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Bayer Leverkusen Roma, semifinale di Europa League: dove vederla in TV e formazioni

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La Roma vola in Germania per affrontare il Bayer Leverkusen nella semifinale di ritorno di Europa League. Ecco dove vederla in TV, le probabili formazioni e molto altro ancora. Si riparte dal 2-0 in favore dei tedeschi.

Bayer Leverkusen-Roma, semifinale di Europa League

Giallorossi chiamati all’impresa contro un avversario che in questa stagione sembra inarrestabile. La Roma affronta nuovamente il Bayer Leverkusen conscia di dover recuperare le due reti di svantaggio maturate nella gara d’andata, ma non sarà di certo semplice.

Allo stadio Olimpico i tedeschi si sono imposti grazie alle reti di Florian Wirtz e Robert Andrich, mettendo una seria ipoteca sulla finale. Gli uomini di De Rossi, però, non hanno alcuna intenzione di partire sconfitti, hanno tutte le carte in regola per poter ribaltare il risultato e alla BayArena metteranno in campo cuore e anima.

Nell’ultimo turno di Serie A è arrivato un pareggio contro la Juventus di Massimiliano Allegri, importante ma non decisivo ai fini della classifica nella quale condividono la quinta piazza con l’Atalanta di Gasperini, anch’essa impegnata nelle semifinali di Europa League.

Umore molto diverso quello degli uomini di Xabi Alonso, che dopo aver conquistato la Bundesliga, nell’ultima giornata di campionato hanno abbattuto l’Eintracht Francoforte per 1-5. L’obiettivo per entrambe è quello di conquistare un pass per l’ultimo atto del torneo, staremo a vedere se Lukaku e compagni riusciranno nell’impresa.

Bayer Leverkusen-Roma, dove vederla in TV e in streaming

Buon margine quello dei tedeschi che però non possono dormire sonni tranquilli. I capitolini, infatti, hanno le giuste qualità per bissare il risultato dello scorso anno, ovvero raggiungere la finale.

Tra Bayer Leverkusen e Roma ci si attende una sfida spettacolare, ecco dove vederla in TV. La semifinale di ritorno sarà visibile in diretta e in chiaro su Rai 1. In alternativa, la si potrà seguire, previo abbonamento, in diretta su DAZN, Sky Sport Uno, Sky Sport e Sky Sport 4K. Infine, chi vorrà vedere la partita in streaming potrà farlo su Rai Play, DAZN, Sky GO e NOW.

La telecronaca Rai è stata affidata ad Alberto Rimedio e Antonio Di Gennaro. Fabio Caressa e Beppe Bergomi commenteranno le emozioni della BayArena su Sky, mentre DAZN ha scelto Pierluigi Pardo.

  • Bayer Leverkusen-Roma in TV: Rai 1, DAZN, Sky Sport Uno, Sky Sport, Sky Sport 4K.
  • Bayer Leverkusen-Roma in streaming: Rai Play, DAZN, Sky GO, NOW.

Quando e dove si gioca

Bayer Leverkusen-Roma, semifinale di ritorno di Europa League, andrà in scena giovedì 9 maggio, alle ore 21:00, alla BayArena di Leverkusen.

Probabili formazioni di Bayer Leverkusen-Roma

Xabi Alonso schiererà la sua squadra con il 3-4-3. Tra i pali dei tedeschi ci sarà Kovar. La retroguardia sarà composta da Stanisic, Tah e Tapsoba. Sulla banda di destra spazio alla corsa di Frimpong, mentre quella di sinistra sarà occupata da Grimaldo.

In mezzo al campo, largo al duo composto da Palacios e Xhaka mentre in avanti il tridente sarà formato da Adli, Boniface e Wirtz.

Daniele De Rossi con un solo dubbio: Paulo Dybala. Il fuoriclasse argentino ha accusato un problema contro la Juventus e il tecnico italiano deciderà all’ultimo se schierarlo dal primo minuto o in corsa. La Roma partirà con il 4-3-3.

Tra i pali dei giallorossi scenderà in campo Svilar. Celik, Mancini, Ndicka e Spinazzola formeranno la retroguardia. Paredes avrà le chiavi del centrocampo, al suo fianco fiducia in Cristante e Pellegrini. In avanti, Baldanzi pronto a partire titolare se l’argentino non ce la farà, al suo fianco confermati Lukaku ed El Shaarawy.

BAYER LEVERKUSEN (3-4-3): Kovar; Stanisic, Tah, Tapsoba; Frimpong, Palacios, Xhaka, Grimaldo; Adli, Boniface, Wirtz. Allenatore: Xabi Alonso.

ROMA (4-3-3): Svilar; Celik, Mancini, Ndicka, Spinazzola; Cristante, Paredes, Pellegrini; Baldanzi, Lukaku, El Shaarawy. Allenatore: De Rossi.

Leggi anche: Bestemmia di Cristante, la clamorosa decisione sulla squalifica

Le quote

Il Bayer Leverkusen, nella partita d’andata ma più in generale in questa stagione, ha dimostrato di essere una vera e propria corazzata. La Roma, invece, ha vissuto di alti e bassi e in più avrà lo svantaggio di giocare in trasferta. Per questo motivo, le maggiori agenzie di scommesse danno il segno 1 a 1.50, l’X a 4.50 e il segno 2 a 6.00.

Leggi anche: George Ilenikhena, chi è il baby bomber più giovane della Champions che piace all’Inter

Milano, chi è il poliziotto accoltellato a Lambrate e in gravi condizioni

Grave incidente a Milano, nella stazione di Lambrate, nella periferia a nord-est del capoluogo meneghino. Un poliziotto è stato accoltellato nella notte e riversa in condizioni gravi. Ricostruiamo la dinamica del fatto e cosa avrebbe scatenato l’accoltellamento.

Chi è il poliziotto accoltellato a Milano

L’agente di Polizia ha 35 anni e, per il momento, non è stato diffuso il suo nome. Secondo le fonti locali intorno alla mezzanotte tra l’8 e il 9 maggio alcuni agenti sono intervenuti per fermare un uomo pericoloso presso la stazione dei treni di Lambrate.

L’uomo in questione, di origine marocchina, stava lanciando pietre contro i treni in corsa e contro le persone che al momento si trovavano sulla banchina in attesa. Una donna in particolare è stata colpita alla testa e portata in ospedale in gravi condizioni. L’aggressore, 37 anni, è stato stordito dal taser e successivamente ha aggredito il poliziotto, poi trasportato all’ospedale Niguarda.

Come sta il poliziotto

Trasportato in pronto soccorso in condizioni gravi, il poliziotto ha subito un intervento d’urgenza a causa di alcune lesioni agli organi. Stando alle prime ricostruzioni del fatto avrebbe ricevuto tre coltellate alla schiena.

Chi è l’aggressore

Al momento gli agenti stanno ricostruendo l’identità dell’aggressore. Sappiamo che si tratta di un uomo di 37 anni marocchino, senza regolare permesso di soggiorno. Al momento del fatto l’uomo versava un uno stato di alterazione psichica. Ora si trova nel carcere di San Vittore.
 

Come arrivare a Cala Mariolu: due soluzioni per raggiungere la perla del Golfo di Orisei

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Cala Mariolu, in Sardegna, è considerata una delle spiagge più belle al mondo. Perla del Golfo di Orisei, è una caletta intima, a cui si può accedere in due modi. Vediamo come arrivare e quali sono le particolarità della zona.

In questo articolo riportiamo le domande e risposte più chieste dalla nostra comunità.

Sommario:

  1. Cala Mariolu, il viaggio nella perla del Golfo di Orisei
  2. Cala Mariolu, uno spettacolo dentro e fuori dal mare
  3. Come arrivare a Cala Mariolu?
  4. Dove imbarcarsi per Cala Mariolu?
  5. Quanto è lungo il sentiero per Cala Mariolu?
  6. Quanto dista San Teodoro da Cala Mariolu?

Cala Mariolu, il viaggio nella perla del Golfo di Orisei

Eletta spiaggia più bella d’Europa e seconda più bella al mondo, dietro a Trunk Bay, nelle Isole Vergini Americane, Cala Mariolu si trova nella costa centro-orientale della Sardegna. In dialetto locale viene chiamata anche is pùligi de nie o ispuligidenie, ossia le pulci di neve oppure spruzzata di neve, per indicare i sassolini tondi, bianchi e rosa, misti alla sabbia, che caratterizzano la spiaggia.

Cala Mariolu è situata nel territorio di Baunei e deve il suo nome alla foca monaca che, secondo la leggenda, rubava i pesci dalle reti dei pescatori provenienti da Ponza. La foca, in dialetto sardo, veniva chiamata mariolo, ossia ladro. Racconti popolari a parte, per arrivare nella perla del Golfo di Orisei ci sono due possibilità: una lunga passeggiata a piedi e in barca.

Se si sceglie di andare a Cala Mariolu via mare si possono utilizzare sia le barche private che i servizi in partenza dai porti di Arbatax, Cala Gonone e Santa Maria Navarrese. Il percorso a piedi, invece, è consigliato soltanto agli esperti di trekking perché è impegnativo e in mezzo ad una fitta macchia mediterranea.

Cala Mariolu, uno spettacolo dentro e fuori dal mare

Cala Mariolu non è meravigliosa soltanto per lo spettacolo che regala la spiaggia di sassolini in contrasto con l’acqua cristallina del mare, ma anche per i fondali. Immergendosi si potranno ammirare varie specie di pesci, talvolta anche i delfini, mentre guardando verso il cielo sarà facile avvistare il falco pellegrino o quello della Regina, il cormorano del ciuffo e l’aquila reale.

Inoltre, nelle vicinanze ci sono anche grotte che meritano una visita, come quella del Fico, oppure altre calette, quali: Goloritzè, Sisine, Biriola e Luna. Ricordate che Cala Mariolu si interrompe con gli scogli di punta Ispuligi, oltre i quali inizia la bellissima spiaggia dei Gabbiani.

Come arrivare a Cala Mariolu?

Situata nel comune di Baunei, Cala Mariolu si trova nel golfo di Orosei, in provincia di Nuoro, sulla costa orientale della Sardegna. Potete scegliere di raggiungere la caletta via mare o via terra, a piedi lungo un percorso di trekking piuttosto impegnativo che parte dall’Altopiano del Golgo. Pertanto, è consigliato optare per una tranquilla e comoda gita in barca.

Dove imbarcarsi per Cala Mariolu?

Volendo andare a Cala Mariolu via mare si possono utilizzare barche private o i servizi in partenza dai porti di Arbatax (unica frazione del comune di Tortolì, in provincia di Nuoro), Cala Gonone (unica frazione del comune di Dorgali, in provincia di Nuoro) o Santa Maria Navarrese (unica frazione di Baunei, in provincia di Nuoro).

Quanto è lungo il sentiero per Cala Mariolu?

Il sentiero per arrivare a Cala Mariolu si percorre solo a piedi ed ha una lunghezza di 6,5 km con 660 metri di dislivello. Un tragitto impegnativo, quasi totalmente esposto al sole, indicato soltanto per coloro che sono allenati e hanno dimestichezza con il trekking. E’ consigliato partire al mattino presto, onde evitare un’insolazione, e portare con sé una scorta abbondante di acqua.

Quanto dista San Teodoro da Cala Mariolu?

San Teodoro, situato in provincia di Sassari, dista da Cala Mariolu quasi 140 chilometri. In auto si impiegano circa 2 ore e 27 minuti, mentre in autobus 2 ore e 38 minuti.

Titoli, ecco le 5 società in Italia e in Europa con stacco più alto di dividendi

Che il 2024 sia un anno favorevole per investire in Borsa pochi lo sanno: gli investimenti in titoli azionari in questo anno promettono remunerazioni ben più alte degli anni passati.

Soprattutto nella zona Euro e in Italia la situazione anche per maggio 2024 promette bene.

Secondo i dati forniti da  Allianz Global Investors Dividend Study che ha analizzato le potenzialità delle società quotate racchiuse nell’indice MSCI Europe c’è un trend in rialzo dei dividendi ed in particolare di determinate società con cedole con aumento medio del 6.5%.

Salgono anche i dividend yield, che arriva a sfiorare il 3,67%.

Ma in concreto quali sono le società che offrono più dividendi in Europa e in Italia?

Scopriamolo insieme.

Titoli, ecco le 5 società in Italia e in Europa con dividendi più alti

Continua la scia positiva degli investimenti azionari soprattutto in Europa e Italia. Il trend positivo si confermerà secondo recenti analisi anche nel 2025, quando si prevede un stacco di dividendi che dovrebbe arrivare ad aumentare fino a 460 miliardi di euro, che tradotto in termini percentuali arriva ad un +13% rispetto al 2023.

A salire come abbiamo detto anche i dividend yield, che offre la misura di quando una società sia in gradi di rispettare il pagamento della cedola.

Aumentata anche l’importo delle cedole con un +6,5% nel 2024 con un aumento dei dividenti in Europa per il  2024 che potrebbe arrivare fino 433 miliardi di euro.

Al momento buoni segnali arrivano dall’Italia, dove i titoli quotati sono ancora più remunerativi,  secondo gli analisti i dividend yield delle società quotate a Milano dovrebbe salire al 5,63%.

Ma concretamente quali sono le società che ad oggi offrono più dividendi?

Considerando l’intera Europa, le società che hanno premiano di più i propri azionisti ci sono l’olandese Oci, l’italiana Bpm, Banco Santander, Vodafone e Frontline.

 Mentre in Italia i titoli con maggiori rendimenti e dunque pagano maggiori dividendi ci sono Banca Ifis, Mfe, Igd e Conafi.

Ma la più redditizia in assoluto è Saes Getters.

La maggioranza delle società italiane inoltre va detto che procede con lo stacco il 20 maggio definito anche dividend day 2024.

Tenendo in considerazione il dividend yield tra le società più remunerative ci sono Intesa Sanpaolo, Banca Mediolanum, A2A , Generali, Fineco Bank, Gruppo Unipol.

Poi sarà il momento di Poste italiane ed Enel che staccheranno i dividendi  rispettivamente il 24 giugno ed Enel il 22 luglio.

Titoli, in crescita anche i dividendi del settore Tech

Non solo tabacco, banche e alimentare ma in questo 2024 dunque a staccare i maggiori dividendi ci sono anche grandi colossi tecnologici come Meta.

Sicuramente tra le caratteristiche più apprezzate di queste nuove società emergenti c’è la capacità di preservare gli investitori da possibili turbolenze e non solo: le elevate qualità di tali società le fanno considerare un giusto compromesso.

L’esempio palese è Meta che ha staccato a partire dal 26 marzo un dividendo trimestrale di 50 centesimi.

La società colosso tech, è tra sicuramente quella che ha di più premiato  i propri azionisti.

Meta e più in generale il settore Tech al momento rappresenta un giusto compromesso tra rendimenti intriganti e buoni dividendi, posizionandosi subito dopo banche, utilities, tabacco e prodotti alimentari.

Investire in società con dividendi alti, conviene?

Investire in società con alti dividendi è una buona strategia in un’ottica di lungo termine?

In realtà, va detto che se i dividendi sono reinvestiti offrono una buona soluzione di rendimento a lungo termine perché garantiscono un rendimento regolare nel tempo e sicuramente sono un ottimo ammortizzatore in caso di volatilità del mercato.

Scegliere inoltre società con buon dividend yield significa avere un rendimento costante nel tempo e poche fluttuazioni del mercato.

Ma il consiglio è sempre diversificare e evitare di puntare sempre su un singolo titolo: meglio dunque investire su fondi azionari che puntano su azioni ad alto dividendo.

Ftse Mib: il trend si conferma rialzista. Eur/Usd e Oro buy?

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Di seguito riportiamo l’intervista realizzata ad Antonello Marceddu, trader indipendente, al quale abbiamo rivolto alcune domande sui principali indici azionari, con una particolare attenzione rivolta a Piazza Affari.

Il Ftse Mib continua a gravitare da alcune sedute intorno ad area 34.000. Quali le attese nel breve?

Anche andando a osservare il Ftse Mib con una dinamica settimanale, non c’è molto da commentare in merito a quello che il grafico disegna.

La fase di lateralità costringe il nostro indice a stazionare tra un minimo a 33.310 punti e un massimo di periodo in area 34.500.

Ftse Mib: le attese nel breve

La cosa più interessante è che se i corsi dovesse scendere ancora, andrebbero a chiudere il gap aperto tra lunedì e martedì scorsi.

Siamo di fatto in una situazione in cui c’è qualcuno che aspetta qualcosa e manca quella iniezione di motivazione che possa suggerire comunque una direzionalità che in questo momento manca.

Non c’è una grande enfasi di movimento, fermo restando che il Ftse Mib rimane per ora in un trend che è ancora definibile rialzista.

Fino a quando non ci sarà un movimento che vada ad annullare tutto ciò, credo che la cosa migliore da fare ora sia rimanere alla finestra.

Il rapporto di volatilità è verso le posizioni minime e questo al momento offre tranquillità.

Neanche il grafico settimanale suggerisce molto, perché abbiamo ottave positive e negative che si alternano, ma non ci sono segnali che indichino un cambio di direzione.

Focus sull’euro-dollaro

Cosa può dirci in merito al recente andamento dell’euro-dollaro e quali le sue attese nel breve?

Guardando l’euro-dollaro sul grafico settimanale, si nota che i volumi della scorsa ottava hanno supportato l’intero movimento e questo è un dato senza dubbio positivo.

A livello di indicatori, il CCI con l’ultima parte del movimento delle ultime tre settimane, ha disegnato, e lo sta facendo ancora, una divergenza rialzista.

Nell’intraday, forse il cross sta costruendo una sorta di pull-back, e al momento come movimento di questa settimana siamo all’interno dell’intera seduta del 3 maggio scorso.

In sintesi, abbiamo un pull-back con supporto in area 1,071/1,0716, la cui tenuta potrebbe favorire un ritorno verso i massimi della scorsa settimana, corrispondenti ai top di venerdì scorso in area 1,081.

Teoricamente la posizione dell’euro-dollaro è rialzista, con primo approdo potenziale in area 1,081 e target successivo a 1,088/1,09.

L’analisi dell’oro

L’oro si muove poco al di sopra di area 2.300 dollari l’oncia. Cosa può dirci di questo asset?

L’area dei 2.300 dollari sta svolgendo la sua funzione di supporto e a mio avviso difficilmente si dovrebbe scendere al di sotto.

Possibile che il gold dia vita a un movimento lateral-rialzista, segnalando che i volumi in chiave daily sono bassi, quindi il calo delle ultime due sedute non induce a ipotizzare ulteriori vendite nel breve.

A livello settimanale potrebbe essere un’idea la costruzione di un pull-back capace di riportare in alto le quotazioni.

Ftse Mib: Enel, Azimut e altri al test dei conti

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Petrolio: chiusura in rialzo anche ieri per le quotazioni dell’oro nero che si sono fermate a 79,02 dollari, con un progresso dello 0,79%.

Wall Street: chiusura contrastata ieri per la piazza azionaria americana, dove il Dow Jones è salito dello 0,44% e l’S&P500 si è fermato sulla parità, mentre il Nasdaq Composite si è fermato a 16.302,76 punti, in calo dello 0,18%.

I dati macro e societari negli Stati Uniti

Dati Macro ed Eventi Usa: si segnalano le nuove richieste di sussidi di disoccupazione che dovrebbero salire da 208mila a 211mila unità.

Risultati trimestrali USA: da seguire prima dell’avvio degli scambi a Wall Stret i conti del primo trimestre di Warner Bros Discovery, per i quali ci si attende una perdita per azione di 0,24 dollari.

Gli aggiornamenti macro e gli eventi in Europa

Dati Macro ed Eventi Europa: non si segnalano aggiornamenti macro di rilievo e l’evento clou sarà l’annuncio della Bank of England sui tassi di interesse, destinati a rimanere fermi al 5,25%.

I titoli e i temi da seguire a Piazza Affari

Risultati societari a Piazza Affari: diversi titoli presenteranno i conti del primo trimestre e si tratta di Azimut Holding, Banca Mediolanum, Enel, Nexi, Pirelli, Recordati, Unipol, Acea, Banca Generali, BFF Bank, Brembo, Buzzi, Piaggio, Salvatore Ferragamo, Technogym, UnipolSAI, Ascopiave, Banca Ifis, Carel Industries, Cementir Holding, Elica, Gefran, illimityBank, Neodecortech, Revo Insurance, WIIT, Banca Profilo, Banco di Desio e Brianza, Civitanavi Systems, SIT Group; Toscana Aeroporti, Svas Biosana e Valtecne.

Assemblee a Piazza Affari: in agenda le riunioni assembleari di Buzzi, Trevi Group e Prismi per l’approvazione dei dati di bilancio dell’esercizio 2023.

Asta titoli di Stato: in mattinata da seguire l’asta dei BOT con scadenza a 12 mesi per un ammontare offerto pari a 7,5 miliardi di euro.

Domani proseguirà il collocamento della quarta tranche del BTP Valore con scadenza maggiore 2030, la cui offerta al pubblico si concluderà il 10 maggio.

Iren male: che succede ora dopo l’arresto del CEO?

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Anche la seduta odierna non ha riservato nulla di buono per Iren che ha perso terreno per la quarta giornata consecutiva.

Iren in rosso per la quarta seduta di fila

Il titolo, dopo aver ceduto oltre due punti e mezzo percentuali ieri, ha proposto un copione simile oggi.

A fine seduta, Iren si è fermato a 1,791 euro, con una flessione del 2,4% e volumi di scambio elevati, visto che sono transitate sul mercato oltre 10,5 milioni di azioni, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 2,5 milioni.

Iren: arrestato l’AD Signorini

Iren ha continuato a perdere terreno dopo che nell’ambito dell’inchiesta sugli scandali della regione Liguria, il CEO, Paolo Emilio Signorini è stato arrestato ieri con l’accusa di presunta corruzione.

I fatti contestati all’AD Signorini si riferiscono alle attività dello stesso, precedenti alla nomina in Iren.

Il board straordinario della società ha revocato ieri tutte le deleghe del CEO, riassegnandole principalmente al presidente Dal Fabbro.

Iren: il commento di Equita SIM

Gli analisti di Equita SIM ritengono che la notizia sia negativa per Iren, principalmente in termini di Governance societaria, che dovrà quindi essere ridefinita presumibilmente nelle prossime settimane.

Il CEO Signorini, di nomina prevalentemente politica, non ha mai ricoperto nei mesi scorsi un ruolo rilevante nella strategia Iren, attualmente coordinata ed elaborata dal presidente esecutivo Dal Fabbro.

Da un punto di vista societario, la SIM milanese non ritiene che la revoca delle deleghe di Signorini abbia impatti finanziari per Iren.

Le indagini avviate su Signorini erano inoltre già note, ed emerse nuovamente nei mesi scorsi con il prosieguo delle indagini della magistratura.

Secondo Equita SIM è da verificare se la necessità di rivedere la governance porterà invece ritardi nella comunicazione del nuovo piano industriale atteso nelle prossime settimane.

Da un punto di vista strategico, gli analisti ritengono invece che non ci siano modifiche rilevanti, con la gestione del gruppo e l’implementazione della strategia già in mano al presidente Dal Fabbro prima della nomina di Signorini nei mesi scorsi.

Non cambia la strategia di Equita SIM che su Iren ribadisce la sua view bullish, con una raccomandazione “buy” e un prezzo obiettivo a 2,5 euro.

Ftse Mib: lo scenario resta costruttivo

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Nuova chiusura in luce verde per le Borse europee che anche oggi hanno guadagnato terreno, salendo per la terza giornata di fila.

Il Dax e il Ftse100 sono saliti rispettivamente dello 0,37% e dello 0,49%, mentre il Cac40 si è apprezzato dello 0,69%.

Diverso lo scenario se ci si sposta a Piazza Affari, dove il Ftse Mib ha terminato le contrattazioni a 34.151 punti, con un calo dello 0,27%, dopo aver segnato nell’intraday un massimo a 34.299 e un minimo a 33.976 punti.

Ftse Mib: lo scenario resta costruttivo

Il Ftse Mib è sceso a testare l’area dei 34.000, violata solo frazionalmente nell’intraday e la tenuta della stessa ha favorito un recupero verso quota 34.150 punti.

Se l’indice riuscirà a mantenersi sopra area 34.000 potrà tentare nuovi allunghi verso i 34.200/34.300 punti prima e in seguito in direzione dei 34.500 punti.

Oltre questo livello ci sarà spazio per un’estensione rialzista verso i recenti top di periodo in area 34.900/35.000.

Discese sotto i 34.000 punti apriranno nuovamente le porte a correzioni verso i 33.800 e i 33.500 punti, oltre cui la discesa proseguirà in direzione dei 33.300 punti.

La violazione anche di questi minimi di periodo esporrà il Ftse Mib al rischio di ulteriori ribassi verso 33.000 punti in prima battuta e successivamente in direzione dei 32.500 punti.

I market movers negli Stati Uniti

Per la prossima seduta, sul fronte macro USA si segnalano le nuove richieste di sussidi di disoccupazione che dovrebbero salire da 208mila a 211mila unità.

Sul versante societario, da seguire prima dell’avvio degli scambi a Wall Stret i conti del primo trimestre di Warner Bros Discovery, per i quali ci si attende una perdita per azione di 0,24 dollari.

I dati macro e gli eventi in Europa

In Europa non si segnalano aggiornamenti macro di rilievo e l’evento clou sarà l’annuncio della Bank of England sui tassi di interesse, destinati a rimanere fermi al 5,25%,.

I titoli e i temi da seguire a Piazza Affari

A Piazza Affari diversi titoli presenteranno i conti del primo trimestre e si tratta di Azimut Holding, Banca Mediolanum, Enel, Nexi, Pirelli, Recordati, Unipol, Acea, Banca Generali, BFF Bank, Brembo, Buzzi, Piaggio, Salvatore Ferragamo, Technogym, UnipolSAI, Ascopiave, Banca Ifis, Carel Industries, Cementir Holding, Elica, Gefran, illimityBank, Neodecortech, Revo Insurance, WIIT, Banca Profilo, Banco di Desio e Brianza, Civitanavi Systems, SIT Group; Toscana Aeroporti, Svas Biosana e Valtecne.

In agenda le assemblee di Buzzi, Trevi Group e Prismi per l’approvazione dei dati di bilancio dell’esercizio 2023.

In mattinata da seguire l’asta dei BOT con scadenza a 12 mesi per un ammontare offerto pari a 7,5 miliardi di euro.

Domani proseguirà il collocamento della quarta tranche del BTP Valore con scadenza maggiore 2030, la cui offerta al pubblico si concluderà il 10 maggio.

Crisi politica e indagini in Liguria: cosa sta succedendo veramente?


Un’ondata di scandali ha colpito il panorama politico ligure, coinvolgendo figure di spicco come il governatore Giovanni Toti e vari altri imprenditori e funzionari pubblici. L’indagine, focalizzata sulla corruzione e il finanziamento illecito ai partiti, ha scosso le fondamenta politiche e imprenditoriali della regione, sollevando questioni serie su trasparenza e integrità.

La Liguria al centro della polemica

Il cuore dello scandalo è l’operazione condotta dalla Guardia di Finanza, che ha portato alla luce una rete complessa di relazioni e scambi illeciti. Aldo Spinelli, imprenditore di spicco, e il governatore della Regione, Giovanni Toti, sono tra i principali indagati. Le accuse sono gravi: corruzione, abuso d’ufficio e finanziamento illecito ai partiti.

Il sequestro e le perquisizioni

Recentemente, la Guardia di Finanza ha sequestrato 220 mila euro in contanti presso l’abitazione di Aldo Spinelli, parte di un sequestro preventivo totale di 570 mila euro ordinato dalla gip Paola Faggioni. Questo rappresenta solo la punta dell’iceberg in una serie di azioni legali che includono perquisizioni e controlli a tappeto sugli asset finanziari dei coinvolti.

Gli arresti e le conseguenze

Il governatore Toti ha trascorso la sua prima notte agli arresti domiciliari, riflettendo sulla sua situazione legale e preparandosi all’interrogatorio di garanzia. La tensione è palpabile anche tra i suoi collaboratori e sostenitori, molti dei quali cercano di distanziarsi dalle accuse o minimizzare le loro implicazioni.

La rete di finanziamenti

Uno degli aspetti più inquietanti dell’indagine è la scoperta di una vasta rete di finanziamenti illeciti, che coinvolge non solo politici ma anche imprenditori del settore portuale e della gestione dei rifiuti. Pietro Colucci, ad esempio, è accusato di aver finanziato Toti con circa 195 mila euro, mentre la sua azienda riceveva favori in termini di autorizzazioni regionali per la gestione delle discariche.

Le reazioni politiche

La crisi politica attuale ha suscitato una vasta gamma di reazioni, riflettendo la profonda divisione all’interno della società e tra i vari attori politici. Mentre alcuni politici e membri della società civile chiedono dimissioni immediate e riforme radicali per affrontare ciò che percepiscono come fallimenti gravi da parte del Governo e non solo della Regione Liguria, altri difendono le azioni dei loro leader, sostenendo che siano state legittime e mal interpretate dalla critica e dai media.

L’avvocato di Toti, per esempio, sostiene fermamente che le azioni del governatore fossero entro i limiti della legalità e che le accuse mosse contro di lui siano il risultato di una cattiva interpretazione o di una rappresentazione mediatica distorta. Questo punto di vista mira a difendere l’integrità del governatore e a mantenere la sua posizione di leadership, suggerendo che le critiche sono infondate o politicamente motivate.

D’altra parte, la reazione della società civile e di una parte dell’opinione pubblica mostra un quadro molto diverso. Molti cittadini esprimono un profondo senso di sfiducia e indignazione verso il sistema politico della Liguria, sentendosi delusi e spesso traditi da coloro che dovrebbero rappresentarli. Questo sentimento di disillusione è alimentato da scandali continui, accuse di corruzione o incompetenza, e da una percezione di disconnessione tra le promesse elettorali e le azioni concrete dei loro leader.

In questo clima di tensione e incertezza, la richiesta di riforme concrete sembra essere un richiamo comune tra i critici del governo attuale. Essi ritengono che senza cambiamenti significativi nel modo in cui il paese è governato, sarà difficile recuperare la fiducia pubblica e garantire una gestione efficace delle sfide future.

Il dibattito sull’adeguatezza delle risposte politiche alla crisi attuale è quindi un riflesso delle più ampie questioni politiche, legali e etiche che affliggono il paese. Come questa situazione si svilupperà dipenderà molto dalla capacità dei vari attori politici di dialogare e di trovare soluzioni condivise che possano riconciliare le diverse visioni e aspettative della popolazione.

Che ne sarà della Liguria?

L’interrogatorio di garanzia per Toti è fissato per il prossimo venerdì, un appuntamento che potrebbe fornire ulteriori dettagli sulle accuse e sulle difese. La situazione rimane fluida, con possibili nuove rivelazioni e sviluppi che potrebbero emergere nei giorni a venire.
Il caso di corruzione in Liguria è un duro colpo per la fiducia pubblica nelle istituzioni italiane. Mentre l’inchiesta procede, resta da vedere quale sarà l’impatto a lungo termine di questo scandalo sulla carriera politica di Toti e sulla gestione della politica e dell’economia in Liguria e oltre. La comunità aspetta risposte chiare e azioni concrete per ripristinare la trasparenza e l’integrità che dovrebbero caratterizzare la vita pubblica.

L’addio a Steve Albini: icona del noise rock e produttore leggendario


Il mondo della musica è in lutto per la scomparsa di Steve Albini, rinomato chitarrista del gruppo noise rock Shellac e produttore influente di numerosi album iconici. Albini è morto all’età di 61 anni a causa di un infarto, come confermato dallo staff del suo studio di registrazione, Electrical Audio. La notizia è stata resa nota attraverso Pitchfork.com, un punto di riferimento per gli appassionati di musica.

Una carriera rivoluzionaria nel rock

Steve Albini è stato una figura di spicco nel panorama del rock alternativo americano, noto per il suo approccio unico e spesso spartano alla produzione musicale. Oltre a essere il chitarrista di Shellac, Albini ha lasciato un’impronta indelebile nella musica producendo album che hanno definito generi e epoche, tra cui Surfer Rosa dei Pixies, Pod delle Breeders, e Things We Lost in the Fire dei Low.

Le circostanze della morte

Il tragico evento si è verificato martedì 7 aprile, proprio nel suo studio a Chicago, dove Albini stava presumibilmente lavorando a nuovi progetti. Questo avvenimento ha scosso profondamente la comunità musicale, soprattutto in vista della prossima uscita dell’album degli Shellac, To All Trains, prevista per il 17 maggio. Questo album, ora destinato a diventare parte del suo testamento artistico, aggiunge un tocco di malinconia alla sua già ricca eredità.

L’eredità di Steve Albini

Steve Albini è un nome rispettato nel mondo della musica, non solo per il suo lavoro come musicista ma anche come produttore. La sua approccio unico alla produzione musicale ha lasciato un’impronta indelebile nell’industria, influenzando profondamente come artisti e produttori pensano alla registrazione e alla produzione di musica.

Albini è celebre per il suo stile di produzione minimalista e non intrusivo, un approccio che privilegia l’essenzialità e la trasparenza sonora. Egli crede fermamente nel catturare la performance più autentica e grezza possibile, evitando sovrapposizioni eccessive o manipolazioni sonore che potrebbero alterare il suono originale di una band. Questa filosofia si riflette nel suo modo di lavorare, spesso descritto come quello di un “ingegnere audio” piuttosto che di un tradizionale “produttore”, poiché si concentra più sul garantire che la tecnologia catturi fedelmente la performance piuttosto che su modifiche e aggiustamenti creativi.

L’approccio di Albini ha trovato riscontro soprattutto tra le band indie e alternative, molti dei quali cercano di preservare la loro identità musicale e l’integrità artistica senza compromessi commerciali. Attraverso la sua collaborazione con gruppi come Pixies, Nirvana e PJ Harvey, Albini ha dimostrato che è possibile realizzare registrazioni di impatto e di successo commerciale rimanendo fedeli a un ethos di produzione “pura” e diretta.

L’impegno di Albini per l’indipendenza artistica va oltre il suo lavoro in studio. Egli è stato anche un critico vocale dell’industria musicale tradizionale, spesso discutendo apertamente sulle pratiche che percepisce come dannose per gli artisti e la loro creatività. La sua posizione ha rafforzato il suo status come icona dell’indipendenza musicale, facendo di lui un modello per molti nell’ambiente della musica indipendente.

Reazioni e tributi

La notizia della morte di Albini ha provocato una valanga di tributi da parte di artisti, colleghi e fan, molti dei quali hanno espresso il loro dolore e la loro gratitudine sui social media. Le testimonianze sottolineano non solo il suo genio musicale ma anche il suo carattere autentico e la sua integrità morale, elementi che lo hanno reso una figura tanto rispettata quanto amata nel mondo della musica.

La morte di Steve Albini rappresenta una perdita significativa per il mondo della musica, privando l’industria del grunge e del rock di uno dei suoi talenti più originali e influenti. Mentre il suo spirito vivrà attraverso le opere che ha creato e le vite che ha toccato, la sua assenza sarà sentita profondamente. Ora, mentre il mondo aspetta l’uscita postuma dell’ultimo album degli Shellac, si riflette su come il suo approccio rivoluzionario continuerà a ispirare chi cerca di portare avanti il suo lascito di autenticità e innovazione.

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