La par condicio è frutto della Legge n.28 del 22 febbraio 2000. L’articolo 9 sancisce il divieto di attività di comunicazione da parte di tutte le amministrazioni pubbliche, salvo che non siano effettuate in forma impersonale o siano indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni. Tale periodo scatta a partire dalla convocazione dei comizi elettorali, e deve essere adottato non oltre il 45esimo giorno antecedente alla data delle votazioni.

La legge divide le emittenti in pubbliche e private. Sul rispetto della par condicio da parte delle prime si occupa l’Agcom, mentre per il servizio pubblico è responsabilità della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai.

La legge prevede, inoltre, due differenti tipologie di format che si occupano di informazione. Il primo gruppo è costituito dai programmi di “comunicazioni politiche”. Di solito sono programmi di approfondimento, come i talk show, che in questo periodo si trasformano in vere e proprie tribune elettorali, e possono ospitare confronti televisivi tra candidati politici, a patto che il tempo venga equamente ripartito tra i vari soggetti e sia dato spazio a tutte le forze in corsa per il Parlamento. Fanno parte del secondo gruppo, invece, i meri programmi di informazione come telegiornali, giornali radio, rassegne stampa.

Il caso Letta-Meloni

L’Agcom, dunque, è l’autorità competente che deve intervenire e pronunciarsi quando vengono segnalati possibili casi di violazione della par condicio. Di solito il provvedimento è un semplice richiamo, anche se vi sono stati in passato episodi in cui alcuni telegiornali sono stati multati. 

Nella scorsa tornata elettorale l’Agcom è finora intervenuta una volta sola, quando nella trasmissione di Porta a Porta, su Rai 1, sarebbe andato in onda il confronto tra Giorgia Meloni e il segretario del PD Enrico Letta. Il dibattito sarebbe, infatti, contrario al principio della par condicio, in quanto avrebbe escluso il resto dei candidati politici.

Il nuovo regolamento per le Elezioni Europee

Come detto in precedenza, ad aprile è stato approvato il nuovo testo Agcom il quale è “sostanzialmente invariato rispetto allo schema trasmesso alla Commissione di Vigilanza” e definisce “i criteri specifici ai quali debbono conformarsi le emittenti radiotelevisive private e definisce per la Rai e per le private il sistema di monitoraggio”. A spiegare meglio la questione è stato poi il commissario Agcom Antonello Giacomelli, il quale ha affermato che:

“Abbiamo approvato in via definitiva il nostro regolamento sulla par condicio, prendendo atto che il testo è perfettamente sovrapponibile con la delibera adottata dalla Commissione di Vigilanza formulata anch’essa, pur con diverse variazioni lessicali, nel pieno rispetto della regole fissate dalla legge 28 del 2000 e della legge 515 del 1993. I criteri e le valutazioni di Agcom saranno applicati in modo uniforme sia per le tv private che per il servizio pubblico”.

Il nuovo regolamento introduce nuovi criteri per garantire parità di trattamento nell’informazione televisiva. In particolare l’autorità non si limiterà a valutare la quantità di tempo fruita dai soggetti politici nella programmazione ma considererà le fasce orarie in cui l’esposizione dei soggetti avviene, sulla base degli ascolti registrati dall’Auditel.

Per quanto riguarda invece i programmi d’informazione si terrà conto della periodicità, con l’Autorità che interverrà tempestivamente in caso di squilibri.

L’Autorità inoltre applicherà in modo uniforme per la RAI e per le emittenti private le regole fissate dalla legge, garantendo, prima di adottare una decisione “un processo di contraddittorio per consentire alle emittenti di presentare le osservazioni e di fornire eventuali chiarimenti sui dati di monitoraggio, che riceveranno settimanalmente”.

Intanto sono finalmente ufficiali le liste dei candidati alle prossime Elezioni Europee, tra i quali spiccano, oltre ai leader di partito, anche altre figure come il generale Vannacci e Ilaria Salis.

Alberto Salerno, tra lavoro e vita privata: ecco chi è il marito di Mara Maionchi

Alberto Salerno è un paroliere e produttore discografico italiano. Noto per la sua produzione musicale e per essere sposato con la talent scout Mara Maionchi. Da appassionato di musica è riuscito a fare del suo hobby un vero e proprio lavoro, arrivando poi al successo. Ecco chi è Alberto Salerno, marito di Mara Maionchi, e cosa sappiamo sulla sua carriera e la sua vita privata.

La carriera di Alberto Salerno, dagli esordi al successo

Alberto Salerno è un paroliere italiano, pilastro della musica nel nostro Paese, nato il 30 dicembre 1949. 

Fin da piccolo era appassionato di musica, la stessa che anni dopo lo ha reso famoso. Comincia a interessarsi alla musica attorno ai 15 anni, scrivendo testi e frequentando studi di registrazione, passione probabilmente ereditata dal padre Nicola Salerno, un vero e proprio maestro della produzione musicale (suo il brano Tu vuò fa l’americano).

Il primo successo arriva ai 18 anni con la canzone Avevo un cuore, interpretata da Rino Gaetano. Negli anni Settanta arriva a un livello eccezionale, scrivendo canzoni quali Io Vagabondo e Tutto a posto dei Nomadi. Altri suoi successi sono Terra Promessa di Eros Ramazzotti e Donne di Zucchero. Tra le sue collaborazioni più importanti anche quelle con Marcella Bella e Mango.

Alberto Salerno ha portato più volte dei brani al Festival di Sanremo, vincendo 4 volte rispettivamente nel 1977 con Bella da morire, Homo Sapiens; nel 1984 con Terra Promessa, Ramazzotti; nel 1999 con Senza Pietà, Anna Oxa; nel 2003 con Per dire di no, Alexia.

Chi è il marito di Mara Maionchi

La svolta nella vita di Alberto Salerno arriva grazie all’incontro con quella che, successivamente, sarebbe diventata sua moglie: Mara Maionchi

alberto

Infatti, non solo i due si sono sposati, ma hanno anche fondato insieme una casa discografica chiamata Non ho l’età

Da quel momento in poi, nonostante alcuni alti e bassi, i due non si sono mai lasciati e stanno insieme da cinquant’anni. I due sono partner sia dal punto di vista personale sia professionale e si stimano moltissimo.

In un’intervista Mara Maionchi ha parlato anche del passato tradimento del marito, ma ha dichiarato anche che lo risposerebbe all’istante se dovesse tornare indietro. Nonostante tutto. Infatti, ha raccontato:

Ho scoperto che mio marito ha avuto una debolezza, ma quando hai dei figli e un progetto di vita insieme, si perdona e si supera. Cosa vuole che sia un corno? E un po’ è stata anche colpa mia, guardavo le bambine più di lui. Certo, se fosse stata una storia lunga magari due anni sarebbe stato diverso, ma così per fortuna non è stato. Ho perdonato naturalmente e non mi sono sognata di vendicarmi.

Il tradimento di Alberto e la produzione musicale dei due sono stati ripresi da Mara nell’intervista a Belve, condotto da Francesca Fagnani.

Alberto e Mara hanno due figlie: Giulia, a sua volta madre di Margherita e Niccolò, e Camilla, madre di Mirtilla.

La reunion de i Co’Sang è ufficiale: chi sono, il nuovo album e il concerto

Nel panorama del rap italiano, pochi nomi hanno inciso così profondamente come i Co’Sang. Composto da Luchè e ‘Nto, questo duo ha dominato le scene dal 1997 al 2012 con il loro stile gangster, lasciando un segno indelebile nel rap napoletano e influenzando generazioni successive di artisti, tra cui il rinomato Geolier.

Chi sono i Co’Sang

Originari del quartiere Marianella di Napoli, i Co’Sang hanno avviato il loro viaggio musicale con gli pseudonimi Tony Molla e Luca Malphi, facendo parte dell’album autoprodotto “Spaccanapoli” (1997) del collettivo napoletano Clan Vesuvio. Questo debutto li ha subito posizionati come figure di spicco, con la traccia “Paura che passa” che ha anticipato il loro futuro successo. La divisione tra ‘Nto e Luchè e gli altri membri ha ridefinito il gruppo, concentrando la loro energia su esibizioni dal vivo e uno stile deciso.

È stato solo nel biennio 2005-2006 che il duo ha iniziato a collaborare con importanti artisti del panorama nazionale, come Rischio e Inoki, contribuendo rispettivamente a dischi quali “Reloaded – Lo spettacolo è finito Pt. 2” e “The Newkingztape Vol. 1”. La compilation “Napolizm: a Fresh Collection of Neapolitan Rap” (2005) ha presentato due tracce dei Co’Sang, consolidando ulteriormente la loro reputazione.

Il debutto ufficiale degli Co’Sang è avvenuto nel 2005 con l’album “Chi more pe’ mme”, una raffigurazione cruda e autentica della Napoli contemporanea. Le produzioni, principalmente curate da Luchè, hanno attratto l’attenzione della Universal Music Group, che ha gestito la distribuzione dell’album a livello nazionale, portando il duo alla ribalta con copertine su riviste di settore e concerti in tutta Italia.

L’approccio realistico dei testi ha attirato l’attenzione anche al di fuori della scena musicale, con un’intervista su La Repubblica XL nel 2007. Successivamente, il singolo “Fin quanno vai ‘ncielo” ha ulteriormente consolidato la loro presenza nel panorama musicale italiano.

Nel corso degli anni, i Co’Sang hanno continuato a rilasciare singoli e album, mantenendo viva l’eredità del loro sound unico. Tuttavia, nel 2012 il gruppo ha annunciato lo scioglimento, con Luchè e ‘Nto che hanno intrapreso progetti solisti.

Luchè ha pubblicato il suo primo album da solista, “L1”, nel 2012, seguito da ulteriori progetti, mentre ‘Nto ha presentato “Il coraggio impossibile” nel 2013. Entrambi gli artisti hanno continuato a prosperare nel panorama musicale italiano, collaborando con una vasta gamma di talenti.

La reunion dei Co’Sang

Tuttavia, il 1 Maggio 2024, dopo 12 anni i Co’Sang annunciano una riunione del gruppo, aprendo le porte a un nuovo capitolo nella loro straordinaria carriera. Il 17 settembre saliranno sul palco di piazza Plebiscito per sancire il loro ritorno e cantare le loro canzoni più storiche e delle altre nuove, forse addirittura una con Liberato, a casa loro. Biglietti in vendita dal 3 maggio alle ore 14 sul sito ticketone.

Adrian Bernabé, ecco chi è il giovane centrocampista spagnolo e numero 10 del Parma

Grazie al pareggio contro il Bari, il Parma ha ufficialmente ottenuto la promozione al campionato 2024/2025 della Serie A, a cui non partecipava da tre stagioni. Parte del merito deve andare anche ad Adrian Bernabé, giovane centrocampista spagnolo che ha fatto le fortune della sua squadra nel corso del campionato di Serie B. Ecco chi è Adrian Bernabé, fantasista e numero 10 del club ducale.

Chi è Adrian Bernabé, giovane talento del Parma

Adrian Bernabé è nato Barcellona, il 26 maggio 2001. Gioca a centrocampo, in cui si destreggia in più ruoli, da mezzala a trequartista, ruolo in cui riesce a esprimersi al meglio grazie alle sue qualità tecniche, la sua visione di gioco e le sue capacità di dribbling.

A 13 anni inizia a giocare nelle giovanili dell’Espanyol e solo un anno dopo entra nella cantera del Barcellona. Fa parte de La Masia fino all’1 luglio 2018, quando lascia il Barcellona Under18 per trasferirsi a titolo gratuito al Manchester City Under23.

Nella stagione 2018/2019 segna 3 gol in 16 partite nel campionato inglese giovanile. Nel corso dell’anno successivo si riconferma totalizzando 8 gol e 7 assist tra tutte le competizioni, giocando in totale 21 match.

Nel 2020/2021, il Manchester City Under23 vince la Premier League giovanile e nel corso dall’anno gioca 14 partite. Tra i suoi compagni di squadra ci sono anche Cole Palmer e Romeo Lavia, ora al Chelsea. Viene convocato spesso con la prima squadra dei Citizens, con cui però gioca solo una partita in Coppa di Lega.

Il 7 luglio 2021, dopo il mancato rinnovo di contratto con la squadra inglese, firma con il Parma in Serie B. Il suo debutto con il club ducale avviene solo il 5 febbraio 2022, a causa di un intervento chirurgico a cui si è dovuto sottoporre per correggere un’anomalia cardiaca. Nonostante ciò, al suo prima anno in Italia segna 5 reti in 16 partite.

La stagione successiva è meno prolifica e segna solo un gol, ma Bernabé diventa un giocatore importante nella rosa, collezionando 29 presenze.

Il campionato 2023/2024 è quello della consacrazione. Segna 9 gol, sforna 5 assist in 33 partite e guida la squadra emiliana alla promozione in Serie A dopo tre anni di assenza.

Il 30 aprile 2024 Adrian Bernabé ha firmato il rinnovo del contratto con la società emiliana fino al 2027.

Bonus 100 euro nello stipendio: quali sono i requisiti per averlo e quando scatta l’aumento

Il 2025 potrebbe aprirsi con una novità interessante per i lavoratori: un bonus da 100 euro nello stipendio a partire da gennaio. La novità era stata anticipata dal Governo in fase di approvazione delle Legge di Bilancio e l’ipotesi sembra farsi sempre più concreta. Il bonus 100 euro nello stipendio è una misura agevolativa per far fronte al caro prezzi e aiutare le famiglie con redditi medio-bassi. Si tratterebbe tuttavia di un incentivo transitorio. Ecco i dettagli sulla misura in fase di approvazione: chi sono i beneficiari, quando scatta l’aumento tanto atteso e quali requisiti bisogna rispettare?

Bonus 100 euro, quali sono i requisiti per riceverlo

Il Consiglio dei ministri ha approvato un nuovo incentivo che – da gennaio 2025 – dovrebbe arrivare direttamente in busta paga, ma solo se si presentano specifiche condizioni.

Il Governo ha riconosciuto il bonus da 100 euro ai lavoratori dipendenti con redditi fino a 28mila euro. Maurizio Leo, viceministro al Mef, ha commentato:

è il primo tassello cui seguirà, trovando le relative risorse, l’intervento per le tredicesime: non è che abbiamo una visione strabica, per imprese e lavoro autonomo, prestiamo altrettanta attenzione al lavoro dipendente, che ha numeri molto più rilevanti.

L’obiettivo è “trovare equilibrio per le coperture”, precisa Leo. Attenzione però: il bonus da 100 euro sarà soggetto a ritenute, quindi l’importo cambia a seconda dell’aliquota e delle detrazioni d’imposta. Come si legge nella bozza del decreto, per ricevere il bonus è necessario rispettare precise condizioni per l’anno 2024. In particolare:

  • il reddito complessivo non deve superare i 28mila euro
  • l’imposta lorda determinata sui redditi da lavoro dipendente (escluse pensioni e assegni) deve essere un importo maggiore a quello delle detrazioni spettanti al lavoratore
  • chi chiede il bonus deve avere coniuge e almeno un figlio, entrambi a carico
  • in caso di nuclei monogenitoriali, il lavoratore deve avere almeno un figlio a carico, con l’altro genitore che manca oppure che non abbia riconosciuto il figlio. Il contribuente, inoltre, non deve essere coniugato oppure successivamente separato

Si stima che l’indennità coinvolgerà 1,1 milioni di famiglie. Per ottenerlo, spetta al lavoratore dipendente chiedere il bonus al suo datore, attestando per iscritto di averne diritto e riportando il codice fiscale sia del coniuge sia del/i figlio/i.

I sostituti d’imposta possono recuperare il credito maturato in compensazione con le imposte e i contributi da versare. Sempre i sostituti d’imposta devono verificare in sede di conguaglio il diritto all’indennità. Se il bonus non dovesse spettare al dipendente, tocca ai datori di lavoro a recuperare l’importo già versato.

Bonus 100 euro nello stipendio: quando scatta l’aumento

La data prevista per l’erogazione del bonus è gennaio 2025. A partire dal prossimo anno la busta paga di alcuni lavoratori dipendenti sarà più ricca. Oltre al bonus, il Governo pensa ad una detassazione dei premi di produzione al 10% per tutto il 2025.

Il taglio del cuneo fiscale, inoltre, dovrebbe essere confermato anche per l’anno prossimo, cosa che assicura un aumento – anche se modesto – nell’importo netto in busta paga.

Invece sembrerebbe in bilico il bonus tredicesima, ovvero l’aumento della tredicesima mensilità che viene erogata a dicembre a tutti i lavoratori subordinati.

Questa misura rientra nel più ampio lavoro che il Governo ha portato avanti finora per difendere il potere d’acquisto delle famiglie e dei lavoratori, segnatamente quelli più esposti. In questi sedici mesi di governo, infatti, abbiamo scelto di concentrare le risorse che avevamo a disposizione per interventi di carattere redistributivo.

Queste le parole della premier Meloni in merito al bonus tredicesima.

Bonus 100 euro, per quante mensilità sarà erogato in busta paga?

Come anticipato, non si tratta di una misura duratura ma di un bonus una tantum. I 100 euro in più sullo stipendio saranno previsti per un periodo transitorio, ancora da confermare. Il governo inoltre fa sapere che “per ragioni di semplificazione normativa si mantiene l’ordinario regime di tassazione delle tredicesime e prevedendo, nel contempo, la restituzione, sotto forma di indennità, di un importo che non potrà essere superiore a 100 euro, importo corrispondente al maggior prelievo tributario che si verifica rispetto all’applicazione di un’imposta sostitutiva”.

Per ulteriori dettagli si dovrà attendere la pubblicazione del Decreto 1° maggio, che al suo interno prevede diverse novità fiscali in tema di Irpef e Superbonus.