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Su Whatsapp arriva la lista degli utenti “recentemente online”: cosa significa e come si userà

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Già parliamo moltissimo su Whatsapp, ma a quanto pare gli sviluppatori vogliono promuoverne ancora di più l’utilizzo continuo. Per favorire le interazioni con gli utenti più attivi e prolifici, sta per essere implementata la lista interna degli utenti “recentemente online”. Scopriamo cosa significa davvero, in che modo si userà e come si confronterà con la privacy.

Utenti Whatsapp “recentemente online”: il vero significato e l’uso della lista

La novità è stata resa nota dal sito Wabetainfo, che scova spesso funzioni ancora inedite all’interno delle versioni Beta (cioè in fase di sviluppo e test) di Whatsapp. In questo caso, sembra che sia stata implementata sia su Android che su iOS, allo stesso modo.

L’argomento principale è il suggerimento di contatti con cui parlare vista la loro iperattività. Sappiamo già che, nel momento in cui si preme il pulsante per iniziare una nuova conversazione o effettuare una chiamata Whatsapp, normalmente compare l’elenco contatti del proprio telefono, da cui si può selezionarne uno.

Ebbene, con questa nuova funzione, in cima al normale elenco di contatti, comparirà prima una piccola lista extra: si chiama “Recentemente online” e comprende gli utenti che sono stati connessi di recente all’applicazione in modo pubblico.

Non è ancora noto quanto tempo si includa per rientrare in questo elenco. Fatto sta che coloro che usano l’app in modo frequente potrebbero essere in tal modo suggeriti dall’app. Una specie di lista dei contatti più abituali dell’app e più interessanti da contattare per iniziare le interazioni e ricevere risposte in tempi brevi.

Recentemente online su Whatsapp, ma con privacy: serve un consenso

Molti si sono già domandati se una funzione del genere non faccia contrasto con la privacy. Per fortuna gli utenti possono cambiare molte impostazioni per rendere più sicuro Whatsapp, e quelle stesse scelte si rifletteranno anche sul nuovo “Recentemente online”.

Nel caso in cui l’utente abbia impostato di non mostrare il suo stato online e l’orario dell’ultimo accesso, egli non sarà inserito in alcuna lista di chi è stato online di recente.

Questa contromisura serve a proteggere la sfera personale. In tal caso l’applicazione presuppone che se una persona non vuole mostrare quand’è stata online l’ultima volta o quando lo è attualmente, non vorrà nemmeno rendere noto che si è connessa “di recente”. Una cosa del genere non avrebbe infatti alcun senso.

L’importante è esserne consapevoli: se quando giungerà questa funzione non vorrete rendere nota l’informazione sulla connessione, seguite i consigli sulla privacy e disattivate la visualizzazione dello stato online e dell’ultima data di apertura dell’applicazione di messaggistica.

Quando arriva la funzione “Recentemente online” su Whatsapp

Resta solo da domandarsi quando verrà aggiunta la nuova funzione della lista utenti “Recentemente online” sull’app. Come per molti altri di questi casi, la risposta non è mai individuabile, e c’è un motivo.

Queste feature sono ancora in un (lungo) corso di sviluppo. Anche se sono state scoperte e addirittura provate da alcuni utenti, lo hanno fatto nelle versioni Beta di Whatsapp. Si tratta di versioni sperimentali dell’app, una specie di ambiente protetto in cui alcuni utenti volontari le possono testare per dare feedback sui funzionamenti e sui bug.

Non è mai noto quando una funzione presente in Beta arriverà nell’app completa. Di solito, in media, trascorrono alcuni mesi tra il “ritrovamento” e l’effettivo aggiornamento per tutti, ma non c’è una data neppure orientativa. Tra l’altro, in alcune occasioni, sopraggiungono dei problemi in fase di sviluppo e il lancio viene rimandato per risolverli.

Quel che è quasi sicuro è la disponibilità della funzione: è stata trovata nelle versioni Beta sia per Android che per iOS, quindi dovrebbe arrivare con sufficiente certezza agli utenti di entrambi i sistemi operativi.

Btp Valore, in arrivo l’emissione speciale: durata, cedola, premi e cosa sapere

Sono state comunicate le date, le caratteristiche e le modalità di sottoscrizione del nuovo Btp Valore, una famiglia di titoli di Stato che – come descritto dal Mef – è riservata esclusivamente ai risparmiatori individuali e affini.

I pacchetti sono solitamente facili da sottoscrivere, senza vincoli né commissioni, con cedole periodiche crescenti e un premio finale extra di fedeltà riservato a chi avrà acquistato il titolo all’emissione e lo avrà detenuto fino a scadenza. Vediamo insieme tutto quello che c’è da sapere su questa nuova emissione del Btp Valore.

Btp Valore emissione speciale: le caratteristiche

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha annunciato l’emissione speciale del Btp Valore che avrà luogo dal 6 al 10 maggio 2024 indicativamente fino alle ore 13, salvo eventuali modifiche all’orario. Questa emissione speciale costituisce “l’opportunità di investire in uno strumento di grande successo come il Btp Valore, sia a chi non ha ancora avuto modo di sottoscriverlo nel precedente collocamento, sia a tutti i piccoli risparmiatori e affini a cui è dedicato”.

Le principali caratteristiche del titolo di Stato riservato alle famiglie e ai piccoli risparmiatori sono state descritte proprio dal Ministero:

  • avrà una durata pari a 6 anni;
  • le cedole saranno pagate ogni tre mesi con rendimenti prefissati e crescenti nel tempo sulla base di un meccanismo “step up” di 3+3 anni;
  • il premio finale extra sarà pari allo 0,8% per chi lo acquista durante i giorni di collocamento e lo detiene fino alla scadenza.

L’investimento minimo richiesto è di 1.000 euro, “avendo sempre la certezza di veder sottoscritto l’ammontare richiesto”. Il titolo viene acquistato alla pari (prezzo pari a 100) e senza commissioni durante i giorni di collocamento.

tassi minimi garantiti nei primi tre anni e nel successivo triennio verranno comunicati venerdì 3 maggio insieme al codice ISIN che identifica il titolo. Confermata anche la tassazione agevolata come per tutti i titoli di Stato (al 12,5%) su cedole e premio fedeltà, l’esenzione dalle imposte di successione, oltre che (come previsto dalla Legge di Bilancio 2024) l’esclusione dal calcolo ISEE fino a 50.000 euro.

Come sottoscrivere il Btp Valore

Le modalità di sottoscrizione del Btp Valore sono le seguenti:

  • tramite home banking, se abilitato alle funzioni di trading online;
  • rivolgendosi al proprio referente in banca o all’ufficio postale presso cui si possiede un conto corrente con il conto deposito titoli.

Il collocamento avverrà sulla piattaforma Mot, il mercato telematico delle obbligazioni e titoli di Stato di Borsa Italiana, tramite due banche dealers: Intesa Sanpaolo e Unicredit. 

Ricordiamo che i sottoscrittori, come di consueto, potranno cedere interamente o in parte il titolo prima della sua scadenza, senza vincoli e alle condizioni di mercato. Cedendolo prima della scadenza, però, andranno a perdere il premio fedeltà extra previsto dal Mef.

Il successo di questi titoli di Stato

I dati del Rapporto sulla Stabilità finanziaria, pubblicato dalla Banca d’Italia, evidenzia come le famiglie negli ultimi anni abbiano utilizzato circa 80 miliardi dei loro risparmi per effettuare investimenti in Btp Valore: di qui possiamo descrivere l’incredibile successo ottenuto da questi titoli di Stat riservati ai piccoli risparmiatori.

Allo stato attuale, quindi, i risparmiatori detengono il 13,5% del debito pubblico: tale quota in un anno è aumentata di 130 miliardi.

Ma qual è la forza del Btp Valore e che cosa lo rende così speciale agli occhi dei risparmiatori? Questo titolo di Stato offre un tasso leggermente più alto rispetto ad altri strumenti analoghi. Inoltre, la previsione di un abbassamento dei tassi di interesse sui mutui e di un contenimento dell’inflazione entro il 2% (come prossime mosse della Bce) fanno ben sperare su una cedola relativamente alta rispetto al resto del mercato.

Le serie tv di maggio 2024: i titoli imperdibili in uscita sulle diverse piattaforme

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Il mese di maggio 2024 ha in serbo grandi sorprese per gli appassionati di serie tv dati i numerosi titoli in uscita che intratterranno gli spettatori sulle diverse piattaforme. Da Netflix a Disney+: ecco quali serie tv sono assolutamente da non perdere.

Le serie tv di maggio 2024: i titoli in uscita

Gli appassionati di serie tv possono gioire alla notizia di un catalogo sempre più ricco di serie tv a cui potersi appassionare, come dimostrano le numerose uscite nel mese di maggio 2024.

Tanti i generi esplorati sulle diverse piattaforme, le quali entrano in sfida per conquistare l’attenzione degli abbonati con i titoli prossimamente in uscita in cui i colpi di scena non mancano.

In alcuni casi si tratta di grandi ritorni, in altri di vere e proprie novità che conquisteranno il pubblico: ecco quali sono i titoli da non perdere sulle diverse piattaforme.

Le novità di Sky: le serie tv in uscita a maggio

Il primo catalogo da scoprire è quello di Sky, che vuole far immergere gli spettatori in una storia commovente tratta dall’omonimo romanzo, Il tatuatore di Auschwitz, tratto da una storia vera che lascerà tutti senza parole.

Su Sky Atlantic, inoltre, approda un titolo con attori molto amati dal pubblico, come Sandra Oh e Roberto Downey Jr: parliamo di The Sympathizer, serie tv in cui il mistero è protagonista e avvolge la vita di un infiltrato nell’esercito del Vietnam del Sud.

A Sky si aggiunge però anche la concorrenza con dei titoli che conquisteranno l’attenzione: ecco le altre novità.

I titoli in uscita su Disney+: dalle novità ai grandi ritorni

Anche Disney+ crea un catalogo avvincente nel mese di maggio 2024 con titoli che faranno felici tutti gli abbonati. In particolare:

  1. Star Wars: Tales of the Empire, nuovo titolo in arrivo il 4 maggio che racconta attraverso l’animazione una delle saghe più amate di sempre
  2. dal 9 maggio ritorna invece sulla piattaforma uno dei titoli più longevi e amati di sempre, Station 19, riprendendo le avventure dei vigili del fuoco, i quali dovranno affrontare nuove sfide lavorative e personali
  3. la seconda stagione di Monster&Co è pronta a conquistare anche i più piccoli a partire dal 5 maggio, con le nuove avventure dei mostri più amati e famosi di sempre

Le serie tv di maggio 2024 su Netflix

Netflix ha in serbo grandi sorprese per i suoi abbonati, come dimostra il trailer di Bridgerton 3, uno dei titoli più attesi della piattaforma in uscita il 16 maggio.

Alla serie tv in costume si aggiunge però un altro prodotto molto atteso, Eric, che ha come protagonista Benedict Cumberbatch in un thriller avvincente in cui è alla ricerca del figlio misteriosamente scomparso.

Prime Video: le novità in arrivo sulla piattaforma

Dai reality alle serie tv: sono diverse anche le novità in arrivo su Prime Video. Tra queste:

  1. la nuova avvincente stagione di Celebrity Hunted, con protagonisti molti personaggi noti dello spettacolo italiano
  2. Maxton Hall, debutto sulla piattaforma, basata sul bestseller Save Me in cui il mistero sarà protagonista assoluto
  3. Josh Brolin fa il suo ritorno nella seconda stagione della serie western Outer Range, la cui trama ruota attorno alla scomparsa della nipote di Royal Abbott

I titoli di maggio 2024 su Paramount+

Anche Paramount+ delizia gli abbonati con i nuovi titoli in uscita. In particolare, da non perdere:

  1. Un gentiluomo a Mosca, disponibile dal 17 maggio, con Ewan McGregor nei panni di Alexander Rostov, il quale deve fare i conti con gli eventi storici e con i suoi legami sentimentali
  2. grande ritorno invece per Evil, con una quarta stagione in arrivo il 24 maggio, in cui i protagonisti dovranno svolgere le indagini a partire dai misteriosi casi che si presenteranno nel corso delle puntate

Le novità di Apple+: le serie tv in arrivo

Si conclude la lista con le novità di Apple+, tra cui vi è The Big Cigar, miniserie in arrivo il 14 maggio che tratterà la storia vera del fondatore delle Pantere Nere.

Alla novità si aggiunge però la quarta stagione di Trying, in cui i protagonisti Nikki e Jason dovranno fare i conti con la gestione della propria famiglia, dovendo soddisfare il desiderio della figlia nel costruire un legame con la madre naturale.

Leggi anche: Teddy muore in Grey’s Anatomy 20? Arriva la risposta che sconvolge i fan

Terna e Snam su strade diverse, ma rating sale per entrambe

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La seduta odierna prosegue in positivo per le utility quotate sul Ftse Mib, tra le quali stona solo Snam.

Snam ancora debole

Il titolo martedì scorso ha ceduto oltre mezzo punto percentuale dopo due sessioni in positivo e anche oggi mostra un andamento debole.

Mentre scriviamo, Snam viene fotografato a 4,298 euro, con un frazionale calo dello 0,09% e oltre 3,1 milioni di azioni passate di mano fino a ora, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 7,5 milioni.

Terna risale la china

Diverso l’andamento di Terna che, dopo aver chiuso martedì scorso con una lieve flessione dello 0,34%, oggi ha ripreso la via dei guadagni.

Negli ultimi minuti il titolo viene scambiato a 7,602 euro, con un vantaggio dell’1,04% e oltre 1,3 milioni di azioni trattate fino a ora, contro la media mensile pari a circa 4 milioni.

Terna e Snam: segnali positivi dai BTP

Snam e Terna imboccano strade diverse malgrado le positive indicazioni che arrivano dal mercato obbligazionario.

Lo Spread BTP-Bund si contrae e scende dello 0,72% a 131,76 punti base, mentre gli acquisti sui BTP favoriscono un calo dei tassi, tanto che il rendimento del titolo a 10 anni arretra dell’1% al 3,869%.

Terna e Snam promossi da HSBC a buy

Intanto Terna e Snam oggi sono finiti sotto la lente di HSBC, i cui analisti hanno diffuso un report dedicato al comparto delle utility a livello europeo.

Il broker fa sapere di essere cautamente ottimista per i prossimi 12 mesi, evidenziando il suo particolare apprezzamento per le reti.

Gli analisti hanno deciso di riservare una promozione a Terna, con un cambio di strategia da “hold” a “buy”, a fronte di un prezzo obiettivo invariato a 8,9 euro.

Un upgrade è stato riservato anche a Snam, il cui rating viene alzato da “hold” a “buy”.

Decreto Coesione, il Governo Meloni approva nuovi incentivi per l’assunzione

Arrivano importanti novità sul nuovo Decreto Coesione, con nuovi incentivi per l’assunzione. Lo schema legato al decreto legge “Coesione” è stato predisposto da parte del ministro Raffaele Fitto e successivamente presentato dalla premier Giorgia Meloni in occasione dell’incontro tenutosi nella serata di mercoledì 1 maggio con i sindacati.

Sicuramente tra le disposizioni più rilevanti che saranno introdotte con il nuovo decreto Coesione vi è quella legata agli incentivi per l’assunzione.

In questo articolo, quindi, vediamo nel dettaglio quali sono le novità più importanti in attesa che il Decreto Coesione diventi effettivo a tutti gli effetti, con l’approvazione definitiva e la relativa pubblicazione.

Le novità sul Decreto Coesione: tutti gli incentivi

A questo proposito, tra le novità che saranno introdotte con il nuovo Decreto Coesione anche una serie misure per incentivare l’occupazione, sia per quanto riguarda i lavoratori dipendenti che i lavoratori autonomi.

Inoltre, tra le nuove disposizioni che saranno contenute nel decreto, anche degli strumenti volti alla razionalizzazione e alla semplificazione dal punto di vista amministrativo per l’uso delle risorse di coesione europea.

La bozza del decreto-legge noto come Decreto Coesione e Lavoro dovrebbe essere approvata da parte del Consiglio dei Ministri già nella giornata di oggi, giovedì 2 maggio.

Successivamente, il testo andrà anche al vaglio della Commissione Europea, che avrà dunque il compito di verificare ed approvare i 35 articoli che attualmente compongono la bozza del decreto-legge.

Decreto Coesione: incentivi per l’assunzione di dipendenti

Come anticipato, tra le misure più importanti contenute all’interno del decreto, vi sono quelle legate agli incentivi per l’assunzione di lavoratori dipendenti.

Nello specifico, potrebbero essere predisposti ben quattro diversi bonus per l’assunzione di giovani, di donne e di soggetti residenti nella Zona economica speciale del Mezzogiorno, oltre che per quanto riguarda il ricollocamento di lavoratori dipendenti di grandi aziende.

Cominciamo con il primo incentivo assunzione per i giovani con un’età anagrafica inferiore ai 35 anni. In questo caso, potrebbe essere introdotto uno sgravio contributivo totale fino a 500 euro mensili per due anni, per consentire l’assunzione fino a dicembre 2025.

Va detto che tra i requisiti richiesti per questo tipo di incentivo, verosimilmente ci sarebbe quello che il giovane da assumere non abbia mai avuto un contratto di lavoro a tempo indeterminato. 

Passiamo al secondo incentivo legato alle lavoratrici svantaggiate. Si tratta, dunque, di donne disoccupate da almeno 24 mesi oppure da almeno 6 mesi se residenti nel Mezzogiorno.

Il bonus potrà essere applicato alle assunzioni a partire dal primo luglio 2024 fino al 31 dicembre 2025 e prevede un esonero fino a 666 euro mensili per 24 mesi.

Una tipologia di esonero molto simile a quella appena citata riguarda tutte le assunzioni nella Zona Economia Speciale del Mezzogiorno, che si estende per una durata massima di 30 mesi.

Infine, gli incentivi per il personale di grandi aziende. In questo caso, si intendono inclusi i dipendenti di aziende in crisi con oltre 1.000 dipendenti. 

Si tratta di un esonero totale dei contributi previdenziali per 30 mesi per l’assunzione di personale a tempo indeterminato purché sia accompagnato anche da percorsi formativi.

Decreto Coesione: incentivi per gli autonomi

Tra le novità contenute all’interno del decreto Coesione, anche degli incentivi destinati ai lavoratori autonomi.

A questo proposito, parliamo di incentivi per l’auto-impiego attraverso il finanziamento di attività imprenditoriali e di liberi professionisti con due programmi specifici. Da un lato, il piano di Autoimpiego centro-nord Italia, dall’altro un piano di investimenti al Sud con un programma Resto al Sud 2.0.

Per entrambi i piani, quindi, i destinatari comprendono varie categorie. Nello specifico, si intendono inclusi:

  • giovani con età inferiore ai 35 anni;
  • disoccupati da almeno 12 mesi;
  • soggetti che vivono condizioni di marginalità e vulnerabilità sociale;
  • persone considerate “inattive”;
  • donne inoccupate, inattive o disoccupate;
  • disoccupati che percepiscono ammortizzatori sociali.

Tali iniziative quindi prevedono dei finanziariamente attraverso dei contributi a fondo perduto per l’erogazione di servizi di formazione o di accompagnamento alla progettazione preliminare per l’avvio di attività imprenditoriali, ma anche altre iniziative.

Tra queste, i servizi di tutoraggio volto a supportare i soggetti nello svolgimento della propria attività da libero professionista.

Leggi anche: Bonus tredicesima e superbonus lavoro, attesa per il Decreto 1° maggio: ecco cosa prevede.

Stellantis estende il crollo. Analisti tagliano target e stime

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Anche la seduta odierna non sta riservando nulla di buono per Stellantis che, dopo il crollo di martedì, quando la giornata si è conclusa con un affondo di oltre il 10%, resta stretto nella morsa dei ribassisti oggi.

Stellantis: il sell-off continua

A dispetto dell’andamento timidamente positivo del Ftse Mib, il titolo è colpito ancora dalle vendite, tanto che al momento cede il 3,62% a 20,125 euro, con volumi di scambio vivaci, visto che fino a ora sono transitate sul mercato oltre 14 milioni di azioni, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a quasi 10 milioni.

Stellantis: alcuni spunti sul secondo trimestre

Stellantis resta sotto i riflettori dopo la diffusione dei dati relativi al fatturato del primo trimestre e pur spiegando le ragioni della debolezza degli stessi, durante la call sono state fornite alcune indicazioni sul secondo trimestre, (che gli analisti di Equita SIM ritengono visibili, avendo un backlog che copre 3 mesi), ma non sulle guidance 2024 (restando ancorata alle indicazioni qualitative) che nell’incerto contesto macro generano incertezza.

Stellantis: Equita SIM taglia le stime

Alla luce delle indicazioni emerse, gli esperti della Sim milanese riducono le stime per il 2024, tagliando del 2% quelle sul fatturato a 188 miliardi di euro, dell’11% quelle di Ebit adjusted a 21,2 miliardi, dell’11% le previsioni sull’utile netto a 15,2 miliardi di euro e del 18% quelle del free cash flow a 8 miliardi di euro.

La sforbiciata è intorno a una singola cifra media per il 2025 e gli analisti ritengono che il consensus faccia lo stesso.

Gli esperti della SIM milanese ritengono che la riduzione delle stime non comprometta né il buy-back, né la distribuzione del dividendo, al limite una lieve contrazione, confermando il pay-out del 25%.

Attualmente il titolo tratta a un multiplo prezzo-utili adjusted 2024-2025 rispettivamente di 4,2 e di 3,9 volte e quello enterprise value/EBITDA a 1,4/1,1 volte, con un free cash flow yield comunque superiore al 10%.

Gli analisti di Equita SIM non cambiano idea su Stellantis e ribadiscono la loro view bullish, con una raccomandazione “buy” e un prezzo obiettivo tagliato del 7% a 24,5 euro, in conseguenza della revisione delle stime.

Stellantis: anche Intermonte taglia tp

Stellantis è finito sotto la scure anche di Intermonte che da una parte ha reiterato il rating “neutral” e dall’altra ha rivisto il target price da 23,7 a 21,2 euro.

Anche in questo caso gli analisti hanno tagliato le stime, riducendo in media del 13% quelle di eps relative al 2024-2026, per via di minori volumi, inflazione dei costi più alta e un effetto cambi più sfavorevole.

Stellantis: i nuovi fair value di DB e Intesa Sanpaolo

Cauta anche la view di Intesa Sanpaolo, che su Stellantis oggi ha ribadito la raccomandazione “hold”, con un fair value che scende da 25,2 a 23,6 euro.

Per gli analisti i ricavi del primo trimestre sono stati inferiori alle stime e le indicazioni del management sul primo semestre hanno dato un senso migliore delle questioni che la società deve affrontare nel 2024 in un contesto di transizione all’elettrificazione.

Infine, è bullish la strategie di Deutsche Bank che da una parte rinnova l’invito ad acquistare e dall’altra modifica il prezzo obiettivo da 40 a 35 euro.

Anche in questo caso la mossa segue una rivisitazione delle stime dopo le indicazioni emerse dalla call in merito al margine atteso nel primo semestre, inferiore a quello previsto dal consensus.

Bonus 100 euro, eppure la cifra è inferiore: ecco perché

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Il Consiglio dei ministri nel nuovo Decreto primo maggio, ha varato importanti novità in tema di lavoro: dal bonus 100 euro o tredicesima al superbonus lavoro.

In realtà il bonus tredicesima o 100 euro, era saltato nel Cdm del 23 aprile, ma la premier Giorgia Meloni ha sempre sottolineato di volere la misura approvata nell’immediato.

E così è stato, con modifiche anche alla portata della misura. Infatti il bonus, già in vigore gli scorsi anni è passato da 80 a 100 euro e sarà accessibile a coloro che hanno un reddito non superiore ai 28.000 euro.

Ma sono state introdotte anche altre modifiche: il bonus 100 euro non sarà automatico ed inoltre la cifra in realtà potrebbe essere inferiore, poco più di 75 euro.

Scopriamo nel dettaglio perché e tutte le novità in merito alla nuova misura.

Bonus 100 euro, cifra inferiore a quella annunciata: ecco perchè

Nel Decreto primo maggio approvato dal Consiglio dei Ministri nell’ultima seduta sono state introdotte importanti novità sul tema lavoro.

Dal Superbonus Lavoro, cioè di un’extra deduzione del 120 (o 130) per cento concessa alle aziende che incrementano la forza lavoro al nuovo Bonus 100 euro.

Il nuovo bonus in realtà è passato da 80 euro a 100 euro per lavoratori con un  reddito di lavoro dipendente non superiore a 28.000,00 euro.

Per ricevere l’incentivo una tantum, che non sarà automatico è  necessario che siano rispettati determinati requisiti familiare come coniuge e/o almeno un figlio a carico. Ma non solo.

Cambia anche il mese di erogazione, si parla infatti di gennaio 2025.

Ma la denominazione Bonus 100 euro e dunque la cifra non è quella annunciata. In realtà la cifra sarà inferiore perché sarà soggetto alle normali ritenute fiscali e detrazioni.

Dunque il bonus sarà soggetto a ritenute  e l’importo sarà variabile a seconda dell’aliquota e delle detrazioni d’imposta spettanti al dipendente.

Siccome il bonus spetta fino a redditi complessivi di 28.000 euro, l’aliquota applicabile è quella del 23%: ecco che la cifra spettante potrebbe aggirarsi intorno ai 75 euro.

E non solo, perché l’importo spettante verrà rapportato al periodo di lavoro e dunque se un lavoratore sarà assunto il 1° luglio il bonus di partenza sarà di 50 euro e su questo saranno applicate le ritenute.

Bonus 100 euro, non sarà automatico: ecco come fare domanda

Il Bonus 100 euro inoltre sarà una tantum ma non sarà automatico: l’indennità sarà erogata con la prima busta paga di gennaio 2025 e si stima arriverà a 1,1 milioni di famiglie.

Dovrà essere il lavoratore a richiederlo per iscritto, attestando i requisiti e indicando il codice fiscale del coniuge e dei figli.

 I sostituti d’imposta recupereranno il credito maturato in compensazione con le imposte e i contributi da versare.

E poi sarà lo stesso sostituto d’imposta a verificare i requisiti e stabilire se il bonus spetta o meno.

Questi i requisiti generali per richiedere l’agevolazione

Dopo l’approvazione del Decreto attuativo della delega fiscale su Irpef e Ires, il Consiglio dei Ministri ha emanato un comunicato con i requisiti da rispettare per ottenere il bonus 100 euro.

Pertanto i requisiti previsti sono:

  • reddito complessivo inferiore a 28.000 euro;
  • coniuge non separato e almeno un figlio, entrambi a carico, oppure altre diverse casistiche come ad esempio almeno un figlio a carico, ove l’altro genitore manchi o non abbia riconosciuto il figlio e il contribuente non sia coniugato o, se coniugato, si sia successivamente separato, o se vi siano figli adottivi, affidati o affiliati del solo contribuente e questi non sia coniugato o, se coniugato, si sia successivamente separato;
  • imposta lorda calcolata sui redditi da lavoro dipendente (escluse pensioni e assegni a esse equiparati), percepiti dal lavoratore, d’importo superiore a quello delle detrazioni spettanti.

Telepass, rincari in arrivo da luglio 2024: ecco le alternative per risparmiare

Telepass raddoppia il tariffario e fa scattare nuovi rincari per gli automobilisti: a partire dal 1° luglio 2024, infatti, il canone “base” passa dagli attuali 1,83 a 3,90 euro al mese. Fortunatamente è possibile recedere gratuitamente dall’abbonamento entro il 30 giugno 2024, o comunque optare per soluzioni alternative per contenere i rincari.

Ecco quali sono i nuovi prezzi per il Telepass e quali sono le alternative per risparmiare.

Telepass, dal 1° luglio scattano i rincari

L’abbonamento a Telepass permette agli automobilisti di risparmiare tempo e denaro sul pagamento del pedaggio autostradale: pagando un prezzo fisso ogni mese è possibile viaggiare su alcune tratte senza nemmeno dover restare in coda ai caselli. Purtroppo, però, il risparmio che Telepass garantiva è destinato a diminuire, considerando che sono in arrivo dei pesanti rincari dal mese di luglio anche sulla tariffa base.

Il costo del canone base passa dunque a 3,90 euro al mese, con un aumento del 113%. Anche l’offerta Pay per use ha subito alcuni ritocchi e dal 1° luglio passerà da un costo di 2,50 euro al mese di utilizzo a 1 euro al giorno

Dietro a questi aumenti, come ha spiegato la società, ci sarebbe un “nuovo posizionamento sul mercato consumer” che le consentirebbe di diventare “il principale operatore di mobilità integrata”. 

Infatti, sono in arrivo delle offerte alternative per chi intende proseguire l’abbonamento a Telepass: tra queste, anche la possibilità di associare fino a 2 targhe allo stesso dispositivo (valido solo per l’offerta Telepass Plus).

Telepass: le nuove offerte dal 1° luglio

Tutti coloro che decideranno di sottoscrivere il servizio Telepass Plus entro il 2 maggio 2024 potranno contare su oltre 25 servizi di pagamento (tra cui anche Skipass, trasporto pubblico, treni…) rispetto ai 6 offerti dal piano Telepass base.

Ma quali sono le altre offerte disponibili per gli utenti?

OffertaPrezzoCosa include
Pay per use1 euro al giornoTelepedaggio e 5 servizi aggiuntivi: Area C Milano, traghetto Stretto di Messina, parcheggi convenzionati, strisce blu, vignette elettroniche
Base3,90 euro al meseTelepedaggio e 5 servizi aggiuntivi: Area C Milano, traghetto Stretto di Messina, parcheggi convenzionati, strisce blu, vignette elettroniche
Plus3,90 euro al mese (fino a dicembre 2025)Telepedaggio e oltre 25 servizi aggiuntivi: oltre a quelli previsti dal piano Base, anche carburante, ricarica elettrica, Skipass, trasporto pubblico…
Young (non ancora attiva)Nessun abbonamento o addebito giornalieroOltre 10 servizi, escluso il telepedaggio: trasporto pubblico, mobilità condivisa, treni, voli, pullman… 

Quali sono le alternative al Telepass per risparmiare

Oltre alle offerte e ai servizi di telepass, esistono anche dei partner competitivi sul mercato che permettono di risparmiare sui costi del pedaggio autostradale.

Ad oggi, con la liberalizzazione dei sistemi di pagamento “drive through”, in Italia esistono 3 operatori sul mercato (Telepass, UnipolMove e MooneyGo) che offrono ai clienti privati un dispositivo che consente di pagare:

  • il pedaggio su tutte le autostrade italiane (anche ai caselli transfrontalieri);
  • parcheggi convenzionati;
  • l’Area C di Milano;
  • il biglietto per il traghetto sullo Stretto di Messina.

Questi operatori, inoltre, mettono a disposizione anche altri servizi di pagamento per la mobilità dei cittadini: per esempio, servizi di sharing/noleggio, taxi, bollettini/PagoPA, bollo, tagliando, mezzi pubblici e molto altro.

Qual è l’operatore più conveniente?

Recentemente anche Altroconsumo si è occupato della questione rincari sul Telepass ed è andato a confrontare le numerose offerte presenti sul mercato per orientare i consumatori all’alternativa più conveniente per le proprie esigenze.

Cerchiamo di capire, quindi, quali sono i prezzi di Telepass, UnipolMove e MooneyGo e quale operatore conviene scegliere per sottoscrivere l’abbonamento.

Sistema di telepedaggioAbbonamentoPay per use
Telepass3,90 € al mese Telepass base
4,90 € al mese Telepass plus (dal 1° luglio 2024)
1 € al giorno di utilizzo
Attivazione: 10 € (dal 1° luglio 2024)
UnipolMove1,50 € al mese
Attivazione e consegna: gratis (1° anno gratis fino al 7/5/2024)
0,50 € /giorno solare di utilizzo
Attivazione e consegna: 10 €
MooneyGo1,50 € al mese
Attivazione: 5 €
2,20 € al mese di utilizzo
Attivazione: 10 €

Ogni offerta ha il suo pubblico di riferimento: ci sono automobilisti che viaggiano spesso in autostrada e che hanno bisogno di un servizio capillare, mentre altre persone che viaggiano solo occasionalmente possono optare per un’offerta “pay per use”.

Come sottoscrivere un’offerta

Per sottoscrivere una delle offerte sin qui elencate è possibile scegliere tra due modalità:

  • tramite l’app dedicata al servizio o registrandosi sul sito web dei rispettivi operatori si può richiedere e attivare il servizio;
  • in uno dei punti vendita abilitati dove sarà possibile attivare il servizio e ritirare il dispositivo immediatamente.

La Fed mantiene i tassi di interesse invariati: ecco quando è atteso il primo taglio

L’1 maggio 2024 è arrivato l’annuncio della Fed, che mantiene i tassi di interesse invariati, ai massimi da 23 anni. Il costo del denaro resta fermo tra il 5,25% e il 5,50%, mentre nei mesi successivi è atteso un taglio. Non si prevedono però ulteriori rialzi.

Fed lascia tassi di interesse invariati: ecco perché

La Fed ha deciso di procedere più lentamente alla riduzione del suo bilancio, diminuendo così le pressioni sul Dipartimento del Tesoro e sulle emissioni di Treasury. Da giugno 2024, inoltre, la Fed ha in programma un tetto di 25 miliardi di dollari al mese ai Treasury, dai 60 attuali. Si mantiene ai 35 miliardi, invece, quella dei mortgage-backed securities.

In un comunicato la Fed spiega:

recenti indicatori suggeriscono che l’attività economica ha continuato a espandersi. Il mercato del lavoro resta solido e il tasso di disoccupazione basso. L’inflazione è rallentata nell’ultimo anno, ma resta elevata. Negli ultimi mesi c’è stata una mancanza di progressi verso l’obiettivo del 2%. Non ci aspettiamo che sarà appropriato ridurre i tassi fino a quando non avremo maggiore fiducia sulla traiettoria dell’inflazione verso il target del 2%.

A fare chiarezza, ribadendo che i livelli dell’inflazione restano troppo alti, è il presidente della Fed Jerome Powell, il quale ha sottolineato:

è improbabile che la prossima mossa sia un rialzo dei tassi di interesse.

L’obiettivo è ottenere la “fiducia necessaria” per tagliare il costo del denaro, anche se la mossa richiede più tempo di quanto previsto. Inoltre, Powell ha fatto sapere che “la politica monetaria è restrittiva e sta pesando sulla domanda”, proprio come sul mercato del lavoro che è “solido”, ma “si è raffreddato”.

Sul finire del comunicato, la Federal Reserve fa sapere che c’è stata una “mancanza di progressi verso l’obiettivo del 2%”.

Quando è previsto il taglio

Come previsto dagli economisti, la Fed ha mantenuto il costo del denaro tra il 5,25% e il 5,50%. Per il 2024 i mercati finanziari si aspettano un solo taglio dei tassi di interesse, probabilmente a novembre, secondo il FedWatch del Cme.

I futures statunitensi sono positivi (quello sul Dow Jones registra un +0,44%, mentre si attesta sul +0,56% quello sull’S&P500). Il rendimento del Treasury Usa 10 anni sale al 4,61%, mentre il dollaro scende: il cross euro/dollaro vale 1,071 (+0,52%) e il cross dollaro/yen 155,75 (-1,28%).

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Johnson propone 6,5 miliardi di dollari per chiudere i processi sul cancro alle ovaie

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Si ritorna a parlare del colosso farmaceutico Johnson & Johnson. Pochi giorni fa, infatti, è stato presentato un piano da parte di Johnson & Johnson al fine di avviare la chiusura delle cause civili contro l’azienda farmaceutica, accusata di vendere un talco cancerogeno.

In tal senso, quindi, Johnson & Johnson ha annunciato ai consumatori di essere disposto al pagamento di circa 6,5 miliardi di dollari.

Cosa succederà ora? Ne parliamo in questo articolo.

L’accordo di Johnson & Johnson per la causa sul cancro alle ovaie

Ricordiamo che la proposta avanzata da parte del colosso farmaceutico e di prodotti di bellezza, Johnson & Johnson, è stata formulata al fine di andare a chiudere tutti i contenziosi sul cancro alle ovaie provocato dal talco J&J.

A questo proposito, il piano elaborato da Johnson & Johnson volto a pagare 6,5 miliardi di dollari si baserebbe su una dichiarazione di bancarotta di una controllata.

In tal senso, il colosso farmaceutico avrebbe chiesto tre mesi di tempo per poter conseguire un accordo con tutti i richiedenti. Va sottolineato che circa 54mila richieste sono state avanzate da parte attraversi un unico procedimento nel New Jersey coinvolgendo circa 54 mila cittadini.

Nel corso del tempo, i tribunali avevano più volte respinto i tentativi da parte di Johnson & Johnson di chiedere le cause, appellandosi al diritto alla protezione dal fallimento.

Infatti, secondo i giudici, la società non poteva godere di tale diritto in quanto non era effettivamente in difficoltà finanziarie.

Le accuse sul talco cancerogeno alla J&J

In merito al processo che vede coinvolta l’azienda Johnson & Johnson, accusata di produrre e vendere un prodotto – un talco – contenente sostanze nocive per la salute, la società si è sempre dichiarata innocente, sottolineando che nessuno dei suoi prodotti sia cancerogeno.

Il talco venduto da Johnson & Johnson è stato accusato di contenere amianto. Ed è proprio a tale sostanza nociva a cui viene imputato il rischio di cancro alle ovaie.

Per contro, l’azienda continua a smentire la presenza di amianto all’interno del talco, che tuttavia è stato lo stesso coinvolto dalle operazioni di ritiro dal mercato.

Ricordiamo che, proprio a causa del talco, qualche anno fa, nel 2021, Johnson & Johnson era stata condannata già da parte della Corte Suprema americana al risarcimento di alcune clienti per oltre due miliardi di dollari.

La proposta di Johnson & Johnson sulla causa

È arrivata quindi recentemente una nuova proposta da parte di Johnson & Johnson, al fine di porre fine ai contenziosi.

A questo proposito, la società ha annunciato di essere disposta al pagamento di circa 6,5 miliardi di dollari. La proposta in questione prevede innanzitutto un periodo di tre mesi durante il quale i ricorrenti siano informati effettivamente del piano di Johnson & Johnson.

Dunque, il programma sarà considerato valido soltanto nei casi in cui almeno il 75% dei ricorrenti deciderà di accettare la proposta di J&J.

Su questo punto, la società ha precisato che gli avvocati dei ricorrenti che hanno collaborato al suo sviluppo sono per la maggior parte favorevoli.

La dichiarazione di Erik Haas sulla proposta di Johnson & Johnson

Sulla proposta legata al contenzioso e alle accuse avanzate da alcuni consumatori in merito al talco considerato cancerogeno messo in vendita da J&J, si è espresso anche Erik Haas, vicepresidente degli affari legali di J&J.

Nel comunicato in questione, infatti, si legge che: 

Il gruppo ha lavorato con gli avvocati che rappresentano la stragrande maggioranza dei ricorrenti per trovare una soluzione a questa controversia, che anticipiamo con questo piano.

Inoltre, il vicepresidente degli affari legali, ha anche chiarito che la società ha accettato di pagare circa 6,475 miliardi di dollari in venticinque anni per reclami che fanno riferimento a problemi ovarici (che corrispondono a circa il 99,75% dei reclami attuali). 

Mentre per quanto riguarda gli altri disturbi, ovvero quelli relativi al mesotelioma, soprannominato “cancro da amianto”, questi saranno trattati da parte della società farmaceutica separatamente.

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