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Letizia Toni: chi è l’attrice che interpreta Gianna Nannini nel biopic di Netflix

Letizia Toni è diventata popolare grazie al biopic di Gianna Nannini. E’ lei, infatti, ad essere stata scelta per interpretare la cantante da giovane. L’attrice, però, vanta già alcuni ingaggi importanti, come quello per la serie tv L’allieva. Scopriamo chi è, ripercorrendo la sua carriera e la vita privata.

Letizia Toni: chi è l’attrice che interpreta Gianna Nannini

Classe 1993, Letizia Toni è nata a Pistoia, in Toscana, da genitori di professione imprenditori che non volevano facesse l’attrice. Appassionata di recitazione fin dalla tenera età, ha studiato presso la Scuola di Cinema Immagina di Firenze, sotto la guida di Giuseppe Ferlito dal 2014 al 2017. Intervistata da Il Giornale, ha ammesso:

Avevo 14 anni quando ho pensato per la prima volta che avrei voluto fare l’attrice. Sembrava solo un sogno lontano e impossibile, ma appena ho potuto mi sono iscritta alla scuola di cinema Immagina di Firenze e ho iniziato un percorso che mi ha ancora più convinta che quella sarebbe stata la mia strada. C’era da sacrificarsi perché il giorno lavoravo al garden della mia famiglia e tutte le sere dovevo percorrere la strada da Pistoia a Firenze per le lezioni, ma era ciò che volevo.

Ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo con spot televisivi e piccole parti. Nel 2017 ha avuto un brutto incidente automobilistico che l’ha costretta ad uno stop forzato. Ha raccontato:

Sono stata ricoverata un mese all’ospedale di Careggi e, nel periodo immediatamente successivo, mi sono sottoposta a quindici interventi chirurgici di ricostruzione del braccio. È stata davvero dura. Devo ringraziare in primis la mia famiglia, gli amici e anche tutto il gruppo della scuola di recitazione, che non mi hanno mai abbandonata. Mi sono sentita amata. Ma anche nei momenti peggiori non ho mai pensato di abbondare la recitazione. Appena ho potuto ho ripreso con la scuola. Mi hanno sempre coinvolta ed è stato molto importante, mi ha tenuta viva. Quel dolore così forte e il faticosissimo percorso di riabilitazione mi hanno insegnato a non abbattermi mai.

Tornata in pista, Letizia ha ripreso la sua carriera in mano, ancora più motivata di prima. Sono così arrivati i primi ingaggi, come: Grande Boccia di Karena di Porto, Re Minore di Giuseppe Ferlito, Zoroastro e la serie Rai L’Allieva. In quest’ultima produzione ha vestito i panni di Chiara Turati. Nel 2024 è stata scelta per interpretare Gianna Nannini nel biopic Sei nell’anima, uscito su Netflix.

La vita privata di Letizia Toni: chi è il fidanzato?

Molto gelosa della sua vita privata, Letizia Toni è poco attiva sui social e condivide per lo più immagini che hanno a che fare con la sua professione. Non sappiamo, quindi, se abbia un fidanzato o meno. Appassionata di danza, nuoto, tennis, tiro a segno ed equitazione, è anche una bravissima cantante. Questo è uno dei motivi per cui è stata scelta per interpretare Gianna Nannini nel biopic Sei nell’anima, uno dei film più attesi di maggio 2024 su Netflix.

Nella pellicola dedicata alla rockstar Letizia ha interpretato tutte le canzoni tranne la colonna sonora. Oltre alla voce, molto simile a quella di Gianna, la Toni vanta anche una grande somiglianza fisica con l’artista toscana. Perfino i modi di fare e l’accento sono identici. In merito a questo ruolo, l’interprete ha raccontato:

Ho studiato tanto, canto, pianoforte e poi sono andata a Siena per sentire sulla pelle quello che avevo studiato, vedere tutti i posti dove ha vissuto, la sua contrada, i posti che frequentava per cogliere in pieno la sua vera identità. Poi fra me e Gianna ci sono tante coincidenze: anche mio padre è un imprenditore e non vuole che faccia l’attrice.

Il film, tratto dall’autobiografia della Nannini, è stato curato dalla regista Cinzia TH Torrini, Cosimo Calamini, Donatella Diamanti e dalla stessa Gianna. Prodotto da Indiana Production, racconta i primi trent’anni di vita dell’artista, abbracciando lavoro, famiglia e relazioni sentimentali. Per ottenere la parte, Letizia ha dovuto superare ben tre provini nell’arco di diversi mesi. Durante il primo incontro con la produzione le è stato chiesto di interpretare una canzone di genere rock-pop italiano e lei, senza pensarci, si è esibita sulle note de La Differenza della Nannini. L’attrice, è bene sottolinearlo, non sapeva nulla della pellicola per cui stava facendo l’audizione. Un segno del destino, che di certo le porterà fortuna.

Webuild risale. Proposta per ricostruzione ponte Baltimora

Chiusura d’ottava in positivo per Webuild che ha trovato gli spunti giusti per risalire la china dopo due sessioni consecutive in ribasso.

Webuild rimbalza dopo due cali

Il titolo, dopo aver ceduto quasi due punti e mezzo percentuali ieri, ha recuperato terreno oggi, fermandosi a 2,326 euro, con un vantaggio dello 0,87% e oltre 1,2 milioni di azioni passate di mano, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 4 milioni.

Webuild si propone per ricostruzione ponte di Baltimora

Webuild ha ritrovato la retta via dopo che la società ha presentato pro-bonis alle autorità statunitensi una proposta preliminare per la progettazione e pianificazione della ricostruzione del ponte di Baltimora crollato a fine marzo a seguito della collisione di una nave cargo con uno dei pilastri del ponte.

Non sono noti il valore potenziale dell’opera, così come le tempistiche di assegnazione.

Webuild: il commento di Equita SIM

Gli analisti di Equita SIM ritengono che Webuild si possa giustamente accreditare per la ricostruzione del ponte anche grazie ad un solido track-record e leadership nel settore.

Secondo gli esperti, l’eventuale assegnazione di un’opera così importante e simbolica permetterebbe a Webuild anche di rilanciare e rafforzare il proprio business negli Stati Uniti.

Non cambia intanto la view di Equita SIM che sul titolo ribadisce la raccomandazione “buy”, con un prezzo obiettivo a 3 euro.

Webuild: la view di Banca Akros

A puntare su Webuild è anche Banca Akros che oggi ha rinnovato l’invito ad accumularlo in portafoglio, con un target price a 3 euro.

Commentando il progetto presentato pro bono da Webuild per la ricostruzione del ponte di Baltimora, gli analisti evidenziano che potrebbe trattarsi di un’opportunità per il gruppo italiano, al quale permetterebbe di espandere ulteriormente la sua capacità di espansione del business negli Stati Uniti.

Tonno, meglio in lattina o in vetro? La parola ad Altroconsumo

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Meglio il tonno in lattina o in vetro? Altroconsumo ha condotto un’indagine molto interessante che, oltre a valutare le marche migliori in commercio, ha preso in esame anche la sicurezza del pescato, la sua bontà e la sostenibilità.

Tonno, meglio in lattina o in vetro? Ecco cosa dice Altroconsumo

Il tonno è uno dei pesci più consumati al mondo. Versatile e pronto all’uso, può essere consumato sia come piatto unico che impiegato in numerose ricette. Come se non bastasse, è buonissimo e accontenta grandi e piccini. Insomma, è impossibile trovare una casa in cui in dispensa non ci siano almeno cinque scatolette di tonno. Ma è meglio acquistarlo in lattina o in vetro? Quale marca bisogna preferire? A rispondere a queste domande è stato Altroconsumo.

L’analisi condotta dall’associazione di consumatori ha preso in analisi 30 tipi diversi di tonno all’olio di oliva e all’extravergine di oliva, 19 in lattina e 11 in vetro, dei principali marchi in vendita nei supermercati nostrani. Diversi i parametri presi in considerazione: dal semplice gusto agli indicatori di freschezza, passando per la contaminazione dei metalli, la quantità di sale, il contenuto in acqua, la qualità della specie e la conformità con le dichiarazioni in etichetta.

I prodotti sono risultati quasi tutti conformi alle etichette, ad eccezione delle marche Consorcio e As Do Mar (in vetro) che hanno mostrato discrepanze con i pesi dichiarati. Ma è meglio il tonno in lattina o l’altro? Tralasciando la differenza di prezzo – 45€ al kg contro 24€ – il prodotto in vetro risulta leggermente più gradito all’assaggio.

Ecco qual è il tonno migliore secondo Altroconsumo

Secondo Altroconsumo, per quanto riguarda il tonno in lattina, le prime cinque marche da preferire sono:

  • Rio Mare pescato a canna
  • Angelo Parodi trancio
  • Callipo
  • Rio Mare filo d’olio
  • Carrefour Classic Pinne Gialle.

Le prime cinque posizioni della classifica del miglior tonno in vetro troviamo:

  • Coop Fiorfiore
  • Callipo
  • Ondina (Eurospin)
  • As do Mar
  • Rio Mare lavorato a mano.

Queste aziende producono tonno di ottima qualità e hanno superato al meglio i test di Altroconsumo. Per quanto riguarda i prodotti più sostenibili è consigliato controllare con attenzione le etichette, che devono presentare certificazioni di parti terze indipendenti. Un esempio è la dicitura Dolphin Safe, che garantisce che nessun delfino è stato ucciso intenzionalmente durante la cattura del tonno. Tra le aziende analizzate dall’associazione dei consumatori, il risultato migliore in merito alla sostenibilità è stato raggiunto da Rio Mare Tonno all’olio di oliva pescato a canna in lattina, che ha raggiunto l’eccellenza anche per qualità e sapore.

Procura di Milano richiede il rinvio a giudizio per Daniela Santanchè per la gestione della cassa integrazione

La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio della ministra del Turismo Daniela Santanchè e di altri coinvolti nella gestione della cassa integrazione per due società, tra cui Visibilia, durante il periodo della pandemia di COVID-19. L’accusa è quella di aver percepito indebitamente 126mila euro di cassa integrazione in deroga, destinata ai lavoratori a seguito dei decreti emergenziali quali Cura Italia, Rilancio e Ristori.

Dettagli dell’accusa

I pubblici ministeri Laura Pedio, Luigi Luzi e Maria Gravina hanno concluso le indagini su Daniela Santanchè, il suo compagno Dimitri Kunz, l’ex collaboratore Paolo Concordia, e le società Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria, portando alla luce una serie di irregolarità. Queste indagini hanno rivelato che è stato percepito un ingiusto profitto derivante dalla cassa integrazione indebitamente richiesta per 13 dipendenti delle suddette società.

Questo sviluppo ha portato i pubblici ministeri a richiedere il rinvio a giudizio degli indagati, sottolineando presunte irregolarità nella gestione e fruizione dei fondi destinati alla cassa integrazione. Le accuse si focalizzano sulla presunta mancata aderenza alle normative che regolano l’assegnazione e l’utilizzo di tali sostegni finanziari, destinati a supportare i lavoratori in momenti di crisi aziendale.

La richiesta di giudizio rappresenta un momento chiave nel chiarire la legittimità delle operazioni condotte da Santanchè e gli altri coinvolti, e potrebbe avere significative implicazioni sia per gli imputati sia per le pratiche di gestione aziendale nel contesto più ampio. Le autorità giudiziarie dovranno ora esaminare attentamente i dettagli del caso per determinare se ci siano state effettive violazioni legali e stabilire le eventuali responsabilità.

Reazione della Ministra

In risposta alla notifica di conclusione delle indagini, Santanchè si è detta sorpresa, ribadendo la sua estraneità a qualsiasi decisione societaria relativa alle modalità di accesso alla cassa integrazione dei dipendenti. Ha espresso fiducia nel sistema giudiziario, sottolineando che, secondo la Costituzione italiana, nessuno può essere considerato colpevole fino all’esito definitivo dei tre gradi di giudizio. La ministra ha inoltre attaccato i suoi avversari politici, sospettando che il loro desiderio sia vederla condannata.

Tensioni in Senato e difesa del Ministro

Durante un acceso dibattito in Senato, Daniela Santanchè ha affrontato le accuse e le speculazioni riguardanti la sua condotta. Con un tono deciso, ha giurato sul proprio onore di non aver mai ricevuto avvisi di garanzia né altre forme di contestazioni legali nel corso dei suoi trent’anni di attività politica e imprenditoriale. Questa dichiarazione è stata parte della sua difesa contro quello che ha descritto come una “campagna d’odio” orchestrata nei suoi confronti, che ha visto coinvolta anche la stampa.

Santanchè ha enfatizzato il suo impegno a difendere la propria integrità senza coinvolgere il governo nel processo, evidenziando la sua intenzione di non lasciare che le accuse personali influenzino la sua carriera politica o l’operato del governo. Inoltre, ha espresso un forte disappunto nei confronti dei media, criticando ciò che percepisce come pratiche disoneste volte a danneggiarla personalmente piuttosto che a fornire un’informazione obiettiva e bilanciata.

Le sue parole in Senato non solo servono a chiarire la sua posizione legale e etica, ma rappresentano anche un tentativo di ristabilire la propria reputazione di fronte ai colleghi senatori e all’opinione pubblica. La strategia adottata da Santanchè mira a separare le accuse personali dalle sue responsabilità politiche, cercando di mantenere una distinzione chiara tra la sua vita personale e il suo ruolo nel governo.

Prossimi passi e implicazioni politiche per la Santanchè

Con la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura, il caso di Daniela Santanchè entra ora in una fase critica che potrebbe avere importanti conseguenze sia per la sua carriera politica sia per la stabilità del governo attuale. La vicenda si presenta carica di implicazioni politiche e legali, con una potenziale ripercussione sulle dinamiche di potere all’interno del panorama politico italiano.

La carriera di Santanchè, fino ad ora segnata da diverse responsabilità governative e imprenditoriali, potrebbe affrontare seri ostacoli a seguito degli esiti del processo. La sua posizione all’interno del partito e nel governo potrebbe essere messa in discussione, dipendendo molto dall’evoluzione del caso e dall’opinione pubblica, che spesso gioca un ruolo cruciale in tali situazioni.

Allo stesso tempo, la stabilità del governo attuale potrebbe essere influenzata da questa vicenda, in quanto ogni scandalo che coinvolge figure di alto profilo tende a generare ondate di incertezza e critiche. Questi eventi testano la coesione e la resilienza delle alleanze politiche, e possono portare a riconsiderazioni strategiche all’interno delle coalizioni di governo.

I media e l’opinione pubblica seguono la situazione con grande attenzione, consapevoli che il risultato del processo potrebbe avere effetti duraturi. Le ripercussioni di questo caso non si limiteranno solo agli aspetti legali o alla carriera di Santanchè, ma potrebbero estendersi a tutto il tessuto politico, influenzando decisioni future, alleanze e persino il risultato di future elezioni. In un contesto così delicato, il modo in cui ogni partito e figura politica gestirà la situazione potrebbe definire il panorama politico italiano per gli anni a venire.

Ftse Mib: potenziale upside limitato. 2 banche sotto esame

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Di seguito riportiamo l’intervista realizzata a Gianluigi Raimondi, Direttore ITForum.it e responsabile Bluerating Mercati (gruppo Bfc Media) con domande sull’indice Ftse Mib e su alcune blue chip.

Il Ftse Mib ha visto fallire anche oggi il tentativo di allungo in direzione di quota 34.000 punti. Quali le attese nel breve?

Ciò che conforta in ottica rialzista è sostanzialmente il fatto che il Ftse Mib si sta appoggiando ogni volta e sta confermando la tenuta della media mobile a 50 sedute che al momento passa a 33.735 punti e funge da supporto dinamico ascendente.

Ftse Mib: rimbalzo ha margine limitato

Le potenzialità di rimbalzo sono limitate perché l’indice sta faticando un po’, ma nel caso in cui dovesse essere incrociata al rialzo l’analoga media che passa a quota 33.965 punti, si profilerebbe un ritorno in prima battuta in area 34.440/34.500 e in seguito, eventualmente, a 34.910 punti prima e oltre la soglia dei 35.000 punti dopo.

Da monitorare con attenzione ora l’eventuale ritorno sopra i 33.735 punti, violati oggi in chiusura, visto che una riconquista del suddetto livello sarà propedeutico a una continuazione del lento recupero del Ftse Mib verso i massimi.

Focus su Banco BPM e Bper Banca

Banco BPM e Bper Banca sono stati colpiti dalle vendite oggi. Quali strategie ci può suggerire per questi due bancari?

Banco BPM si sta lentamente riavvicinando al test dei massimi di periodo in area 6,4 euro.

Gli indicatori tecnici sono ancora distanti dalla zona di ipercomprato, quindi il titolo potrebbe raggiungere e poi superare il suddetto livello.

In tal caso Banco BPM potrà spingersi verso il primo target a 6,6/6,7 euro, con stop a 6,2 euro, dove passa il supporto dinamico ascendente di breve termine.

Bper Banca è decisamente in ipercomprato tecnico, quindi consiglio estrema cautela a chi non è ancora posizionato.

Oltre i 5 euro il titolo potrebbe registrare un ulteriore allungo verso 5,11 e 5,2 euro, ma la vedo difficile, avendo in ogni caso cura di fissare uno stop sotto quota 4,7 euro.

La view su STM

STM oggi è stato tra i migliori del Ftse Mib. Cosa può dirci di questo titolo?

STM potrebbe disegnare un incoraggiante doppio minimo a ridosso del supporto a 36 euro e come sappiamo questa figura tecnica in genere anticipa un rialzo dei corsi.

In ottica rialzista i prossimi potenziali obiettivi sono individuabili a 39,5 e a 40,7 euro, con target successivo a 42 euro più in là nel tempo, avendo cura di fissare uno stop loss molto rigido sotto quota 36 euro.

Ci sono altri titoli che vuole segnalarci a Piazza Affari?

Sto seguendo Salvatore Ferragamo che sta invertendo la rotta dopo il test della soglia dei 9 euro e sta provando a incrociare al rialzo la media mobile a 21 sedute a 9,625 euro, che funge da resistenza dinamica discendente.

Oltre il livello appena citato avremo un primo target a 10 euro, poi a 10,45 euro ed eventualmente in area 10,8/11 euro, con stop loss molto rigido sotto quota 9 euro.

Segnalo anche Webuild che sta beneficiando di un rimbalzo tecnico dopo la tenuta del supporto statico a quota 2,15 euro.

I corsi sono stati respinti di recente dalla resistenza a 2,4 euro e ballano poco al di sotto di tale livello, oltre cui avremo un primo target a 2,55/2,6 euro, con stop loss da posizionare a 2,3 euro.

L’Isola dei Famosi, l’annuncio della finale sorprende i telespettatori: ecco la data

L’Isola dei Famosi 2024 non ha registrato lo share voluto da Mediaset. Nonostante il cambio di conduzione, il numero dei telespettatori in collegamento durante le dirette non ha soddisfatto le aspettative, senza dimenticare i continui ritiri improvvisi dei naufraghi. In molti, infatti, hanno deciso di abbandonare con anticipo il programma. La decisione della produzione è stata quindi quella di dimezzare gli appuntamenti settimanali, con un solo collegamento in diretta ogni lunedì, anziché ogni lunedì e giovedì. Ecco quindi quando c’è la finale dell’Isola dei Famosi 2024: la data è stata annunciata.

La finale dell’Isola dei Famosi: la decisione della produzione

L’Isola dei Famosi 2024 ha avuto molte difficoltà, con diversi concorrenti ritirati o esclusi dalla gara, come Francesco Benigno, Peppe di Napoli o Daniele Radini Tedeschi. Altri, invece, hanno rifiutato di entrare nel cast all’ultimo minuto, per non parlare delle situazioni tese e complicate tra i naufraghi. Certe dinamiche che non hanno aiutato il programma e, al contrario, hanno portato la produzione a confermare la chiusura del reality il 4 giugno.

La decisione della produzione è stata quella di non inserire dei nuovi concorrenti all’interno del programma, dimezzando gli appuntamenti in diretta. Vladimir Luxuria e i suoi compagni di avventura sono in scena solo il lunedì: l’appuntamento di giovedì non è andato in onda il 2 maggio e così sarà per gli appuntamenti futuri.

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La decisione di mantenere la finale del programma per il 4 giugno deriverebbe anche dal fatto che in questa data si concludono gli spazi pubblicitari venduti e gli impegni presi con gli sponsor.

Sarebbe la prima volta in cui l’Isola dei Famosi termina nella data stabilita, senza proroghe o new entry come era successo nelle scorse edizioni.

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Nonostante l’iniziale share del 20%, gli ascolti si sono abbassati fino al 16%: un flop per Vladimir Luxuria, Sonia Bruganelli e Dario Maltese.

Chiara Ferragni, nuova strategia per uscire dalla crisi: ecco cosa sta facendo

Chiara Ferragni è nei guai fino al collo: dallo scandalo del Pandoro-gate sembra che non le stia andando bene nemmeno una. La sua credibilità continua ad andare in discesa e il suo primo tentativo sui social nel gestire la situazione non ha certamente aiutato.

Prima cerca di smentire l’accaduto, ma di fronte alla reazione negativa del pubblico decide di fare un passo indietro; dopo meno di una settimana di silenzio ritenta con un video di scuse che però non riceve l’effetto desiderato e causa un maggiore calo di followers. A questo punto decide ti tornare nel silenzio che, in contrasto con le sue abitudini social, fa sentire maggiormente la sua mancanza.

Il 3 gennaio torna su Instagram con alcune stories e da all’ora i suoi contenuti social sono sono diversi da ciò a cui siamo abituati. Sembra che Chiara Ferragni ha adottato una nuova strategia per uscire dalla crisi: meno contenuti sui figli, niente più foto con i brand e più foto di Chiara. Ma come ha deciso di gestire le sue società?

La nuova strategia di Chiara Ferragni per gestire la crisi

Si è teorizzato molto su come Chiara Ferragni sarebbe potuta uscire dalla crisi.
Secondo diverse notizie, l’influencer ha adottato una nuova strategia di ripresa che prevede il riassetto delle sue società: la Fenice Srl che gestisce il marchio Chiara Ferragni Brand e Tbs Crew Srl, la società che si occupa del sito The Blonde Salad e di consulenza.

Per il momento la strategia è concentrata su Fenice Srl che nel 2021 aveva un fatturato di 6,4 milioni di euro, con un utile di 1,9 milioni di euro, e nel 2022 – ultimo bilancio disponibile- il fatturato era di 14,2 milioni di euro con un utile di 3,4 milioni di euro.

Il piano dovrebbe prevedere un aumento di capitale seguendo la politica statunitense “Quando hai problemi diventa più grosso”; infatti è stato rivelato che nella società potrebbe entrare il fondo guidato da Giovanna Dossena, AVM Gestioni SGR Spa, la quale era già entrata in contatto con la Ferragni a giungo 2023 con una trattativa che però non era giunto al termine.

L’ingresso del fondo nella società partirebbe da Alchimia, società guidata da Parolo Barletta che al momento risulta il primo azionista di Fenice con il 39,9% delle quote.

Quanto vale la Fenice Srl

Nel 2023, era stato rivelato che la società valesse 75 milioni di euro ed è il valore che ancora adesso viene riportato in diversi articoli di giornale. Ma dopo che Francesco Bechis, direttore di Open, ha diffuso la perizia giurata firmata dal commercialista Massimo Rho, si solleva il dubbio sul suo valore effettivo.

Sembrerebbe che in base alla situazione patrimoniale del 30 settembre 2022, il valore di Fenice Srl sia di 4.735.000 euro, ma nella prossima valutazione questa somma potrebbe variare a causa del danno di immagine legato allo scandalo di Balocco e, in aggiunta, le indagini sulle sponsorizzazione dell’uovo di Pasqua di Dolci Preziosi e della bambola Trudi.

Gnima Seck, chi è la 31enne di origine senegalese che si è scagliata contro Vannacci

Mediatrice culturale per il recupero dei più giovani, ha 31 anni, vive a Monza e ha origini senegalesi: in diretta tv ha fatto parlare di sé per l’acceso dibattito avuto con il generale Vannacci. Ecco cos’è successo e chi è Gnima Seck.

Chi è Gnima Seck

31 anni, nata e cresciuta a Monza da genitori senegalesi. Gnima Seck è mediatrice culturale, collabora con l’Associazione Mosaico di Bergamo e si occupa del recupero di più giovani.

Nella sua biografia sul sito del comune lecchese di Caloziocorte si legge:

Negli anni ho lavorato tanto con i giovani per un progetto di recupero dei ragazzi di seconda generazione vicini alla delinquenza (zona Lecco-Calolziocorte). Dai 18 anni ho iniziato a fare la mediatrice culturale, quindi traduzione linguistica e culturale per gli immigrati. Ho molti hobby, mi piace andare in discoteca e fare la fotomodella, aperta al dialogo e alla conoscenza di altre culture.

Il dibattito con Vannacci

In passato si era già sentito parlare di Gnima perché aveva ripreso e denunciato un uomo che l’aveva molestata sul treno, denudandosi e mostrandole le parti intime. Non solo: la 31enne, ospite nel salotto del programma Dritto e Rovescio, è stata protagonista di un accesso dibattito con il generale Roberto Vannacci. In quell’occasione, Gnima ha replicato alle sue dichiarazioni sul tema dell’italianità. Infatti, ha sottolineato:

Sono qui perché tempo fa ha fatto un discorso sull’italianità rivolto a Paola Egonu. Sotto i suoi occhi ha una società in continuo cambiamento e questo vuol dire che non sono solo io, ma siamo in tanti a essere figli di migranti nati e cresciuti in questo Paese. Sono fiera delle origini senegalesi e di essere nata a Monza, nessuna delle due cose deve escludere l’altra.

Non è tardata ad arrivare la risposta del candidato per la Lega alle elezioni europee, il quale ha replicato:

Io non la vedo questa italianità. Lei va fiera di essere origine senegalese e sono d’accordo con lei, probabilmente è una cittadina italiana e ha tutto il diritto di esserlo. L’unica cosa che balza agli occhi è che le sue caratteristiche somatiche non rappresentano la maggior parte della popolazione italiana.

Ma Gnima incalza e commenta:

Fra 300 anni sarà diverso, oggi è così. È stata eletta miss Zimbabwe una bellissima ragazza bionda bianca e con gli occhi azzurri e la popolazione è insorta perché non la riconosceva come rappresentante. Il riconoscimento delle differenze non toglie alcun diritto o dignità a nessuno.

Chiara Ferragni ha un nuovo socio: ecco chi è Giovanna Dossena

Chiara Ferragni avrebbe un nuovo socio. Si tratta di Giovanna Dossena, considerata da Forbes “la regina degli investimenti“. A capo di AVM Gestioni sgr, aveva iniziato a trattare con la Fenice srl ancor prima che scoppiasse il pandoro gate.

Chiara Ferragni ha un nuovo socio: chi è Giovanna Dossena

Sul finire del 2023, per Chiara Ferragni è iniziato il periodo più brutto della sua vita, sia sul lato professionale che sentimentale. Tralasciando quest’ultimo aspetto, visto che ormai il divorzio con Fedez sembra cosa fatta, l’imprenditrice potrebbe aver trovato il modo per risollevare le sue aziende dopo il pandoro gate. Stando a quanto sostiene Il Messaggero, l’influence avrebbe un nuovo socio.

Ad essere entrata in società con Chiara dovrebbe essere Giovanna Dossena, che guida AVM Gestioni sgr, un veicolo di investimento che sarebbe interessato ad Alchimia, che a sua volta controlla Fenice srl, gestore del marchio Ferragni. Questa operazione, laddove sia davvero andata in porto, servirebbe proprio a rafforzare l’azienda dopo il caso Balocco. Stando a quanto sostengono i beninformati, le trattative sono a buon punto, visto che sono iniziate ancor prima che scoppiasse il caos legato alla finta beneficenza.

Ricordiamo che tutte le aziende di Chiara, in primis Fenice srl, hanno fatto registrare un passivo di bilancio. La causa, ovviamente, è da rintracciare nel fattaccio esploso a dicembre 2023. Prima di quel momento, le società dell’influencer erano sempre e solo in attivo.

Giovanna Dossena: per Forbes è la regina degli investimenti

Non stupisce che Chiara Ferragni abbia scelto come nuovo socio Giovanna Dossena. D’altronde, Forbes la descrive come la “regina degli investimenti“, per cui immaginiamo che possa essere abbastanza abile da riuscire a risollevare l’azienda. Il Messaggero ha raccolto una dichiarazione di Alchimia. Si legge:

Alchimia e AVM hanno in corso una positiva interlocuzione per costruire un ampio rapporto di collaborazione e partnership pluriennale di cui Fenice srl costituisce solo una delle componenti volto a effettuare investimenti nel mondo Venture italiano ed estero, al fine di valorizzare nel miglior modo gli interessi dei rispettivi azionisti. A dicembre quando si è verificato il caso-Balocco abbiamo voluto riconsiderare la situazione.

Alchimia, è bene ribadirlo, è la prima azionista di Fenice srl. Giovanna Dossena punta proprio ad entrare in Alchimia, ovviamente in un’ottica di rafforzamento. Imprenditrice e professoressa di Economia e Gestione di Impresa all’Università degli Studi di Bergamo, ha iniziato la sua carriera all’interno del consiglio di amministrazione di Brembo. In seguito, ha fondato AVM.

Attualmente, AVM opera con quattro fondi di investimento diversi dedicati a vari ambiti: Talent (si concentra su piccole e medie imprese in fase iniziale), Cysero (specializzato su settori tecnologici di robotica e cyber security), Italian Fine Food (finanzia eccellenze gastronomiche regionali italiane) e Rialto (attivo nei settori di innovazione tecnologica).

STM in luce. A trainare è il rally di Apple

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A meno di un’ora dalla chiusura delle contrattazioni odierne, la seduta prosegue in buon rialzo per STM che mostra i muscoli sul Ftse Mib e conquista una delle prime posizioni nel paniere delle blue chip.

STM tra i migliori del Ftse Mib

Il titolo, reduce da ben quattro sedute consecutive in ribasso, dopo aver chiuso quella di ieri con un affondo di oltre tre punti e mezzo percentuali, risale la china con una certa grinta oggi.

Negli ultimi minuti, STM passa di mano a 37,185 euro, con un vantaggio del 2,54% e oltre 2,2 milioni di azioni transitate sul mercato fino a ora, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 2,5 milioni.

STM trainato dal Nasdaq e dal rally di Apple

Il titolo beneficia dei segnali positivi che arrivano da Wall Street e in particolare dal Nasdaq Composite, che viaggia con una marcia in più rispetto agli altri listini a stelle e strisce, guadagnando al momento l’1,77%.

A sostenere l’indice tecnologico è tra gli altri anche Apple che sfoggia un rally di oltre il 6,5%, viaggiando in are 184,5 dollari.

Apple: i conti del 2° trimestre

Ieri sera a mercato chiuso, la società di Cupertino ha riportato i risultati del secondo trimestre dell’esercizio 2024, chiuso a marzo.

I conti sono stati migliori delle attese di mercato che dopo i dati di delivery deboli nei primi mesi del 2024, con una flession del 10% circa, si aspettavano un calo più marcato.

In particolare, il fatturato ha riportato un calo del 10% anno su anno, con una flessione attesa dell’11%, con la Cina, area di particolare debolezza negli ultimi mesi, a -8% rispetto alla contrazione dell’11% prevista.

Il management ha anche fornito una guidance sul terzo trimestre dell’esercizio 2024 che va da aprile a giugno, che vede il fatturato di gruppo in crescita a una singola cifra bassa anno su anno, seppur leggermente sotto il consensus a circa +5%.

STM: il commento di Equita SIM

Gli analisti di Equita SIM ricordano che Apple è per STM il primo cliente, con un peso sul fatturato 2023 pari al 12,3%.

Per il segmento personal electronics di STM, che rappresenta circa il 25% del fatturato, gli esperti della Sim milanese si aspettano un calo a doppia cifra bassa per il secondo trimestre e per l’intero 2024, con un andamento del sottostante, al netto della perdita del socket di Apple, in calo del 2%/3%.

Secondo Equita SIM, si tratta di assunzioni che alla luce dei commenti di Apple possono essere conservative e lasciano spazio per potenziale upside.

Non cambia intanto la view degli analisti che su STM mantengono una view improntata alla cautela, con una raccomandazione “hold” e un prezzo obiettivo a 45 euro.